Comunità
dell’Isolotto
domenica
19 aprile 2015
Le
paure degli adulti …. cani antidroga a scuola
riflessioni,
emozioni e parole del gruppo genitori
Lettura dalla Bibbia
Guai a te, o
paese, che per re hai un pazzo
e i cui
prìncipi banchettano fin dal mattino!
Felice te, o
paese, che per re hai un uomo libero
e i cui
prìncipi mangiano al tempo dovuto
per
rinfrancarsi e non per gozzovigliare.
Per
negligenza il soffitto crolla
e per
l'inerzia delle mani piove in casa.
Per stare
lieti si fanno banchetti
e il vino
allieta la vita;
il denaro
risponde a ogni esigenza. [Qoelet, 10, 16-19]
Lettura dal Vangelo
In quel
tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal
diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il
tentatore, allora, gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, di'
che questi sassi diventino pane".
Ma egli
rispose: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla
bocca di Dio". Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo
depose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: "Se sei Figlio di Dio,
gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed
essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia ad urtare contro un
sasso il tuo piede". Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: Non
tentare il Signore Dio tuo". Di nuovo il diavolo lo condusse con se sopra
un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria, e
gli disse: "Tutte queste cose io ti darò, se prostrandoti, mi
adorerai". Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: Adora
il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto".
Allora il
diavolo lo lasciò ed ecco gli angeli gli si accostarono e lo servivano. [Matteo
4,1-11]
Commento
In
uno dei suoi commenti su questo brano, Alberto Maggi osserva che il deserto
descritto nel Vangelo è affollato come la cabina telefonica del film “rain
man”: oltre a Gesù c’è Satana, ci sono gli angeli e ci sono le bestie.
Ognuno
di questi elementi ha un valore simbolico e, in particolare, il deserto
rappresenta sia il luogo dell’esodo, della liberazione (del popolo di Israele),
sia quello del potere, quello in cui si radunano le forze prima di sferrare un
attacco.
Per
comprendere meglio quello che l’evangelista vuole presentare si dovrebbe
abbandonare il termine “tentazione”, perché con questa parola si intende
qualcosa che incita al male, al peccato; qui invece non c’è nulla di tutto
questo. Satana non si presenta come un avversario che tenta Gesù al male, al
peccato, ma come un suo amico, un fidato collaboratore che lo consiglia e mette
a sua disposizione tutti i mezzi per affermarsi come messia. Nelle offerte del
diavolo è posta una sola condizione :“se
ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo”. Satana è disposto a dare a Gesù la
scorciatoia per la ricchezza, la gloria, il potere: perché ? Perché fintanto
che ci sarà potere ci sarà ingiustizia e non potrà realizzarsi il regno di Dio.
Ci
sembra che ci sia un collegamento fra le tentazioni descritte nel brano del Vangelo
e le tentazioni proposte dal tempo di oggi ai ragazzi: oggi le tentazioni sono
quelle insinuate da alcool, droghe, velocità.
Immagini
di potenza, invulnerabilità, benessere, insomma tutto quello che ti può far
sentire un numero uno invece di uno sfigato.
Introduzione
Come genitori di ragazzi e di adolescenti
siamo venuti a sapere, dalla stampa e dalla scuola, di un programma di
interventi delle forze dell’ordine (Polizia e Carabinieri) con cani-antidroga, nelle
scuole superiori fiorentine.
Alcuni Presidi hanno aperto le porte degli
istituti da loro diretti, qualcun altro – come Ludovico Arte, preside del Marco
Polo – ne ha impedito l’accesso ritenendolo inadeguato ad un luogo educativo,
altri hanno voluto sentire il parere dei genitori.
Alcuni di noi sono genitori di ragazzi/e che
frequentano istituti scolastici i cui presidi hanno tenuto quest’ultima linea.
Siamo stati contattati, tramite i rappresentanti di classe, che ci hanno
chiesto per email un parere.
Parere che è stato espresso senza che ci sia
stata un’occasione di discussione - né con la scuola, né con esperti, né tra
genitori - per capire le ragioni, il senso, l’utilità o meno di questo tipo di interventi,
la possibilità di altre misure.
La grande maggioranza dei genitori si è
espressa a favore di questi interventi con i cani anti-droga, come riportato in
uno stralcio del verbale dell’ultimo Consiglio di Istituto Machiavelli Capponi
(il verbale completo è allegato).
L’indagine …. ha dato
l’esito seguente:
193 genitori e la maggioranza di 5 classi (non è stato
fornito il numero preciso dei genitori) a favore dell’ingresso dei cani anti
droga e 70 contrari (dati raccolti fino
a sabato 28 febbraio; al momento del consiglio erano 165 favorevoli e 57
contrari).
Questi alcuni pareri:
Alcuni pareri dei genitori dei ragazzi di
una classe del Liceo delle Scienze Umane
|
Alcuni pareri dei genitori dei ragazzi di
una classe del Liceo Classico
|
1) buona sera…noi siamo i genitori di … volevamo comunicarle che
noi siamo favorevoli a lasciare
entrare le forze dell’ordine con i cani anche per l’attività di prevenzione e
controllo antidroga. ….
2) …. Vi dico il mio modesto parere. Sono
favorevole ad un lavoro di prevenzione anche in assenza di particolari
segnalazioni. Questo perché è proprio in questa fase che bisogna intervenire
per cercare di fare in modo che i ragazzi, soprattutto i più giovani, magari
in un momento di fragilità (più che possibile in questa fascia di età)
non si trovino davanti alla possibilità di cedere alla tentazione di provare
avendola a portata di mano.
E' ovvio che in futuro niente vieterà loro di procurarsela in
altri modi e luoghi.
Forse potrà non servire e pensarlo può essere ingenuo o
ottimistico, ma provarci, vista la possibilità, non costa niente.
Ringraziandovi per il Vs. lavoro…
3) favorevoli
al protocollo di prevenzione.
4) ... per quanto riguarda invece il discorso
dei cani, personalmente sono
favorevole alla loro presenza anche durante gli incontri di prevenzione....
in questo modo la "prevenzione" diventa efficace e i ragazzi si
rendono conto di cosa significa essere "illegali".
5) Buongiorno! Non
vedo quale sia il problema se un cane poliziotto entra a scuola! Sono
favorevole e lo ritengo utile!
6) Buonasera. Noi
siamo d’accordo all’opera di prevenzione anche attraverso i cani antidroga. Grazie
… Saluti.
7) Ciao, non so a che livello questo problema è presente nella
nostra scuola, anzi ti sono grata se mi puoi dare un po' di informazioni in
più. Comunque sono perfettamente
d'accordo a qualunque iniziativa della scuola con la Polizia per contrastare
questo incubo, anzi ringrazia da parte mia la dirigenza scolastica per
tutte le iniziative che vorrà prendere a questo riguardo. Questa è la mia
opinione.
Cioè... per essere più
chiara... non solo i cani ma anche i leoni se servono...
|
Buonasera
a tutti, sono il padre di ….
Mi
limito ad esprimere il mio consenso
all’entrata delle Forze dell’Ordine con i cani antidroga. D'altronde se non facciamo prevenzione in famiglia e
nelle scuole, dove altrimenti ??
Buon
lavoro e cordiali saluti a tutti.
Buonasera
a tutti, sono la mamma di …
Nella
mail del rappresentante d'Istituto si dice che all'ordine del giorno del
Consiglio di domani pomeriggio è inserito un punto riguardante
"l'attività di prevenzione e controllo antidroga".
Ho
letto con interesse gli interventi di coloro che sono contrari all'utilizzo
di cani anti-droga in quanto, si dice, questa
non è prevenzione; sono d'accordo questa non è un'attività di prevenzione
bensì di controllo con tutto quello che ne consegue nel caso in cui la droga
venga effettivamente rinvenuta. In estrema sintesi ben vengano i percorsi
formativi, è vero sono fondamentali e prioritari, ma siccome la droga c'è nelle scuole ed anzi sono proprio questi i
primi luoghi in cui i nostri ragazzi possono conoscerla, ben vengano anche i
cani. Un'azione di controllo di questo tipo penso che almeno un po' scoraggi
lo spaccio all'interno, fuori è diverso e sicuramente più rischioso
specialmente per dei ragazzini.
Buongiorno,
siamo i genitori di … .
Non siamo favorevoli
ai cani antidroga nelle scuole (esperienza già subita da nostro figlio alle
medie, inutile e non bella).
Buongiorno
a tutte e tutti.
Sono
il padre di ….. ho seguito sui giornali e in televisione le notizie riguardo
agli interventi in alcune scuole fiorentine della polizia antidroga e le
diverse posizione dei dirigenti scolastici.
La
mia opinione è la seguente :
-
nel caso di una esplicita denuncia credo che l'accesso a polizia e/o
carabinieri non possa (e non debba) essere limitato.
-
per una attività di prevenzione, qual è quella segnalata nella comunicazione
della rappresentante dei genitori nel consiglio di istituto, ritengo molto più appropriato un lavoro,
magari con le stesse forze dell'ordine e/o con personale qualificato (ASL,
associazioni, ecc.) mirato alla informazione sui rischi legati all'uso di
sostanze.
L'utilizzo
indiscriminato dei cani antidroga non mi trova favorevole.
Buon
pomeriggio, sono la mamma di…. Personalmente non ritengo opportuno l'utilizzo di cani anti droga per fare
prevenzione. Molto meglio attività educative che illustrino i rischi delle
dipendenze. Saluti a tutti
Buongiorno
a tutte e a tutti
Siamo
i genitori di …. Non riteniamo che si
faccia prevenzione educativa facendo entrare nelle scuole i cani anti-droga.
Cordialmente
Sono
il padre di …Il mio giudizio personale
su queste ispezioni cinofile è negativo. Mezzi di indagine di questo
tipo, in assenza di ragioni evidenti o di segnalazioni, credo non costituiscano in nessun caso
elemento educativo o di prevenzione ma semmai rischiano di alimentare
una "cultura del sospetto".
Non
trascurerei inoltre il fattore psicologico, specialmente per le prime classi,
considerato il modus operandi visto in TV, che mi ricorda altri tempi .... Ritengo
che azioni ben più importanti possano essere svolte dall'interno, sul piano
educativo e formativo, attingendo a
progetti in essere in altre realtà, lasciando le azioni operative fuori dalla
scuola allargando invece i controlli ad altri spazi di frequentazione
giovanile non trascurando fenomeni di
spaccio che costituiscono l'elemento alla base del diffondersi delle
"droghe".
Buonasera. Noi
siamo d'accordo per consentire l'accesso
alle forze dell'ordine con i cani, nell'interesse unico dei nostri ragazzi.
|
La nostra impressione è che molti genitori,
e in generale il mondo degli adulti, siano per lo più impreparati e si sentano sprovveduti
e spaventati di fronte alla questione del consumo di stupefacenti e in generale
di tutti i comportamenti a rischio dei ragazzi.
Abbiamo notato che molti genitori reagiscono
approvando subito, senza avere la pazienza e la disponibilità di darsi un tempo
di riflessione, interventi che non richiedono una loro assunzione di
responsabilità e di (in)formazione;
interventi fondati sulla ‘delega’. Ci sembra che di fronte a tutto ciò che è
difficile e complesso, si cerchi una soluzione semplice (il cane antidroga),
sbrigativa e possibilmente che non coinvolga gli adulti.
Pensiamo invece che i problemi che
coinvolgono le persone e in particolare i ragazzi in crescita, non possano
essere affrontati con ‘soluzioni semplicistiche’, che ci vogliano informazione,
coinvolgimento, relazioni e molto altro. Così abbiamo pensato di riflettere
su questo tema parlando con il prof.
Ludovico Arte, dirigente scolastico del ITT Marco Polo. E documentandoci un po’
meglio.
Alcuni dati tratti dall’ultimo studio EDIT
su comportamenti a rischio dei ragazzi
Ci siamo anche un po’ documentati andando a
leggere alcuni dati di alcuni studi che l’ARS (Agenzia Regionale di Sanità) conduce
con cadenza triennale dal 2005.
Gli studi denominati EDIT “Epidemiologia
dei determinanti dell’infortunistica stradale in Toscana” sono quindi stati
realizzati nel 2005, 2008, 2011; vi è poi stata una edizione ridotta (via web)
2013, e attualmente è in corso l’edizione 2015.
Queste ricerche, su campioni di circa 5000
studenti delle scuole superiori, in età 14-19 anni circa, esaminano la
diffusione di comportamenti a rischio per la salute e l’incolumità fisica
propria e altrui, tra cui: fumo, consumo di bevande alcoliche, consumo di
stupefacenti, gioco d’azzardo, comportamenti sessuali, bullismo, comportamenti
di guida a rischio, problematiche connesse all’alimentazione. (si veda il sito
dell’Ars e il portale Edit: https://www.ars.toscana.it/it/edit.html
Ecco in estrema sintesi alcuni dati e
informazioni, tratti dalla ricerca Edit web 2013, sull’uso di alcol e di
stupefacenti:
Consumo
di bevande alcoliche: quasi
tutti i ragazzi toscani (91%) hanno sperimentato il consumo di alcol, in misura
analoga tra i sessi. Le quantità bevute aumentano con l’età per entrambi i
sessi, anche se le femmine bevono un po’ meno. Le bevande preferite sono gli
aperitivi, la birra ma anche i superalcolici. L’uso e l’abuso di alcol è
concentrato nel fine settimana, e in particolare il sabato. Circa la metà degli
adolescenti dichiara di essersi ubriacato durante l’anno e circa il 30% di aver
fatto un ‘binge drinker’, cioè di aver bevuto in poco tempo una grande quantità
di unità di alcol per raggiungere rapidamente una forte ubriacatura.
Consumo
di sostanze psicotrope illegali (stupefacenti): circa 1 studente su 3 (32,7%) dichiara di
aver provato una sostanza illegale nella vita; 1 su 4 nell’ultimo anno. Tra
coloro che hanno sperimentato l’uso di sostanze, oltre il 70% lo ha fatto entro
i 16 anni di età. La sostanza sperimentata per prima è la cannabis.
La sostanza più sperimentata in Italia e in
Europa è la cannabis, in seconda posizione c’è la cocaina (compreso il crack). Recentemente
si sta anche diffondendo un consumo di farmici o psicofarmaci.
Vi sono differenze tra i sessi: l’uso di
stupefacenti è maggiormente diffuso tra i maschi.
Una riflessione a seguito di alcuni
incontri con psicologi di Villa Lorenzi
Molti dei comportamenti sono in generale
connessi all’idea, che si è diffusa tra un’ampia fetta del mondo giovanile, che
non ci sia divertimento senza sballo, senza perdita di controllo. Questo è un
fronte su cui lavorare.
Il pericolo che il contatto con l’alcol e
le sostanze diventi un problema è tanto maggiore quanto più l’alcol o le sostanze
rispondono ad un bisogno. Gli adolescenti hanno una spinta fondamentale che li
porta verso i coetanei e l’altro sesso. Se però sentono, inconsciamente,
sentono di non essere adeguati in tali rapporti, di non saper gestire le loro
inadeguatezze, possono essere a rischio poiché possono trovare nell’alcol e
nelle sostanze ‘una stampella’ che li aiuta ad affrontare i rapporti con i
coetanei e con l’altro sesso, poiché l’alcol e le sostanze consentano loro di
essere più allegri, più espansivi, più sfrontati, più disinibiti. Questo è un altro fronte sul quale si può
lavorare.
Alcuni articoli
Cani
antidroga a scuola, a Firenze un preside dice no: ‘Non siamo allo stadio’
Il dirigente dell'istituto
tecnico per il turismo Marco Polo contro le perquisizioni delle unità cinofile:
"Io faccio educazione, loro perseguono reati. Da tempo in questo dialogo
non facile con le forze dell’ordine dico che dobbiamo trovare una
mediazione"
“Nella mia scuola i
cani antidroga non entrano”. A vietare l’ingresso delle unità
cinofile delle forze dell’ordine è Ludovico Arte, il dirigente
dell’istituto tecnico per il turismo “Marco Polo” di Firenze.
Il preside ha deciso di mettere la parola fine alle perquisizioni
fatte con i cani alla ricerca di stupefacenti. Una dura presa di posizione che
ha innescato un braccio di ferro con il Questore Raffaele Micillo,
pronto a continuare i controlli nelle scuole fiorentine nonostante il diniego
del numero uno del “Marco Polo”.
Arte non crede alla repressione ma ad un lavoro
quotidiano per combattere la droga: “Io faccio educazione, loro perseguono reati.
Da tempo in questo dialogo non facile con le forze dell’ordine dico che
dobbiamo trovare una mediazione. Quando la polizia o i
carabinieri intervengono in una scuola devono fare i conti con una logica
diversa dalla loro. Devono entrare in comunicazione con un
preside. Non possono pensare di essere allo stadio”.
Il dirigente dell’istituto tecnico fiorentino è rispettoso
delle forze dell’ordine ma non ha intenzione di fare un solo passo indietro: “Se mi
dicono, come è già accaduto, che loro possono d’autorità entrare contro la mia volontà,
devono sapere che un minuto dopo che hanno messo piede a scuola io chiamo i
giornali e pubblicamente prendo le distanze da questo tipo di intervento.
Non voglio contrappormi alle forze dell’ordine: siamo tutti contro la droga. Il punto è come si fa la lotta agli
stupefacenti dentro una scuola: portare i cani poliziotto in aula è folle”.
A sentire il preside del “Marco Polo” sembra
che questo tipo d’indagini non sia per nulla utile: “Di fatto questi interventi non
ottengono risultati; l’ultima volta hanno trovato un grammo, ripeto un grammo di marijuana. Non riescono ad individuare chi l’ha
portata, fanno solo terrorismo e il
giorno dopo è tutto uguale. Si semina solo un po’ di paura. Io non darò mai
l’autorizzazione a puntare un cane contro un ragazzo nella mia scuola”.
Arte non tollera le maniere forti. Sa che nelle scuole esiste il problema,
ammette che il fenomeno sta crescendo ma la parola repressione
non fa parte del suo dizionario. E sottolinea che un ragazzo che spaccia va
solo aiutato. Nella sua scuola la lotta alla droga la fa
mettendo a disposizione dei suoi studenti cinque psicologi.
Il preside, in pratica, vuole solo più collaborazione:
“Per
la cronaca le forze dell’ordine a volte le ho fatte entrare. Di fronte al caso
di una ragazza
sospettata di spaccio hanno potuto perquisirla nel mio ufficio, in maniera
rispettosa. Altre volte sono stati fatti pattugliamenti nel
cortile della scuola senza che noi ne sapessimo nulla. E’ accaduto che hanno
messo a terra un ragazzo sospettato di aver spacciato: io non le voglio vedere
queste scene perché per me quello studente non è un criminale e non va umiliato. Vi sono mille altri modi
per agire. Mi farebbe piacere se si uscisse dalla semplificazione dei buoni
contro i cattivi, di chi contrasta la droga e di chi al contrario difende i
ragazzi: stiamo discutendo di modi diversi di intendere la lotta agli stupefacenti a scuola”.
Il dirigente del “Marco Polo” non si illude, sa che la
maggior parte dei suoi colleghi non si oppone agli interventi delle forze
dell’ordine ma è pronto ad aprire un dibattito: “Voglio vedermi con il Questore. Mi piacerebbe che tra noi presidi
invece di fare incontri inutili sulla burocrazia aprissimo un
tavolo di confronto su questo argomento”.
CONTROLLI
ANTIDROGA NELLE SCUOLE
Il dirigente
scolastico dell’Istituto Andrea Del Sarto: ´Ecco perché sono utili´
4 febbraio 2015
Nuovi
controlli antidroga della Polizia negli istituti scolastici fiorentini: le
unità cinofile scovano alcuni grammi di marijuana nell’istituto di via Andrea
del Sarto dove, questa mattina, i cani poliziotto Pando ed Amper sono entrati
in azione per prevenire e contrastare il consumo di droga tra i giovani.
Durante
l’attività all’esterno dell’edificio scolastico sono stati rinvenuti alcuni
macina erba con evidenti tracce di marijuana, mentre in un bagno dell’istituto
sono stati sequestrati due spinelli nascosti dietro lo scarico di un lavandino
e sullo stipite della porta. Altri due spinelli sono poi saltati fuori dal
cestino di un’aula.
Al
termine dell’operazione il dirigente dell’istituto scolastico ha ringraziato i
poliziotti per il lavoro svolto e si è rivolto direttamente ai genitori con una
lettera che di seguito pubblichiamo.
Cari genitori,
su mia richiesta, stamattina è intervenuta
la Polizia con i cani antidroga per controllare sia gli spazi esterni che quelli
interni, comprese alcune classi scelte casualmente a campione.
Grazie a questo intervento sono state
trovate alcune sigarette (spinelli) e piccole quantità di marijuana nascoste
nei luoghi più impensati dell’edificio. Sono stati però rinvenuti alcuni trita
marijuana e questo fa pensare ad un discreto consumo quotidiano da parte di più
studenti.
Ci tengo a dire che la nostra non è una
eccezione e nei giorni scorsi altre quantità di droga sono state trovate in
altri istituti a conferma che quello della droga è un problema generalizzato,
come era del resto già noto.
Ho sempre ritenuto giusto che per debellare
il problema, o almeno cercare di farlo, sia necessario affrontarlo alla luce
del sole, senza timore di aprire le porte alle forze dell’ordine che, peraltro,
si sono dimostrate professionalmente ineccepibili e rispettose dei ragazzi e
dell’ambiente scolastico.
Sono certo che questo intervento, che non
resterà isolato, trasmetterà ai ragazzi un messaggio molto concreto sui rischi
che essi corrono, anche penalmente, facendo uso di droghe.
Come sapete, la scuola si adopera anche con
altre iniziative per mettere in guardia i ragazzi dai rischi degli
stupefacenti. Confido naturalmente che anche Voi cogliate questa occasione per
mettere in guardia i vostri figli.
Sono certo, come Dirigente scolastico, che
le famiglie siano meglio tutelate e rassicurate dall’affrontare apertamente il
problema anche attraverso l’aiuto delle Forze dell’ordine.
Il Dirigente scolastico
Io, mio figlio e lo spinello, di Elisabetta
Muritti, D, 4 aprile 2015
Un sedicenne su 5 fa uso di marijuana. Che
cosa fare? proibire non basta, e neanche l’erba legale sarebbe la soluzione: il
problema è lo sballo, non il fumo.
Facendo
la media, è come se fossero 200 spinelli a testa all’anno, contando anche
neonati e anziani. Già: in Italia sono quasi 5 milioni (dati Istat) i
consumatori di cannabis ricreativa (500mila gli estimatori cronici, che
rappresentano da soli i due terzi della domanda). Per soddisfare tante voglie
d’evasione, potrebbero essere stati venduti tra gli 1,5 e i 3 milioni di chili
di sostanza (dati della Direzione nazionale antimafia). Scendendo nei dettagli,
negli ultimi 18 mesi, ben il 14,6% degli italiani ha fumato almeno uno
spinello, se non altro in questo rivendicando ottime posizioni in Europa.
Grandi numeri, per un “vizio” tuttora illegale, per quanto l’acquisto o la
detenzione di marijuana per uso personale non abbia più rilevanza penale ma
preveda sanzione amministrativa (punito ancora il piccolo spaccio, si è ridotta
la pena a 4 anni, di fatto escludendo la carcerazione). Ma tant’è, il volume
d’affari nazionale viaggia al ritmo di 5-6 miliardi di euro all’anno. E non è
tutto: il report delle analisi delle acque reflue di 17 città, fornito
annualmente dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano al
Dipartimento politiche antidroga, racconta di una concentrazione di cannabis
che è andata aumentando del 10,96% nel 2013. Non è una sorpresa che a far
vibrare questo consumo siano gli adolescenti, liceali, certo, ma molto spesso
anche studenti delle scuole medie (l’età del primo “incontro” in un quinquennio
è passata dai 16-19 anni ai 13-15). Nel 2014 quasi un teenager su quattro si è
acceso uno spinello (2 punti percentuali in più rispetto al 2013), i 16enni sono
il 21%, i 15-19enni arriverebbero al 76%. Il Dipartimento nazionale delle
politiche antidroga ha poi esaminato un campione di circa 33mila studenti delle
superiori, evincendone che “fumano” 660mila di loro (40mila in più, rispetto al
2013). Insomma, la cannabis è la sostanza psicotropa più amata dagli italiani
grazie anche e soprattutto al consumo dei ragazzini (in buona compagnia con la
Spagna: lì tra 2013 e 2014 i piccoli fan dello spinello hanno superato, per la
prima volta nel mondo, la quota dei fumatori di sigaretta).
I
numeri tricolori in ascesa sono in leggera controtendenza con quanto avviene in
Europa, dove però dilagano le droghe sintetiche. Ma è dagli Usa che arriva la
sorpresa: dopo circa 5 anni di crescita ininterrotta, il fascino del “pot” tra
gli adolescenti, pur restando potentissimo, quest’anno è calato di due punti
percentuali. Insieme al suo consumo, in America calano anche di più la
percezione di una sua eventuale pericolosità e la disapprovazione nei confronti
di chi continua a farne allegramente uso. Merito, dicono in parecchi, della
legalizzazione della cannabis in molti Stati. Ma che cosa dovete fare, allora,
se svuotando le tasche dei jeans di vostro figlio prima di buttarli in
lavatrice trovate cartine e “refurtiva” sospetta? Ragionare come il noto
pediatra Usa Aaron E. Carroll, che in una recente lettera aperta al New York
Times ha convenuto, con amarezza, che ormai c’è poco da arrampicarsi sugli
specchi, meglio lo spinello del binge drinking? Sperare pragmaticamente che il
rampollo non si ficchi nei guai, o nel mitico “modello Colorado” (lì la
legalizzazione della vendita della canapa indiana avrebbe procurato, in poco
meno di un anno, un calo di reati e un introito milionario nelle casse
erariali, tra tasse e licenze) che una proposta bipartisan, promossa da
Benedetto Della Vedova, vorrebbe importare in Italia al più presto? Oppure
disperarvi? Meglio riflettere su un paio di aspetti scomodi, dicono gli
esperti. Riccardo Gatti, docente alla Scuola di specialità in psichiatria
dell’Università Statale di Milano Bicocca e direttore del Dipartimento
dipendenze della Asl di Milano, è preoccupato. Il suo dipartimento fornisce
dati interessanti, riferiti al 2012: presi in considerazione tutti i cittadini
d’età tra i 15 e i 64 anni, oltre 80mila milanesi hanno dichiarato di aver
fumato almeno una “canna”, il 50% degli intervistati di averlo fatto prima dei
18 anni (il 4% prima dei 13), il 3,8% ne fa abitudine quotidiana.
La
spesa media mensile per la cannabis a Milano è di circa 68 euro a consumatore
(cioè per chi ammette di aver fumato almeno una volta negli ultimi 30 giorni).
«Un genitore deve saperlo, la cannabis oggi è un fenomeno commerciale. La
sostanza, che sta godendo di generale ripresentazione terapeutica, innesca un
business milionario che ingolosisce le company del tabacco. È sempre più forte
la pressione “commerciale” congiunta, sia dell’informazione che dei pusher,
questi ultimi ovviamente interessati a che la cannabis resti tra le droghe
illegali!». Sospira Gatti: «Il mercato degli adolescenti è abbastanza saturo,
quindi va allargato quello degli adulti. E sono guai: perché gli uni stanno
sdoganando gli altri. Non c’è da meravigliarsi quando, colti sul fatto, i
ragazzi rispondono “Non mi rompere”, “Lo sai che non fa male”. I genitori, che
fanno parte della generazione liberista dei babyboomer, non hanno alcuna
credibilità nel ricordare regole che hanno trasgredito a loro volta. La
comunicazione a livello educativo oggi è contraddittoria. Ingestibile». E
avverte che se una società rapace come la nostra tenta di riconfezionare una
sostanza “meno nociva”, ad hoc per un mercato che deve giocoforza espandersi, è
meglio che gli adulti trovino prima ancora che succeda regole coerenti sulle
modalità di consumo. «Perché», riprende, «la questione è più complessa: se
l’alterazione psichica diventa “normale”, allora è cruciale lo stile di vita
che tu, figlio, ti vuoi costruire».
La
premessa è che lo spinello contemporaneo non avrebbe niente a che fare con
quello “storico”, e non solo per i principi attivi. Soprattutto perché non è
più trasgressivo, ideologico e idealista, checché ne possano pensare i fan
40-50-60-70 e 80enni, ma solo un prodotto via via preparato con oculatezza,
quasi con tecniche da product placement, per sostituirsi alla sigaretta. È
così? «Certo, sta diventando un bene di consumo di massa, allargato e
velocizzato dai nuovi media. I prodotti cosiddetti additivanti e pieni di
“fashionability” hanno sempre più successo, tanto più se vi aggiungiamo
un’immagine salutare, ormai la reputazione sociale del tabacco è stata
macchiata dal cancro. Intendiamoci, non ho nulla contro gli usi terapeutici
della cannabis, ma mi insospettisce quest’ondata mediatica che trasforma le
droghe in farmaci, magari utilizzando piccoli studi collaterali che di colpo
diventano grandi notizie, laketamina per la depressione, la cannabis per la
tiroide... È interessante, a volte persino vero, ma un po’ sospetto», dice
Gatti. Detto questo, abbiamo capito che i ragazzi non consumano le sostanze
psicoattive come facevano genitori e nonni. Non è più questione di stili di
vita alternativi, perché stili e sostanze adesso sono scelti con lo stesso
atteggiamento utilitaristico che accomuna i nativi digitali: prendo subito quel
che mi piace e lo voglio veloce, efficace. Mi sta bene così. Come la musica
MP3. Ma resta sospesa la domanda: che fare, con un ragazzino di 13-15 anni?
Stefano Benzoni, neuropsichiatra infantile e
consulente per il Policlinico di Milano, con la questione della credibilità
genitori-figli forse è già andato più in là di Riccardo Gatti, quando qualche
anno fa ha scritto il libro I giovani non esistono: viaggio allucinante nel
mondo dei vecchi. Dice: «Il punto più delicato è la distinzione del consumo. Un
conto è una canna ogni tanto, un conto le 3/4 canne al giorno, prima, dopo e
durante la scuola. Che vuol dire passare da un uso ricreativo e libero a una
dipendenza, non tossicologica ma psicologica. Gli effetti di una sostanza sono
diluiti nel sociale: si va dall’atteggiamento ludico-ricreativo al dovere verso
il gruppo, alla costruzione identitaria. E dall’ansia di trovare canne “buone”
per stare bene al “mi ammazzo di canne così non penso”. C’è una bella
differenza tra una ritualità e un effetto farmacologico: la quantità magari è
la stessa, dieci canne sono dieci canne pure se te le fai in camera con l’amico
del cuore a tapparelle abbassate, ma il significato può essere diverso. Perché
così ti procuri sia il danno che la cura. Più delle quantità dovrebbe
preoccupare la routine, cercata per i suoi effetti, magari immaginari. È questo
lo spartiacque fondamentale: l’effetto di un Negroni sul fegato è sempre lo
stesso, ma un conto è se te lo bevi con gli amici, un conto è se gli
attribuisci poteri taumaturgici. La finalità di un effetto farmacologico è insidiosa,
quale che sia l’effetto».
Benzoni
riprende: «Un genitore dovrebbe parlarne subito con uno psichiatra infantile,
non lasciare solo il figlio, cito parole ascoltate, “a esplorare per un anno il
senso profondo delle canne”. Lo psichiatra non è l’ultima spiaggia, è il
preliminare per sapere se c’è bisogno di lui o no. E poi si rifletta sulla
funzione paterna, che non è necessariamente il ruolo del padre biologico, la
sua funzione di “organizzatore simbolico” oggi può essere assolta da uno zio,
dal fidanzato della madre, dalla fidanzata del padre, ma resta fondamentale,
perché regola le istanze libidinali, dunque la ricerca di gratificazione. La
propensione al consumo di stupefacenti non ha mai un significato univoco, vanno
valutate diverse istanze di desiderio, e il desiderio è connesso con la figura
paterna. Che pone il limite e dà il senso del limite» E la funzione materna?
«Ammesso che il bisogno di sostanze riempia un vuoto, come dice la vulgata, non
è detto che questo vuoto sia per forza dentro se stessi. Può essere in un campo
di relazione, e allora, per esempio, va indagata la relazione di coppia dei
genitori...». Ancora sulla famiglia, aggiunge Riccardo C. Gatti: «I babyboomer
cercano di interpretare i ragazzi a modo loro, ma sbagliano: sono due generazioni
non più contemporanee, viaggiano su mondi paralleli. Eppure ognuno deve
riprendere il suo ruolo, magari in modo nuovo. Certo, costa fatica, e i
babyboomer alla fatica non sono stati abituati... Quanto ai reali pericoli
della cannabis sui più giovani, be’, una volta si parlava di amnesia e
fallimenti scolastici a lungo termine, insomma di una “sindrome
amotivazionale”. Io non so più cosa sia tale sindrome, ma so che il mondo è
ormai in mano ai 60enni, e castra i ragazzi sul nascere. Per la prima volta
nella storia per loro si affaccia un futuro peggiore del presente, per non dire
del passato. Se si continua così, ai ragazzi non basterà la cannabis. Ma prima
che ciò accada, che facciano notizia quegli adolescenti che hanno ancora voglia
di costruire qualcosa. Per ora danno quasi fastidio».
ALLEGATI
Ai genitori rappresentanti di
classe I.S.I.S. Machiavelli, Firenze
Innanzitutto tenevamo a ringraziarvi per l’interesse e
l’attenzione che avete rivolto al nostro primo messaggio.
L’indagine che avete fatto presso i genitori hanno
dato l’esito seguente:
193 genitori
e la maggioranza di 5 classi (non è stato fornito il numero preciso dei
genitori) a favore dell’ingresso dei cani anti droga e 70 contrari (dati raccolti fino a sabato 28
febbraio; al momento del consiglio erano 165 favorevoli e 57 contrari).
Comunque tutti i genitori favorevoli o contrari
richiedono un intervento di prevenzione articolato, consone con il luogo
dedicato alla formazione. Chiedono che vengano organizzati interventi per spiegare
i danni che le droghe ( anche l’alcool) possono causare all’organismo con
associazione come il centro di solidarietà di Firenze, con la Asl, con comunità
di recupero ( ad esempio Don Stinchi) ma anche con insegnanti, rappresentanti
delle istituzioni e con le Forze dell’Ordine. Chiedono anche uno sportello di
ascolto all’interno della scuola.
Se l’intervento dovesse avvenire, deve essere
“tutelante e protettivo” e ci deve essere un dialogo ed uno scambio educativo
che permetta di pensare che i controlli sono fatti nell’interesse dei ragazzi.
Premesso che alcuni interventi richiesti esistono già
nella nostra scuola:
-
da diversi anni è
attivo un centro ascolto con una responsabile molto brava;
-
la scuola
organizza incontri con operatori specializzati sul problema delle droghe, in
particolare l’alcool. Ultimamente è venuto un medico primario di Milano. E’
venuto anche qualcuno per affrontare il problema delle malattie psicologiche;
-
i professori
hanno anche il compito di sorveglianza del fumo anche nel cortile per il quale
sono già state fatte diverse multe;
-
i ragazzi, a
volte sono molto arroganti ed i professori si trovano disarmati di fronte a
queste situazioni;
-
è già stato
riscontrato il problema della droga durante le gite o anche altri problemi. Nei
casi più gravi lo studente viene escluso delle gite successive oppure si
richiede al genitore di venire a prenderlo (anche all’estero);
Si ricorda anche che la scuola è un luogo pubblico e
non è una zona franca. E si richiede la maggior partecipazione possibile ai
genitori che debbono essere i primi ad intervenire e ad aprire il dialogo con i
figli anche sulla droga;
Sulla base dei risultati di questa indagine e sulla
richiesta della preside di prendere maggiormente in considerazioni il parere
dei genitori rispetto a quello delle altri componenti del Consiglio – in quanto
responsabile della tutela dei ragazzi (90 % sono minorenni)- il Consiglio ha
deciso quanto segue :
-
organizzare due incontri con le Forze dell’Ordine, uno
al Frescobaldi ed uno al Rinuccini per i rappresentanti degli studenti (
ricordiamo che il liceo ha circa 1800 studenti ed è impossibile riunirli
insieme). A loro volta i rappresentanti, in occasione del primo attivo di
classe, potranno riferire ed aprire un dibattito sull’argomento;
-
l’assemblea degli studenti di fine marzo sarà
organizzato su questo argomento per il quale saranno invitati la responsabile
del centro ascolto della nostra scuola, operatori specializzati del Sert ed
altre persone sulla base anche delle proposte dei genitori;
-
la scuola continuerà ad organizzare incontri con
medici ed altri operatori specializzati invitando di volta in volta alcune
classi a turno com’è stato finora;
Resta
inteso che sono ritenuti comunque validi i controlli effettuati all’esterno
della scuola dalle forze dell’ordine soprattutto in considerazione delle
problematiche della zona di Santo Spirito, ulteriori decisioni sono rimandate
al prossimo Consiglio d’Istituto.
Alcuni genitori hanno chiesto un dibattito
pubblico sul progetto di legge di
iniziativa popolare “Per la Buona Scuola della Repubblica” depositata in
Parlamento la scorsa estate e sul documento “la Buona Scuola” che il governo si
appresta a presentare; la Preside si dice disponibile di organizzarlo con i
genitori rappresentanti di classe all’interno del liceo. Ricordiamo che
organizzare un incontro per genitori di circa 1800 studenti è un grandissimo
problema.
Durante il Consiglio è stata presa anche la decisione
di creare una rete di aiuto, appoggio e scambio di idee, personale e materiale
fra i licei del centro di Firenze per dare ad ognuno maggior opportunità e
minor spese.
Ringraziamo di nuovo tutti i genitori e speriamo,
grazie a questo canale delle mail, di potere rimanere in contatto per il bene
dei nostri figli e della scuola.
I genitori
rappresentanti al Consiglio d’Istituto
Preghiera eucaristica
Vogliamo ricordare che siamo responsabili
di tutti i figli e non solo dei “nostri”
perché pensiamo di essere legati
da una umanità e fratellanza universale.
Vogliamo comprendere le ragioni dei disagi
in cui crescono molti ragazzi,
e provare ad ascoltare, a capire,
e ad agire nel modo adeguato ai loro bisogni profondi.
Vogliamo coltivare relazioni positive
e tutti gli aspetti che producono
serenità e benessere,
senso di responsabilità e libertà.
Desideriamo spazi, dimensioni, tempi
in cui i bambini, i ragazzi e i giovani,
imparino a conoscersi e ad apprezzarsi
nell’incontro e nel rispetto di ogni diversità.
Ci sembra che questo sia anche il messaggio contenuto
nel Vangelo e nella testimonianza del cammino di Gesù
il quale la sera prima di essere ucciso
dai sacerdoti e dai potenti del tempo,
mentre sedeva a tavola con i suoi amici e le sue
amiche,
prese del pane, lo spezzò, lo distribuì loro dicendo:
“prendete e mangiatene tutti questo è il mio corpo”.
Poi preso un bicchiere, rese grazie,
lo diede loro e tutti ne bevvero, e disse loro:
”questo è il mio sangue che viene sparso per tutti i
popoli”.
Questo pane e questo vino,
queste riflessioni e queste emozioni,
divengano segni di liberazione dalle paure e dalle
ottusità
e si trasformino in una cultura nuova
nel segno del rispetto, della fiducia reciproca
tra tutte le persone e tra tutti i popoli.