Translate

giovedì 24 maggio 2007

COMUNICATO

L’ Ordinanza 2408  pronunciata dal TAR del Lazio il 23 maggio 2007 segna un buon passo avanti nella difesa della laicità dello Stato e della libertà di coscienza .  

Il TAR ha accolto favorevolmente il ricorso proposto da numerose associazioni laiche, confessioni religiose, studenti, rappresentati tutti dagli avv.ti Fausto Buccellato e Massimo Luciani , contro l’Ordinanza Ministeriale n.26 del 15 marzo 2007 ( art. 8- credito scolastico, par. 13,14) relativa agli Esami di Stato del corrente anno scolastico.

I paragrafi citati, configurando la competenza dei docenti di religione cattolica  ad esprimere il proprio voto nell’attribuzione del credito scolastico avrebbero dato luogo a discriminazioni inaccettabili tra gli alunni che non hanno scelto l’insegnamento di religione cattolica, ai quali sarebbero stati riconosciuti crediti di diverso rango e solo sulla base di un loro presunto impegno . Sarebbe stato totalmente stravolto lo “stato di non obbligo” loro riconosciuto dalle famose sentenze 203/89 e 13/91 dalla Corte Costituzionale.

Le motivazioni con cui il Tar Lazio ha accolto nell’immediato la richiesta di sospensiva relativa ai paragrafi 13,14 si fondano:

-  sulla violazione del T.U. della legislazione scolastica (D.P.R. 294/97, art.309) che dispone che l’insegnamento della religione cattolica non fa parte della pagella scolastica  e il profitto e l’impegno degli alunni viene comunicato ad alunni e famiglie con una “speciale nota” a parte, a cura del docente.;

-      “sul piano didattico- sono parole del TAR- l’insegnamento della religione  non può, a nessun titolo, concorrere alla formazione del “credito scolastico”(..) per gli esami di maturità, che darebbe postumamente luogo ad una disparità di trattamento con gli studenti che non seguono né l’insegnamento religioso e né usufruiscono di attività sostitutive”.

Sono espressioni che apprezziamo profondamente e ci restituiscono la certezza che le nostre battaglie per una scuola laica e democratica non sono vane.

per i ricorrenti   

Antonia Sani (Assoc.Naz. per la Scuola della Repubblica)

COMUNICATO

L’ Ordinanza 2408  pronunciata dal TAR del Lazio il 23 maggio 2007 segna un buon passo avanti nella difesa della laicità dello Stato e della libertà di coscienza .  

Il TAR ha accolto favorevolmente il ricorso proposto da numerose associazioni laiche, confessioni religiose, studenti, rappresentati tutti dagli avv.ti Fausto Buccellato e Massimo Luciani , contro l’Ordinanza Ministeriale n.26 del 15 marzo 2007 ( art. 8- credito scolastico, par. 13,14) relativa agli Esami di Stato del corrente anno scolastico.

I paragrafi citati, configurando la competenza dei docenti di religione cattolica  ad esprimere il proprio voto nell’attribuzione del credito scolastico avrebbero dato luogo a discriminazioni inaccettabili tra gli alunni che non hanno scelto l’insegnamento di religione cattolica, ai quali sarebbero stati riconosciuti crediti di diverso rango e solo sulla base di un loro presunto impegno . Sarebbe stato totalmente stravolto lo “stato di non obbligo” loro riconosciuto dalle famose sentenze 203/89 e 13/91 dalla Corte Costituzionale.

Le motivazioni con cui il Tar Lazio ha accolto nell’immediato la richiesta di sospensiva relativa ai paragrafi 13,14 si fondano:

-  sulla violazione del T.U. della legislazione scolastica (D.P.R. 294/97, art.309) che dispone che l’insegnamento della religione cattolica non fa parte della pagella scolastica  e il profitto e l’impegno degli alunni viene comunicato ad alunni e famiglie con una “speciale nota” a parte, a cura del docente.;

-      “sul piano didattico- sono parole del TAR- l’insegnamento della religione  non può, a nessun titolo, concorrere alla formazione del “credito scolastico”(..) per gli esami di maturità, che darebbe postumamente luogo ad una disparità di trattamento con gli studenti che non seguono né l’insegnamento religioso e né usufruiscono di attività sostitutive”.

Sono espressioni che apprezziamo profondamente e ci restituiscono la certezza che le nostre battaglie per una scuola laica e democratica non sono vane.

per i ricorrenti   

Antonia Sani (Assoc.Naz. per la Scuola della Repubblica)

Ho scritto che il Vaticano è un'Istituzione morta

alla storia e costretta a vita apparente come uno di quei cadaveri che venivano portati in piedi la mattina all’Appell Platz dei lager nazisti.

Di Urbano. Leggi il seguito.






Ho scritto che il Vaticano è un'Istituzione morta

alla storia e costretta a vita apparente come uno di quei cadaveri che venivano portati in piedi la mattina all’Appell Platz dei lager nazisti.

Di Urbano. Leggi il seguito.






domenica 13 maggio 2007



clicca sulla foto per ingrandimento


Chiara Riondino



in piazza dell'Isolotto


Per "Mani di Donne"


Si presenta così


E canta la storia del nonno


Qualche foto della Piazza la mattina del 13 Maggio.



clicca sulla foto per ingrandimento


Chiara Riondino



in piazza dell'Isolotto


Per "Mani di Donne"


Si presenta così


E canta la storia del nonno


Qualche foto della Piazza la mattina del 13 Maggio.

sabato 12 maggio 2007

Donne per le donne 

regia: Pino Galeotti

Nel quartiere Isolotto di Firenze un gruppo di donne nel 2001 ha dato vita all’Associazione di volontariato Kimeta, la quale si occupa dell’inserimento sociale e lavorativo delle donne rom che vivono in un insediamento stanziato da anni nella zona del Poderaccio. L’associazione ha impiantato una sartoria che ha dato opportunità di lavoro e speranza di poter vivere dignitosamente ad alcune donne rom, ma anche a donne italiane che per diversi motivi si sono trovate a vivere ai margini della società. Le telecamere di Un Mondo a Colori sono entrate nel laboratorio per ascoltare dalla voce delle stesse operaie questa bella esperienza di solidarietà e lavoro. 

 

Video RAI


Domenica 13 Maggio ore10 festa in Piazza Isolotto con le donne della Coop. Kimeta.

Donne per le donne 

regia: Pino Galeotti

Nel quartiere Isolotto di Firenze un gruppo di donne nel 2001 ha dato vita all’Associazione di volontariato Kimeta, la quale si occupa dell’inserimento sociale e lavorativo delle donne rom che vivono in un insediamento stanziato da anni nella zona del Poderaccio. L’associazione ha impiantato una sartoria che ha dato opportunità di lavoro e speranza di poter vivere dignitosamente ad alcune donne rom, ma anche a donne italiane che per diversi motivi si sono trovate a vivere ai margini della società. Le telecamere di Un Mondo a Colori sono entrate nel laboratorio per ascoltare dalla voce delle stesse operaie questa bella esperienza di solidarietà e lavoro. 

 

Video RAI


Domenica 13 Maggio ore10 festa in Piazza Isolotto con le donne della Coop. Kimeta.

venerdì 11 maggio 2007

Kimeta - Piazza Isolotto - domenica 13 Maggio 2007










quartie...
Firenze: il "Laboratorio Kimeta" da 10 anni a sostegno delle famiglie



Un servizio per le persone che hanno bisogno di aiuto ogni giorno, questo è essenzialmente il lavoro quotidiano degli operatori del Laboratorio Kimenta, che festeggia i suoi dieci anni di attività con la presentazione del libro Mani di donne.





Il Laboratorio Kimeta è un servizio per single, anziani, famiglie, donne che lavorano e per quanti hanno bisogno di un aiuto per affrontare le fatiche del vivere quotidiano. Rappresenta inoltre una preziosa testimonianza di esperienza lavorativa al femminile, dove donne immigrate hanno acquisito competenza e professionalità, grazie alla vicinanza e alla solidarietà di donne italiane, conquistandosi con il lavoro, importanti spazi di autonomia e di autostima, con significativi effetti di ritorno sulle stesse comunità di provenienza". Così il presidente del Quartiere 4 Giuseppe D'Eugenio presenta il Laboratorio Kimeta che domenica prossima festeggerà i 10 anni di attività. Per l'occasione, sarà anche presentato il libro "Mani di donne" che raccoglie le esperienze di solidarietà femminile narrate direttamente dalle protagoniste: le donne dell'Isolotto che hanno insegnato alle donne rom, alcune attività lavorative: stiraggio e sartoria. La festa di domenica prossima sarà a cura del Laboratorio Kimeta, del Centro Educativo Popolare e del Quartiere 4 e si svolgerà alle 10,00 in Piazza dell'Isolotto, a 10 anni dall'inizio di questo progetto. Questo il programma di domenica prossima. Alle 10,00 il concerto di Valerio Vezzani. Alle 10,30 la presentazione del libro "Mani di donne" con letture, interventi ed intermezzi di canzoni eseguite da Chiara Riondino. Alle 12,00 convivialità multietnica a base di balli e canti del popolo rom. Il Laboratorio Kimeta è in via Modiglioni, 125 telefono e fax 055/7332192 ed offre un servizio di sartoria e stireria. In caso di necessità di riparazioni Kimeta è a disposizione della clientela per cambiare cerniere, fare orli, mettere toppe, accorciare, allungare, restringere, allargare, cambiare fodere, orlare tende, lenzuola, coperte, confezionare federe per cuscini e molto altro. Se manca il tempo per stirare è possibile portare camicie, lenzuola, pantaloni, vestiti, tende. Per gli abitanti del Quartiere 4 il materiale può essere anche ritirato e riconsegnato a domicilio. Il Laboratorio Kimeta è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9,00 alle 13,00 il martedì, il mercoledì ed il giovedì anche dalle 15,30 alle 18,30.



Pubblicato qui

Kimeta - Piazza Isolotto - domenica 13 Maggio 2007










quartie...
Firenze: il "Laboratorio Kimeta" da 10 anni a sostegno delle famiglie



Un servizio per le persone che hanno bisogno di aiuto ogni giorno, questo è essenzialmente il lavoro quotidiano degli operatori del Laboratorio Kimenta, che festeggia i suoi dieci anni di attività con la presentazione del libro Mani di donne.





Il Laboratorio Kimeta è un servizio per single, anziani, famiglie, donne che lavorano e per quanti hanno bisogno di un aiuto per affrontare le fatiche del vivere quotidiano. Rappresenta inoltre una preziosa testimonianza di esperienza lavorativa al femminile, dove donne immigrate hanno acquisito competenza e professionalità, grazie alla vicinanza e alla solidarietà di donne italiane, conquistandosi con il lavoro, importanti spazi di autonomia e di autostima, con significativi effetti di ritorno sulle stesse comunità di provenienza". Così il presidente del Quartiere 4 Giuseppe D'Eugenio presenta il Laboratorio Kimeta che domenica prossima festeggerà i 10 anni di attività. Per l'occasione, sarà anche presentato il libro "Mani di donne" che raccoglie le esperienze di solidarietà femminile narrate direttamente dalle protagoniste: le donne dell'Isolotto che hanno insegnato alle donne rom, alcune attività lavorative: stiraggio e sartoria. La festa di domenica prossima sarà a cura del Laboratorio Kimeta, del Centro Educativo Popolare e del Quartiere 4 e si svolgerà alle 10,00 in Piazza dell'Isolotto, a 10 anni dall'inizio di questo progetto. Questo il programma di domenica prossima. Alle 10,00 il concerto di Valerio Vezzani. Alle 10,30 la presentazione del libro "Mani di donne" con letture, interventi ed intermezzi di canzoni eseguite da Chiara Riondino. Alle 12,00 convivialità multietnica a base di balli e canti del popolo rom. Il Laboratorio Kimeta è in via Modiglioni, 125 telefono e fax 055/7332192 ed offre un servizio di sartoria e stireria. In caso di necessità di riparazioni Kimeta è a disposizione della clientela per cambiare cerniere, fare orli, mettere toppe, accorciare, allungare, restringere, allargare, cambiare fodere, orlare tende, lenzuola, coperte, confezionare federe per cuscini e molto altro. Se manca il tempo per stirare è possibile portare camicie, lenzuola, pantaloni, vestiti, tende. Per gli abitanti del Quartiere 4 il materiale può essere anche ritirato e riconsegnato a domicilio. Il Laboratorio Kimeta è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9,00 alle 13,00 il martedì, il mercoledì ed il giovedì anche dalle 15,30 alle 18,30.



Pubblicato qui

“Non esiste un modello cristiano di famiglia “



Padre Balducci in un discorso del 1974 su “famiglia cristiana e famiglia borghese”.



Svelare le mistificazioni e le menzogne.


La difesa della famiglia cristiana è un aspetto dell'ideologia cattolica che, molto di più di quanto potremmo pensare, nasconde la volontà di conservare un certo tipo di società

Non esiste un modello cristiano di famiglia.


Non esiste la "famiglia cristiana", essa è appunto un falso valore.

Non esiste però un ideale di famiglia con particolari contenuti morali. La prassi familiare si modellava sul costume morale del tempo.


La stessa definizione della donna era di tipo biologico. La donna si definiva in rapporto alla sua biologia: era vergine o madre. Non persona, come l'uomo, capace di decidere della propria vita indipendentemente dalla condizione biologica; ma legata strettamente a questa, con delle sfere di mortificazione terribili, come la donna che non ha sposato, la zitella, considerata una donna fallita.

Ma questo momento, lo ripeto, è del tutto legato alle condizioni storiche e varia a seconda del mutare delle condizioni storiche; perciò oggi c'è bisogno di una nuova istituzionalizzazione della famiglia.



La famiglia è una creazione continua.


Forse la famiglia dovrà cambiare ancora forma, dovrà cambiare struttura. Il concetto del diritto naturale è un concetto dell'immobilismo borghese, con cui si sono voluti rendere eterni e immutabili alcuni rapporti che erano funzionali alla società borghese.

Però dobbiamo dirci che noi, in quanto cristiani, non abbiamo niente, nessun modello nostro da difendere




Come credenti ci compete l'onere e il privilegio, se volete, di essere fedeli alle ispirazioni evangeliche fondamentali; ma queste ispirazioni non sono da tradurre come modello etico-giuridico, poiché sono una spinta continuamente trasformante della realtà storica, disponibili a sempre nuove forme di ordinamento familiare.



Pubblicato qui.

 






“Non esiste un modello cristiano di famiglia “



Padre Balducci in un discorso del 1974 su “famiglia cristiana e famiglia borghese”.



Svelare le mistificazioni e le menzogne.


La difesa della famiglia cristiana è un aspetto dell'ideologia cattolica che, molto di più di quanto potremmo pensare, nasconde la volontà di conservare un certo tipo di società

Non esiste un modello cristiano di famiglia.


Non esiste la "famiglia cristiana", essa è appunto un falso valore.

Non esiste però un ideale di famiglia con particolari contenuti morali. La prassi familiare si modellava sul costume morale del tempo.


La stessa definizione della donna era di tipo biologico. La donna si definiva in rapporto alla sua biologia: era vergine o madre. Non persona, come l'uomo, capace di decidere della propria vita indipendentemente dalla condizione biologica; ma legata strettamente a questa, con delle sfere di mortificazione terribili, come la donna che non ha sposato, la zitella, considerata una donna fallita.

Ma questo momento, lo ripeto, è del tutto legato alle condizioni storiche e varia a seconda del mutare delle condizioni storiche; perciò oggi c'è bisogno di una nuova istituzionalizzazione della famiglia.



La famiglia è una creazione continua.


Forse la famiglia dovrà cambiare ancora forma, dovrà cambiare struttura. Il concetto del diritto naturale è un concetto dell'immobilismo borghese, con cui si sono voluti rendere eterni e immutabili alcuni rapporti che erano funzionali alla società borghese.

Però dobbiamo dirci che noi, in quanto cristiani, non abbiamo niente, nessun modello nostro da difendere




Come credenti ci compete l'onere e il privilegio, se volete, di essere fedeli alle ispirazioni evangeliche fondamentali; ma queste ispirazioni non sono da tradurre come modello etico-giuridico, poiché sono una spinta continuamente trasformante della realtà storica, disponibili a sempre nuove forme di ordinamento familiare.



Pubblicato qui.

 





mercoledì 9 maggio 2007

Family day










Il Vangelo non marcia nel Family day. I fautori, laici, preti, suore, monsignori, teologi, sono animati da sacro fervore per la famiglia e da sacro furore contro i Dico; ma, per quanto mi risulta da una lunga quotidiana consuetudine col Vangelo, sono lontani dallo spirito e della lettera di quella che dai cristiani viene venerata come Parola di Dio.

Il movimento popolare da cui sono nati i Vangeli è di un “radicalismo etico” che oltrepassa e in parte ribalta la cultura e la teologia tradizionali del tempo. “Si trattò all’inizio di un movimento di contestazione culturale e di abbandono delle strutture della società”, compresa la struttura familiare (G. Theissen, La religione dei primi cristiani, Claudiana, 2004).

Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Luca 14,16). Parole forti, da contestualizzare. Ma proprio questo è l’etos di fondo del Vangelo che viene riproposto in molti altri momenti della vicenda di Gesù. “Ecco là fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti. Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: ‘E chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?’. Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: ‘Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre’ ” (Matteo 12,46). Oppure: “Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione … padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera”.

Lo so che non c’è solo questo. C’è anche la trasformazione dell’acqua in ottimo vino a un banchetto nuziale. Ma la presa di distanza di Gesù dalle strutture della società ebraica del tempo, dal Tempio, dal Sabato e dai legami familiari, resta, vistosa, predominante, talvolta positivamente provocatoria. Anzi è proprio a causa di un tale atteggiamento che fu messo a morte dai difensori delle strutture tradizionali del tempo: vuol distruggere il Tempio, la Legge, e quindi la famiglia, questa l’accusa. Non era vero, voleva purificare, guarire le strutture tradizionali, andare oltre. Come non è vero oggi che nuove forme di convivenza distruggono il matrimonio.

Un orizzonte nuovo di valori universali si apre in realtà nel Vangelo col superamento del concetto patriarcale di famiglia: da tale oltrepassamento nasce la comunità cristiana, la nuova famiglia, “senza padre” o meglio con un solo padre “quello che è nei cieli”.

E’ questa una intrigante contraddizione per il Family-day. Non voglio dire che per difendere la famiglia tradizionale, “naturale” essi dicono, sarebbero disposti a rifiutare Gesù se tornasse oggi. Ma certo è lontano dallo spirito e dalla stessa lettera del Vangelo questo loro mettere il “sabato”, la tradizione, le norme, al di sopra dell’uomo e della donna. E’ in contrasto col messaggio di Gesù la loro opposizione al riconoscimento pubblico di qualsiasi forma di unione, come quelle previste dai
DICO, che non sono affatto contro il matrimonio ma sono basate su valori universali più ampi: la solidarietà, l’amore responsabile, il rispetto dell’altro e dell’altra qualunque sia il loro orientamento sessuale.

Uno dei discepoli gli disse: Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre. Ma Gesù gli rispose: Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti” (Matteo, 8,22). Non viene forse voglia di dire la stessa cosa nei confronti dei fautori del Family day? Morti che seppelliscono morti, da lasciare alla loro intransigenza funeraria.

  Enzo Mazzi – Firenze maggio 2007 


Traduzione spagnola (con Babylon)


El Evangelio no le marcha en el Family day. Los partidarios, laicos, curas, monjas, monseñores, teólogos, son animados por sagrado fervor por la familia y de sagrado furor contra los Dico; pero, por cuánto me resulta de una larga cotidiana costumbre con el Evangelio, están lejanos del espíritu y de la carta de aquél que es venerada por los cristianos como Palabra de Dios.

El movimiento popular de que han nacido los Evangelios es de un "radicalismo ético" que supera y en parte tapa la cultura y la teología tradicional del tiempo. Se trató al principio de un movimiento de contestación cultural y abandono de las estructuras de la sociedad", comprendida la estructura familiar, G.G. Theissen, Usted religión de los primeros cristianos, Claudiana, 2004.

"Si uno me viene a y no odia a su padre, su madre, la mujer, los hijos, los hermanos, las hermanas y hasta la misma vida, no puede ser mi discípulo", Luca 14,16. Palabras fuertes, de contestualizzare. Pero justo éste es el etos de fondo del Evangelio que es prometido en muchos otros momentos del hecho de Jesús. "He aquí allá fuera tu madre y tus hermanos que quieren hablarte.

 Y él, contestando a quién informó él, dijo: '¿Y quién es mi madre y quiénes son mis hermanos?'. Luego tendiendo la mano hacia sus discípulos dijo: 'He aquí mi madre y he aquí mis hermanos; porque quienquiera hace la voluntad del Padre mío que está en los cielos, éste es por mí a hermano, hermana y madre"', Matteo 12,46. O bien: "¿Pensáis que yo he venido a llevar la paz sobre la tierra? No, os digo, pero la división padre contra hijo e hijo contra padre, madre contra hija e hija contra madre, suegra contra nuera y nuera contra suegra." Lo sé que no nos es solo éste.

También hay la transformación del agua en óptimo vino a un banquete nupcial. Pero la toma de distancia de Jesús de las estructuras de la sociedad hebrea del tiempo, del Templo, del sábado y de las uniones familiares, arista, llamativa, predominante, a veces positivamente provocadora. Más bien es justo a causa de una tal actitud que fue puesto a muertas por los defensores de las estructuras tradicionales del tiempo: quiere destruir el Templo, la Ley, y por lo tanto la familia, este la acusación. No fue verdadero, quiso purificar, curar las estructuras tradicionales, ir más allá de.

Como no es hoy verdadero que nuevas formas de convivencia destruyen la boda. Un horizonte nuevo de valores universales se abre en realidad en el Evangelio con la superación del concepto patriarcal de familia: de tal oltrepassamento nace la comunidad cristiana, la nueva familia, "sin padre" o mejor con un sólo padre lo que está en los "cielos."

Y' este una intrigante contradicción por el Family-day. No quiero decir que para defender la familia tradicional, "natural" ellos dicen, serían dispuestos a rechazar a Jesús si volviera hoy. Pero alguno es lejos del espíritu y de la misma carta del Evangelio este ellos poner el "sábado", la tradición, las normas, por encima del hombre y de la mujer. Está' en contraste con el mensaje de Jesús su oposición al reconocimiento público de cualquiera forma de unión como aquellos previstos por los DIGO, que no estoy para nada contra la boda pero se son basadas en valores universales más amplios: la solidaridad, el amor responsable, el respeto del otro y la otra cualquiera sea su orientación sexual. "Uno de los discípulos le dijo: Señor, permíteme de andar primero a enterrar mío padre.

 Pero Jesús le contestó: Sigúeme y deja los muertos enterrar sus muertos", Matteo, 8,22. ¿No viene quizás gana de decir la misma cosa respecto a los partidarios del Family day? Muertos que entierran muertos, de dejar a su intransigencia funeraria.

Family day










Il Vangelo non marcia nel Family day. I fautori, laici, preti, suore, monsignori, teologi, sono animati da sacro fervore per la famiglia e da sacro furore contro i Dico; ma, per quanto mi risulta da una lunga quotidiana consuetudine col Vangelo, sono lontani dallo spirito e della lettera di quella che dai cristiani viene venerata come Parola di Dio.

Il movimento popolare da cui sono nati i Vangeli è di un “radicalismo etico” che oltrepassa e in parte ribalta la cultura e la teologia tradizionali del tempo. “Si trattò all’inizio di un movimento di contestazione culturale e di abbandono delle strutture della società”, compresa la struttura familiare (G. Theissen, La religione dei primi cristiani, Claudiana, 2004).

Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo” (Luca 14,16). Parole forti, da contestualizzare. Ma proprio questo è l’etos di fondo del Vangelo che viene riproposto in molti altri momenti della vicenda di Gesù. “Ecco là fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti. Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: ‘E chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?’. Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: ‘Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre’ ” (Matteo 12,46). Oppure: “Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione … padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera”.

Lo so che non c’è solo questo. C’è anche la trasformazione dell’acqua in ottimo vino a un banchetto nuziale. Ma la presa di distanza di Gesù dalle strutture della società ebraica del tempo, dal Tempio, dal Sabato e dai legami familiari, resta, vistosa, predominante, talvolta positivamente provocatoria. Anzi è proprio a causa di un tale atteggiamento che fu messo a morte dai difensori delle strutture tradizionali del tempo: vuol distruggere il Tempio, la Legge, e quindi la famiglia, questa l’accusa. Non era vero, voleva purificare, guarire le strutture tradizionali, andare oltre. Come non è vero oggi che nuove forme di convivenza distruggono il matrimonio.

Un orizzonte nuovo di valori universali si apre in realtà nel Vangelo col superamento del concetto patriarcale di famiglia: da tale oltrepassamento nasce la comunità cristiana, la nuova famiglia, “senza padre” o meglio con un solo padre “quello che è nei cieli”.

E’ questa una intrigante contraddizione per il Family-day. Non voglio dire che per difendere la famiglia tradizionale, “naturale” essi dicono, sarebbero disposti a rifiutare Gesù se tornasse oggi. Ma certo è lontano dallo spirito e dalla stessa lettera del Vangelo questo loro mettere il “sabato”, la tradizione, le norme, al di sopra dell’uomo e della donna. E’ in contrasto col messaggio di Gesù la loro opposizione al riconoscimento pubblico di qualsiasi forma di unione, come quelle previste dai
DICO, che non sono affatto contro il matrimonio ma sono basate su valori universali più ampi: la solidarietà, l’amore responsabile, il rispetto dell’altro e dell’altra qualunque sia il loro orientamento sessuale.

Uno dei discepoli gli disse: Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre. Ma Gesù gli rispose: Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti” (Matteo, 8,22). Non viene forse voglia di dire la stessa cosa nei confronti dei fautori del Family day? Morti che seppelliscono morti, da lasciare alla loro intransigenza funeraria.

  Enzo Mazzi – Firenze maggio 2007 


Traduzione spagnola (con Babylon)


El Evangelio no le marcha en el Family day. Los partidarios, laicos, curas, monjas, monseñores, teólogos, son animados por sagrado fervor por la familia y de sagrado furor contra los Dico; pero, por cuánto me resulta de una larga cotidiana costumbre con el Evangelio, están lejanos del espíritu y de la carta de aquél que es venerada por los cristianos como Palabra de Dios.

El movimiento popular de que han nacido los Evangelios es de un "radicalismo ético" que supera y en parte tapa la cultura y la teología tradicional del tiempo. Se trató al principio de un movimiento de contestación cultural y abandono de las estructuras de la sociedad", comprendida la estructura familiar, G.G. Theissen, Usted religión de los primeros cristianos, Claudiana, 2004.

"Si uno me viene a y no odia a su padre, su madre, la mujer, los hijos, los hermanos, las hermanas y hasta la misma vida, no puede ser mi discípulo", Luca 14,16. Palabras fuertes, de contestualizzare. Pero justo éste es el etos de fondo del Evangelio que es prometido en muchos otros momentos del hecho de Jesús. "He aquí allá fuera tu madre y tus hermanos que quieren hablarte.

 Y él, contestando a quién informó él, dijo: '¿Y quién es mi madre y quiénes son mis hermanos?'. Luego tendiendo la mano hacia sus discípulos dijo: 'He aquí mi madre y he aquí mis hermanos; porque quienquiera hace la voluntad del Padre mío que está en los cielos, éste es por mí a hermano, hermana y madre"', Matteo 12,46. O bien: "¿Pensáis que yo he venido a llevar la paz sobre la tierra? No, os digo, pero la división padre contra hijo e hijo contra padre, madre contra hija e hija contra madre, suegra contra nuera y nuera contra suegra." Lo sé que no nos es solo éste.

También hay la transformación del agua en óptimo vino a un banquete nupcial. Pero la toma de distancia de Jesús de las estructuras de la sociedad hebrea del tiempo, del Templo, del sábado y de las uniones familiares, arista, llamativa, predominante, a veces positivamente provocadora. Más bien es justo a causa de una tal actitud que fue puesto a muertas por los defensores de las estructuras tradicionales del tiempo: quiere destruir el Templo, la Ley, y por lo tanto la familia, este la acusación. No fue verdadero, quiso purificar, curar las estructuras tradicionales, ir más allá de.

Como no es hoy verdadero que nuevas formas de convivencia destruyen la boda. Un horizonte nuevo de valores universales se abre en realidad en el Evangelio con la superación del concepto patriarcal de familia: de tal oltrepassamento nace la comunidad cristiana, la nueva familia, "sin padre" o mejor con un sólo padre lo que está en los "cielos."

Y' este una intrigante contradicción por el Family-day. No quiero decir que para defender la familia tradicional, "natural" ellos dicen, serían dispuestos a rechazar a Jesús si volviera hoy. Pero alguno es lejos del espíritu y de la misma carta del Evangelio este ellos poner el "sábado", la tradición, las normas, por encima del hombre y de la mujer. Está' en contraste con el mensaje de Jesús su oposición al reconocimiento público de cualquiera forma de unión como aquellos previstos por los DIGO, que no estoy para nada contra la boda pero se son basadas en valores universales más amplios: la solidaridad, el amor responsable, el respeto del otro y la otra cualquiera sea su orientación sexual. "Uno de los discípulos le dijo: Señor, permíteme de andar primero a enterrar mío padre.

 Pero Jesús le contestó: Sigúeme y deja los muertos enterrar sus muertos", Matteo, 8,22. ¿No viene quizás gana de decir la misma cosa respecto a los partidarios del Family day? Muertos que entierran muertos, de dejar a su intransigencia funeraria.

 

SOLO IN ITALIA È CONCEPIBILE UN FAMILY DAY


DI CORRADO AUGIAS


da: la Repubblica di martedì 8 maggio 2007

Caro Augias, debbo prendere atto con dolore che il vero obiettivo del «Family day» previsto per sabato prossimo è, come dichiarato dal portavoce della manifestazione Savino Pezzotta al settimanale Famiglia Cristiana “un chiaro NO ai Dico. Sono la negazione della centralità che la Costituzione assegna alla famiglia fondata sul matrimonio. Richiamano la fine della famiglia".

Ma perché soltanto la «famiglia» fondata sul sacramento del matrimonio, dev'essere il modo di convivere riconosciuto dalia legge? Cos'altro sono i Dico se non più famiglie, più figli, più cura per i nonni? E ancora: più amore, più giustizia, più libertà, più diritti per la donna, meno ipocrisia, meno menzogne?

Mi addolora fortemente costatare che il clima di scontro inaugurato dal cardinale Ruini ai tempi del referendum sulla fecondazione assistita si sia ulteriormente aggravato con papa Ratzinger. Oggi, come allora, le 25.852 parrocchie sono usate e strumentalizzate dalla Chiesa per indurre i cittadini a pronunciarsi su una legge dello Stato, ieri non andando a votare, oggi per impedire l'approvazione di una legge.

Da cristiano sono convinto che questa «strategia» della Chiesa, al di là di effimeri successi mediatici, sia destinata a produrre lacerazioni e scontri in una società, come la nostra, già divisa fra sinistra e destra, fra Nord e Sud, fra onesti e disonesti, fra evasori e contribuenti, fra occupati e disoccupati.

lo parteciperò alla manifestazione laica di Campo de' Fiori a sostegno dei diritti dei conviventi e non contro il matrimonio.


Risponde Augias

Lo slogan contro i Dico, basato sulla difesa della famiglia, è di natura rozzamente emotiva come lo fu quello di trent'anni fa, ai tempi del referendum sul divorzio, quando battevano le campagne per dire alle donne: attente, con il divorzio i vostri mariti vi lasceranno. Slogan bigotti studiati per spaventare gli ingenui.            .

La realtà della manifestazione contro i Dico ha poco a che vedere con la moralità, è di natura politica. La stessa 'politica' che ha fatto negare il funerale in chiesa all'eroe civile Piergiorgio Welby, la stessa che ha assicurato l'astensione nel referendum sulla procreazione assistita, anche con il pretesto di difendere la vita; con i bei risultati che vediamo, e di cui sarebbe molto utile parlare.

Vorrei fosse chiaro che uso l'aggettivo 'politica' perché si tratta in sostanza di un'altra prova di forza mediante la quale un organizzazione potente come la chiesa cattolica misura il suo potere di contrattazione con lo Stato. Purtroppo può farlo solo in Italia, terra scelta per una possibile 'reconquista' in una fase di estrema debolezza con i seminari vuoti, i fedeli distratti, lo spirito cristiano lasciato alle tante organizzazioni di base insofferenti della linea di questo pontificato ma al momento in minoranza e per lo più silenti. (1)

Gli organizzatori della manifestazione dovrebbero dire in che modo la famiglia verrebbe messa in pericolo dall'introduzione di un modesto riconoscimento di diritti reciproci ai conviventi. In che modo la famiglia è stata distrutta in tutti i paesi europei in cui i 'pacs' sono in vigore da anni, dove nessuno si è sentito turbato da alcunché e le nascite (vedi la Francia) sono in aumento.

(Traduzione in spagnolo fatta meccanicamente con Babylon)


de: la República de martes 8 de mayo 2007 Queridos Augias, debbo tomar acto con dolor que el verdadero objetivo del "Family day" previsto por sábado próximo es, como declarado por el portavoz de la manifestación Savino Pezzotta a la semanal Familia Cristiana "un claro NO a los Digo. Soy la negación del centralità que la Constitución asigna a la familia se basada en la boda. Vuelven a llamar el fin de la familia."

¿Pero por qué solamente la "familia" se basada en el sacramento de la boda, dev'essere el modo de convivir reconocida dalia lee? ¿Cosa otro son los Digo si no más familias, más hijos, más cura para los abuelos? Y todavía: ¿más amor, más justicia, más libertades, más rectos para la mujer, menos hipocresía, menos mentiras?

Angustia fuertemente that yo compruebe que el clima de choque inaugurado por el cardenal Ruini a los tiempos del referendo sobre la fecundación asistida se haya agravado ulteriormente con papa Ratzinger. Hoy, como entonces, las 25.852 parroquias son usadas e instrumentalizadas por la Iglesia para inducir los ciudadanos a pronunciarse sobre una ley del Estado, ayer no yendo a votar, hoy para impedir la aprobación de una ley.

De cristiano estoy convencido que esta "estrategia" de la Iglesia, más allá de efímeros éxitos mediáticos, sea destinada a producir laceraciones y choques en una sociedad como la nuestra, ya uniforme entre izquierda y derecha, entre Norte y Sur, entre honestos y deshonestos, entre evasores y contribuyentes, entre ocupados y parados.

lo participaré en la manifestación laica de Campo de' Flores a sostén de los derechos a los convivientes y no contra la boda.

Giorgio Grossi -
giorgiogrossi1935@libero.it


Contesta Augias

 El eslogan contra los Digo, basado sobre la defensa de la familia, es groseramente como de naturaleza a emotiva lo fue aquel de hace treinta años, a los tiempos del referendo sobre el divorcio, cuando golpearon los campos para decirles a las mujeres: atentas, con el divorcio vuestros maridos os dejarán. Eslogan beatos estudiados para asustar a los simplones. .

La realidad de la manifestación contra los Digo tiene poco a que ver con la moralidad, es de naturaleza política. La misma 'política' que ha hecho negar el funeral en iglesia al héroe civil Piergiorgio Welby, la misma que ha asegurado la abstención en el referendo sobre la procreación asistida, también con el pretexto de defender la vida; con los bonitos resultados que vemos, y de que sería muy útil hablar.

Querría claro fosos que empleo el adjetivo 'política' porque se libera por fuerza en sustancia de otra prueba a través del que una organización potente como la iglesia católica mide su poder de contratación con el Estado. Desaforadamente sólo puede hacerlo en Italia, tierra elegida por un posible 'reconquista' en una fase de extrema debilidad con los seminarios vacíos, los fieles despistados, el espíritu cristiano dejado a las muchas organizaciones de base malsufrida de la línea de este pontificado pero al momento en minoría y más silentes. (1)


Los organizadores de la manifestación deberían decir de qué manera la familia sería puesta en peligro por la introducción de un modesto reconocimiento de derechos recíprocos a los convivientes. De qué manera la familia ha sido destruida en todos los países europeos en que los 'pacs' estoy desde hace años vigente, dónde nadie se ha sentido turbado por alcunché y los nacimientos, ves Francia, estoy en aumento.



(1) Noi di "baraccheverdi" sappiamo di essere maggioranza. Siamo semplicemente oscurati da Parlamento italiano e Sinedrio vaticano tramite Concordati e privilegi che delegittimano i dissenzienti, li escludono dall'uso dei media e dalle facilities previste dall'art.2 della nostra Costituzione.

Non silenti ma silenziati.





(1) nosotros de "baraccheverdi" sabemos de ser mayoría. Somos oscurecidos sencillamente por Parlamento italiano y Sanedrín vaticano por Concordatos y privilegios que deslegitiman a los disidentes, los excluyen del empleo de los medios de comunicación y de los facilities previstos por el art.2 de nuestra Constitución.No silentes pero silenziati.

 

SOLO IN ITALIA È CONCEPIBILE UN FAMILY DAY


DI CORRADO AUGIAS


da: la Repubblica di martedì 8 maggio 2007

Caro Augias, debbo prendere atto con dolore che il vero obiettivo del «Family day» previsto per sabato prossimo è, come dichiarato dal portavoce della manifestazione Savino Pezzotta al settimanale Famiglia Cristiana “un chiaro NO ai Dico. Sono la negazione della centralità che la Costituzione assegna alla famiglia fondata sul matrimonio. Richiamano la fine della famiglia".

Ma perché soltanto la «famiglia» fondata sul sacramento del matrimonio, dev'essere il modo di convivere riconosciuto dalia legge? Cos'altro sono i Dico se non più famiglie, più figli, più cura per i nonni? E ancora: più amore, più giustizia, più libertà, più diritti per la donna, meno ipocrisia, meno menzogne?

Mi addolora fortemente costatare che il clima di scontro inaugurato dal cardinale Ruini ai tempi del referendum sulla fecondazione assistita si sia ulteriormente aggravato con papa Ratzinger. Oggi, come allora, le 25.852 parrocchie sono usate e strumentalizzate dalla Chiesa per indurre i cittadini a pronunciarsi su una legge dello Stato, ieri non andando a votare, oggi per impedire l'approvazione di una legge.

Da cristiano sono convinto che questa «strategia» della Chiesa, al di là di effimeri successi mediatici, sia destinata a produrre lacerazioni e scontri in una società, come la nostra, già divisa fra sinistra e destra, fra Nord e Sud, fra onesti e disonesti, fra evasori e contribuenti, fra occupati e disoccupati.

lo parteciperò alla manifestazione laica di Campo de' Fiori a sostegno dei diritti dei conviventi e non contro il matrimonio.


Risponde Augias

Lo slogan contro i Dico, basato sulla difesa della famiglia, è di natura rozzamente emotiva come lo fu quello di trent'anni fa, ai tempi del referendum sul divorzio, quando battevano le campagne per dire alle donne: attente, con il divorzio i vostri mariti vi lasceranno. Slogan bigotti studiati per spaventare gli ingenui.            .

La realtà della manifestazione contro i Dico ha poco a che vedere con la moralità, è di natura politica. La stessa 'politica' che ha fatto negare il funerale in chiesa all'eroe civile Piergiorgio Welby, la stessa che ha assicurato l'astensione nel referendum sulla procreazione assistita, anche con il pretesto di difendere la vita; con i bei risultati che vediamo, e di cui sarebbe molto utile parlare.

Vorrei fosse chiaro che uso l'aggettivo 'politica' perché si tratta in sostanza di un'altra prova di forza mediante la quale un organizzazione potente come la chiesa cattolica misura il suo potere di contrattazione con lo Stato. Purtroppo può farlo solo in Italia, terra scelta per una possibile 'reconquista' in una fase di estrema debolezza con i seminari vuoti, i fedeli distratti, lo spirito cristiano lasciato alle tante organizzazioni di base insofferenti della linea di questo pontificato ma al momento in minoranza e per lo più silenti. (1)

Gli organizzatori della manifestazione dovrebbero dire in che modo la famiglia verrebbe messa in pericolo dall'introduzione di un modesto riconoscimento di diritti reciproci ai conviventi. In che modo la famiglia è stata distrutta in tutti i paesi europei in cui i 'pacs' sono in vigore da anni, dove nessuno si è sentito turbato da alcunché e le nascite (vedi la Francia) sono in aumento.

(Traduzione in spagnolo fatta meccanicamente con Babylon)


de: la República de martes 8 de mayo 2007 Queridos Augias, debbo tomar acto con dolor que el verdadero objetivo del "Family day" previsto por sábado próximo es, como declarado por el portavoz de la manifestación Savino Pezzotta a la semanal Familia Cristiana "un claro NO a los Digo. Soy la negación del centralità que la Constitución asigna a la familia se basada en la boda. Vuelven a llamar el fin de la familia."

¿Pero por qué solamente la "familia" se basada en el sacramento de la boda, dev'essere el modo de convivir reconocida dalia lee? ¿Cosa otro son los Digo si no más familias, más hijos, más cura para los abuelos? Y todavía: ¿más amor, más justicia, más libertades, más rectos para la mujer, menos hipocresía, menos mentiras?

Angustia fuertemente that yo compruebe que el clima de choque inaugurado por el cardenal Ruini a los tiempos del referendo sobre la fecundación asistida se haya agravado ulteriormente con papa Ratzinger. Hoy, como entonces, las 25.852 parroquias son usadas e instrumentalizadas por la Iglesia para inducir los ciudadanos a pronunciarse sobre una ley del Estado, ayer no yendo a votar, hoy para impedir la aprobación de una ley.

De cristiano estoy convencido que esta "estrategia" de la Iglesia, más allá de efímeros éxitos mediáticos, sea destinada a producir laceraciones y choques en una sociedad como la nuestra, ya uniforme entre izquierda y derecha, entre Norte y Sur, entre honestos y deshonestos, entre evasores y contribuyentes, entre ocupados y parados.

lo participaré en la manifestación laica de Campo de' Flores a sostén de los derechos a los convivientes y no contra la boda.

Giorgio Grossi -
giorgiogrossi1935@libero.it


Contesta Augias

 El eslogan contra los Digo, basado sobre la defensa de la familia, es groseramente como de naturaleza a emotiva lo fue aquel de hace treinta años, a los tiempos del referendo sobre el divorcio, cuando golpearon los campos para decirles a las mujeres: atentas, con el divorcio vuestros maridos os dejarán. Eslogan beatos estudiados para asustar a los simplones. .

La realidad de la manifestación contra los Digo tiene poco a que ver con la moralidad, es de naturaleza política. La misma 'política' que ha hecho negar el funeral en iglesia al héroe civil Piergiorgio Welby, la misma que ha asegurado la abstención en el referendo sobre la procreación asistida, también con el pretexto de defender la vida; con los bonitos resultados que vemos, y de que sería muy útil hablar.

Querría claro fosos que empleo el adjetivo 'política' porque se libera por fuerza en sustancia de otra prueba a través del que una organización potente como la iglesia católica mide su poder de contratación con el Estado. Desaforadamente sólo puede hacerlo en Italia, tierra elegida por un posible 'reconquista' en una fase de extrema debilidad con los seminarios vacíos, los fieles despistados, el espíritu cristiano dejado a las muchas organizaciones de base malsufrida de la línea de este pontificado pero al momento en minoría y más silentes. (1)


Los organizadores de la manifestación deberían decir de qué manera la familia sería puesta en peligro por la introducción de un modesto reconocimiento de derechos recíprocos a los convivientes. De qué manera la familia ha sido destruida en todos los países europeos en que los 'pacs' estoy desde hace años vigente, dónde nadie se ha sentido turbado por alcunché y los nacimientos, ves Francia, estoy en aumento.



(1) Noi di "baraccheverdi" sappiamo di essere maggioranza. Siamo semplicemente oscurati da Parlamento italiano e Sinedrio vaticano tramite Concordati e privilegi che delegittimano i dissenzienti, li escludono dall'uso dei media e dalle facilities previste dall'art.2 della nostra Costituzione.

Non silenti ma silenziati.





(1) nosotros de "baraccheverdi" sabemos de ser mayoría. Somos oscurecidos sencillamente por Parlamento italiano y Sanedrín vaticano por Concordatos y privilegios que deslegitiman a los disidentes, los excluyen del empleo de los medios de comunicación y de los facilities previstos por el art.2 de nuestra Constitución.No silentes pero silenziati.

martedì 8 maggio 2007

GIOVEDÌ 10 MAGGIO ore 21.00

presso le Baracche Verdi dell’Isolotto

(via degli Aceri, autobus 9)

I gruppi, le reti, i circoli, le associazioni, i comitati, le/i cittadine/i tutte/i della città sono invitate/i all’incontro pubblico di presentazione della

CAROVANA CONTRO LA GUERRA,

PER LA PACE ED IL DISARMO

che prenderà avvio il 19 maggio 2007 e attraverserà l’Italia incontrando quelle comunità e quei territori in lotta contro le basi militari e di guerra, da Vicenza a Sigonella, da Camp Darby ad Aviano, per confluire poi a ROMA per il 2 Giugno per restituire alla società civile la memoria viva della Costituzione e del ripudio della guerra (Art.11) nata in quello storico giorno ormai consegnato da tempo alle parate militariste.

 

Lo scopo della Carovana è sensibilizzare la popolazione sugli aspetti fondamentali di una vera politica di pace :

        rimozione delle armi nucleari e di distruzione di massa dal territorio italiano

        opposizione al coinvolgimento dell’Italia nelle guerre

        chiusura e smantellamento delle basi usa/Nato

        obiezione alle spese militari

all’incontro interverranno pure:

n       Valter Lorenzi, Comitato unitario per la chiusura e riconversione ad usi civili di Camp Darby

n       Manlio Dinucci, Giornalista,illustrerà l’accordo Italia - Usa sullo scudo antimissilistico
GIOVEDÌ 10 MAGGIO ore 21.00

presso le Baracche Verdi dell’Isolotto

(via degli Aceri, autobus 9)

I gruppi, le reti, i circoli, le associazioni, i comitati, le/i cittadine/i tutte/i della città sono invitate/i all’incontro pubblico di presentazione della

CAROVANA CONTRO LA GUERRA,

PER LA PACE ED IL DISARMO

che prenderà avvio il 19 maggio 2007 e attraverserà l’Italia incontrando quelle comunità e quei territori in lotta contro le basi militari e di guerra, da Vicenza a Sigonella, da Camp Darby ad Aviano, per confluire poi a ROMA per il 2 Giugno per restituire alla società civile la memoria viva della Costituzione e del ripudio della guerra (Art.11) nata in quello storico giorno ormai consegnato da tempo alle parate militariste.

 

Lo scopo della Carovana è sensibilizzare la popolazione sugli aspetti fondamentali di una vera politica di pace :

        rimozione delle armi nucleari e di distruzione di massa dal territorio italiano

        opposizione al coinvolgimento dell’Italia nelle guerre

        chiusura e smantellamento delle basi usa/Nato

        obiezione alle spese militari

all’incontro interverranno pure:

n       Valter Lorenzi, Comitato unitario per la chiusura e riconversione ad usi civili di Camp Darby

n       Manlio Dinucci, Giornalista,illustrerà l’accordo Italia - Usa sullo scudo antimissilistico

venerdì 4 maggio 2007

Passa parola


Un libro, una festa,

un impegno di solidarietà


Il Laboratorio Kimeta,

il Centro Educativo Popolare,

il Q.4 Comune di Firenze


invitano alla presentazione del libro

"mani di donne"


Un’ esperienza di solidarietà femminile narrata dalla viva voce

delle donne protagoniste,

un libro per comunicare uno stile di integrazione ed una capacità operativa:

contenuti, valori e realizzazioni di donne che accettano di mettersi in gioco

e di osare il futuro possibile.


domenica 13 maggio alle ore 10,00

in piazza dell’isolotto a Firenze


A dieci anni dall’inizio di un progetto di riscatto

fortemente voluto da molti di noi, donne e uomini,

vogliamo socializzare il percorso di questa significativa esperienza

e fare festa insieme


            ore 10 concerto musicale organizzato e coordinato da Valerio Vezzani

                       per conto della Commissione cultura del Q4


            ore 10,30 presentazione del libro "mani di donne"con letture, interventi ed


intermezzi di canzoni eseguite da Chiara Riondino


            ore 12 convivialità multietnica.

 
Passa parola


Un libro, una festa,

un impegno di solidarietà


Il Laboratorio Kimeta,

il Centro Educativo Popolare,

il Q.4 Comune di Firenze


invitano alla presentazione del libro

"mani di donne"


Un’ esperienza di solidarietà femminile narrata dalla viva voce

delle donne protagoniste,

un libro per comunicare uno stile di integrazione ed una capacità operativa:

contenuti, valori e realizzazioni di donne che accettano di mettersi in gioco

e di osare il futuro possibile.


domenica 13 maggio alle ore 10,00

in piazza dell’isolotto a Firenze


A dieci anni dall’inizio di un progetto di riscatto

fortemente voluto da molti di noi, donne e uomini,

vogliamo socializzare il percorso di questa significativa esperienza

e fare festa insieme


            ore 10 concerto musicale organizzato e coordinato da Valerio Vezzani

                       per conto della Commissione cultura del Q4


            ore 10,30 presentazione del libro "mani di donne"con letture, interventi ed


intermezzi di canzoni eseguite da Chiara Riondino


            ore 12 convivialità multietnica.

 

giovedì 3 maggio 2007

Il problema non è la Chiesa, ma sono i nostri cari dipendenti.


Il Papa ha detto che non crede nell'evoluzionismo. Sono d'accordo, infatti la Chiesa non si è mai evoluta. Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, per Franco e per uno della banda della Magliana".



Andrea Rivera ha pronunciato queste parole durante il Concertone del primo maggio. Si può condividerle o meno, ma non contengono nessun “incitamento al terrorismo” come afferma l’Osservatore Romano. E neppure mi sembrano “un vile attacco” in quanto chi è vile si nasconde e Rivera ha parlato di fronte a 400.000 persone. Ha espresso un’opinione che i sindacati non hanno condiviso in modo finalmente unitario. Rivera li ha messi d’accordo almeno su qualcosa.

In Vaticano comanda il Papa, o sbaglio? Il Papa ha il diritto quindi di credere in quello che vuole: creazionismo, evoluzionismo, partito democratico, faccia un po’ lui. E se preferisce Pinochet a Welby sono sempre fatti suoi.

Il problema non è la Chiesa, ma sono i nostri cari dipendenti. Che non sono diventati religiosi all’improvviso ma che, alla ricerca del voto perduto, sono stati fulminati come Paolo di Tarso sulla via di Damasco. Perfino Bossi, l’onesto mangiapreti di una volta, si è prenotato a Pavia per baciare l’anello al Papa. E' l'evoluzionismo politico.

Montecitorio è una sede distaccata della Segreteria di Stato del Vaticano? Risolviamo alla radice questo problema. Ritorniamo al Papa Re, a una sana teocrazia. Le cose funzioneranno meglio in Italia. Dovremo subire qualche piccola conseguenza come la chiusura delle fabbriche di preservativi e qualche piccolo fuoco in Campo dé Fiori per i ragazzacci come Rivera. Ma non si può volere tutto: evolvere, essere seppelliti, essere governati da dipendenti laici. W il Papa Re d’Italia!

 Scritto da Beppe Grillo

 

Il Manifesto titola: Il papa mazzola Rivera

Traduciamo:

il





Clicca su Gianni Rivera.

Il problema non è la Chiesa, ma sono i nostri cari dipendenti.


Il Papa ha detto che non crede nell'evoluzionismo. Sono d'accordo, infatti la Chiesa non si è mai evoluta. Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, per Franco e per uno della banda della Magliana".



Andrea Rivera ha pronunciato queste parole durante il Concertone del primo maggio. Si può condividerle o meno, ma non contengono nessun “incitamento al terrorismo” come afferma l’Osservatore Romano. E neppure mi sembrano “un vile attacco” in quanto chi è vile si nasconde e Rivera ha parlato di fronte a 400.000 persone. Ha espresso un’opinione che i sindacati non hanno condiviso in modo finalmente unitario. Rivera li ha messi d’accordo almeno su qualcosa.

In Vaticano comanda il Papa, o sbaglio? Il Papa ha il diritto quindi di credere in quello che vuole: creazionismo, evoluzionismo, partito democratico, faccia un po’ lui. E se preferisce Pinochet a Welby sono sempre fatti suoi.

Il problema non è la Chiesa, ma sono i nostri cari dipendenti. Che non sono diventati religiosi all’improvviso ma che, alla ricerca del voto perduto, sono stati fulminati come Paolo di Tarso sulla via di Damasco. Perfino Bossi, l’onesto mangiapreti di una volta, si è prenotato a Pavia per baciare l’anello al Papa. E' l'evoluzionismo politico.

Montecitorio è una sede distaccata della Segreteria di Stato del Vaticano? Risolviamo alla radice questo problema. Ritorniamo al Papa Re, a una sana teocrazia. Le cose funzioneranno meglio in Italia. Dovremo subire qualche piccola conseguenza come la chiusura delle fabbriche di preservativi e qualche piccolo fuoco in Campo dé Fiori per i ragazzacci come Rivera. Ma non si può volere tutto: evolvere, essere seppelliti, essere governati da dipendenti laici. W il Papa Re d’Italia!

 Scritto da Beppe Grillo

 

Il Manifesto titola: Il papa mazzola Rivera

Traduciamo:

il





Clicca su Gianni Rivera.

Email dalla parrocchia di Entrevias


 From: "Parroquia San Carlos Borromeo" <sancarlos@borromeo.e.telefonica.net>

To: <sancarlosborromeoresiste@listas.nodo50.org>

Subject: [Sancarlosborromeoresiste] Fechas próximas importantes.

Date: Wed, 2 May 2007 10:50:23 +0200


Hola, nos ponemos en contacto con vosotros y vosotras, para recordarnos algunas fechas y momentos importantes:


*          Jueves día 3 de Mayo. A las 19h., tal y como se habló en la última asamblea, comienzan los dos talleres de reflexión:


o      Liturgia y Sociedad

   y

o      Movimientos sociales


*          Viernes día 4 de Mayo. A las 11h. tercera entrega de firmas en el Arzobispado.


Saludos y gracias.



Sancarlosborromeoresiste mailing list

Sancarlosborromeoresiste@listas.nodo50.org



http://listas.nodo50.org/cgi-bin/mailman/listinfo/sancarlosborromeoresiste



La nostra risposta


Grazie del messaggio. Tenete duro.  La nostra storia incominciò come la vostra.

Questa è la nostra prossima fecha (data):

Un libro, una festa, un impegno di solidarietà Il Laboratorio Kimeta, il Centro Educativo Popolare, Il Q.4, invitano alla presentazione del libro “mani di donne”

Un’ esperienza di solidarietà femminile narrata dalla viva voce delle donne protagoniste, un libro per comunicare uno stile di integrazione ed una capacità operativa: contenuti, valori e realizzazioni di donne che accettano di mettersi in gioco e di osare il futuro possibile.

Domenica 13 maggio alle ore 10,00 in piazza dell’isolotto a Firenze.

A dieci anni dall’inizio di un progetto di riscatto fortemente voluto da molti di noi, donne e uomini, vogliamo socializzare il percorso di questa significativa esperienza  e fare festa insieme.


Traduzione in automatico:

Gracias del mensaje. Tenéis duro. Nuestra historia empezó como la vuestra.

Éste es nuestro próximo fecha: Un libro, una fiesta, un empeño de solidaridad El Laboratorio Kimeta, el Centro Educativo Popular, El Q.4, invita a la presentación del libro "manos de mujeres"

Una' experiencia de solidaridad femenina contada por la viva voz de las mujeres a protagonista, un libro para comunicar un estilo de integración y una capacidad operativa: contenidos, valores y

realizaciones de mujeres que aceptan meterse en juego y de osar el futuro posible.


domingo 13 de mayo a los horas 10,00 en plaza del islote a Florencia A. diez años del principio de un proyecto de rescate fuertemente querido de muchos de nosotros, mujeres y hombres, queremos socializar el recorrido de esta significativa experiencia y hacer junto fiesta domingo 13 de mayo a los horas 10,00 en plaza del islote a Florencia A. diez años del principio de un proyecto de rescate fuertemente querido de muchos de nosotros, mujeres y hombres, queremos socializar el recorrido de esta significativa experiencia y hacer junto fiesta.


Email dalla parrocchia di Entrevias


 From: "Parroquia San Carlos Borromeo" <sancarlos@borromeo.e.telefonica.net>

To: <sancarlosborromeoresiste@listas.nodo50.org>

Subject: [Sancarlosborromeoresiste] Fechas próximas importantes.

Date: Wed, 2 May 2007 10:50:23 +0200


Hola, nos ponemos en contacto con vosotros y vosotras, para recordarnos algunas fechas y momentos importantes:


*          Jueves día 3 de Mayo. A las 19h., tal y como se habló en la última asamblea, comienzan los dos talleres de reflexión:


o      Liturgia y Sociedad

   y

o      Movimientos sociales


*          Viernes día 4 de Mayo. A las 11h. tercera entrega de firmas en el Arzobispado.


Saludos y gracias.



Sancarlosborromeoresiste mailing list

Sancarlosborromeoresiste@listas.nodo50.org



http://listas.nodo50.org/cgi-bin/mailman/listinfo/sancarlosborromeoresiste



La nostra risposta


Grazie del messaggio. Tenete duro.  La nostra storia incominciò come la vostra.

Questa è la nostra prossima fecha (data):

Un libro, una festa, un impegno di solidarietà Il Laboratorio Kimeta, il Centro Educativo Popolare, Il Q.4, invitano alla presentazione del libro “mani di donne”

Un’ esperienza di solidarietà femminile narrata dalla viva voce delle donne protagoniste, un libro per comunicare uno stile di integrazione ed una capacità operativa: contenuti, valori e realizzazioni di donne che accettano di mettersi in gioco e di osare il futuro possibile.

Domenica 13 maggio alle ore 10,00 in piazza dell’isolotto a Firenze.

A dieci anni dall’inizio di un progetto di riscatto fortemente voluto da molti di noi, donne e uomini, vogliamo socializzare il percorso di questa significativa esperienza  e fare festa insieme.


Traduzione in automatico:

Gracias del mensaje. Tenéis duro. Nuestra historia empezó como la vuestra.

Éste es nuestro próximo fecha: Un libro, una fiesta, un empeño de solidaridad El Laboratorio Kimeta, el Centro Educativo Popular, El Q.4, invita a la presentación del libro "manos de mujeres"

Una' experiencia de solidaridad femenina contada por la viva voz de las mujeres a protagonista, un libro para comunicar un estilo de integración y una capacidad operativa: contenidos, valores y

realizaciones de mujeres que aceptan meterse en juego y de osar el futuro posible.


domingo 13 de mayo a los horas 10,00 en plaza del islote a Florencia A. diez años del principio de un proyecto de rescate fuertemente querido de muchos de nosotros, mujeres y hombres, queremos socializar el recorrido de esta significativa experiencia y hacer junto fiesta domingo 13 de mayo a los horas 10,00 en plaza del islote a Florencia A. diez años del principio de un proyecto de rescate fuertemente querido de muchos de nosotros, mujeres y hombres, queremos socializar el recorrido de esta significativa experiencia y hacer junto fiesta.


mercoledì 2 maggio 2007



Andrea Rivera


"Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby.

Invece non è stato così per Pinochet, a Franco e per uno della banda della Magliana. E' giusto così - ha sottolineato Rivera - assieme a Gesù Cristo non c'erano due malati di Sla, ma c'erano due ladroni".

Raggiunto nel backstage subito dopo la sua esibizione, Rivera ha detto che gli erano giunte voci che qualcuno si era risentito per le sue dichiarazioni: "La messa è finita, andate in pace - è stato il commento

- mi dispiace e non trovo giusto che qualcuno mandi i proiettili a Bagnasco, ma la Chiesa in cui mi riconosco è quella di san Francesco".

Trovato qui


La mail di Andrea Rivera è: luoghicomuni79@hotmail.com

Se vuoi esprimergli la tua solidarietà.


 


 



Andrea Rivera


"Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby.

Invece non è stato così per Pinochet, a Franco e per uno della banda della Magliana. E' giusto così - ha sottolineato Rivera - assieme a Gesù Cristo non c'erano due malati di Sla, ma c'erano due ladroni".

Raggiunto nel backstage subito dopo la sua esibizione, Rivera ha detto che gli erano giunte voci che qualcuno si era risentito per le sue dichiarazioni: "La messa è finita, andate in pace - è stato il commento

- mi dispiace e non trovo giusto che qualcuno mandi i proiettili a Bagnasco, ma la Chiesa in cui mi riconosco è quella di san Francesco".

Trovato qui


La mail di Andrea Rivera è: luoghicomuni79@hotmail.com

Se vuoi esprimergli la tua solidarietà.