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venerdì 30 gennaio 2009

La religione civile che manca all’Italia

Il teologo Vito Mancuso


denuncia, a Le Storie - Diario Italiano, i mali che affliggono la società del nostro Paese.








Video

 durata 24'

La religione civile che manca all’Italia

Il teologo Vito Mancuso


denuncia, a Le Storie - Diario Italiano, i mali che affliggono la società del nostro Paese.








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 durata 24'

martedì 27 gennaio 2009

Non prevalebunt

Nemmeno l'ennesima sentenza della Magistratura ferma i fautori della "vita ad ogni costo". Dopo aver esperito tutti i gradi della Giustizia, ora pensano all'unico organo che ancora non si è pronunciato perchè non investito della questione: il Consiglio di Stato.  Come se giudici ordinari, giudici di appello, Corte di Cassazione, la stessa Corte Costituzionale fossero una banda di assassini, eredi di Auschwitz, incapaci di comprendere che il diritto degli esseri umani deve venire DOPO i comandamenti divini, dettati dal Dio dei cattolici e interpretati in terra da una sola persona, infallibile ma non sempre. E ciò mentre da ormai quindici anni TUTTI i sondaggi confermano che la maggioranza degli italiani la pensa diversamente da loro, come avveniva ai tempi del divorzio e dell'aborto.

Questa non è più la tragedia di una sola persona e della sua famiglia: è la tragedia di un'intera nazione, l'Italia,
ove si può governare con soli 24.000 voti di scarto e quindi il ricatto fondato su 26.000 parrocchie terrorizza molti, troppi uomini politici  il cui unico scopo è quello di mantenere o conquistare il POTERE..

Ma, per dirla col loro linguaggio, "
non prevalebunt
".

gps

Nota. Giampiero Sestini è segretario nazionale di Libera Uscita.


***LiberaUscitaAssociazione nazionale laica e apartitica per la legalizzazione del testamento biologico e la depenalizzazione dell'eutanasia Via Genova, 24 - 00184 Roma apertura sede: lun-merc-ven. ore 8:30 - 10:30tel e fax: 0647823807sito web: www.liberauscita.it email: info@liberauscita.it


Leggi il post di Barbabianca

Non prevalebunt

Nemmeno l'ennesima sentenza della Magistratura ferma i fautori della "vita ad ogni costo". Dopo aver esperito tutti i gradi della Giustizia, ora pensano all'unico organo che ancora non si è pronunciato perchè non investito della questione: il Consiglio di Stato.  Come se giudici ordinari, giudici di appello, Corte di Cassazione, la stessa Corte Costituzionale fossero una banda di assassini, eredi di Auschwitz, incapaci di comprendere che il diritto degli esseri umani deve venire DOPO i comandamenti divini, dettati dal Dio dei cattolici e interpretati in terra da una sola persona, infallibile ma non sempre. E ciò mentre da ormai quindici anni TUTTI i sondaggi confermano che la maggioranza degli italiani la pensa diversamente da loro, come avveniva ai tempi del divorzio e dell'aborto.

Questa non è più la tragedia di una sola persona e della sua famiglia: è la tragedia di un'intera nazione, l'Italia,
ove si può governare con soli 24.000 voti di scarto e quindi il ricatto fondato su 26.000 parrocchie terrorizza molti, troppi uomini politici  il cui unico scopo è quello di mantenere o conquistare il POTERE..

Ma, per dirla col loro linguaggio, "
non prevalebunt
".

gps

Nota. Giampiero Sestini è segretario nazionale di Libera Uscita.


***LiberaUscitaAssociazione nazionale laica e apartitica per la legalizzazione del testamento biologico e la depenalizzazione dell'eutanasia Via Genova, 24 - 00184 Roma apertura sede: lun-merc-ven. ore 8:30 - 10:30tel e fax: 0647823807sito web: www.liberauscita.it email: info@liberauscita.it


Leggi il post di Barbabianca

venerdì 23 gennaio 2009

Dio a ottoemezzo

C'è non c'è



Clicca sulla foto per attivare il video.


Dopo la “guerra” dei manifesti tra atei e credenti, Lilli Gruber e Federico Guiglia si sono occupati di religione e politica con il saggista Antonio Socci, la scienziata Margherita Hack e la giornalista Angela Rodicio, in collegamento da Madrid.


  trasmissione Otto e mezzo del 21 gennaio 2009.


Margherita Hack: vedila anche qui.

Dio a ottoemezzo

C'è non c'è



Clicca sulla foto per attivare il video.


Dopo la “guerra” dei manifesti tra atei e credenti, Lilli Gruber e Federico Guiglia si sono occupati di religione e politica con il saggista Antonio Socci, la scienziata Margherita Hack e la giornalista Angela Rodicio, in collegamento da Madrid.


  trasmissione Otto e mezzo del 21 gennaio 2009.


Margherita Hack: vedila anche qui.

giovedì 22 gennaio 2009

La Toscana rifletta più su Eluana

 




Claudio Martini governatore Toscana




Enrico Rossi, assessore alla salute della Toscana


(pubblicato su la Repubblica-Firenze il 22 gennaio 2009 col titolo

“La Toscana rifletta più su Eluana”)

 

La Toscana ha perso l’occasione per dare alle celebrazioni galileiane quel tocco di attualità che avrebbe potuto contribuire a renderle credibili: mentre nel Cinque-Seicento dette coraggiosa ospitalità all’eretico Galileo, oggi è stata sorda di fronte al bisogno di ospitalità dell’eretica Eluana.

Che c’entra il grande scienziato con l’umile ragazza in coma da sedici anni? Non nego che l’accostamento può apparire forzato. Se però guardiamo un po’ a fondo non possiamo escludere significative analogie.

“Galileo non fa distinzione tra quello che è l’approccio scientifico ai fenomeni naturali e la riflessione sulla natura, di ordine filosofico, che esso generalmente richiama. … Così la scienza nuova, con i suoi metodi e la libertà di ricerca che essi suppongono, obbligava i teologi a interrogarsi sui loro criteri di interpretazione della Scrittura. La maggior parte non seppe farlo. Paradossalmente, Galileo, sincero credente, si mostrò su questo punto più perspicace dei suoi avversari teologi”. L’affermazione viene nientemeno che da papa Wojtila: è parte dello storico discorso di riabilitazione fatto davanti ai membri della Pontificia Accademia delle Scienze il 31 ottobre 1992. Galileo non fu solo un innovatore in campo scientifico, fu anche un rivoluzionario nel campo etico perché portò la scienza nella vita, rese senso comune quella visione del cosmo che fino allora era rinchiusa nei testi accademici, avvicinò il cielo alla terra, legò in una visione cosmica unitaria i vari elementi astrali che la cultura del sacro voleva divisi, obbligò la teologia a svincolarsi da una lettura sacrale e dogmatica della Bibbia. E pagò di persona fino al rischio della vita il coraggio delle sue convinzioni etiche.

Eluana ha compiuto una rivoluzione etica assai simile e la sta pagando di persona insieme a suo padre. Anche lei ha avvicinato il cielo alla terra, ha riunito in sé la vita alla sua finitezza, ha riconosciuto il carattere sacro della propria vita in quanto parte della sacralità di un tutto in divenire che comprende finitezza e morte, ha affermato concretamente per sé e per tutti noi il diritto costituzionalmente garantito a rifiutare l’obbligo di un determinato trattamento sanitario che lei non considera rispettoso della sua persona. Mia figlia – ha testimoniato in sostanza Beppino Englaro – aveva un senso del morire come parte del vivere e non avrebbe accettato di essere una vittima sacrificale di una concezione sacrale della morte come realtà separata e opposta alla vita. Può darsi che sfugga la pregnanza di un simile messaggio. Ma è proprio lì in quell’angoscioso intreccio di vita/morte che si radica da sempre ed oggi in modo particolarmente intenso la spinta della trasformazione creatrice.

Mi sembra di poter affermare che quanto papa Wojtya dice di Galileo vale anche per Eluana: la lucida consapevolezza di lei testimoniata oggi dal padre, portata con forza dentro la società, testimoniata a prezzo dell’accusa di omicidio, legittimata dalla magistratura, obbliga la teologia dogmatica e l’etica tradizionale a interrogarsi. E soprattutto aiuta tutti noi, la società intera, nella nostra ricerca esistenziale, spirituale e religiosa.

La Toscana non ha avuto il coraggio che ebbe nel Cinquecento. E ora celebra l’eretico di ieri ma rifiuta aspetti profondi del suo messaggio di liberazione. Non ce lo meritavamo. Forse c’è ancora tempo per un ripensamento e per affrontare con più coraggio traguardi etici futuri.

 

 

                                                        Enzo Mazzi

 

Firenze 22 gennaio 2009



L'eutanasia ammessa e commessa:


La Toscana rifletta più su Eluana

 




Claudio Martini governatore Toscana




Enrico Rossi, assessore alla salute della Toscana


(pubblicato su la Repubblica-Firenze il 22 gennaio 2009 col titolo

“La Toscana rifletta più su Eluana”)

 

La Toscana ha perso l’occasione per dare alle celebrazioni galileiane quel tocco di attualità che avrebbe potuto contribuire a renderle credibili: mentre nel Cinque-Seicento dette coraggiosa ospitalità all’eretico Galileo, oggi è stata sorda di fronte al bisogno di ospitalità dell’eretica Eluana.

Che c’entra il grande scienziato con l’umile ragazza in coma da sedici anni? Non nego che l’accostamento può apparire forzato. Se però guardiamo un po’ a fondo non possiamo escludere significative analogie.

“Galileo non fa distinzione tra quello che è l’approccio scientifico ai fenomeni naturali e la riflessione sulla natura, di ordine filosofico, che esso generalmente richiama. … Così la scienza nuova, con i suoi metodi e la libertà di ricerca che essi suppongono, obbligava i teologi a interrogarsi sui loro criteri di interpretazione della Scrittura. La maggior parte non seppe farlo. Paradossalmente, Galileo, sincero credente, si mostrò su questo punto più perspicace dei suoi avversari teologi”. L’affermazione viene nientemeno che da papa Wojtila: è parte dello storico discorso di riabilitazione fatto davanti ai membri della Pontificia Accademia delle Scienze il 31 ottobre 1992. Galileo non fu solo un innovatore in campo scientifico, fu anche un rivoluzionario nel campo etico perché portò la scienza nella vita, rese senso comune quella visione del cosmo che fino allora era rinchiusa nei testi accademici, avvicinò il cielo alla terra, legò in una visione cosmica unitaria i vari elementi astrali che la cultura del sacro voleva divisi, obbligò la teologia a svincolarsi da una lettura sacrale e dogmatica della Bibbia. E pagò di persona fino al rischio della vita il coraggio delle sue convinzioni etiche.

Eluana ha compiuto una rivoluzione etica assai simile e la sta pagando di persona insieme a suo padre. Anche lei ha avvicinato il cielo alla terra, ha riunito in sé la vita alla sua finitezza, ha riconosciuto il carattere sacro della propria vita in quanto parte della sacralità di un tutto in divenire che comprende finitezza e morte, ha affermato concretamente per sé e per tutti noi il diritto costituzionalmente garantito a rifiutare l’obbligo di un determinato trattamento sanitario che lei non considera rispettoso della sua persona. Mia figlia – ha testimoniato in sostanza Beppino Englaro – aveva un senso del morire come parte del vivere e non avrebbe accettato di essere una vittima sacrificale di una concezione sacrale della morte come realtà separata e opposta alla vita. Può darsi che sfugga la pregnanza di un simile messaggio. Ma è proprio lì in quell’angoscioso intreccio di vita/morte che si radica da sempre ed oggi in modo particolarmente intenso la spinta della trasformazione creatrice.

Mi sembra di poter affermare che quanto papa Wojtya dice di Galileo vale anche per Eluana: la lucida consapevolezza di lei testimoniata oggi dal padre, portata con forza dentro la società, testimoniata a prezzo dell’accusa di omicidio, legittimata dalla magistratura, obbliga la teologia dogmatica e l’etica tradizionale a interrogarsi. E soprattutto aiuta tutti noi, la società intera, nella nostra ricerca esistenziale, spirituale e religiosa.

La Toscana non ha avuto il coraggio che ebbe nel Cinquecento. E ora celebra l’eretico di ieri ma rifiuta aspetti profondi del suo messaggio di liberazione. Non ce lo meritavamo. Forse c’è ancora tempo per un ripensamento e per affrontare con più coraggio traguardi etici futuri.

 

 

                                                        Enzo Mazzi

 

Firenze 22 gennaio 2009



L'eutanasia ammessa e commessa:


mercoledì 21 gennaio 2009

Eluana Englaro



Mercedes Bresso


Finalmente qualcosa si muove in questa torpida Italia: la governatrice del Piemonte, Mercedes Bresso, ha dichiarato ufficialmente – a differenza di tutti gli altri Presidenti di regione - la disponibilità di accogliere Eluana Englaro nelle strutture pubbliche della sua regione per adempiere ad una sentenza esecutiva dello suprema magistratura italiana. Ora ci attendiamo le immancabili reazioni dei fautori della “vita ad ogni costo”. Qualcuno ha già obiettato che le spese per staccare la spina ad Eluana sarebbero a carico dello Stato, dimenticando che lo sono state per 17 anni. Il cardinale di Torino, Poletto, ha già dichiarato che: ''Sarebbe eutanasia perché garantire l'alimentazione e l'idratazione ad una persona malata anche in condizioni particolarmente gravi come nel caso di Eluana Englaro non significa fare accanimento terapeutico, non si tratta di cure mediche, ma semplicemente di dare cibo e bevande ad una persona perché possa vivere”. Forse il cardinale Poletto, appartenendo ad uno stato estero che non applicherà più le leggi italiane nel suo (ampio) territorio (vedi notizia sopra riportata), vorrebbe che le leggi italiane fossero applicate secondo le leggi vigenti nel Vaticano?

Giampietro Sestini

 

da Repubblica di martedì 20 gennaio 2009

Dopo tanti no, un sì. Il presidente del Piemonte Mercedes Bresso si è detta disposta ad accogliere Eluana in una struttura pubblica. "A noi non è stato chiesto niente e non ci offriamo, però se ci verrà richiesto, non ci saranno problemi. Ovviamente in strutture pubbliche - ha detto la governatrice - perché quelle private sono sotto scacco del ministro".

Il riferimento è alla disposizione di Maurizio Sacconi che ha vietato agli ospedali - pubblici e privati convenzionati - di interrompere l'alimentazione alle persone in stato vegetativo. Un gesto di aperta sfida al ministro del Welfare quello di Mercedes Bresso, tanto più che il presidente della Regione metterebbe a disposizione un ospedale che farebbe pagare l'operazione di interruzione dell'alimentazione alle casse pubbliche.

"Credo che da un presidente di regione non ci si poteva aspettare di più", ha detto il padre di Eluana, Beppino Englaro. "Bresso ha colto perfettamente la natura del nostro dramma".

Sono sette mesi che la Corte d'appello di Milano ha accolto la richiesta del padre di Eluana di interrompere il calvario della figlia in coma da 17 anni. E sette mesi che le cliniche interpellate dalla famiglia Englaro respingono tutte la richiesta di ricovero. L'ultima è stata la Regione Veneto, ma prima c'erano stati gli hospice dell'Emilia Romagna e prima ancora una clinica di Udine che ha rifiutato per timore che infrangere l'ordine del ministro la costringesse a chiudere per sempre la struttura e licenziare 300 dipendenti.

Dopo la risposta del papà di Eluana, un nuovo commento della Bresso, affidato al suo sito: "Le parole di ringraziamento di Beppino Englaro rivelano il profondo aspetto umano di questa storia. E' nostro dovere stargli vicino. Ritengo che questa tragica storia di Eluana sia una questione non più sopportabile in un paese civile: viviamo in un paese in cui non si rispetta più neppure una sentenza della Corte di Cassazione e tutto diventa materia di lotta politica, anche i dibattiti sulle grandi questioni etiche o religiose".


***************************************************LiberaUscitaAssociazione nazionale laica e apartitica per la legalizzazione del testamento biologicoe la depenalizzazione dell'eutanasia Via Genova, 24 - 00184 Romaapertura sede: lun-merc-ven. ore 8:30 - 10:30tel e fax: 0647823807sito web: www.liberauscita.it email: info@liberauscita.it

Eluana Englaro



Mercedes Bresso


Finalmente qualcosa si muove in questa torpida Italia: la governatrice del Piemonte, Mercedes Bresso, ha dichiarato ufficialmente – a differenza di tutti gli altri Presidenti di regione - la disponibilità di accogliere Eluana Englaro nelle strutture pubbliche della sua regione per adempiere ad una sentenza esecutiva dello suprema magistratura italiana. Ora ci attendiamo le immancabili reazioni dei fautori della “vita ad ogni costo”. Qualcuno ha già obiettato che le spese per staccare la spina ad Eluana sarebbero a carico dello Stato, dimenticando che lo sono state per 17 anni. Il cardinale di Torino, Poletto, ha già dichiarato che: ''Sarebbe eutanasia perché garantire l'alimentazione e l'idratazione ad una persona malata anche in condizioni particolarmente gravi come nel caso di Eluana Englaro non significa fare accanimento terapeutico, non si tratta di cure mediche, ma semplicemente di dare cibo e bevande ad una persona perché possa vivere”. Forse il cardinale Poletto, appartenendo ad uno stato estero che non applicherà più le leggi italiane nel suo (ampio) territorio (vedi notizia sopra riportata), vorrebbe che le leggi italiane fossero applicate secondo le leggi vigenti nel Vaticano?

Giampietro Sestini

 

da Repubblica di martedì 20 gennaio 2009

Dopo tanti no, un sì. Il presidente del Piemonte Mercedes Bresso si è detta disposta ad accogliere Eluana in una struttura pubblica. "A noi non è stato chiesto niente e non ci offriamo, però se ci verrà richiesto, non ci saranno problemi. Ovviamente in strutture pubbliche - ha detto la governatrice - perché quelle private sono sotto scacco del ministro".

Il riferimento è alla disposizione di Maurizio Sacconi che ha vietato agli ospedali - pubblici e privati convenzionati - di interrompere l'alimentazione alle persone in stato vegetativo. Un gesto di aperta sfida al ministro del Welfare quello di Mercedes Bresso, tanto più che il presidente della Regione metterebbe a disposizione un ospedale che farebbe pagare l'operazione di interruzione dell'alimentazione alle casse pubbliche.

"Credo che da un presidente di regione non ci si poteva aspettare di più", ha detto il padre di Eluana, Beppino Englaro. "Bresso ha colto perfettamente la natura del nostro dramma".

Sono sette mesi che la Corte d'appello di Milano ha accolto la richiesta del padre di Eluana di interrompere il calvario della figlia in coma da 17 anni. E sette mesi che le cliniche interpellate dalla famiglia Englaro respingono tutte la richiesta di ricovero. L'ultima è stata la Regione Veneto, ma prima c'erano stati gli hospice dell'Emilia Romagna e prima ancora una clinica di Udine che ha rifiutato per timore che infrangere l'ordine del ministro la costringesse a chiudere per sempre la struttura e licenziare 300 dipendenti.

Dopo la risposta del papà di Eluana, un nuovo commento della Bresso, affidato al suo sito: "Le parole di ringraziamento di Beppino Englaro rivelano il profondo aspetto umano di questa storia. E' nostro dovere stargli vicino. Ritengo che questa tragica storia di Eluana sia una questione non più sopportabile in un paese civile: viviamo in un paese in cui non si rispetta più neppure una sentenza della Corte di Cassazione e tutto diventa materia di lotta politica, anche i dibattiti sulle grandi questioni etiche o religiose".


***************************************************LiberaUscitaAssociazione nazionale laica e apartitica per la legalizzazione del testamento biologicoe la depenalizzazione dell'eutanasia Via Genova, 24 - 00184 Romaapertura sede: lun-merc-ven. ore 8:30 - 10:30tel e fax: 0647823807sito web: www.liberauscita.it email: info@liberauscita.it

domenica 18 gennaio 2009

Comunità dell’isolotto

Firenze, domenica 18 dicembre 2009

 

Sorse anche una discussione su chi di loro poteva essere considerato il più grande

riflessioni di Carlo, Claudia, Luisella, Maurizio

con un contributo di Moreno Biagioni

 

 

 

Letture dal Vangelo

 

“Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 3Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane". 4Ma egli rispose: "Sta scritto:Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".

Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto:Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede".

Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: “Non tentare il Signore Dio tuo".

Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: “Adora il Signore Dio tu e a lui solo rendi culto".

Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.

Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea 13e, lasciata Nàzaret, venne ad abitare a Cafàrnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata.

                                                                                 [Matteo, 4, 1-16]

 

 

 

“ Sorse anche una discussione su chi di loro poteva essere considerato il più grande. Egli disse : “I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così : ma chi è più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti, chi è il più grande, chi sta a tavola o chi serve ? Non è forse colui che sta a tavola ? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.”                                                                                                           

                                                                               [Luca, 22, 24-27] 

 

 

 

 

 

In una ottica di servizio abbiamo pensato potesse essere utile per tutti spiegare cosa è successo in questi ultimi mesi e settimane riguardo alle prossime elezioni a Sindaco di Firenze che si terranno a giugno, e in particolarealle Primarie di Coalizione del Centro sinistra.

 

 

 

Informazioni generali sulle Primarie di Coalizione del centro-sinistra

 

LE PRIMARIE: a Firenze si voterà per scegliere il candidato a Sindaco del Centrosinistra.

 

LE DATE, LUOGHI ed ORARI delle PRIMARIE: si voterà il 15 febbraio 2009. Se nessuno avrà ottenuto il 40% dei voti si tornerà a votare la domenica successiva (il 22 febbraio 2009 ) per il ballottaggio tra i due candidati più votati. 

 

 Si voterà presso i Circoli PD e le Case del Popolo

 

LA FORMULA DELLE PRIMARIE DI COALIZIONE:  saranno primarie di Coalizione, aperte cioè ai partiti che hanno sottoscritto il Programma di governo per la città (Partito democratico, Partito Socialista, Italia dei Valori, La Sinistra, Verdi ).

 

 

I CANDIDATI: al momento i candidati sono quattro. Per il PD: Daniela Lastri, Lapo Pistelli, e Matteo Renzi. Per La Sinistra il candidato è Eros Cruccolini.

 

LE REGOLE PER LE CANDIDATURE:  per candidarsi è necessario raccogliere 1000 firme da presentare entro il 25 gennaio 2009. Il PD non presenterà un proprio candidato ufficiale: Lastri, Pistelli e Renzi partecipano alla pari.

 

LA STESURA DEL PROGRAMMA: è stata preceduta da un lungo lavoro condotto nei vari Forum tematici (la partecipazione era aperta a tutti i cittadini interessati) che sono stati luoghi di discussione e confronto ed hanno svolto il ruolo di una prima elaborazione di proposte del programma delle elezioni amministrative. I materiali da loro prodotti sono stati sintetizzati in un documento che ha il titolo “Contributo dei forum alla realizzazione del programma per la città metropolitana”, consegnato al segretario cittadino, che ha formato un gruppo di lavoro composto da circa una ventina di persone e steso una bozza di programma. Dopo una serie di incontri di lavoro con i rappresentanti dei Forum e i coordinatori dei circoli, il programma è stato presentato nei vari quartieri in riunioni, aperte a tutti i cittadini, nelle quali sono state formulate osservazioni e proposte di modifiche, per giungere poi all’approvazione finale dell’ Assemblea Cittadina del Partito Democratico.

Quando si è manifestata la volontà di realizzare primarie di coalizione invece che di partito, quel programma è stato ridiscusso e modificato per essere condiviso da tutta la coalizione.

Tutti i candidati, se eletti, si sono impegnati a realizzarlo pienamente, elaborando ciascuno in campagna elettorale strategie e proposte operative, uniche personalizzazioni concesse sulla base delle quali gli elettori sono poi chiamati a scegliere il sindaco che maggiormente li rappresenta.

 

 

UN ESTRATTO DAL PROGRAMMA

 

Abbiamo pensato di estrapolare dal programma quadro del centro sinistra, il cui titolo è : “Firenze ci sta a cuore”, alcuni spunti per stimolare un confronto e una riflessione.

Le parti sottolineate sono quelle aggiunte negli incontri con i rappresentanti dei partiti che fanno parte della coalizione.

I capitoli del programma sono i seguenti :

1. Firenze, una comunità di persone

2. La nostra azione di governo, le trasformazioni della città

3. Le vocazioni della città

4. Le risorse e gli strumenti di governo

 

1.1 le primarie, un nuovo rapporto con i cittadini

Il centro-sinistra fiorentino dichiara di sancire con il seguente programma un patto di coalizione per il prossimo mandato amministrativo con l'obiettivo di proseguire la positiva esperienza di collaborazione maturata negli ultimi quindici anni di governo della città.

Tutti coloro che si candidano alle primarie di coalizione si impegnano a sottoscrivere e riconoscere questo accordo politico-programmatico e a valorizzare la coalizione in ogni sua parte, riconoscendo ad ogni forza politica il valore del proprio apporto politico, culturale e di governo.

[...]

A questa crisi di fiducia, [dei cittadini verso la politica e i partiti, NdR] il centro-sinistra fiorentino intende rispondere, impegnandosi ad un profondo rinnovamento della politica capace di intercettare la domanda di cambiamento, di legalità e di efficienza che sale con forza dalla società italiana e individuando nel metodo delle primarie uno degli strumenti più efficaci per aprirsi alla società, coinvolgendo direttamente i cittadini nelle scelte che contano.

Le primarie per la scelta del candidato Sindaco rappresentano un atto di fiducia nella città e offrono ai fiorentini un'occasione di partecipazione che non ha precedenti nella vita politica locale. Ma delineano anche un'idea di Firenze fondata sulla cittadinanza attiva e sul diretto coinvolgimento dei fiorentini nel governo della città. [...]

 

1.3 Le cittadinanze di Firenze : nuove forme di partecipazione

[...] L’impegno del Comune dovrà essere quello di promuovere percorsi di partecipazione che offrano ai cittadini regole certe e trasparenti, offrendo diverse tipologie di strumenti (dai laboratori di progettazione partecipata ai forum tematici, dal dibattito pubblico alla e-democracy, dalle assemblee deliberative al town‑meeting, ecc.), individuare i temi principali sui quali prevedere processi di coinvolgimento in tempi adeguati, assicurare i presupposti necessari per rendere efficace e dare senso all’impegno delle persone, a partire da un’informazione accessibile, completa e pluralista. [...]

 

2.0 Il bilancio infrastrutturale

Il decentramento di funzioni e servizi dal centro storico, la possibilità di far muovere la città da e verso queste funzioni disseminate sull’intero territorio metropolitano in modo efficiente e pulito resta una priorità dell’azione di governo.

Il completamento del sistema tramviario, la realizzazione dell’alta velocità con il sottoattraversamento e la conseguente attuazione del sistema di mobilità regionale su ferro rimangono i capisaldi della trasformazione urbana.

La terza corsia autostradale, la variante di valico e la previsione della circonvallazione nord nel Piano Strutturale corrispondono all'esigenza di allontanare dalle zone centrali il traffico privato di attraversamento e rendere così più fluido quello privato della città e di chi vi arriva anche grazie ad un aeroporto ampliato negli anni e giunto oggi a un punto di svolta.

 

3.0 Le vocazioni della città

L'integrazione e l'accoglienza rappresentano da sempre gli elementi distintivi della storia e dei valori della nostra città. Così dovrà essere anche in futuro soprattutto in una fase di crisi economica che avrà effetti pesanti sulla nostra società e sulle famiglie, in particolare su quelle più deboli, rendendo drammaticamente più facile l'emergere di nuove situazioni di disagio sociale ed economica.

La lotta alle disuguaglianze e alla povertà dovrà essere uno degli obiettivi prioritari e il nostro impegno si indirizzerà lungo due direttrici: l'aiuto materiale alle persone in difficoltà e lo sviluppo di percorsi di integrazione e inclusione sociale. A tal fine, un aspetto importante sarà rappresentato dal rapporto con le tante realtà associative del mondo del volontariato che, anche sul nostro territorio, lavorano quotidianamente a contatto con le marginalità sociali.

 

3.1 Promozione della salute e welfare di comunità

[...] Un buon livello di salute e benessere per tutti i cittadini non è solo un obiettivo di civiltà, ma rappresenta una risorsa importante per la vita della comunità, per il suo sviluppo e la coesione sociale. Le leve per innalzare questo livello sono molteplici. Bisogna agire sulle condizioni sociali e ambientali, sull’alimentazione e sugli stili di vita, promuovendo la pratica sportiva e il consumo responsabile. [...]

[...] L'idea di fondo, ormai acquisita dalle nostre politiche, è quella del welfare di comunità che richiede un largo coinvolgimento di attori e risorse del terzo settore. Questo ampio ventaglio dell’offerta e questa ricca trama di soggetti possono concorrere insieme a valorizzare l’apporto della sussidiarietà orizzontale e della programmazione integrata. [...]

 

3.1.3 le vecchie e nuove povertà

[...] La crisi economica e finanziaria internazionale di carattere strutturale che stiamo vivendo è destinata a consolidare le vecchie povertà e a generarne di nuove. Dal Dossier 2008 sulle povertà in Toscana, si rileva una crescita costante di persone che si trovano nella condizione di povertà assoluta a cui il Comune ha destinato risorse e servizi sempre maggiori nonostante i tagli sempre più pesanti del governo nazionale e la non piena valorizzazione della specificità fiorentina nella ripartizione dei fondi regionali.

 

Questa rete di sostegno ha indubbiamente svolto una funzione attrattiva da altri territori di persone in stato di assoluta indigenza convinti di poter ottenere a Firenze servizi altrove negati. Appare però evidente che tale fenomeno rischia di far saltare la possibilità di fornire servizi da parte dell’amministrazione comunale. Occorre quindi mettere in campo politiche regionali e metropolitane, destinando prioritariamente i contributi sociali alle persone non in grado per età e condizione di partecipare a percorsi di integrazione attiva.

Bisognerà altresì utilizzare forme di contributi sociali a carattere temporaneo connessi a progetti mirati di inserimento lavorativo e di autonomia abitativa. [...]

 

3.1.4 Le persone fragili

Una comunità solidale deve garantire il sostegno ai disabili per tutta la vita. I servizi di sollievo alle famiglie e di supporto alla domiciliarità dovranno arricchirsi dell'utilizzo di nuove tecnologie, incentivando la riqualificazione degli spazi, condizione necessaria per lo sviluppo e il mantenimento delle capacità residue e dell’autonomia personale. [...]

[...] L'invecchiamento della popolazione rappresenta una vera emergenza sociale. I servizi classici (RSA, assistenza domiciliare) non sono più in grado, anche in relazione alla scarsità di risorse, di far fronte in maniera sufficiente ai bisogni delle famiglie. Lo dimostra la crescita del mercato, per lo più sommerso, relativo alle assistenti familiari (badanti) rispetto alle quali il Comune dovrà garantire una sorta di certificazione di qualità, aiutando le famiglie nel reclutamento e nella formazione delle badanti stesse. [...]

L'obiettivo è quello di incentivare e qualificare le iniziative volte a mantenere l’anziano nella propria residenza, compreso il lavoro di cura familiare svolto dalle badanti, che comprenda forme di housing per anziani fragili e strutture intermedie che possano rappresentare un'alternativa al ricovero. [...]

 

3.3.2 Il ciclo dei rifiuti

Un corretto ciclo dei rifiuti prevede che l’impegno prioritario di ogni buona amministrazione sia di ridurre la produzione dei rifiuti, promuovendone il riuso e il riciclo, e di chiudere il processo all'interno della nostra area.

Il nostro principale impegno sarà, dunque, quello di raggiungere gli obiettivi previsti di riduzione e differenziazione dei rifiuti, accelerando in maniera netta la diffusione capillare delle buone pratiche a partire dalla raccolta porta a porta che si è dimostrata particolarmente efficace.

Di concerto con le istituzioni di livello superiore, si dovranno anche studiare forme di incentivazione dell’utilizzo, all'interno dei processi produttivi, delle materie derivate dal riciclo.

Al termine del ciclo, occorrono però gli impianti di smaltimento finale.

E' per questo che uno dei nostri impegni prioritari sarà la rapida realizzazione del termovalorizzatore, attuando gli impegni già assunti. Anche l’incenerimento dei rifiuti porterà benefici alla comunità, attraverso la produzione di energia elettrica, da immettere nella rete, e termica, offrendo riscaldamento invernale ai quartieri situati nelle prossimità di Case Passerini.

3.3.3 La mobilità pubblica e le nuove infrastrutture

[...] La tramvia, la cura del ferro, il sottoattraversamento della TAV e il conseguente potenziamento del servizio ferroviario metropolitano e regionale sono il segno del cambiamento necessario per combattere inquinamento e congestione delle strade accanto ad un grande investimento in tecnologia per la mobilità.

Accanto a questo, però, serve immaginare un sistema della mobilità pedonale e ciclabile che connetta la già sviluppata rete di piste ciclabili e consenta percorsi completi tra i centri della città anche immaginando la realizzazione di nuove passerelle pedonali sull'Arno.

Serve poi la realizzazione di un nuovo ponte sul fiume che colleghi le sponde del quartiere 4 e Le Piagge e un ridisegno della via Pistoiese tramite un nuovo tracciato o l’interramento di larghe parti di essa in modo da connettere i due tessuti urbani delle Piagge e dei centri storici di Peretola Brozzi e Quaracchi ora solcati dalla strada.

 

Tramvia e Alta Velocità: una nuova idea di città

Il completamento delle tre linee tramviarie, secondo i tracciati previsti, e l'estensione della rete ad altre zone della città e ai comuni limitrofi appare essenziale per definire il futuro sistema di mobilità su cui si fonda un'idea di città che vuole restituire strade, piazze, spazi pubblici, alla libera fruizione dei cittadini.Siamo consapevoli che il passaggio da Piazza Duomo rappresenta una criticità evidenziata anche dal referendum del febbraio scorso. Le possibili soluzioni alternative di percorso non sono però risultate tecnicamente praticabili. Abbiamo, comunque, limitato l'impatto visivo, prevedendo il passaggio della tramvia da Via Ceretani a Piazza San Marco, non utilizzando la rete elettrica aerea, ma l'energia fornita da apposite batterie. [...]

 

Il city airport e gli aeroportitoscani

Il futuro dello scalo di Peretola si inserisce anch’esso in questo mutato scenario. L’abbattimento del limes dell’Appennino renderà necessario ripensare il rapporto dello scalo “Vespucci” con il “Marconi” di Bologna, scegliendo tra competizione, alleanza o partnership.

[...] In ogni caso nessun modello di sviluppo del “Vespucci” potrà prescindere dalla necessaria riduzione dell’impatto dell’infrastruttura e degli aeromobili sugli abitati intorno all’aeroporto: la compatibilità ambientale dovrà essere il primo requisito di ogni azione che intenderemo predisporre.

Inoltre, il “Vespucci” dovràmantenere la caratteristica di city airport diretto a un pubblico di passeggeri business o turisti di alta qualità, mantenendo un numero di passeggeri compatibile con un tale tipo di aeroporto. In questa ottica, sarà valutata ogni ipotesi progettuale che abbia come obiettivo un miglioramento qualitativo dello scalo. [...]

 

3.5.4 Le politiche urbanistiche metropolitane

[...] L’obiettivo è il coordinamento delle strategie urbanistiche dei Comuni dell'area metropolitana ed il ricorso a modelli di governance condivisi nella consapevolezza che ogni scelta fiorentina ha ricadute metropolitane e viceversa. In questa ottica, ad esempio, il Parco della Piana diventa una risorsa imprescindibile della città di Firenze di cui l’area e il parco di Castello saranno in realtà una delle porte.

In questa ottica, il trasferimento dello stadio solleverà Campo di Marte da un peso non più sopportabile, consentendo la riqualificazione dell'area mediante un apposito progetto che individui funzioni di interesse locale e cittadino.

La possibile collocazione a Castello dello stadio sarà definita nell'ambito di una valutazione urbanistica metropolitana. [...]

 

3.5.5 Un piano straordinario per la casa

Negli ultimi anni il problema casa a Firenze si è aggravato con l’evidenziarsi dell’emergenza sfratti sempre più motivata dal fenomeno della morosità, dalla diminuita offerta di affitti, dalla pressione esercitata dagli studenti fuori sede, dai lavoratori impegnati nei cantieri lontani dalla residenza, dalle consistenti quantità dell’immigrazione comunitaria e non, dal turismo internazionale e dalla richiesta di abitazioni temporanee per i cosiddetti city users.

La risposta dell'edilizia residenziale pubblica è afflitta dalla difficoltà di inseguire le dinamiche del mercato immobiliare, dalla lunghezza dei tempi amministrativi e conseguentemente dalle modeste quantità messe a disposizione rispetto ai bisogni.

Per affrontare tale situazione occorre partire dall’imprescindibile legame delle politiche abitative con la programmazione territoriale, utilizzando appieno le possibilità offerte dall'urbanistica, facendo la scelta di condizionare la trasformazione urbana al prioritario soddisfacimento delle esigenze dell’abitazione sociale con proposte differenziate per i diversi bisogni che vanno dall'edilizia pubblica alla casa a prezzo e canone concordato, prevedendo che rimangano permanentemente nella disponibilità pubblica. 

Tale condizione, insieme ad una rinnovata e moderna attuazione dei tradizionali strumenti di programmazione dell’edilizia popolare, potrà consentirci di risolvere nell’arco di undecennio la questione abitativa in città. In questa ottica si propongono rinnovate forme per la realizzazione di alloggi a canone calmierato e concordato sostenuto da finanziamenti pubblici, con l’introduzione dell’obbligo per gli interventi privati di trasformazione urbana, di riservare il 20% della superficie all’edilizia convenzionata e all’istituzione del corrispondente ed alternativo fondo casa. [...]

 

3.6 Una città serena e sicura

La sicurezza e la legalità sono diritti di cittadinanza fondamentali e una delle condizioni di base per la vivibilità della città. L'inclusione sociale e le relative politiche di integrazione sono il presupposto da cui prendere le mosse per garantire e rendere effettivi questi diritti. [...]

La sicurezza deve tendere alla repressione dei comportamenti illegali ma non solo. Serve una forte azione di educazione alla legalità e alla convivenza, a partire dai giovani, dalle scuole, dalle realtà aggregative e associative, coinvolgendo il tessuto della città, per sviluppare e promuovere comportamenti che contribuiscono a costruire l’idea di una città più serena e sicura. In proposito è di fondamentale importanza stabilire un rapporto dialettico con le comunità di cittadini stranieri residenti a Firenze affinchè vi sia un flusso biunivoco di conoscenza e dialogo.

 

4.1 Il federalismo e la legge speciale

Il centro-sinistra fiorentino guarda con interesse al federalismo fiscale, ritenendo l’autonomia impositiva e finanziaria degli enti locali una positiva molla per lo sviluppo dei servizi erogati.

Continuiamo a credere che la possibilità di una contribuzione mirata agli “utilizzatori di Firenze” rappresenti un modo corretto e innovativo per portare risorse a una città vissuta da molti più cittadini di quelli che vi risiedono. Tale modalità rappresenta una condizione di equità e di giustizia che non contraddice lo sviluppo e non si contrappone alla domanda turistica. [...]

 

 

 

 

 






In lode del dubbio                                                               Moreno Biagioni, 24 novembre 2008

 

Penso che la discussione sviluppattasi in lista in questi ultimi giorni non abbia valenze soltanto personali e private, ma rivesta anche connotati politici che interessano tutte e tutti.

Ciò non toglie che in lista vi siano anche interventi inutili, talvolta volgari e offensivi, non evitabili però (a meno di non voler ricorrere ad una censura preventiva - esercitata da chi? e chi controllerebbe i controllori? ). Non resta che affidarsi alla capacità di ognuno di separare "il grano dal loglio".

Aggiungo pure, nel merito delle questioni sollevate, che andrebbe recuperato il senso del costruire interrogandosi - il "camminare domandando" degli zapatisti o anche l'attitudine a esercitare l'arte del dubbio (ricordate "In lode del dubbio" di Bertold Brecht ?) -, mentre intorno a noi sembrano prevalere le certezze assolute.

Ritengo di primaria importanza il processo costituente di una sinistra profondamente rinnovata che non si rinchiuda nei miti e nei fortini identitari ereditati dal passato.

Ma credo anche - e da qui derivano i dubbi sulle iniziative della Sinistra - che vada imboccata in proposito la strada giusta, avendo ben presenti alcuni presupposti irrinunciabili, e cioè:

- che il nuovo soggetto cresce insime alla elaborazione partecipata di un progetto condiviso;

- che i contenuti vengono prima degli organigrammi istituzionali;

- che i necessari rapporti con gli altri (con il PD in particolare), sia a livello locale che nazionale, possono venire soltanto dopo la definizione di un progetto;

- che alla base di tutto sta la ricerca, essenziale, di una riforma profonda del far politica (basata, appunto, sul rifiuto della separazione fra politici "professionisti" e cittadini comuni, sulla centralità dei contenuti, sulla partecipazione come dato costituente del soggetto a cui si intende dar vita);

- che il processo costitutivo deve rivolgersi a tutte e tutti, con tenacia, e individuando, comunque, iniziative (in grado di rafforzare, prioritariamente, l'opposizione, ad ogni livello, a Berlusconi ed al berlusconismo) che cerchino di coinvolgere anche chi non vi si riconosce o mantiene dubbi sulla sua validità (senza divisioni pregiudiziali fra buoni e cattivi);

- che la situazione attuale, di gravissima crisi, richiede un "di più" di indagine, di analisi, di elaborazione (in grado di mettere in campo tutte le energie e le risorse esistenti, in stretto collegamento con quanto nel sociale si sta muovendo, con creatività e con grande vigore).

Altrimenti ci si limita, come mi sembra si stia facendo, ad operazioni di piccolo cabotaggio che sono inutili, e perfino dannose, al di là della volontà dei promotori, rispetto al progetto di fondo.

In questo senso vanno le recenti tesi di Bertinotti, che perciò valuto positivamente (senza entrare nel merito dei giudizi sul personaggio e sui suoi comportamenti passati).

Per questo c'è una notevole amarezza in chi, come me, credeva, e crede, che sia estremamente importante, anzi indispensabile, procedere nel cammino della costruzione, a sinistra, di una nuova soggettività.

Come in passato il "compromesso storico" di Enrico Berlinguer  - progetto certamente criticabile (ed io fui fra quelli che non lo condividevano), ma indubbiamente di alto profilo -, divenne povera cosa (l'accordo ad ogni costo con i democristiani) nella pratica di molti drigenti comunisti periferici, così la Costituente di sinistra rischia di diventare la ricerca spasmodica, da parte degli attori locali, di un accordo purchessia con con il PD. E si tratterà, ancora una volta, di un'occasione sprecata.

Come afferma Gianfranco Tomassini, nel suo bell'intervento di qualche giorno fa, se non ci sono ancora progetto e soggetto, dal punto di vista elettorale, si può anche saltare un giro.

Assolutamente controproducente, perchè frutto evidente di un modo di concepire la politica proprio di quel ceto separato che si vorrebbe, e dovrebbe, superare, è la ricerca prioritaria, magari con il cappello in mano, di un posto a tavola. 

La grande utopia di una nuova sinistra non può certo nascere da qui.

Aggiungo che in ogni caso, non avendo alcuna posizione di potere, non ho da compiere alcun passo indietro (e non ho alcuna intenzione di ritirarmi sul Monte Athos - o in qualche altro eremo -).

Nonostante tutto, "continuon le combat", o, meglio ancora, proseguiamo nel nostro faticoso cammino.

Per Firenze, città Etica

 

Firenze è stata la città del Social Forum, una città aperta e accogliente. Prima ancora è stata una città cosmopolita capace di sperimentare pratiche sociali innovative e rispettose delle diversità; una città che si è battuta per la promozione dei diritti dei suoi cittadini e dei migranti che ha accolto. Una città capace con la sua storia e con la sua gente di svolgere una funzione educativa e quindi, poiché l’etica è parte essenziale di ogni educazione, Firenze è stata una città etica. Noi crediamo che nella sua anima lo sia ancora.

Lo crediamo nonostante l’immagine che viene fuori dagli ultimi avvenimenti legati alle vicende della piana di Castello. Può darsi non ci sia niente di “penalmente rilevante”. Può darsi che la creazione di un parco a Castello non sia la migliore soluzione. Che il “popolo” chieda solo sport, spettacolo e centri commerciali. Può darsi che sia normale trattare per telefono con costruttori e proprietari come fossero amici d'infanzia o colleghi d'affari. Può darsi che si faccia da molto tempo così.

Però non si può continuare in questo modo. Non si può, a meno che non si voglia definitivamente distruggere una qualunque idea decente di politica: anche solo l'idea di amministrazione come cura della polis e del bene collettivo. In queste vicende emerge chiara una filosofia del potere che è caratterizzata dalla gestione privatistica e clientelare della cosa pubblica. Può darsi che i profili di illegalità siano evanescenti. I protagonisti delle intercettazioni che abbiamo letto sembrano peraltro ben consapevoli di muoversi su un terreno border-line: ai limiti, ma forse non oltre una formale legalità. Ma il punto è che sono fuori da quella dimensione etica del fare politica che dovrebbe essere alla base di una gestione amministrativa trasparente e condivisa della cosa pubblica; lontani anni luce dall'idea di governare la città nell'interesse della città, nell’interesse di coloro che ci vivono oggi e di chi ci vivrà domani.

Si tratta di cambiare radicalmente la grammatica della politica. Occorre un progetto che riconosca come Firenze sia straordinariamente ricca di competenze e di relazioni, di creatività, di conoscenze in grado di produrre pensiero e pratiche di governo. Anche di autorappresentarsi. La forma e la pratica della democrazia e del governo devono aprirsi alla partecipazione collettiva, unico vero argine al clientelismo. Occorre imporre la massima trasparenza dell'amministrazione; garantire la correttezza delle attribuzioni di incarichi e consulenze sulla base di concorsi e graduatorie chiare e rigorose; impedire l'accumularsi di attribuzioni, partecipazioni e doppi incarichi istituzionali e in società private, con poche persone e tante parti da recitare in commedia. Occorre soprattutto che non sia possibile permanere a vita in ruoli istituzionali e di partito: che sia abolito quel professionismo della politica che la fa diventare identità, potere e reddito, confondendo controllori e controllati.

Chiediamo alla città, al suo corpo sociale, ai suoi cittadini, alle sue associazioni e alla sua classe politica una reazione, un gesto d’indignazione profonda, una volontà di rinascita. La questione etica deve essere il punto di partenza perché la politica sia portatrice di una proposta alternativa, perché il rapporto fra istituzioni e città passi attraverso il coinvolgimento di tutti e tutte, perché la legge ritrovi la sua funzione di garanzia dei diritti, nella prospettiva del loro allargamento.

Vogliamo ripartire da qui, da Firenze, per proporre una politica nuova, che sappia incanalare i singoli interessi in interessi comuni. Con nuove regole di trasparenza, partecipazione e controllo da parte della cittadinanza.

Firenze è un bene comune, di tutti coloro che ci vivono, ci lavorano e la amano. Chiediamo che torni ad aprirsi ai loro sogni e alla loro umanità.

A chi firmerà questo appello e a coloro che non lo condividono, ma riconoscono l’importanza in questo momento di un ampio dibattito su questi temi, proponiamo un appuntamento a gennaio, per discuterne insieme.



Primi firmatari: Andrea Bagni, Mara Baronti, Laura Bennati, Moreno Biagioni, Antonio Brancasi, Maurizio Brotini, Maria Grazia Campus, Giuliano Capecchi, Francesca Cavarocchi, Salvatore Cingari, Vezio De Lucia, Maurizio De Zordo, Tommaso Fattori, Luigi Ferraioli, Mercedes Frias, Domenico Gallo, Paul Ginsborg, Chiara Giunti, Francesco Indovina, Jacopo Landi, Alessandro Margara, Miriam Massai, Corrado Mauceri, Enzo Mazzi, Siliano Mollitti, Cinzia Niccolai, Luisa Petrucci, Anna Picciolini, Graziella Rumer Mori, Ayse Saracgil, Salvatore Tassinari, Massimo Torelli, Danilo Zolo



Comunità dell’isolotto

Firenze, domenica 18 dicembre 2009

 

Sorse anche una discussione su chi di loro poteva essere considerato il più grande

riflessioni di Carlo, Claudia, Luisella, Maurizio

con un contributo di Moreno Biagioni

 

 

 

Letture dal Vangelo

 

“Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. 3Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane". 4Ma egli rispose: "Sta scritto:Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".

Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto:Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede".

Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: “Non tentare il Signore Dio tuo".

Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: “Adora il Signore Dio tu e a lui solo rendi culto".

Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.

Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea 13e, lasciata Nàzaret, venne ad abitare a Cafàrnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata.

                                                                                 [Matteo, 4, 1-16]

 

 

 

“ Sorse anche una discussione su chi di loro poteva essere considerato il più grande. Egli disse : “I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così : ma chi è più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti, chi è il più grande, chi sta a tavola o chi serve ? Non è forse colui che sta a tavola ? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.”                                                                                                           

                                                                               [Luca, 22, 24-27] 

 

 

 

 

 

In una ottica di servizio abbiamo pensato potesse essere utile per tutti spiegare cosa è successo in questi ultimi mesi e settimane riguardo alle prossime elezioni a Sindaco di Firenze che si terranno a giugno, e in particolarealle Primarie di Coalizione del Centro sinistra.

 

 

 

Informazioni generali sulle Primarie di Coalizione del centro-sinistra

 

LE PRIMARIE: a Firenze si voterà per scegliere il candidato a Sindaco del Centrosinistra.

 

LE DATE, LUOGHI ed ORARI delle PRIMARIE: si voterà il 15 febbraio 2009. Se nessuno avrà ottenuto il 40% dei voti si tornerà a votare la domenica successiva (il 22 febbraio 2009 ) per il ballottaggio tra i due candidati più votati. 

 

 Si voterà presso i Circoli PD e le Case del Popolo

 

LA FORMULA DELLE PRIMARIE DI COALIZIONE:  saranno primarie di Coalizione, aperte cioè ai partiti che hanno sottoscritto il Programma di governo per la città (Partito democratico, Partito Socialista, Italia dei Valori, La Sinistra, Verdi ).

 

 

I CANDIDATI: al momento i candidati sono quattro. Per il PD: Daniela Lastri, Lapo Pistelli, e Matteo Renzi. Per La Sinistra il candidato è Eros Cruccolini.

 

LE REGOLE PER LE CANDIDATURE:  per candidarsi è necessario raccogliere 1000 firme da presentare entro il 25 gennaio 2009. Il PD non presenterà un proprio candidato ufficiale: Lastri, Pistelli e Renzi partecipano alla pari.

 

LA STESURA DEL PROGRAMMA: è stata preceduta da un lungo lavoro condotto nei vari Forum tematici (la partecipazione era aperta a tutti i cittadini interessati) che sono stati luoghi di discussione e confronto ed hanno svolto il ruolo di una prima elaborazione di proposte del programma delle elezioni amministrative. I materiali da loro prodotti sono stati sintetizzati in un documento che ha il titolo “Contributo dei forum alla realizzazione del programma per la città metropolitana”, consegnato al segretario cittadino, che ha formato un gruppo di lavoro composto da circa una ventina di persone e steso una bozza di programma. Dopo una serie di incontri di lavoro con i rappresentanti dei Forum e i coordinatori dei circoli, il programma è stato presentato nei vari quartieri in riunioni, aperte a tutti i cittadini, nelle quali sono state formulate osservazioni e proposte di modifiche, per giungere poi all’approvazione finale dell’ Assemblea Cittadina del Partito Democratico.

Quando si è manifestata la volontà di realizzare primarie di coalizione invece che di partito, quel programma è stato ridiscusso e modificato per essere condiviso da tutta la coalizione.

Tutti i candidati, se eletti, si sono impegnati a realizzarlo pienamente, elaborando ciascuno in campagna elettorale strategie e proposte operative, uniche personalizzazioni concesse sulla base delle quali gli elettori sono poi chiamati a scegliere il sindaco che maggiormente li rappresenta.

 

 

UN ESTRATTO DAL PROGRAMMA

 

Abbiamo pensato di estrapolare dal programma quadro del centro sinistra, il cui titolo è : “Firenze ci sta a cuore”, alcuni spunti per stimolare un confronto e una riflessione.

Le parti sottolineate sono quelle aggiunte negli incontri con i rappresentanti dei partiti che fanno parte della coalizione.

I capitoli del programma sono i seguenti :

1. Firenze, una comunità di persone

2. La nostra azione di governo, le trasformazioni della città

3. Le vocazioni della città

4. Le risorse e gli strumenti di governo

 

1.1 le primarie, un nuovo rapporto con i cittadini

Il centro-sinistra fiorentino dichiara di sancire con il seguente programma un patto di coalizione per il prossimo mandato amministrativo con l'obiettivo di proseguire la positiva esperienza di collaborazione maturata negli ultimi quindici anni di governo della città.

Tutti coloro che si candidano alle primarie di coalizione si impegnano a sottoscrivere e riconoscere questo accordo politico-programmatico e a valorizzare la coalizione in ogni sua parte, riconoscendo ad ogni forza politica il valore del proprio apporto politico, culturale e di governo.

[...]

A questa crisi di fiducia, [dei cittadini verso la politica e i partiti, NdR] il centro-sinistra fiorentino intende rispondere, impegnandosi ad un profondo rinnovamento della politica capace di intercettare la domanda di cambiamento, di legalità e di efficienza che sale con forza dalla società italiana e individuando nel metodo delle primarie uno degli strumenti più efficaci per aprirsi alla società, coinvolgendo direttamente i cittadini nelle scelte che contano.

Le primarie per la scelta del candidato Sindaco rappresentano un atto di fiducia nella città e offrono ai fiorentini un'occasione di partecipazione che non ha precedenti nella vita politica locale. Ma delineano anche un'idea di Firenze fondata sulla cittadinanza attiva e sul diretto coinvolgimento dei fiorentini nel governo della città. [...]

 

1.3 Le cittadinanze di Firenze : nuove forme di partecipazione

[...] L’impegno del Comune dovrà essere quello di promuovere percorsi di partecipazione che offrano ai cittadini regole certe e trasparenti, offrendo diverse tipologie di strumenti (dai laboratori di progettazione partecipata ai forum tematici, dal dibattito pubblico alla e-democracy, dalle assemblee deliberative al town‑meeting, ecc.), individuare i temi principali sui quali prevedere processi di coinvolgimento in tempi adeguati, assicurare i presupposti necessari per rendere efficace e dare senso all’impegno delle persone, a partire da un’informazione accessibile, completa e pluralista. [...]

 

2.0 Il bilancio infrastrutturale

Il decentramento di funzioni e servizi dal centro storico, la possibilità di far muovere la città da e verso queste funzioni disseminate sull’intero territorio metropolitano in modo efficiente e pulito resta una priorità dell’azione di governo.

Il completamento del sistema tramviario, la realizzazione dell’alta velocità con il sottoattraversamento e la conseguente attuazione del sistema di mobilità regionale su ferro rimangono i capisaldi della trasformazione urbana.

La terza corsia autostradale, la variante di valico e la previsione della circonvallazione nord nel Piano Strutturale corrispondono all'esigenza di allontanare dalle zone centrali il traffico privato di attraversamento e rendere così più fluido quello privato della città e di chi vi arriva anche grazie ad un aeroporto ampliato negli anni e giunto oggi a un punto di svolta.

 

3.0 Le vocazioni della città

L'integrazione e l'accoglienza rappresentano da sempre gli elementi distintivi della storia e dei valori della nostra città. Così dovrà essere anche in futuro soprattutto in una fase di crisi economica che avrà effetti pesanti sulla nostra società e sulle famiglie, in particolare su quelle più deboli, rendendo drammaticamente più facile l'emergere di nuove situazioni di disagio sociale ed economica.

La lotta alle disuguaglianze e alla povertà dovrà essere uno degli obiettivi prioritari e il nostro impegno si indirizzerà lungo due direttrici: l'aiuto materiale alle persone in difficoltà e lo sviluppo di percorsi di integrazione e inclusione sociale. A tal fine, un aspetto importante sarà rappresentato dal rapporto con le tante realtà associative del mondo del volontariato che, anche sul nostro territorio, lavorano quotidianamente a contatto con le marginalità sociali.

 

3.1 Promozione della salute e welfare di comunità

[...] Un buon livello di salute e benessere per tutti i cittadini non è solo un obiettivo di civiltà, ma rappresenta una risorsa importante per la vita della comunità, per il suo sviluppo e la coesione sociale. Le leve per innalzare questo livello sono molteplici. Bisogna agire sulle condizioni sociali e ambientali, sull’alimentazione e sugli stili di vita, promuovendo la pratica sportiva e il consumo responsabile. [...]

[...] L'idea di fondo, ormai acquisita dalle nostre politiche, è quella del welfare di comunità che richiede un largo coinvolgimento di attori e risorse del terzo settore. Questo ampio ventaglio dell’offerta e questa ricca trama di soggetti possono concorrere insieme a valorizzare l’apporto della sussidiarietà orizzontale e della programmazione integrata. [...]

 

3.1.3 le vecchie e nuove povertà

[...] La crisi economica e finanziaria internazionale di carattere strutturale che stiamo vivendo è destinata a consolidare le vecchie povertà e a generarne di nuove. Dal Dossier 2008 sulle povertà in Toscana, si rileva una crescita costante di persone che si trovano nella condizione di povertà assoluta a cui il Comune ha destinato risorse e servizi sempre maggiori nonostante i tagli sempre più pesanti del governo nazionale e la non piena valorizzazione della specificità fiorentina nella ripartizione dei fondi regionali.

 

Questa rete di sostegno ha indubbiamente svolto una funzione attrattiva da altri territori di persone in stato di assoluta indigenza convinti di poter ottenere a Firenze servizi altrove negati. Appare però evidente che tale fenomeno rischia di far saltare la possibilità di fornire servizi da parte dell’amministrazione comunale. Occorre quindi mettere in campo politiche regionali e metropolitane, destinando prioritariamente i contributi sociali alle persone non in grado per età e condizione di partecipare a percorsi di integrazione attiva.

Bisognerà altresì utilizzare forme di contributi sociali a carattere temporaneo connessi a progetti mirati di inserimento lavorativo e di autonomia abitativa. [...]

 

3.1.4 Le persone fragili

Una comunità solidale deve garantire il sostegno ai disabili per tutta la vita. I servizi di sollievo alle famiglie e di supporto alla domiciliarità dovranno arricchirsi dell'utilizzo di nuove tecnologie, incentivando la riqualificazione degli spazi, condizione necessaria per lo sviluppo e il mantenimento delle capacità residue e dell’autonomia personale. [...]

[...] L'invecchiamento della popolazione rappresenta una vera emergenza sociale. I servizi classici (RSA, assistenza domiciliare) non sono più in grado, anche in relazione alla scarsità di risorse, di far fronte in maniera sufficiente ai bisogni delle famiglie. Lo dimostra la crescita del mercato, per lo più sommerso, relativo alle assistenti familiari (badanti) rispetto alle quali il Comune dovrà garantire una sorta di certificazione di qualità, aiutando le famiglie nel reclutamento e nella formazione delle badanti stesse. [...]

L'obiettivo è quello di incentivare e qualificare le iniziative volte a mantenere l’anziano nella propria residenza, compreso il lavoro di cura familiare svolto dalle badanti, che comprenda forme di housing per anziani fragili e strutture intermedie che possano rappresentare un'alternativa al ricovero. [...]

 

3.3.2 Il ciclo dei rifiuti

Un corretto ciclo dei rifiuti prevede che l’impegno prioritario di ogni buona amministrazione sia di ridurre la produzione dei rifiuti, promuovendone il riuso e il riciclo, e di chiudere il processo all'interno della nostra area.

Il nostro principale impegno sarà, dunque, quello di raggiungere gli obiettivi previsti di riduzione e differenziazione dei rifiuti, accelerando in maniera netta la diffusione capillare delle buone pratiche a partire dalla raccolta porta a porta che si è dimostrata particolarmente efficace.

Di concerto con le istituzioni di livello superiore, si dovranno anche studiare forme di incentivazione dell’utilizzo, all'interno dei processi produttivi, delle materie derivate dal riciclo.

Al termine del ciclo, occorrono però gli impianti di smaltimento finale.

E' per questo che uno dei nostri impegni prioritari sarà la rapida realizzazione del termovalorizzatore, attuando gli impegni già assunti. Anche l’incenerimento dei rifiuti porterà benefici alla comunità, attraverso la produzione di energia elettrica, da immettere nella rete, e termica, offrendo riscaldamento invernale ai quartieri situati nelle prossimità di Case Passerini.

3.3.3 La mobilità pubblica e le nuove infrastrutture

[...] La tramvia, la cura del ferro, il sottoattraversamento della TAV e il conseguente potenziamento del servizio ferroviario metropolitano e regionale sono il segno del cambiamento necessario per combattere inquinamento e congestione delle strade accanto ad un grande investimento in tecnologia per la mobilità.

Accanto a questo, però, serve immaginare un sistema della mobilità pedonale e ciclabile che connetta la già sviluppata rete di piste ciclabili e consenta percorsi completi tra i centri della città anche immaginando la realizzazione di nuove passerelle pedonali sull'Arno.

Serve poi la realizzazione di un nuovo ponte sul fiume che colleghi le sponde del quartiere 4 e Le Piagge e un ridisegno della via Pistoiese tramite un nuovo tracciato o l’interramento di larghe parti di essa in modo da connettere i due tessuti urbani delle Piagge e dei centri storici di Peretola Brozzi e Quaracchi ora solcati dalla strada.

 

Tramvia e Alta Velocità: una nuova idea di città

Il completamento delle tre linee tramviarie, secondo i tracciati previsti, e l'estensione della rete ad altre zone della città e ai comuni limitrofi appare essenziale per definire il futuro sistema di mobilità su cui si fonda un'idea di città che vuole restituire strade, piazze, spazi pubblici, alla libera fruizione dei cittadini.Siamo consapevoli che il passaggio da Piazza Duomo rappresenta una criticità evidenziata anche dal referendum del febbraio scorso. Le possibili soluzioni alternative di percorso non sono però risultate tecnicamente praticabili. Abbiamo, comunque, limitato l'impatto visivo, prevedendo il passaggio della tramvia da Via Ceretani a Piazza San Marco, non utilizzando la rete elettrica aerea, ma l'energia fornita da apposite batterie. [...]

 

Il city airport e gli aeroportitoscani

Il futuro dello scalo di Peretola si inserisce anch’esso in questo mutato scenario. L’abbattimento del limes dell’Appennino renderà necessario ripensare il rapporto dello scalo “Vespucci” con il “Marconi” di Bologna, scegliendo tra competizione, alleanza o partnership.

[...] In ogni caso nessun modello di sviluppo del “Vespucci” potrà prescindere dalla necessaria riduzione dell’impatto dell’infrastruttura e degli aeromobili sugli abitati intorno all’aeroporto: la compatibilità ambientale dovrà essere il primo requisito di ogni azione che intenderemo predisporre.

Inoltre, il “Vespucci” dovràmantenere la caratteristica di city airport diretto a un pubblico di passeggeri business o turisti di alta qualità, mantenendo un numero di passeggeri compatibile con un tale tipo di aeroporto. In questa ottica, sarà valutata ogni ipotesi progettuale che abbia come obiettivo un miglioramento qualitativo dello scalo. [...]

 

3.5.4 Le politiche urbanistiche metropolitane

[...] L’obiettivo è il coordinamento delle strategie urbanistiche dei Comuni dell'area metropolitana ed il ricorso a modelli di governance condivisi nella consapevolezza che ogni scelta fiorentina ha ricadute metropolitane e viceversa. In questa ottica, ad esempio, il Parco della Piana diventa una risorsa imprescindibile della città di Firenze di cui l’area e il parco di Castello saranno in realtà una delle porte.

In questa ottica, il trasferimento dello stadio solleverà Campo di Marte da un peso non più sopportabile, consentendo la riqualificazione dell'area mediante un apposito progetto che individui funzioni di interesse locale e cittadino.

La possibile collocazione a Castello dello stadio sarà definita nell'ambito di una valutazione urbanistica metropolitana. [...]

 

3.5.5 Un piano straordinario per la casa

Negli ultimi anni il problema casa a Firenze si è aggravato con l’evidenziarsi dell’emergenza sfratti sempre più motivata dal fenomeno della morosità, dalla diminuita offerta di affitti, dalla pressione esercitata dagli studenti fuori sede, dai lavoratori impegnati nei cantieri lontani dalla residenza, dalle consistenti quantità dell’immigrazione comunitaria e non, dal turismo internazionale e dalla richiesta di abitazioni temporanee per i cosiddetti city users.

La risposta dell'edilizia residenziale pubblica è afflitta dalla difficoltà di inseguire le dinamiche del mercato immobiliare, dalla lunghezza dei tempi amministrativi e conseguentemente dalle modeste quantità messe a disposizione rispetto ai bisogni.

Per affrontare tale situazione occorre partire dall’imprescindibile legame delle politiche abitative con la programmazione territoriale, utilizzando appieno le possibilità offerte dall'urbanistica, facendo la scelta di condizionare la trasformazione urbana al prioritario soddisfacimento delle esigenze dell’abitazione sociale con proposte differenziate per i diversi bisogni che vanno dall'edilizia pubblica alla casa a prezzo e canone concordato, prevedendo che rimangano permanentemente nella disponibilità pubblica. 

Tale condizione, insieme ad una rinnovata e moderna attuazione dei tradizionali strumenti di programmazione dell’edilizia popolare, potrà consentirci di risolvere nell’arco di undecennio la questione abitativa in città. In questa ottica si propongono rinnovate forme per la realizzazione di alloggi a canone calmierato e concordato sostenuto da finanziamenti pubblici, con l’introduzione dell’obbligo per gli interventi privati di trasformazione urbana, di riservare il 20% della superficie all’edilizia convenzionata e all’istituzione del corrispondente ed alternativo fondo casa. [...]

 

3.6 Una città serena e sicura

La sicurezza e la legalità sono diritti di cittadinanza fondamentali e una delle condizioni di base per la vivibilità della città. L'inclusione sociale e le relative politiche di integrazione sono il presupposto da cui prendere le mosse per garantire e rendere effettivi questi diritti. [...]

La sicurezza deve tendere alla repressione dei comportamenti illegali ma non solo. Serve una forte azione di educazione alla legalità e alla convivenza, a partire dai giovani, dalle scuole, dalle realtà aggregative e associative, coinvolgendo il tessuto della città, per sviluppare e promuovere comportamenti che contribuiscono a costruire l’idea di una città più serena e sicura. In proposito è di fondamentale importanza stabilire un rapporto dialettico con le comunità di cittadini stranieri residenti a Firenze affinchè vi sia un flusso biunivoco di conoscenza e dialogo.

 

4.1 Il federalismo e la legge speciale

Il centro-sinistra fiorentino guarda con interesse al federalismo fiscale, ritenendo l’autonomia impositiva e finanziaria degli enti locali una positiva molla per lo sviluppo dei servizi erogati.

Continuiamo a credere che la possibilità di una contribuzione mirata agli “utilizzatori di Firenze” rappresenti un modo corretto e innovativo per portare risorse a una città vissuta da molti più cittadini di quelli che vi risiedono. Tale modalità rappresenta una condizione di equità e di giustizia che non contraddice lo sviluppo e non si contrappone alla domanda turistica. [...]

 

 

 

 

 






In lode del dubbio                                                               Moreno Biagioni, 24 novembre 2008

 

Penso che la discussione sviluppattasi in lista in questi ultimi giorni non abbia valenze soltanto personali e private, ma rivesta anche connotati politici che interessano tutte e tutti.

Ciò non toglie che in lista vi siano anche interventi inutili, talvolta volgari e offensivi, non evitabili però (a meno di non voler ricorrere ad una censura preventiva - esercitata da chi? e chi controllerebbe i controllori? ). Non resta che affidarsi alla capacità di ognuno di separare "il grano dal loglio".

Aggiungo pure, nel merito delle questioni sollevate, che andrebbe recuperato il senso del costruire interrogandosi - il "camminare domandando" degli zapatisti o anche l'attitudine a esercitare l'arte del dubbio (ricordate "In lode del dubbio" di Bertold Brecht ?) -, mentre intorno a noi sembrano prevalere le certezze assolute.

Ritengo di primaria importanza il processo costituente di una sinistra profondamente rinnovata che non si rinchiuda nei miti e nei fortini identitari ereditati dal passato.

Ma credo anche - e da qui derivano i dubbi sulle iniziative della Sinistra - che vada imboccata in proposito la strada giusta, avendo ben presenti alcuni presupposti irrinunciabili, e cioè:

- che il nuovo soggetto cresce insime alla elaborazione partecipata di un progetto condiviso;

- che i contenuti vengono prima degli organigrammi istituzionali;

- che i necessari rapporti con gli altri (con il PD in particolare), sia a livello locale che nazionale, possono venire soltanto dopo la definizione di un progetto;

- che alla base di tutto sta la ricerca, essenziale, di una riforma profonda del far politica (basata, appunto, sul rifiuto della separazione fra politici "professionisti" e cittadini comuni, sulla centralità dei contenuti, sulla partecipazione come dato costituente del soggetto a cui si intende dar vita);

- che il processo costitutivo deve rivolgersi a tutte e tutti, con tenacia, e individuando, comunque, iniziative (in grado di rafforzare, prioritariamente, l'opposizione, ad ogni livello, a Berlusconi ed al berlusconismo) che cerchino di coinvolgere anche chi non vi si riconosce o mantiene dubbi sulla sua validità (senza divisioni pregiudiziali fra buoni e cattivi);

- che la situazione attuale, di gravissima crisi, richiede un "di più" di indagine, di analisi, di elaborazione (in grado di mettere in campo tutte le energie e le risorse esistenti, in stretto collegamento con quanto nel sociale si sta muovendo, con creatività e con grande vigore).

Altrimenti ci si limita, come mi sembra si stia facendo, ad operazioni di piccolo cabotaggio che sono inutili, e perfino dannose, al di là della volontà dei promotori, rispetto al progetto di fondo.

In questo senso vanno le recenti tesi di Bertinotti, che perciò valuto positivamente (senza entrare nel merito dei giudizi sul personaggio e sui suoi comportamenti passati).

Per questo c'è una notevole amarezza in chi, come me, credeva, e crede, che sia estremamente importante, anzi indispensabile, procedere nel cammino della costruzione, a sinistra, di una nuova soggettività.

Come in passato il "compromesso storico" di Enrico Berlinguer  - progetto certamente criticabile (ed io fui fra quelli che non lo condividevano), ma indubbiamente di alto profilo -, divenne povera cosa (l'accordo ad ogni costo con i democristiani) nella pratica di molti drigenti comunisti periferici, così la Costituente di sinistra rischia di diventare la ricerca spasmodica, da parte degli attori locali, di un accordo purchessia con con il PD. E si tratterà, ancora una volta, di un'occasione sprecata.

Come afferma Gianfranco Tomassini, nel suo bell'intervento di qualche giorno fa, se non ci sono ancora progetto e soggetto, dal punto di vista elettorale, si può anche saltare un giro.

Assolutamente controproducente, perchè frutto evidente di un modo di concepire la politica proprio di quel ceto separato che si vorrebbe, e dovrebbe, superare, è la ricerca prioritaria, magari con il cappello in mano, di un posto a tavola. 

La grande utopia di una nuova sinistra non può certo nascere da qui.

Aggiungo che in ogni caso, non avendo alcuna posizione di potere, non ho da compiere alcun passo indietro (e non ho alcuna intenzione di ritirarmi sul Monte Athos - o in qualche altro eremo -).

Nonostante tutto, "continuon le combat", o, meglio ancora, proseguiamo nel nostro faticoso cammino.

Per Firenze, città Etica

 

Firenze è stata la città del Social Forum, una città aperta e accogliente. Prima ancora è stata una città cosmopolita capace di sperimentare pratiche sociali innovative e rispettose delle diversità; una città che si è battuta per la promozione dei diritti dei suoi cittadini e dei migranti che ha accolto. Una città capace con la sua storia e con la sua gente di svolgere una funzione educativa e quindi, poiché l’etica è parte essenziale di ogni educazione, Firenze è stata una città etica. Noi crediamo che nella sua anima lo sia ancora.

Lo crediamo nonostante l’immagine che viene fuori dagli ultimi avvenimenti legati alle vicende della piana di Castello. Può darsi non ci sia niente di “penalmente rilevante”. Può darsi che la creazione di un parco a Castello non sia la migliore soluzione. Che il “popolo” chieda solo sport, spettacolo e centri commerciali. Può darsi che sia normale trattare per telefono con costruttori e proprietari come fossero amici d'infanzia o colleghi d'affari. Può darsi che si faccia da molto tempo così.

Però non si può continuare in questo modo. Non si può, a meno che non si voglia definitivamente distruggere una qualunque idea decente di politica: anche solo l'idea di amministrazione come cura della polis e del bene collettivo. In queste vicende emerge chiara una filosofia del potere che è caratterizzata dalla gestione privatistica e clientelare della cosa pubblica. Può darsi che i profili di illegalità siano evanescenti. I protagonisti delle intercettazioni che abbiamo letto sembrano peraltro ben consapevoli di muoversi su un terreno border-line: ai limiti, ma forse non oltre una formale legalità. Ma il punto è che sono fuori da quella dimensione etica del fare politica che dovrebbe essere alla base di una gestione amministrativa trasparente e condivisa della cosa pubblica; lontani anni luce dall'idea di governare la città nell'interesse della città, nell’interesse di coloro che ci vivono oggi e di chi ci vivrà domani.

Si tratta di cambiare radicalmente la grammatica della politica. Occorre un progetto che riconosca come Firenze sia straordinariamente ricca di competenze e di relazioni, di creatività, di conoscenze in grado di produrre pensiero e pratiche di governo. Anche di autorappresentarsi. La forma e la pratica della democrazia e del governo devono aprirsi alla partecipazione collettiva, unico vero argine al clientelismo. Occorre imporre la massima trasparenza dell'amministrazione; garantire la correttezza delle attribuzioni di incarichi e consulenze sulla base di concorsi e graduatorie chiare e rigorose; impedire l'accumularsi di attribuzioni, partecipazioni e doppi incarichi istituzionali e in società private, con poche persone e tante parti da recitare in commedia. Occorre soprattutto che non sia possibile permanere a vita in ruoli istituzionali e di partito: che sia abolito quel professionismo della politica che la fa diventare identità, potere e reddito, confondendo controllori e controllati.

Chiediamo alla città, al suo corpo sociale, ai suoi cittadini, alle sue associazioni e alla sua classe politica una reazione, un gesto d’indignazione profonda, una volontà di rinascita. La questione etica deve essere il punto di partenza perché la politica sia portatrice di una proposta alternativa, perché il rapporto fra istituzioni e città passi attraverso il coinvolgimento di tutti e tutte, perché la legge ritrovi la sua funzione di garanzia dei diritti, nella prospettiva del loro allargamento.

Vogliamo ripartire da qui, da Firenze, per proporre una politica nuova, che sappia incanalare i singoli interessi in interessi comuni. Con nuove regole di trasparenza, partecipazione e controllo da parte della cittadinanza.

Firenze è un bene comune, di tutti coloro che ci vivono, ci lavorano e la amano. Chiediamo che torni ad aprirsi ai loro sogni e alla loro umanità.

A chi firmerà questo appello e a coloro che non lo condividono, ma riconoscono l’importanza in questo momento di un ampio dibattito su questi temi, proponiamo un appuntamento a gennaio, per discuterne insieme.



Primi firmatari: Andrea Bagni, Mara Baronti, Laura Bennati, Moreno Biagioni, Antonio Brancasi, Maurizio Brotini, Maria Grazia Campus, Giuliano Capecchi, Francesca Cavarocchi, Salvatore Cingari, Vezio De Lucia, Maurizio De Zordo, Tommaso Fattori, Luigi Ferraioli, Mercedes Frias, Domenico Gallo, Paul Ginsborg, Chiara Giunti, Francesco Indovina, Jacopo Landi, Alessandro Margara, Miriam Massai, Corrado Mauceri, Enzo Mazzi, Siliano Mollitti, Cinzia Niccolai, Luisa Petrucci, Anna Picciolini, Graziella Rumer Mori, Ayse Saracgil, Salvatore Tassinari, Massimo Torelli, Danilo Zolo