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domenica 30 marzo 2008

Legge di Iniziativa Popolare

Trattati internazionali, basi e servitù militari


Appello per il sostegno della Legge di Iniziativa Popolare sui «Trattati internazionali, basi e servitù militari»



Noi Firmatari del seguente appello ci rivolgiamo a tutte e tutti coloro che hanno a cuore il Ripudio della guerra iscritto nella Costituzione Italiana e che per renderlo operativo vogliono avviare concrete politiche di disarmo.



Oggi, infatti, la presenza ormai invasiva e intollerabile, di numerosissime installazioni militari, a cui vengono asservite le esigenze vitali della società civile, è collegata, per ragioni materiali e geopolitiche all’uso offensivo degli armamenti contro altri popoli ed alle complicità generali del nostro paese nella guerra globale, come ha mostrato in questi anni l’uso delle basi del nostro paese per sferrare attacchi di guerra come quelli contro la Serbia, l’Iraq, l’Afghanistan ed ancora l’Iraq, in un quadro di riproposizione della logica neocoloniale e di occupazione militare dei territori. Dunque una battaglia per il disarmo e per la smilitarizzazione dei territori è una concreta battaglia contro la guerra e per rompere le complicità dell’Italia con chi conduce la guerra globale facendo anche uso di armi di distruzione di massa.



Per questi obiettivi si muove la campagna a sostegno della Legge di iniziativa Popolare sui trattati internazionali, basi militari e servitù militari: una legge-quadro che affronta la questione degli accordi militari stabilendo alcuni punti inderogabili che attuino concretamente l’art. 11 della Costituzione e rendano operativi in Italia i Trattati firmati dalla stessa Italia per la messa al bando delle armi di distruzione di massa ( da quello sulla nonproliferazione nucleare, a quello sulla messa al bando delle armi chimiche e batteriologiche, a quello di Ottawa sulle mine anti-persona).



I punti inderogabili che pone questa legge sono:




  1. la desecretazione di tutti gli accordi militari e l’obbligo di ratifica parlamentare;



  2. il divieto di ratifica di ogni accordo militare che preveda sotto varie forme la guerra di aggressione ( dal deposito e installazione di armi di distruzione di massa alle alleanze con paesi che prevedano l’uso di armi di distruzione di massa o missioni militari di aggressione contro paesi terzi, all’acquisto e produzione di armi offensive, alla ricerca nel campo bellico);



  3. la riconversione delle strutture militari in strutture civili, stabilendo un termine massimo di dieci anni per ogni struttura militare già esistente;



  4. l’adeguamento delle strutture militari esistenti alla normativa di tutela ambientale, stabilendo nel contempo il parere favorevole vincolante degli enti locali;



  5. la sospensione dei progetti in corso di nuove installazioni militari o ampliamenti delle basi militari esistenti .





I PROMOTORI DI QUESTA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE VOGLIONO OTTENERE GRADATAMENTE LA LIBERAZIONE DEI TERRITORI DEL NOSTRO PAESE DALLA PRESENZA DI PESANTI SERVITU’ MILITARI SOTTOFORMA DI BASI MILITARI, CAMPI DI ESERCITAZIONE SIA MARINI CHE TERRESTRI, DEPOSITO E TRANSITO DI ARMAMENTI, USO DI INFRASTRUTTURE CIVILI A SCOPO MILITARE, USO MILITARE DEI PORTI MERCANTILI CON ATTRACCO DI NATANTI NUCLEARI, AEROPORTI E LUOGHI DI STOCCAGGIO DI ARMI DA GUERRA.



L’entrata in vigore di questa legge segnerebbe una svolta concreta verso il disarmo e la smilitarizzazione dei territori. Per questo invitiamo a firmare e a far firmare questa proposta di legge, sostenendo in questo modo la campagna contro la guerra, per il disarmo e la pace.



Primi firmatari dell’appello:

Adesioni individuali:

Tommaso Di Francesco, Angelo Mastrandrea, Fausto Pellegrini, Manlio Dinucci, Gino Strada, Teresa Sarti Strada, Alex Zanotelli, Lucio Manisco, Giulietto Chiesa, Marinella Correggia, Franco Ottaviano, Angelo Baracca, don Vitaliano Della Sala, Giovanni Franzoni, Sancia Caetani (Scienziate/i contro la guerra) , Gigi Malabarba, Fernando Rossi, Giorgio Gattei ( economista), Salvatore Cannavò, Franco Turigliatto, Paolo Sabatini, Giorgio Cremaschi, Pierpaolo Leonardi, Luciano Benini (fisico), Roy Paci (musicista), Stephanie Westbrook (U.S. citizens for peace and justice), Luciano Vasapollo, Vauro, Don Andrea Gallo, Dario Fo, Franca Rame, Nicola Cipolla, Franco Borghi, Alberto L'Abate, Margherita Hack (astrofisica), Enzo Mazzi (Comunità dell'Isolotto Firenze),Giuseppe Coscione(Comunità Cristiana di Base - Genova), Maurizio Nazzaretto( scultore), Vittorio Agnoletto, Luisa Morgantini, Adriana Zarri (teologa),Giuliano Montaldo ( regista), Ascanio Celestini (attore), Silvio Soldini (regista), Antonio Balletta ( teologo), Piero Bernocchi, Valerio Gennaro (epidemiologo-Commissione uranio impoverito), Massimo Réndina ( ANPI), Nando Simeone, Monia Benini, Sergio Ruggeri, Edoardo Magnone (chimico), Paola Turci (cantante).



Inoltre hanno aderito le seguenti sigle collettive: Attac Italia, Emergency, Megachip, Ass. Naz. Giuristi Democratici, Partito Umanista, Sinistra Critica, WILPFF-Italia, Comitato «Via le truppe», Comitato per la pace X Municipio-Roma, Coordinamento per l'unità dei comunisti, Le assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia, Movimento politico dei cittadini, Ass. Culturale Punto Rosso-Jesi, Cepes-Palermo, Coordinamento Artisti «ARTE PER», Berretti Bianchi-Onlus, Rete per la globalizzazione dei diritti ( Ge), Centro ligure di documentazione per la pace, Comitato per la pace Rachel Corrie (Ge), Unione Democratica Arabo – Palestinese, Consulta Per La Pace Del Comune Di Jesi, Segreteria MIR-MN Piemonte e Valle d'Aosta.




Per aderire inviare una mail a: legge.popolare.basi@gmail.com



Trovato qui

Legge di Iniziativa Popolare

Trattati internazionali, basi e servitù militari


Appello per il sostegno della Legge di Iniziativa Popolare sui «Trattati internazionali, basi e servitù militari»



Noi Firmatari del seguente appello ci rivolgiamo a tutte e tutti coloro che hanno a cuore il Ripudio della guerra iscritto nella Costituzione Italiana e che per renderlo operativo vogliono avviare concrete politiche di disarmo.



Oggi, infatti, la presenza ormai invasiva e intollerabile, di numerosissime installazioni militari, a cui vengono asservite le esigenze vitali della società civile, è collegata, per ragioni materiali e geopolitiche all’uso offensivo degli armamenti contro altri popoli ed alle complicità generali del nostro paese nella guerra globale, come ha mostrato in questi anni l’uso delle basi del nostro paese per sferrare attacchi di guerra come quelli contro la Serbia, l’Iraq, l’Afghanistan ed ancora l’Iraq, in un quadro di riproposizione della logica neocoloniale e di occupazione militare dei territori. Dunque una battaglia per il disarmo e per la smilitarizzazione dei territori è una concreta battaglia contro la guerra e per rompere le complicità dell’Italia con chi conduce la guerra globale facendo anche uso di armi di distruzione di massa.



Per questi obiettivi si muove la campagna a sostegno della Legge di iniziativa Popolare sui trattati internazionali, basi militari e servitù militari: una legge-quadro che affronta la questione degli accordi militari stabilendo alcuni punti inderogabili che attuino concretamente l’art. 11 della Costituzione e rendano operativi in Italia i Trattati firmati dalla stessa Italia per la messa al bando delle armi di distruzione di massa ( da quello sulla nonproliferazione nucleare, a quello sulla messa al bando delle armi chimiche e batteriologiche, a quello di Ottawa sulle mine anti-persona).



I punti inderogabili che pone questa legge sono:




  1. la desecretazione di tutti gli accordi militari e l’obbligo di ratifica parlamentare;



  2. il divieto di ratifica di ogni accordo militare che preveda sotto varie forme la guerra di aggressione ( dal deposito e installazione di armi di distruzione di massa alle alleanze con paesi che prevedano l’uso di armi di distruzione di massa o missioni militari di aggressione contro paesi terzi, all’acquisto e produzione di armi offensive, alla ricerca nel campo bellico);



  3. la riconversione delle strutture militari in strutture civili, stabilendo un termine massimo di dieci anni per ogni struttura militare già esistente;



  4. l’adeguamento delle strutture militari esistenti alla normativa di tutela ambientale, stabilendo nel contempo il parere favorevole vincolante degli enti locali;



  5. la sospensione dei progetti in corso di nuove installazioni militari o ampliamenti delle basi militari esistenti .





I PROMOTORI DI QUESTA LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE VOGLIONO OTTENERE GRADATAMENTE LA LIBERAZIONE DEI TERRITORI DEL NOSTRO PAESE DALLA PRESENZA DI PESANTI SERVITU’ MILITARI SOTTOFORMA DI BASI MILITARI, CAMPI DI ESERCITAZIONE SIA MARINI CHE TERRESTRI, DEPOSITO E TRANSITO DI ARMAMENTI, USO DI INFRASTRUTTURE CIVILI A SCOPO MILITARE, USO MILITARE DEI PORTI MERCANTILI CON ATTRACCO DI NATANTI NUCLEARI, AEROPORTI E LUOGHI DI STOCCAGGIO DI ARMI DA GUERRA.



L’entrata in vigore di questa legge segnerebbe una svolta concreta verso il disarmo e la smilitarizzazione dei territori. Per questo invitiamo a firmare e a far firmare questa proposta di legge, sostenendo in questo modo la campagna contro la guerra, per il disarmo e la pace.



Primi firmatari dell’appello:

Adesioni individuali:

Tommaso Di Francesco, Angelo Mastrandrea, Fausto Pellegrini, Manlio Dinucci, Gino Strada, Teresa Sarti Strada, Alex Zanotelli, Lucio Manisco, Giulietto Chiesa, Marinella Correggia, Franco Ottaviano, Angelo Baracca, don Vitaliano Della Sala, Giovanni Franzoni, Sancia Caetani (Scienziate/i contro la guerra) , Gigi Malabarba, Fernando Rossi, Giorgio Gattei ( economista), Salvatore Cannavò, Franco Turigliatto, Paolo Sabatini, Giorgio Cremaschi, Pierpaolo Leonardi, Luciano Benini (fisico), Roy Paci (musicista), Stephanie Westbrook (U.S. citizens for peace and justice), Luciano Vasapollo, Vauro, Don Andrea Gallo, Dario Fo, Franca Rame, Nicola Cipolla, Franco Borghi, Alberto L'Abate, Margherita Hack (astrofisica), Enzo Mazzi (Comunità dell'Isolotto Firenze),Giuseppe Coscione(Comunità Cristiana di Base - Genova), Maurizio Nazzaretto( scultore), Vittorio Agnoletto, Luisa Morgantini, Adriana Zarri (teologa),Giuliano Montaldo ( regista), Ascanio Celestini (attore), Silvio Soldini (regista), Antonio Balletta ( teologo), Piero Bernocchi, Valerio Gennaro (epidemiologo-Commissione uranio impoverito), Massimo Réndina ( ANPI), Nando Simeone, Monia Benini, Sergio Ruggeri, Edoardo Magnone (chimico), Paola Turci (cantante).



Inoltre hanno aderito le seguenti sigle collettive: Attac Italia, Emergency, Megachip, Ass. Naz. Giuristi Democratici, Partito Umanista, Sinistra Critica, WILPFF-Italia, Comitato «Via le truppe», Comitato per la pace X Municipio-Roma, Coordinamento per l'unità dei comunisti, Le assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia, Movimento politico dei cittadini, Ass. Culturale Punto Rosso-Jesi, Cepes-Palermo, Coordinamento Artisti «ARTE PER», Berretti Bianchi-Onlus, Rete per la globalizzazione dei diritti ( Ge), Centro ligure di documentazione per la pace, Comitato per la pace Rachel Corrie (Ge), Unione Democratica Arabo – Palestinese, Consulta Per La Pace Del Comune Di Jesi, Segreteria MIR-MN Piemonte e Valle d'Aosta.




Per aderire inviare una mail a: legge.popolare.basi@gmail.com



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domenica 23 marzo 2008

Pasqua 2008


Pasqua 2008





Comunità dell’Isolotto - Firenze




PASQUA:

la tradizione


Recuperiamo la tradizione cristiana della Pasqua riflettendo sugli aspetti simbolici e significanti di questa nostra cultura. La liturgia pasquale si presenta come un’opera teatrale, una sceneggiata (in senso positivo), una drammatizzazione condotta secondo una regia frutto di una precisa dimensione culturale di chi la propone. Non è questo uno sminuire questa nostra tradizione, anzi noi questa mattina vogliamo valorizzarla.


Fare memoria: nell’arco di una settimana si fa memoria del vissuto di un personaggio fondante del cristianesimo: Gesù e del suo messaggio, attraverso gesti e parole che narrano avvenimenti tratti dai Vangeli. Di qui le sacre rappresentazioni popolari della settimana santa.

La liturgia fa propria la cultura popolare di interpretare e rappresentare la realtà attraverso simboli, gesti, parole, canti, … fa proprio il bisogno che l’umanità ha sempre espresso fin dai tempi dei tempi di comprendere ed interpretare la realtà e il senso della vita. Dire questo non significa diminuire la sacralità della liturgia, perché sacra è la vita.


Uso dei simboli: valorizzare la memoria del cammino dell’umanità, delle sue riflessioni e scoperte, comunicare attraverso simboli significanti la realtà, i vissuti , le intuizioni: l’acqua, la luce, il seme (il grano germogliato), l’ulivo, l’uovo fecondo, il pane.

Queste ed altre simbologie fanno parte di una cultura che appartiene a tutte le religione e all’umanità nel suo insieme e che noi ritroviamo ancora oggi nella liturgia pasquale.


La festa: la convivialità, la gioia, la festa ,il canto, la danza, la musica, il dono appartengono alla cultura di tutti i popoli , esprimono e comunicano speranza, ottimismo, energia vitale, valorizzazione delle relazioni positive, esperienze e vissuti gratificanti ed alternativi alla pesantezza della vita quotidiana.

 

Pasqua:

i simboli oggi


Questa mattina facciamo nostra la liturgia cristiana riscoprendone la dimensione antropologica ma anche reinterpretandone il contenuto ed il messaggio nel segno dell’attualità della nostra cultura e del cammino creativo di ciascuno di noi e della comunità umana nel suo insieme.


* L’acqua: attualmente il tema dell’acqua costituisce un motivo di approfondimento di consapevolezze, di seria preoccupazione e affrontarlo richiede l’impegno personale e collettivo di ciascuno di noi, fare presente questa mattina l’acqua come elemento fondante della vita dell’uomo e per la salvaguardia del futuro dell’umanità ,vuole essere l’invito ad impegnarci individualmente e collettivamente, perché su questo si gioca il futuro dell’uomo.

Raccogliamo acqua in un contenitore, compiamo un gesto


* La luce:

- luce come energia vitale preziosa per la sopravvivenza dell’umanità

- luce come dimensione della conoscenza e della crescita della consapevolezza

- luce come capacità per l’uomo di vedere, di scoprire e percorrere un cammino già segnato

   da altri prima di noi

Accendiamo una luce , diamo un nostro contributo affinché ogni luce, tante luci che si incontrano aiutino l’umanità tutta a percorre il proprio cammino verso un mondo migliore


PASQUA:

resurrezione e profezia


Vangelo di Marco Capitolo 16, 1-8


Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: “Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro? ”. Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”. Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.

 

da Rigor vitæ, raccolta di pesie di Michele Ranchetti


Precipita la vita nella sorte / della non vita da cui viene / e si confronta a quel nulla / la misura del vivere: il morire


da L’anima e il suo destino di Vito Mancuso)


La nostra situazione è caratterizzata dal fatto che non sappiamo nulla sulla vita oltre la morte, semplicemenete la crediamo o non la crediamo………

Non sapendo nulla sulla vita futura in sé e per sé, i cristiani di oggi basano tutto sulla risurrezione di Cristo, dicendo che lui è risorto, e come sarà la nostra vita dopo la morte ce lo dirà lui quando ci accoglierà di là. Ma di là dove? Un tempo si diceva in cielo. II cielo è sempre stato una delle metafore privilegiate per parlare del divino. "I cieli e la terra sono pieni della sua bellezza", si cantava nell' antico Egitto con parole poi passate nei Salmi di Israele e da qui nella Messa cattolica dove rivivono ogni giorno col canto del Santo……Un tempo, dunque, per contrassegnare il mondo divino si parlava di cielo, e anche oggi in verità si continua a parlare di cielo, e anche oggi ogni giorno i cristiani si rivolgono a Dio dicendo "Padre nostro che sei nei cieli". La differenza, però, è che questa espressione, che prima aveva un senso preciso, oggi non ce l'ha più. Un tempo Aristotele poteva insegnare che il cielo era composto di una sostanza speciale detta etere, la quinta essenza, e quindi era del tutto diverso rispetto alla terra coi suoi classici quattro elementi. II cielo era eterno e incorruttibile, la terra sottoposta al divenire e alla corruzione. In questo contesto l'affermazione del cielo come sede degli Dei non rischiava di apparire una pia proiezione del sentimento, ma era perfettamente sostenibile, in quanto fondata sulla fisica. All'interno di quella cosmologia era allo stesso modo possibile ritenere che un corpo umano, per particolare favore divino, potesse accedere alla dimensione fisica dell'incorruttibilità celeste.

Oggi, però, si sa che quel cielo composto di un quinto elemento speciale non esiste, si sa che non c'è nessun etere, e quindi nessun firmamento, nessun luogo fermo dove poggiare con sicurezza i piedi del corpo umano risorto. Dove sono allora, in questo preciso momento, i corpi di Cristo e della Madonna che la fede cattolica proclama già ora essere in cielo? E dove andranno i nostri quando, come stabilisce la più antica professione della fede cristiana detta Simbolo apostolico, avverrà "la risurrezione della carne"? …….. Il cardinale Camillo Ruini ha dichiarato che l'escatologia cristiana non può "rimanere agganciata a schemi cosmologici ormai da gran tempo superati".Sono d'accordo.  Eppure, ogni volta che si celebra l'ascensione di Cristo o l'assunzione della Madonna, questi schemi cosmologici superati vengono continuamente riproposti.

Io sostengo, al contrario, che l'anima è immortale in sé e che è solo su questa base che un evento come la risurrezione di Gesù può diventare storicamente reale, non cioè come contrapposizione o addirittura negazione delle leggi dell' essere creato, ma come loro potenziamento, come compimento di quella tensione verso la vita che le pervade fin dall'inizio. Se Gesù è risorto, non può essere andato contro le leggi create dal Padre, anzi create dal Padre mediante lui stesso, se sono vere le affermazioni del Nuovo Testamento che ne fanno il mediatore della creazione…….Se la risurrezione c'è davvero stata, non può essere avvenuta contro le leggi di natura poste da Dio, ma solo approfondendole, portandole alla perfezione, sviscerandole in tutte le immanenti potenzialità. La risurrezione di Gesù non inaugura una nuova dimensione dell' essere, ma essa stessa è stata possibile solo perché, ontologicamente, la possibilità di una vita oltre la morte esisteva già, contenuta nel seno stesso dell' essere scaturito dal divino atto creativo.

Che Gesù sia risorto, del resto, è un' affermazione su cui c'è ben poco da dire, solo prendere o lasciare, e sul suo significato per noi mi soffermerò in seguito. Già qui non posso però fare a meno di chiedermi come sia possibile che tutta l'immensa vicenda umana dipenda da un singolo evento. Ma Dio, il Padre di tutti gli uomini, non avrebbe potuto trovare qualcosa di più chiaro e di più sicuro per aiutare i suoi figli alle prese con l'immenso problema della vita e della morte? E soprattutto, non avrebbe potuto trovarlo prima, visto che la risurrezione è avvenuta solo duemila anni fa? ………..Se poi aggiungiamo il fatto che oggi, su sei miliardi di uomini, più di due terzi non sono cristiani e quindi non accettano la risurrezione di Gesù quale soluzione al problema della morte?…… la necessità di un' altra via si impone……….

Sulla risurrezione di Cristo

Non posso concludere questo capitolo sulla salvezza dell'anima senza esprimere il mio pensiero sulla risurrezione di Gesù. La domanda che faccio a me stesso, visto che"dobbiamo sempre cercare l'avversario in noi stessi", è la seguente: c'è una differenza tra la risurrezione di Gesù e il destino di tutti gli esseri umani che giungono all'immortalità dell' anima? A Gesù, quella notte di duemila anni fa, è accaduto qualcosa di diverso, oppure no?

Qui la mia teologia si comporta come le donne alle quali era stata annunciata la risurrezione, secondo quanto racconta il finale autentico del Vangelo di Marco: "Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura" (Marco 16,8)……………….

….io penso che la risurrezione della carne del corpo umano di Gesù possa essere vista, in quanto perfezione del microcosmo, come il simbolo reale di un destino di eternità che riguarda anche il mondo. La risurrezione del corpo di Gesù è come una prefigurazione della salvezza del mondo materiale, non nella sua materia spaziale che nell' eternità senza tempo e senza spazio non potrà sussistere, ma nelle sue idee. In che modo, Dio solo lo sa.

L'ascensione al cielo, infatti, non è altro che l'immagine meno inadeguata che la mente degli uomini di duemila anni fa ha saputo trovare per dire l'ingresso nella dimensione dell' essere eterno, senza tempo e senza spazio, l'essere come spirito, l'essere divino…..

È difficile pensare lo spirito, ma di certo esso non è un ente materiale. lo si può pensare come energia del tutto attualizzata, senza più alcuna potenzialità inespressa, atto puro……lo spirito è fuori del tempo e dello spazio, è ovunque ed è sempre.

…..Occorre pensare al corpo risorto di Gesù non secondo grossolane categorie materialistiche, ma secondo le categorie ontologiche che spettano correttamente all' eterno. Occorre, cioè, pensarlo come Idea. ……Se il mondo materiale è energia, l'Idea la si deve pensare come ciò che dà forma a tale energia, secondo una disposizione sempre più ordinata.


Pasqua oggi:

la profezia/annuncio di resurrezione


La comunità discute e si esprime in un incontro in piazza sul tema della profezia e il muro. Rileggiamo in chiave di “annuncio di resurrezione” gli interventi ed i messaggi espressi da i tanti presenti allora, compresi alcuni che non sono più fisicamente con noi: Benedetta – Mariapia – Giselda – Renato – Oda – Raffaello - Nunzia- ……e molti altri.


 (leggiamo in cerchio)


La profezia è carisma ed espressione di un servizio, quindi è responsabilità, non è privilegio, perché il profeta è sempre incompreso, perseguitato, scacciato, non ascoltato.


La comunicazione profetica, nella Bibbia, si compone sempre di parole e fatti. I profeti non parlano soltanto ma compiono gesti.


La profezia è impegno a riflettere, per comprendere in profondità, per progettare con razionalità autentica.


La profezia è intuizione, riflessione, socializzazione testimonianza.....

Dunque è prima responsabilità e poi dono.


Profezia non è preveggenza. E' molto più vicina ad una "traccia" per interpretare la realtà, una chiave di interpretazione della realtà che può riguardare la fede o altri aspetti della vita.


Profezia è come un canocchiale che ti fa vedere più in là.


Comprendo e constato la difficoltà a portare la profezia nella vita quotidiana.


Per comunicare un messaggio non bastano le parole. Le parole non riescono ad esprimere tutti i contenuti che vorrei comunicare. La limitatezza del linguaggio non permette di comprendere un messaggio fatto di sole parole.


La profezia è, secondo me, l'intuizione di leggi universali. Queste, calate nella reltà, possono podurre effetti pratici positivi. La profezia è la percezione di alcune leggi immanenti e la loro applicazione al contingente.


Profezia è riuscire a capire in che modo si può attaccare l'ostacolo, IL MURO che ci impedisce di comunicare; oppure come si può trasformarlo in strumento di comunicazione.


Si devono abbandonare le concezioni individualistiche e leaderistiche della profezia, a cui si aderisce affidandosi passivamente.


Le religioni hanno avuto origine da profezie positive e liberatorie... la chiesa è diventata un muro...si è trasformata in scatole...in prigione.


Quale forza profetica esprimono parole e gesti di donne in tutto il mondo!

donne per la pace...donne per la vita...donne per l'amore....

Dobbiamo riappropriarci dell'autorevolezza che ci appartiene per affermare la nostra profezia di silenzi e di gesti Dobbiamo anche riappropriarci della parola per affermare la nostra profezia


Ogni persona è profeta, ogni persona possiede il carisma della profezia. Ogni persona è per l'altra portatrice di messaggi, di coerenze, di testimonianze profetiche. Ogni TU che mi sta di fronte è un profeta perché mi arricchisce, mi presenta aspetti sconosciuti della mia stessa realtà e della vita.

Ed io sono profeta per l'altro, su un piano di parità, nella valorizzazione delle specificità di ognuno.


La profezia è spesso conflittuale, perché il messaggio dell' "altro" sconvolge il mio "io", scombussola i miei piani, mi costringe a rimettermi in discussione. Per questo la profezia è difficile da accogliere e accettare.


La profezia è sempre comunitaria, perché è essenzialmente rapporto, comunicazione, dare e ricevere.


Per me la profezia nasce anche dal desiderio di ideali che ciascuno/a si porta dentro. La profezia può essere un modo per dare uno sbocco positivo di denuncia, di speranza, d'impegno, alla frustrazione che deriva dal non vedere realizzati quegli ideali.


La carica di ideali che sono in noi ci spinge ad andare oltre la frustrazione che ci viene da una realtà ancora tanto distante da quegli stessi ideali.

 

Pasqua oggi:

la convivialità


(lettura comune)


Oggi Facciamo memoria della resurrezione di Cristo

come passaggio da un’identità parziale e limitata

ad una pluralità che abita tutti gli uomini, tutto l’universo.

Oggi la nostra vita si anima sempre più di voci e di identità diverse,

la molteplicità dei cammini ci fa incontraredonne e uomini, bambine e bambini,

diversi come noi,

che chiedono la parola, esigono riconoscimento, occupano spazi,

innovano linguaggi, pensieri, comportamenti, tradizioni.

La presenza delle differenze che esiste da sempre

si è oggi arricchita di nuovi volti e di saperi “altri”.

Una società plurale e democratica ci impegna ad andare oltre l’esistente,

a superare il conformismo e l’omologazione,

a de-costruire e ri-costruire le storie e le memorie,

i tempi e gli spazi, gli incontri e gli scambi.

Una società interculturale non è l’evoluzione spontanea e naturale del presente,

ma è il risultato di un impegno intenzionale e condiviso,

che va pensato, progettato, organizzato,

affermando l’uguaglianza di tutte le persone, il valore di tutte le culture,

l’interazione, la reciprocità, la convivenza nel suo pieno significato.

Questo ci sembra oggi il messaggio

che scaturisce dalla narrazione della morte e resurrezione di Gesù

come ci è stata comunicata dalle prime comunità cristiane:

“……perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto….”

In questo spirito facciamo anche la memoria dell’ultima cena

consumata con i suoi apostoli e apostole,

quando mentre era a tavola prese del pane, lo spezzò, lo diede loro dicendo:

prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo;

poi, preso un bicchiere, rese grazie

e lo diede loro dicendo: questo è il mio sangue che viene sparso per tutti i popoli.


Invochiamo lo Spirito che attraverso la nostra responsabilità trasformi parole e segni in fatti coerenti di vita quotidiana.

Condividiamo con gioia la sacralità e la profezia contenute in questo pane,

in questo vino prodotti con amore,

in queste piccole piante fiorite che portiamo a casa

in ricordo di questa ora serena e vitale trascorsa insieme,

annunciando la resurrezione di Cristo

e di tutte le donne e gli uomini di qualsiasi fede, religione, cultura

che popolano il mondo.

Pasqua 2008


Pasqua 2008





Comunità dell’Isolotto - Firenze




PASQUA:

la tradizione


Recuperiamo la tradizione cristiana della Pasqua riflettendo sugli aspetti simbolici e significanti di questa nostra cultura. La liturgia pasquale si presenta come un’opera teatrale, una sceneggiata (in senso positivo), una drammatizzazione condotta secondo una regia frutto di una precisa dimensione culturale di chi la propone. Non è questo uno sminuire questa nostra tradizione, anzi noi questa mattina vogliamo valorizzarla.


Fare memoria: nell’arco di una settimana si fa memoria del vissuto di un personaggio fondante del cristianesimo: Gesù e del suo messaggio, attraverso gesti e parole che narrano avvenimenti tratti dai Vangeli. Di qui le sacre rappresentazioni popolari della settimana santa.

La liturgia fa propria la cultura popolare di interpretare e rappresentare la realtà attraverso simboli, gesti, parole, canti, … fa proprio il bisogno che l’umanità ha sempre espresso fin dai tempi dei tempi di comprendere ed interpretare la realtà e il senso della vita. Dire questo non significa diminuire la sacralità della liturgia, perché sacra è la vita.


Uso dei simboli: valorizzare la memoria del cammino dell’umanità, delle sue riflessioni e scoperte, comunicare attraverso simboli significanti la realtà, i vissuti , le intuizioni: l’acqua, la luce, il seme (il grano germogliato), l’ulivo, l’uovo fecondo, il pane.

Queste ed altre simbologie fanno parte di una cultura che appartiene a tutte le religione e all’umanità nel suo insieme e che noi ritroviamo ancora oggi nella liturgia pasquale.


La festa: la convivialità, la gioia, la festa ,il canto, la danza, la musica, il dono appartengono alla cultura di tutti i popoli , esprimono e comunicano speranza, ottimismo, energia vitale, valorizzazione delle relazioni positive, esperienze e vissuti gratificanti ed alternativi alla pesantezza della vita quotidiana.

 

Pasqua:

i simboli oggi


Questa mattina facciamo nostra la liturgia cristiana riscoprendone la dimensione antropologica ma anche reinterpretandone il contenuto ed il messaggio nel segno dell’attualità della nostra cultura e del cammino creativo di ciascuno di noi e della comunità umana nel suo insieme.


* L’acqua: attualmente il tema dell’acqua costituisce un motivo di approfondimento di consapevolezze, di seria preoccupazione e affrontarlo richiede l’impegno personale e collettivo di ciascuno di noi, fare presente questa mattina l’acqua come elemento fondante della vita dell’uomo e per la salvaguardia del futuro dell’umanità ,vuole essere l’invito ad impegnarci individualmente e collettivamente, perché su questo si gioca il futuro dell’uomo.

Raccogliamo acqua in un contenitore, compiamo un gesto


* La luce:

- luce come energia vitale preziosa per la sopravvivenza dell’umanità

- luce come dimensione della conoscenza e della crescita della consapevolezza

- luce come capacità per l’uomo di vedere, di scoprire e percorrere un cammino già segnato

   da altri prima di noi

Accendiamo una luce , diamo un nostro contributo affinché ogni luce, tante luci che si incontrano aiutino l’umanità tutta a percorre il proprio cammino verso un mondo migliore


PASQUA:

resurrezione e profezia


Vangelo di Marco Capitolo 16, 1-8


Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: “Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro? ”. Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”. Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.

 

da Rigor vitæ, raccolta di pesie di Michele Ranchetti


Precipita la vita nella sorte / della non vita da cui viene / e si confronta a quel nulla / la misura del vivere: il morire


da L’anima e il suo destino di Vito Mancuso)


La nostra situazione è caratterizzata dal fatto che non sappiamo nulla sulla vita oltre la morte, semplicemenete la crediamo o non la crediamo………

Non sapendo nulla sulla vita futura in sé e per sé, i cristiani di oggi basano tutto sulla risurrezione di Cristo, dicendo che lui è risorto, e come sarà la nostra vita dopo la morte ce lo dirà lui quando ci accoglierà di là. Ma di là dove? Un tempo si diceva in cielo. II cielo è sempre stato una delle metafore privilegiate per parlare del divino. "I cieli e la terra sono pieni della sua bellezza", si cantava nell' antico Egitto con parole poi passate nei Salmi di Israele e da qui nella Messa cattolica dove rivivono ogni giorno col canto del Santo……Un tempo, dunque, per contrassegnare il mondo divino si parlava di cielo, e anche oggi in verità si continua a parlare di cielo, e anche oggi ogni giorno i cristiani si rivolgono a Dio dicendo "Padre nostro che sei nei cieli". La differenza, però, è che questa espressione, che prima aveva un senso preciso, oggi non ce l'ha più. Un tempo Aristotele poteva insegnare che il cielo era composto di una sostanza speciale detta etere, la quinta essenza, e quindi era del tutto diverso rispetto alla terra coi suoi classici quattro elementi. II cielo era eterno e incorruttibile, la terra sottoposta al divenire e alla corruzione. In questo contesto l'affermazione del cielo come sede degli Dei non rischiava di apparire una pia proiezione del sentimento, ma era perfettamente sostenibile, in quanto fondata sulla fisica. All'interno di quella cosmologia era allo stesso modo possibile ritenere che un corpo umano, per particolare favore divino, potesse accedere alla dimensione fisica dell'incorruttibilità celeste.

Oggi, però, si sa che quel cielo composto di un quinto elemento speciale non esiste, si sa che non c'è nessun etere, e quindi nessun firmamento, nessun luogo fermo dove poggiare con sicurezza i piedi del corpo umano risorto. Dove sono allora, in questo preciso momento, i corpi di Cristo e della Madonna che la fede cattolica proclama già ora essere in cielo? E dove andranno i nostri quando, come stabilisce la più antica professione della fede cristiana detta Simbolo apostolico, avverrà "la risurrezione della carne"? …….. Il cardinale Camillo Ruini ha dichiarato che l'escatologia cristiana non può "rimanere agganciata a schemi cosmologici ormai da gran tempo superati".Sono d'accordo.  Eppure, ogni volta che si celebra l'ascensione di Cristo o l'assunzione della Madonna, questi schemi cosmologici superati vengono continuamente riproposti.

Io sostengo, al contrario, che l'anima è immortale in sé e che è solo su questa base che un evento come la risurrezione di Gesù può diventare storicamente reale, non cioè come contrapposizione o addirittura negazione delle leggi dell' essere creato, ma come loro potenziamento, come compimento di quella tensione verso la vita che le pervade fin dall'inizio. Se Gesù è risorto, non può essere andato contro le leggi create dal Padre, anzi create dal Padre mediante lui stesso, se sono vere le affermazioni del Nuovo Testamento che ne fanno il mediatore della creazione…….Se la risurrezione c'è davvero stata, non può essere avvenuta contro le leggi di natura poste da Dio, ma solo approfondendole, portandole alla perfezione, sviscerandole in tutte le immanenti potenzialità. La risurrezione di Gesù non inaugura una nuova dimensione dell' essere, ma essa stessa è stata possibile solo perché, ontologicamente, la possibilità di una vita oltre la morte esisteva già, contenuta nel seno stesso dell' essere scaturito dal divino atto creativo.

Che Gesù sia risorto, del resto, è un' affermazione su cui c'è ben poco da dire, solo prendere o lasciare, e sul suo significato per noi mi soffermerò in seguito. Già qui non posso però fare a meno di chiedermi come sia possibile che tutta l'immensa vicenda umana dipenda da un singolo evento. Ma Dio, il Padre di tutti gli uomini, non avrebbe potuto trovare qualcosa di più chiaro e di più sicuro per aiutare i suoi figli alle prese con l'immenso problema della vita e della morte? E soprattutto, non avrebbe potuto trovarlo prima, visto che la risurrezione è avvenuta solo duemila anni fa? ………..Se poi aggiungiamo il fatto che oggi, su sei miliardi di uomini, più di due terzi non sono cristiani e quindi non accettano la risurrezione di Gesù quale soluzione al problema della morte?…… la necessità di un' altra via si impone……….

Sulla risurrezione di Cristo

Non posso concludere questo capitolo sulla salvezza dell'anima senza esprimere il mio pensiero sulla risurrezione di Gesù. La domanda che faccio a me stesso, visto che"dobbiamo sempre cercare l'avversario in noi stessi", è la seguente: c'è una differenza tra la risurrezione di Gesù e il destino di tutti gli esseri umani che giungono all'immortalità dell' anima? A Gesù, quella notte di duemila anni fa, è accaduto qualcosa di diverso, oppure no?

Qui la mia teologia si comporta come le donne alle quali era stata annunciata la risurrezione, secondo quanto racconta il finale autentico del Vangelo di Marco: "Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura" (Marco 16,8)……………….

….io penso che la risurrezione della carne del corpo umano di Gesù possa essere vista, in quanto perfezione del microcosmo, come il simbolo reale di un destino di eternità che riguarda anche il mondo. La risurrezione del corpo di Gesù è come una prefigurazione della salvezza del mondo materiale, non nella sua materia spaziale che nell' eternità senza tempo e senza spazio non potrà sussistere, ma nelle sue idee. In che modo, Dio solo lo sa.

L'ascensione al cielo, infatti, non è altro che l'immagine meno inadeguata che la mente degli uomini di duemila anni fa ha saputo trovare per dire l'ingresso nella dimensione dell' essere eterno, senza tempo e senza spazio, l'essere come spirito, l'essere divino…..

È difficile pensare lo spirito, ma di certo esso non è un ente materiale. lo si può pensare come energia del tutto attualizzata, senza più alcuna potenzialità inespressa, atto puro……lo spirito è fuori del tempo e dello spazio, è ovunque ed è sempre.

…..Occorre pensare al corpo risorto di Gesù non secondo grossolane categorie materialistiche, ma secondo le categorie ontologiche che spettano correttamente all' eterno. Occorre, cioè, pensarlo come Idea. ……Se il mondo materiale è energia, l'Idea la si deve pensare come ciò che dà forma a tale energia, secondo una disposizione sempre più ordinata.


Pasqua oggi:

la profezia/annuncio di resurrezione


La comunità discute e si esprime in un incontro in piazza sul tema della profezia e il muro. Rileggiamo in chiave di “annuncio di resurrezione” gli interventi ed i messaggi espressi da i tanti presenti allora, compresi alcuni che non sono più fisicamente con noi: Benedetta – Mariapia – Giselda – Renato – Oda – Raffaello - Nunzia- ……e molti altri.


 (leggiamo in cerchio)


La profezia è carisma ed espressione di un servizio, quindi è responsabilità, non è privilegio, perché il profeta è sempre incompreso, perseguitato, scacciato, non ascoltato.


La comunicazione profetica, nella Bibbia, si compone sempre di parole e fatti. I profeti non parlano soltanto ma compiono gesti.


La profezia è impegno a riflettere, per comprendere in profondità, per progettare con razionalità autentica.


La profezia è intuizione, riflessione, socializzazione testimonianza.....

Dunque è prima responsabilità e poi dono.


Profezia non è preveggenza. E' molto più vicina ad una "traccia" per interpretare la realtà, una chiave di interpretazione della realtà che può riguardare la fede o altri aspetti della vita.


Profezia è come un canocchiale che ti fa vedere più in là.


Comprendo e constato la difficoltà a portare la profezia nella vita quotidiana.


Per comunicare un messaggio non bastano le parole. Le parole non riescono ad esprimere tutti i contenuti che vorrei comunicare. La limitatezza del linguaggio non permette di comprendere un messaggio fatto di sole parole.


La profezia è, secondo me, l'intuizione di leggi universali. Queste, calate nella reltà, possono podurre effetti pratici positivi. La profezia è la percezione di alcune leggi immanenti e la loro applicazione al contingente.


Profezia è riuscire a capire in che modo si può attaccare l'ostacolo, IL MURO che ci impedisce di comunicare; oppure come si può trasformarlo in strumento di comunicazione.


Si devono abbandonare le concezioni individualistiche e leaderistiche della profezia, a cui si aderisce affidandosi passivamente.


Le religioni hanno avuto origine da profezie positive e liberatorie... la chiesa è diventata un muro...si è trasformata in scatole...in prigione.


Quale forza profetica esprimono parole e gesti di donne in tutto il mondo!

donne per la pace...donne per la vita...donne per l'amore....

Dobbiamo riappropriarci dell'autorevolezza che ci appartiene per affermare la nostra profezia di silenzi e di gesti Dobbiamo anche riappropriarci della parola per affermare la nostra profezia


Ogni persona è profeta, ogni persona possiede il carisma della profezia. Ogni persona è per l'altra portatrice di messaggi, di coerenze, di testimonianze profetiche. Ogni TU che mi sta di fronte è un profeta perché mi arricchisce, mi presenta aspetti sconosciuti della mia stessa realtà e della vita.

Ed io sono profeta per l'altro, su un piano di parità, nella valorizzazione delle specificità di ognuno.


La profezia è spesso conflittuale, perché il messaggio dell' "altro" sconvolge il mio "io", scombussola i miei piani, mi costringe a rimettermi in discussione. Per questo la profezia è difficile da accogliere e accettare.


La profezia è sempre comunitaria, perché è essenzialmente rapporto, comunicazione, dare e ricevere.


Per me la profezia nasce anche dal desiderio di ideali che ciascuno/a si porta dentro. La profezia può essere un modo per dare uno sbocco positivo di denuncia, di speranza, d'impegno, alla frustrazione che deriva dal non vedere realizzati quegli ideali.


La carica di ideali che sono in noi ci spinge ad andare oltre la frustrazione che ci viene da una realtà ancora tanto distante da quegli stessi ideali.

 

Pasqua oggi:

la convivialità


(lettura comune)


Oggi Facciamo memoria della resurrezione di Cristo

come passaggio da un’identità parziale e limitata

ad una pluralità che abita tutti gli uomini, tutto l’universo.

Oggi la nostra vita si anima sempre più di voci e di identità diverse,

la molteplicità dei cammini ci fa incontraredonne e uomini, bambine e bambini,

diversi come noi,

che chiedono la parola, esigono riconoscimento, occupano spazi,

innovano linguaggi, pensieri, comportamenti, tradizioni.

La presenza delle differenze che esiste da sempre

si è oggi arricchita di nuovi volti e di saperi “altri”.

Una società plurale e democratica ci impegna ad andare oltre l’esistente,

a superare il conformismo e l’omologazione,

a de-costruire e ri-costruire le storie e le memorie,

i tempi e gli spazi, gli incontri e gli scambi.

Una società interculturale non è l’evoluzione spontanea e naturale del presente,

ma è il risultato di un impegno intenzionale e condiviso,

che va pensato, progettato, organizzato,

affermando l’uguaglianza di tutte le persone, il valore di tutte le culture,

l’interazione, la reciprocità, la convivenza nel suo pieno significato.

Questo ci sembra oggi il messaggio

che scaturisce dalla narrazione della morte e resurrezione di Gesù

come ci è stata comunicata dalle prime comunità cristiane:

“……perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto….”

In questo spirito facciamo anche la memoria dell’ultima cena

consumata con i suoi apostoli e apostole,

quando mentre era a tavola prese del pane, lo spezzò, lo diede loro dicendo:

prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo;

poi, preso un bicchiere, rese grazie

e lo diede loro dicendo: questo è il mio sangue che viene sparso per tutti i popoli.


Invochiamo lo Spirito che attraverso la nostra responsabilità trasformi parole e segni in fatti coerenti di vita quotidiana.

Condividiamo con gioia la sacralità e la profezia contenute in questo pane,

in questo vino prodotti con amore,

in queste piccole piante fiorite che portiamo a casa

in ricordo di questa ora serena e vitale trascorsa insieme,

annunciando la resurrezione di Cristo

e di tutte le donne e gli uomini di qualsiasi fede, religione, cultura

che popolano il mondo.

mercoledì 19 marzo 2008

Vita e morte

Vita e morte



Associazione LiberaUscita    Centro Culturale Protestante”P.M.Vermigli”

    via Genova 24, Roma       via A. Manzoni 21, Firenze


Problematiche di fine vita : tra testamento biologico e diritto alla eutanasia

Presentazione del libro “ Non sono un assassino “ di Frédéric Chaussoy

Il caso “Welby-Riccio” francese




Introduzione : Meri Negrelli, Responsabile di LiberaUscita toscana


Relatori : Mario Riccio, Specialista in Anestesia e Rianimazione, Cremona

      Giancarlo Fornari, Presidente di LiberaUscita, Roma

      Mariella Orsi, Vice-Presidente Commissione Regionale di Bioetica, Firenze


Moderatore :

 Marco Ricca, Presidente del Centro Culturale Protestante “P.M.Vermigli”, Firenze


Firenze, via A. Manzoni 19/A  -  sabato 5 aprile 2008 ore 17:00


  Invito


Scheda illustrativa 


Vincent Humbert, ventiduenne, da 3 anni tenuto artificialmente in vita dopo uno scontro con un camion, tetraplegico, muto e quasi cieco, con l’aiuto del pollice riesce a dettare una supplica al Presidente Chirac-Le chiedo il diritto di morire-che commuoverà la Francia. Questo libro è la drammatica autodifesa di Frédéric Chaussoy, medico responsabile del Servizio di Rianimazione dell’Ospedale Elio-Marittimo di Berck-sur-Mer, che insieme alla madre di Vincent ha accolto le invocazioni del giovane. Incriminati per omicidio, nel 2006 entrambi verranno prosciolti per aver agito per motivi di particolare valore umano e sociale.

In quei momenti cruciali il dr.Chaussoy si era interrogato a lungo, ma poi  aveva fatto la scelta che riteneva giusta senza curarsi delle possibili conseguenze. Non è il caso - si era domandato –d i fermarsi nella lotta contro la morte la morte quando si è prolungato troppo, innaturalmente, una vita che è diventata solo una tragica condanna? Non bisogna, forse, essere dotati di un amore enorme per la vita per trovare il coraggio di metter fine ad una vita che non è più tale?

Come scrive nella prefazione all’edizione italiana Mario Riccio, il medico che ha assistito Piergiorgio Welby nella fase terminale della sua vita e che è stato protagonista - anche sul piano giudiziario - di una vicenda praticamente analoga a quella del dr.Chaussoy “ è un testo forte ,crudo,diretto. Non si perde intorno al problema ma lo affronta direttamente. Così come non poteva non fare un medico dell’emergenza. Un libro che va alle radici del difficile dibattito sulle ragioni della vita e della morte”.


Vita e morte

Vita e morte



Associazione LiberaUscita    Centro Culturale Protestante”P.M.Vermigli”

    via Genova 24, Roma       via A. Manzoni 21, Firenze


Problematiche di fine vita : tra testamento biologico e diritto alla eutanasia

Presentazione del libro “ Non sono un assassino “ di Frédéric Chaussoy

Il caso “Welby-Riccio” francese




Introduzione : Meri Negrelli, Responsabile di LiberaUscita toscana


Relatori : Mario Riccio, Specialista in Anestesia e Rianimazione, Cremona

      Giancarlo Fornari, Presidente di LiberaUscita, Roma

      Mariella Orsi, Vice-Presidente Commissione Regionale di Bioetica, Firenze


Moderatore :

 Marco Ricca, Presidente del Centro Culturale Protestante “P.M.Vermigli”, Firenze


Firenze, via A. Manzoni 19/A  -  sabato 5 aprile 2008 ore 17:00


  Invito


Scheda illustrativa 


Vincent Humbert, ventiduenne, da 3 anni tenuto artificialmente in vita dopo uno scontro con un camion, tetraplegico, muto e quasi cieco, con l’aiuto del pollice riesce a dettare una supplica al Presidente Chirac-Le chiedo il diritto di morire-che commuoverà la Francia. Questo libro è la drammatica autodifesa di Frédéric Chaussoy, medico responsabile del Servizio di Rianimazione dell’Ospedale Elio-Marittimo di Berck-sur-Mer, che insieme alla madre di Vincent ha accolto le invocazioni del giovane. Incriminati per omicidio, nel 2006 entrambi verranno prosciolti per aver agito per motivi di particolare valore umano e sociale.

In quei momenti cruciali il dr.Chaussoy si era interrogato a lungo, ma poi  aveva fatto la scelta che riteneva giusta senza curarsi delle possibili conseguenze. Non è il caso - si era domandato –d i fermarsi nella lotta contro la morte la morte quando si è prolungato troppo, innaturalmente, una vita che è diventata solo una tragica condanna? Non bisogna, forse, essere dotati di un amore enorme per la vita per trovare il coraggio di metter fine ad una vita che non è più tale?

Come scrive nella prefazione all’edizione italiana Mario Riccio, il medico che ha assistito Piergiorgio Welby nella fase terminale della sua vita e che è stato protagonista - anche sul piano giudiziario - di una vicenda praticamente analoga a quella del dr.Chaussoy “ è un testo forte ,crudo,diretto. Non si perde intorno al problema ma lo affronta direttamente. Così come non poteva non fare un medico dell’emergenza. Un libro che va alle radici del difficile dibattito sulle ragioni della vita e della morte”.


martedì 18 marzo 2008




VINCERE L'IDEOLOGIA DELLA PAURA PER COSTRUIRE PARTECIPAZIONE


 di Enzo Mazzi


Le consultazioni elettorali hanno sempre qualcosa di sconcertante: usano un codice espressivo spietatamente binario: vincitori/vinti, sì/no, bianco/nero, di qua/di là. E questo dover tagliare col coltello è impietoso per chi ama la complessità dell’esistenza sia personale che sociale. Questa volta però allo sconcerto per così dire strutturale dovuto alla tecnica elettorale si aggiunge uno sconcerto ben più inquietante. Ci troviamo di fronte a una incredibile persistente ampiezza del consenso verso un sistema autoritario, per non dire dittatoriale, di gestire la cosa pubblica, quale si è rivelato il sistema berlusconiano. Così nacque il fascismo. Così ora può nascere qualcosa che gli somiglia molto.


Continua qui



 




VINCERE L'IDEOLOGIA DELLA PAURA PER COSTRUIRE PARTECIPAZIONE


 di Enzo Mazzi


Le consultazioni elettorali hanno sempre qualcosa di sconcertante: usano un codice espressivo spietatamente binario: vincitori/vinti, sì/no, bianco/nero, di qua/di là. E questo dover tagliare col coltello è impietoso per chi ama la complessità dell’esistenza sia personale che sociale. Questa volta però allo sconcerto per così dire strutturale dovuto alla tecnica elettorale si aggiunge uno sconcerto ben più inquietante. Ci troviamo di fronte a una incredibile persistente ampiezza del consenso verso un sistema autoritario, per non dire dittatoriale, di gestire la cosa pubblica, quale si è rivelato il sistema berlusconiano. Così nacque il fascismo. Così ora può nascere qualcosa che gli somiglia molto.


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domenica 16 marzo 2008

Il popolo americano e l'Iraq






Brenda Porster, nata a Filadelfia, Laureata alla Colombia University di New York, in Italia da vari decenni, di ritorno da una recente visita negli Stati Uniti, parla alle baracche verdi domenica mattina 16 marzo. Nel suo discorso si fondono analisi storiche ed esperienze personali di vita vissuta. In Italia da 40 anni, attivista del gruppo "Stunitensi contro la guerra".  Un bell'incontro.


Breve profilo

Brenda Porster è nata a Filadelphia, USA dove si è laureata in Storia moderna, per poi perfezionarsi in Lettere inglesi e comparate alla Columbia University di New York. Trasferitasi a Firenze, per molti anni ha insegnato lingua e letteratura inglese nelle scuole superiori italiane. Attualmente insegna inglese presso le Università di Bologna e Firenze. Le sue traduzioni e poesie sono pubblicate in diverse riviste e siti web all'estero e in Italia. Una sezione dell'antologia Furori (ed.Avagliano, 2002) è dedicata alle sue poesie in inglese, con traduzione di Andrea Sirotti.


Tre sue poesie

Il popolo americano e l'Iraq






Brenda Porster, nata a Filadelfia, Laureata alla Colombia University di New York, in Italia da vari decenni, di ritorno da una recente visita negli Stati Uniti, parla alle baracche verdi domenica mattina 16 marzo. Nel suo discorso si fondono analisi storiche ed esperienze personali di vita vissuta. In Italia da 40 anni, attivista del gruppo "Stunitensi contro la guerra".  Un bell'incontro.


Breve profilo

Brenda Porster è nata a Filadelphia, USA dove si è laureata in Storia moderna, per poi perfezionarsi in Lettere inglesi e comparate alla Columbia University di New York. Trasferitasi a Firenze, per molti anni ha insegnato lingua e letteratura inglese nelle scuole superiori italiane. Attualmente insegna inglese presso le Università di Bologna e Firenze. Le sue traduzioni e poesie sono pubblicate in diverse riviste e siti web all'estero e in Italia. Una sezione dell'antologia Furori (ed.Avagliano, 2002) è dedicata alle sue poesie in inglese, con traduzione di Andrea Sirotti.


Tre sue poesie

Ecclesial fascismo

Ecclesial fascismo


ecclesial fascismo


 


 


No comment

Ecclesial fascismo

Ecclesial fascismo


ecclesial fascismo


 


 


No comment

5 per mille

Cinque per mille



Centro Educativo Popolare - Comunità dell’Isolotto


Via Aceri 1 - 50142 Firenze - tel.+fax 055711362 -  comis@videosoft.it


codice fiscale 94003470484.


A tutti i nostri amici


Da molti anni la Comunità dell’Isolotto ha fondato, come voi sapete, un’Associazione di volontariato, ONLUS, che si chiama Centro Educativo Popolare (C.E.P.), per le attività sociali e culturali: laboratorio Kimeta delle donne rom, residenza anagrafica a senza diritti di cittadinanza, partecipazione all’associazionismo della solidarietà con le realtà della emarginazione, attività educative con ragazzi/e, recupero e salvaguardia della memoria sociale, pubblicazioni, Archivio storico della Comunità dell’Isolotto, solidarietà con le comunità del Centroamerica, sostegno al movimento delle comunità di base italiane.


Di fronte alla possibilità concessa alle associazioni di volontariato di essere destinatarie del 5 per mille delle imposte alla prossima dichiarazione dei redditi, abbiamo ritenuto che fosse un’opportunità anzi quasi un dovere da non lasciar cadere.


Per destinare il 5 per mille al Centro Educativo Popolare è sufficiente inserire nell'apposita casella della dichiarazione dei redditi il Codice fiscale: 94003470484 (solo numerico) dello stesso C.E.P ed apporre la propria firma.


Senza alcun aggravio di spesa da parte del dichiarante.


Anche chi non fa la dichiarazione dei redditi può inviare il modulo del proprio CUD, debitamente compilato, consegnandolo a uno sportello di qualsiasi Banca o Ufficio Postale in busta chiusa, senza nessun costo.


Sulla busta, al posto dell’indirizzo, deve essere scritto: Scelta per la destinazione del cinque per mille dell’IRPEF nome cognome e codice fiscale proprio (NON quello del CEP).


C’impegniamo ad un resoconto trasparente. Se credete, diffondete ad amici e conoscenti questa opportunità di scelta. Per chiarimenti contattateci.


      La Comunità dell’Isolotto e il Centro Educativo Popolare


Firenze marzo 2008


 

5 per mille

Cinque per mille



Centro Educativo Popolare - Comunità dell’Isolotto


Via Aceri 1 - 50142 Firenze - tel.+fax 055711362 -  comis@videosoft.it


codice fiscale 94003470484.


A tutti i nostri amici


Da molti anni la Comunità dell’Isolotto ha fondato, come voi sapete, un’Associazione di volontariato, ONLUS, che si chiama Centro Educativo Popolare (C.E.P.), per le attività sociali e culturali: laboratorio Kimeta delle donne rom, residenza anagrafica a senza diritti di cittadinanza, partecipazione all’associazionismo della solidarietà con le realtà della emarginazione, attività educative con ragazzi/e, recupero e salvaguardia della memoria sociale, pubblicazioni, Archivio storico della Comunità dell’Isolotto, solidarietà con le comunità del Centroamerica, sostegno al movimento delle comunità di base italiane.


Di fronte alla possibilità concessa alle associazioni di volontariato di essere destinatarie del 5 per mille delle imposte alla prossima dichiarazione dei redditi, abbiamo ritenuto che fosse un’opportunità anzi quasi un dovere da non lasciar cadere.


Per destinare il 5 per mille al Centro Educativo Popolare è sufficiente inserire nell'apposita casella della dichiarazione dei redditi il Codice fiscale: 94003470484 (solo numerico) dello stesso C.E.P ed apporre la propria firma.


Senza alcun aggravio di spesa da parte del dichiarante.


Anche chi non fa la dichiarazione dei redditi può inviare il modulo del proprio CUD, debitamente compilato, consegnandolo a uno sportello di qualsiasi Banca o Ufficio Postale in busta chiusa, senza nessun costo.


Sulla busta, al posto dell’indirizzo, deve essere scritto: Scelta per la destinazione del cinque per mille dell’IRPEF nome cognome e codice fiscale proprio (NON quello del CEP).


C’impegniamo ad un resoconto trasparente. Se credete, diffondete ad amici e conoscenti questa opportunità di scelta. Per chiarimenti contattateci.


      La Comunità dell’Isolotto e il Centro Educativo Popolare


Firenze marzo 2008


 

giovedì 13 marzo 2008

Emergenza rifiuti

Rifiuti: che fare?




clicca sulla foto per ingrandire


Comunità dell’Isolotto Firenze

Incontro comunitario 9 marzo 2008

“Il nostro impegno di cittadini e di istituzioni responsabili di fronte al problema dei rifiuti”

(gruppo Adriana, Francesco, Fiorella, Enzo)

 

Resoconto sintetico dell’Incontro.

E’ stato il terzo di una serie di incontri nei quali la Comunità si è posta il problema di individuare quale sia il nostro ruolo di “società civile” che vuole farsi carico di contribuire non solo a parole ma in modo concreto ad affrontare una qualche soluzione possibile sul tema rifiuti, mettendo in gioco la nostra responsabilità di cittadini a partire dal territorio in cui viviamo”.

 

Francesco, dopo alcune letture bibliche fatte da Adriana e Fiorella, ha riferito sui ‘Nuovi orizzonti della teologia della liberazione’ che si sono aperti a partire dagli anni ’90 nell’incontro con la tematica ecologica per una liberazione integrale: del povero e della terra.

Francesco ha portato ad esempio le linee di riflessione del teologo Leonardo Boff che si muovono dal “grido dei poveri che chiedono vita, libertà e bellezza”(Cfr. Es. 3,7) al “il grido della terra che geme sotto l’oppressione”(Cfr. Rm 8,22-23). Due gridi orientati verso la liberazione. E’ così che Teologia della liberazione e tematiche ecologiche si cercano e si completano reciprocamente. Leonardo Boff è un intellettuale molto legato però ai movimenti popolari dai quali trae ispirazione. Secondo lui si tratta di acquisire la consapevolezza dell’essere limitati, di vivere in un mondo limitato e con risorse limitate e di valutare quale modello di crescita economico-sociale sia adeguata a uno sviluppo sostenibile in un sistema dove un’oppressione sociale e collettiva dei popoli umili e disprezzati è speculare ad un’oppressione che coinvolge l’intero pianeta.

La questione dei rifiuti è tutta interna a questo nuovo paradigma di liberazione integrale e non può non passare attraverso la piena responsabilizzazione dei cittadini e ad un faticoso lavoro di presa di coscienza collettiva riguardo a politiche socio-economiche capaci di rimodulare i consumi e gli sprechi.

 

Eugenio Baronti, assessore regionale, ha socializzato l’esperienza di Capannori, di cui egli è stato animatore quando era assessore all’ambiente di quel Comune, che va nella stessa direzione da noi auspicata, con ottimi risultati sia per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e la sostenibilità economica del nuovo sistema, sia per quanto riguarda il livelli di partecipazione e di consenso popolare.

Riportiamo alcuni punti di una densa testimonianza che egli aveva anche pubblicata in un articolo apparso sul settimanale Carta di dicembre.

- Nel gennaio del 2005 ero assessore all’ambiente nel Comune di Capannori provincia di Lucca, insieme all’azienda ASCIT spa. Partimmo con un progetto graduale di transizione dal sistema di gestione dei rifiuti tradizionale ad un nuovo sistema alternativo incentrato sulla raccolta differenziata “porta a porta”( PaP) integrale. Oggi sono stato chiamato da sette mesi a ricoprire l’incarico di Assessore Regionale in Toscana e questa esperienza viene portata avanti con altrettanta passione e determinazione dal nuovo Assessore all’Ambiente Alessio Ciacci. Con l’estensione del terzo lotto attualmente in corso, sono più di 26.000 gli abitanti e quasi 2000 le aziende coinvolte da un servizio domiciliare di raccolta differenziata integrale che ha cancellato ogni tipologia di cassonetto o campana filo strada. I risultati raggiunti sono straordinari, consolidati ormai da due anni: 82% nelle frazioni interessate dal porta a porta, maggiore pulizia nelle frazioni, meno degrado urbano, grande partecipazione e consenso popolare al nuovo sistema. L’originalità della nostra esperienza nasce dal fatto che noi non consideriamo il PaP solo come una modalità organizzativa della raccolte dei rifiuti urbani ma come una buona pratica virtuosa inserita dentro un percorso di ecoefficienza del vivere, del lavorare e dell’abitare, per soddisfare i bisogni individuali e sociali sprecando meno risorse, riducendo i consumi energetici, le emissioni in atmosfera, producendo meno rifiuti. Contestualmente stiamo promuovendo campagne ed iniziative per un consumo critico, consapevole e responsabile nell’ambito di un processo di crescita culturale che tende a responsabilizzare i cittadini, a renderli partecipi, per costruire senso civico, modificare comportamenti consolidati, modelli di consumo e stili di vita sempre più insostenibili. Intendiamoci, siamo solo all’ inizio, ma siamo partiti. Questo tipo di campagne di educazione e sensibilizzazione le sto predisponendo anche a livello regionale attraverso il coinvolgimento di tutte le Associazione di difesa dei consumatori.

Nella mia esperienza quando siamo partiti, coinvolgendo in un primo lotto 10.000 abitanti su 45.000, siamo passati immediatamente, fin dal primo mese, dal 37% di RD al 49% come dato complessivo comunale, (82% nelle due frazioni interessate dal porta a porta), il secondo lotto di ulteriori 4.000 abitanti ci ha portati al 57% attuale con una riduzione di circa 10.000 tonnellate di rifiuti da conferire in discarica. Oggi, con l’estensione in corso ad altri 14.000 abitanti, supereremo tranquillamente il 70% su scala comunale entro il 2008. Con il prossimo anno, con il quarto lotto di estensione, completeremo tutto il Comune, la transizione sarà finita e avremo costruito e consolidato il sistema alternativo e potremo passare ad una calcolo puntuale della TIA (Tariffa Igiene Ambientale) facendo pagare ad ogni utente la quantità effettiva di rifiuti conferiti premiando i cittadini più virtuosi.

 La testimonianza di Eugenio ha sollecitato una grande quantità di domande e riflessioni. Era presente Eros Cruccolini, presidente del Consiglio Comunale fiorentino, che ricorda come già da quando era Presidente del Consiglio di Quartiere 4 si era avviato all’Isolotto un percorso di ‘eco-efficienza del vivere, del lavorare e dell’abitare’; si tratta dunque di andare avanti nella concretezza valorizzando l’impegno dal basso come quello che sta esprimendo la Comunità nella linea della sua esperienza da sempre.

Paolo Erbosi ha motivato la necessità di continuare a incontrarsi, cercando anche di coinvolgere altri, a cominciare dalla riunione già convocata nella sede del Q4 a Villa Vogel, martedì 18 prossimo alle ore 15 col Presidente D’Eugenio e con membri della Commissione ambiente.

 Ci siamo lasciati con questo impegno.

Abbiamo concluso l’incontro comunitario con il recupero della tradizione religiosa cristiana e la lettura corale che alleghiamo.


 Preghiera della eucarestia


Laudato si’ mi’ Signore con tutte le tue creature,

specialmente lo frate Sole …

Laudato si’ mi’ Signore per sora Luna e le stelle:

per frate Vento …

Laudato si’ mi’ Signore, per sora Acqua

la quale è multo utile e umile et preziosa et casta …

Facciamo nostro il cantico delle creature di Francesco

che c’invita a guardare la natura come un dono

e non come un possesso.

E’ un messaggio che guarda a Dio creatore

perché s’iscrive nella cornice religiosa del tempo

ma può anche esser tradotto in linguaggio secolare

mantenendo il senso della natura come dono

con cui intrecciare una relazione affettuosa.

E specialmente l’acqua casta

bene prezioso da condividere

e preservare da accaparramenti e sprechi.

L’acqua che insieme al vino

serve alla condivisione nella memoria di Gesù.

La sera prima di essere ucciso, mentre era a tavola con i suoi,

spezzò il pane, lo benedì, lo diede loro e disse

'prendete e mangiatene questo è il mio corpo'.

Poi prese un bicchiere di vino

lo unì ad acqua secondo l’usanza del tempo e disse

'prendete e bevetene tutti, questo è il mio sangue’.

Lo Spirito che vive in questa memoria di Gesù,

ma non in modo esclusivo perché vive ugualmente nelle memorie

e nelle fedi delle infinite diversità culturali e religiose,

trasformi questi doni della natura

pane, vino, acqua

attraverso la nostra responsabilità,

perché siano beni sufficienti per tutti,

fonte di benedizione universale,

e moltiplichi le esperienze di condivisione.

Emergenza rifiuti

Rifiuti: che fare?




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Comunità dell’Isolotto Firenze

Incontro comunitario 9 marzo 2008

“Il nostro impegno di cittadini e di istituzioni responsabili di fronte al problema dei rifiuti”

(gruppo Adriana, Francesco, Fiorella, Enzo)

 

Resoconto sintetico dell’Incontro.

E’ stato il terzo di una serie di incontri nei quali la Comunità si è posta il problema di individuare quale sia il nostro ruolo di “società civile” che vuole farsi carico di contribuire non solo a parole ma in modo concreto ad affrontare una qualche soluzione possibile sul tema rifiuti, mettendo in gioco la nostra responsabilità di cittadini a partire dal territorio in cui viviamo”.

 

Francesco, dopo alcune letture bibliche fatte da Adriana e Fiorella, ha riferito sui ‘Nuovi orizzonti della teologia della liberazione’ che si sono aperti a partire dagli anni ’90 nell’incontro con la tematica ecologica per una liberazione integrale: del povero e della terra.

Francesco ha portato ad esempio le linee di riflessione del teologo Leonardo Boff che si muovono dal “grido dei poveri che chiedono vita, libertà e bellezza”(Cfr. Es. 3,7) al “il grido della terra che geme sotto l’oppressione”(Cfr. Rm 8,22-23). Due gridi orientati verso la liberazione. E’ così che Teologia della liberazione e tematiche ecologiche si cercano e si completano reciprocamente. Leonardo Boff è un intellettuale molto legato però ai movimenti popolari dai quali trae ispirazione. Secondo lui si tratta di acquisire la consapevolezza dell’essere limitati, di vivere in un mondo limitato e con risorse limitate e di valutare quale modello di crescita economico-sociale sia adeguata a uno sviluppo sostenibile in un sistema dove un’oppressione sociale e collettiva dei popoli umili e disprezzati è speculare ad un’oppressione che coinvolge l’intero pianeta.

La questione dei rifiuti è tutta interna a questo nuovo paradigma di liberazione integrale e non può non passare attraverso la piena responsabilizzazione dei cittadini e ad un faticoso lavoro di presa di coscienza collettiva riguardo a politiche socio-economiche capaci di rimodulare i consumi e gli sprechi.

 

Eugenio Baronti, assessore regionale, ha socializzato l’esperienza di Capannori, di cui egli è stato animatore quando era assessore all’ambiente di quel Comune, che va nella stessa direzione da noi auspicata, con ottimi risultati sia per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e la sostenibilità economica del nuovo sistema, sia per quanto riguarda il livelli di partecipazione e di consenso popolare.

Riportiamo alcuni punti di una densa testimonianza che egli aveva anche pubblicata in un articolo apparso sul settimanale Carta di dicembre.

- Nel gennaio del 2005 ero assessore all’ambiente nel Comune di Capannori provincia di Lucca, insieme all’azienda ASCIT spa. Partimmo con un progetto graduale di transizione dal sistema di gestione dei rifiuti tradizionale ad un nuovo sistema alternativo incentrato sulla raccolta differenziata “porta a porta”( PaP) integrale. Oggi sono stato chiamato da sette mesi a ricoprire l’incarico di Assessore Regionale in Toscana e questa esperienza viene portata avanti con altrettanta passione e determinazione dal nuovo Assessore all’Ambiente Alessio Ciacci. Con l’estensione del terzo lotto attualmente in corso, sono più di 26.000 gli abitanti e quasi 2000 le aziende coinvolte da un servizio domiciliare di raccolta differenziata integrale che ha cancellato ogni tipologia di cassonetto o campana filo strada. I risultati raggiunti sono straordinari, consolidati ormai da due anni: 82% nelle frazioni interessate dal porta a porta, maggiore pulizia nelle frazioni, meno degrado urbano, grande partecipazione e consenso popolare al nuovo sistema. L’originalità della nostra esperienza nasce dal fatto che noi non consideriamo il PaP solo come una modalità organizzativa della raccolte dei rifiuti urbani ma come una buona pratica virtuosa inserita dentro un percorso di ecoefficienza del vivere, del lavorare e dell’abitare, per soddisfare i bisogni individuali e sociali sprecando meno risorse, riducendo i consumi energetici, le emissioni in atmosfera, producendo meno rifiuti. Contestualmente stiamo promuovendo campagne ed iniziative per un consumo critico, consapevole e responsabile nell’ambito di un processo di crescita culturale che tende a responsabilizzare i cittadini, a renderli partecipi, per costruire senso civico, modificare comportamenti consolidati, modelli di consumo e stili di vita sempre più insostenibili. Intendiamoci, siamo solo all’ inizio, ma siamo partiti. Questo tipo di campagne di educazione e sensibilizzazione le sto predisponendo anche a livello regionale attraverso il coinvolgimento di tutte le Associazione di difesa dei consumatori.

Nella mia esperienza quando siamo partiti, coinvolgendo in un primo lotto 10.000 abitanti su 45.000, siamo passati immediatamente, fin dal primo mese, dal 37% di RD al 49% come dato complessivo comunale, (82% nelle due frazioni interessate dal porta a porta), il secondo lotto di ulteriori 4.000 abitanti ci ha portati al 57% attuale con una riduzione di circa 10.000 tonnellate di rifiuti da conferire in discarica. Oggi, con l’estensione in corso ad altri 14.000 abitanti, supereremo tranquillamente il 70% su scala comunale entro il 2008. Con il prossimo anno, con il quarto lotto di estensione, completeremo tutto il Comune, la transizione sarà finita e avremo costruito e consolidato il sistema alternativo e potremo passare ad una calcolo puntuale della TIA (Tariffa Igiene Ambientale) facendo pagare ad ogni utente la quantità effettiva di rifiuti conferiti premiando i cittadini più virtuosi.

 La testimonianza di Eugenio ha sollecitato una grande quantità di domande e riflessioni. Era presente Eros Cruccolini, presidente del Consiglio Comunale fiorentino, che ricorda come già da quando era Presidente del Consiglio di Quartiere 4 si era avviato all’Isolotto un percorso di ‘eco-efficienza del vivere, del lavorare e dell’abitare’; si tratta dunque di andare avanti nella concretezza valorizzando l’impegno dal basso come quello che sta esprimendo la Comunità nella linea della sua esperienza da sempre.

Paolo Erbosi ha motivato la necessità di continuare a incontrarsi, cercando anche di coinvolgere altri, a cominciare dalla riunione già convocata nella sede del Q4 a Villa Vogel, martedì 18 prossimo alle ore 15 col Presidente D’Eugenio e con membri della Commissione ambiente.

 Ci siamo lasciati con questo impegno.

Abbiamo concluso l’incontro comunitario con il recupero della tradizione religiosa cristiana e la lettura corale che alleghiamo.


 Preghiera della eucarestia


Laudato si’ mi’ Signore con tutte le tue creature,

specialmente lo frate Sole …

Laudato si’ mi’ Signore per sora Luna e le stelle:

per frate Vento …

Laudato si’ mi’ Signore, per sora Acqua

la quale è multo utile e umile et preziosa et casta …

Facciamo nostro il cantico delle creature di Francesco

che c’invita a guardare la natura come un dono

e non come un possesso.

E’ un messaggio che guarda a Dio creatore

perché s’iscrive nella cornice religiosa del tempo

ma può anche esser tradotto in linguaggio secolare

mantenendo il senso della natura come dono

con cui intrecciare una relazione affettuosa.

E specialmente l’acqua casta

bene prezioso da condividere

e preservare da accaparramenti e sprechi.

L’acqua che insieme al vino

serve alla condivisione nella memoria di Gesù.

La sera prima di essere ucciso, mentre era a tavola con i suoi,

spezzò il pane, lo benedì, lo diede loro e disse

'prendete e mangiatene questo è il mio corpo'.

Poi prese un bicchiere di vino

lo unì ad acqua secondo l’usanza del tempo e disse

'prendete e bevetene tutti, questo è il mio sangue’.

Lo Spirito che vive in questa memoria di Gesù,

ma non in modo esclusivo perché vive ugualmente nelle memorie

e nelle fedi delle infinite diversità culturali e religiose,

trasformi questi doni della natura

pane, vino, acqua

attraverso la nostra responsabilità,

perché siano beni sufficienti per tutti,

fonte di benedizione universale,

e moltiplichi le esperienze di condivisione.