Prima o poi, doveva accadere.
Sono anni ormai che la gerarchia cattolica imperversa e dice la sua su ogni questione riguardante i rapporti civili: boicottando la partecipazione al voto su referendum per la fecondazione assistita, organizzando manifestazioni di piazza contro i patti civili di convivenza, demonizzando l'eutanasia, frenando la legalizzazione del testamento biologico, opponendosi alla pillola del giorno dopo, sostenendo la revisione della legge sull'aborto, vietando l'uso dei profilattici a tutto vantaggio dell'AIDS e della sovrapopolazione (causa prima dell'inquinamento del pianeta), ma anche pronunciandosi su questioni che nulla hanno a che fare con la "bioetica", come l'ammissione della Turchia nella UE, i contenuti delle leggi finanziarie, le intercettazioni telefoniche, ecc. ecc.
Tutto ciò mentre continua ad incassare dallo Stato i congrui contributi dell'8 per mille anche da parte dei contribuenti che non hanno effettuato alcuna scelta, partecipa sostanzialmente anche alla ripartizione del 5 per mille, riceve dallo Stato, dalle regioni, dalle province e dai comuni congrui contributi per ammodernare il suo vastissimo parco immobiliare, pretende l'esonero dall'ICI per gli immobili di sua proprietà anche se destinati ad attività commerciali, decide l'assunzione degli insegnanti di religione e si oppone all'insegnamento dell'evoluzionismo, vieta il matrimonio dei preti e copre i casi di pedofilia, organizza viaggi turistici, pubblica giornali e periodici vari, possiede radio e Università, ha ambasciatori (pardon: nunzi apostolici) in tutto il mondo,e chi più ne ha più ne metta.
Come avevo previsto, anche su "spaziolibero", questa evidente, sproporzionata, incostituzionale invasione della sfera politica da parte della Chiesa, o almeno di chi la rappresenta, non poteva non suscitare una reazione da parte di coloro che credono nella laicità delle istituzioni.
I fatti dell'Università di Roma non sono altro che la prima, pubblica esternazione di un malessere che cresce in proporzione diretta con il crescere del ruolo "secolare" della Chiesa.
Ancora una volta la reazione della classe politica, tranne qualche rara eccezione, conferma il distacco crescente fra la politica e la gente.
Terrorizzati come sono dal pericolo di perdere i voti cattolici in un paese ove si vincono le elezioni con soli 24.000 voti di scarto, tutti si affannano ad esprimere solidarietà al Pontefice, addirittura chiedendo (Gasparri) provvedimenti disciplinari (licenziamento?) nei confronti dei 67 docenti (su 4.500) che hanno espresso per iscritto la loro democratica opinione nei confronti della "lectio magistralis" all'Università da parte del capo di una religione e di uno stato estero.
Se c'è qualcuno da criticare non è né Ratzinger né coloro che l'hanno contestato, bensì il Magnifico (?) Rettore che lo ha invitato, probabilmente per consentirgli di ripetere le sue ragioni a favore di una "moratoria" anche per l'aborto, ed i mass-media, ormai dediti ad enfatizzare scandali e gossips. Comunque, resta valido per Benedetto XVI il detto romano: "hai voluto la bicicletta? Adesso pedala".
E questo è solo l'inizio.
Giampietro Sestini
Inviata da Urbano.
Nota: Sestini è il Segretario nazioanle di Libera Uscita.
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