Carissimi,
in uno stato emozionale come da tempo non provavo, vi faccio partecipi del
mio profondo bisogno di esserci ora, di partecipare e di dar vita ad una
prassi più allargata di quella positività, creatività e speranza che il
cerchio della comunità ha tenute vive in me fino ad ora. La visione
mortifera del futuro sembra prevalere e sembra stravincere ma è solo un
illusione; quella visione, tremendamente efficace nell'avvelenare e
distruggere moralmente e fisicamente le esistenze, non è mai stata così
debole. Nel vacillare delle borse a New York, nelle contraddizioni ed
inefficacia dei governi della paura, si intravede un barlume di luce. è ora
il momento di fare. Nella mortifera pratica del solleticare gli istinti più
bassi di un umanità incerta e smarrita, il sistema cerca poche "ore" (non
importa se realmente saranno anni!) di sopravvivenza in più e lo fa qui da
noi indirizzando la frustrazione popolare contro i più deboli, gli immigrati
e tutti i marginalizzati della società, e ora, con gran sproloquio
compiaciuto di Brunetta, Tremonti, Gelmini (dietro la trionfante regia
dell'"Unto") contro i fannulloni della cosa pubblica. Già, perche la cosa
pubblica è sicuramente spreco ed inefficienza ma è anche qualcosa di più
pericoloso per i mortiferi architetti del nostro futuro: è il Noi, è un
plurale, è quello spirito che chiamò negli anni '60 gli ultimi della
società, la gente dell'Isolotto, a lottare insieme per una scuola e per una
vita più dignitosa, è ciò che si contrappone fortemente all'Io che non
supera l'orizzonte dei propri bisogni più elementari, a quell'orizzonte
entro il quale l'umanità non ha futuro!
Queste cose ce le siamo dette tante volte in quel prezioso e faticoso
esercizio del mantenere in vita il meglio di noi. E' per questo che vi
invito con forza ad attivarvi perché in ciascun vostro ambito possiate
trasmettere la positività di quel NOI che si vuole distruggere con
finanziario e ideologico accanimento. Propongo fatti concreti in cui mettere
il nostro tempo e la nostra energia, perché il nostro punto di vista possa
confluire nel rivolo di speranze e colori che comincia a scorrere e che
potrebbe diventare un fiume.
Il primo è di partecipare alla manifestazione del 13 ottobre prossimo (vedi
volantino allegato) a difesa della scuola pubblica, nello spirito di
potenziare il meglio della scuola pubblica, di ridiscutere profondamente di
una sua riforma sulla base però di una sua funzione che deve rappresentare
degnamente il NOI. Propongo a tutti di organizzarci per esserci magari anche
informa creativa (chi ha idee?).
La seconda proposta è di un gesto simbolico, di quel simbolismo che, come
abbiamo espresso più volte, diviene gesto concreto e denso di contenuti. In
relazione alla scuola, le serate sul 68 con le foto e i ricordi, mi danno lo
spunto di proporre una provocativa tenda sulla Montagnola che congiunga la
storia di allora, la scuola non c'era e andava costruita, con quella di
oggi, la scuola c'è e và difesa. Secondo me è proprio nel luogo effimero e
temporaneo di quella tenda, per parafrasare Michelucci, che possiamo
ritrovare ancora una volta la forza e la speranza del fare.
Provato dall'emozione ma felice, vi abbraccio
Marco (voce e chitarra nelle 3 serate sul 68 all'Isol8)
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