Libertà, fraternità, eguaglianza
Il dramma di Gesù è quello della sua coerenza con la propria vocazione. Il suo “torto” è stato quello di non aver guardato in faccia a nessuno, di aver detto pubblicamente quello che pensava e riteneva opportuno segnalare in nome di Dio. Non per spavalderia, ma per fedeltà alla voce dello Spirito che gli parlava dentro.
Gesù sarà una vittima innocente, sopraffatta solo dal sopruso poiché nessun codice
consentiva di far morire qualcuno solo per aver espresso liberamente il suo pensiero, ma i tiranni guardavano e guardano più al loro tornaconto che alla legittimità delle loro decisioni.
Per circoscrivere lo “scandalo” della morte di croce, ne è stata fatta, in particolare da Paolo e da Giovanni, una rilettura in chiave sacrificale, rilettura che è stato il più grave stravolgimento della testimonianza di Gesù.
Il profeta dissidente, scomodo che le autorità religiose e civili, appena hanno conosciuto e compreso i suoi progetti ( libertà, fraternità, eguaglianza ), hanno voluto giustiziare, diventa la vittima d’onore che sale gradita a Dio per i peccati del mondo “
Nasce così la teologia dell’espiazione e spesso dell’alienazione religiosa.
Chiaro, no?
Postato da Urbano.
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