Comunità dell’Isolotto – Firenze
Domenica 23 ottobre 2011
Lacomunità riunita in assemblea come ogni domenica socializza i propri sentimenti, si interroga, riflette sull’ assenza di Enzo e la continuità della sua presenza in mezzo a noi.
La riflessione biblica preparata dal gruppo che aveva l’impegno della conduzione dell’assemblea eucaristica ha scelto e commentato la lettura del brano biblico della Sapienza 6,22 - 7,30, un testo del II sec. a.C. scritto in ambiente ellenistico (Alessandria d'Egitto) e attribuito fittiziamente a Salomone, quale grande saggio dell'antichità. Lo si è letto come messaggio che Enzo stesso ci lascia come insegnamento di saggezza(6,22-25). In effetti il testo sapienziale identifica al meglio il contributo che Enzo ha dato a noi e alla società del nostro tempo: la ricerca della saggezza, come valore supremo e universale(7,7-10), valido per ogni uomo.
La Sapienza infatti non è legata ad un credo religioso, tanto meno ad un culto particolare, ma appartiene ad una ricerca laica sul senso della vita e sulla Verità da raggiungere. Inoltre essa non discrimina gli individui in base a religione, cultura o tradizioni, ma si apre all'apporto di tutti in egual misura, perché ogni individuo ha in sé un frammento di Sapienza e di Verità da offrire agli altri, un frammento della realtà divina. In terzo luogo la ricerca della Sapienza è una ricerca comunitaria, perché è il risultato di un confronto tra posizioni diverse per arrivare ad una soluzione condivisa. La personalizzazione della ricerca è in contrasto con i caratteri della sapienza: non c'è un genio, superiore ad altri(7,1-6), che detti legge nel perseguimento della Verità, nemmeno nella persona di Gesù ("non chiamatemi maestro..."). Soltanto la comunità è depositaria del metodo per raggiungere la Sapienza.
Più l'individuo si identifica nella Sapienza e più diventa immortale, perché essa è parte della realtà di Dio e in essa l'uomo trova il proprio appagamento e la realizzazione della propria personalità(7,11-12); in altre parole l'individuo diventa patrimonio dell'umanità, un ulteriore gradino, importante, necessario, nella costruzione della scala che porta l'umanità più vicina alla visione di Dio (7,25s).
Nell'azione di Enzo noi riconosciamo questi elementi importanti della ricerca della Verità e lo consideriamo come un "uomo amato da Dio"(7,28), che ci può guidare con la sua presenza/assenza nel nostro cammino verso obiettivi di solidarietà e fratellanza.
Erano con noi tanti amici,rappresentanti di varie Comunità di base italiane, compagni di percorsi e scelte di vita, gente del quartiere, venuti a portare la loro testimonianza di affetto.
Non addio ma ciao Enzo, nostro fratello, nostro amico, energia creativa e solidale a disposizione di tutti. Questo il filo conduttore delle tante parole che domenica mattina si sono intrecciate in comunità .Persone vive, nomi, volti, caratteri, sentimenti, che si accompagnano nella ricerca divalori- speranze – coerenze, impegno solidale :questa è l’identità della comunità come l’abbiamo vissuta noi e come è emerso dalle tante testimonianze di coloro che hanno incrociato nei vari e diversi percorsi della propria vitailoro passi con quelli di Enzo e della comunità.
Abbiamo scoperto insieme come e quanto il dono del dare e del ricevere abbia arricchito e sostenuto il cammino delle nostre vite personali e comunitarie ed abbia riempito di significato ogni scelta . E’ un cammino ricco di gioia, di emozioni positive, di amicizie personali, di affetti profondi quello che abbiamo percorso insieme in questi anni, ma anche di difficoltà, ostacoli ed a volte incomprensioni : Enzo è stato anche segno di contraddizione in mezzo a noi ma soprattutto è stato e rimaneuno di noi che ha sostenuto questa esperienza mettendo in gioco la sua vita e donando con generosità le sue risorse di amore e di fede.
“Enzo rimane vivo in mezzo a noi” ma la sua memoria non è proprietà esclusiva di nessuno. Egli ha costituito spinta vitale per tutta la comunità perché si è rifiutato di chiudersi- chiuderci in un recinto e ci ha continuamente spinto, sbalzato nella dimensione cosmica della ricerca di “tutti gli uomini di buona volontà”.
La comunità dell’Isolotto non si chiuderà attorno allamemoria di Enzo, vogliamo impegnarci a rendere vivo e presente il suo messaggio continuando a percorrere le strade del mondo.
Le riflessioni si sono concluse intrecciando le nostre mani in ascolto della lettura del seguente testo tratto dal suo e nostro bellibro “cristianesimo ribelle”
Le orme lasciate dall’essere umano allo stato generativo
Prima che venisse plasmato dalla civiltà,
fessure dalle quali s’ intravede il profondo,
la vita inconscia,
testimoniano non solo l’angoscia
derivante dalla consapevolezza della morte
e gli esiti distruttivi di tale angoscia,
ma anche i tentativi affannosi e creativi
per dare un senso positivo alla finitezza.
E’ da lì che parte l’evoluzione culturale dell’umanità,
un cammino di consapevolezza che non si è mai interrotto.
E’ il nostro cammino di oggi
Verso una esistenza personale e sociale
Profondamente pacificate.
Il padre nostro, le parole dell’eucarestia e la condivisione del pane come ogni domenicahanno concluso in un intreccio simbolico, memoria e presente e il nostro cammino personale e comunitario continua.
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