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martedì 23 giugno 2015

Notizie dal Messico e da Cuba



Comunità dell’isolotto
Domenica 21 giugno 2015
Notizie dal Messico e da Cuba
con il contributo di Moreno e Luisa


Lettura Dalla Bibbia

Forgeranno le loro spade in vomeri,
le loro lance in falci;
un popolo non alzerà più la spada
contro un altro popolo,
non si eserciteranno più nell'arte della guerra.
                                                                                                                     [Isaia, 2, 4-5]



Lettura dal Vangelo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.
Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
                                                                                                                     [Matteo, 5, 43-48]

Come spesso accade nel Vangelo, la parola di Gesù è sconcertante : mentre secondo la legge di Mosè la vendetta era illimitata “occhio per occhio, dente per dente”, Gesù prende le distanze da questa tradizione, non esortando alla passività ma spezzando il cerchio della violenza, proponendo iniziative di bene, di amore e di pace che  disinneschino l’odio e la violenza. Quindi Gesù invita a non opporre alla violenza che viene addosso altra violenza, altrimenti questa cresce e poi dopo diventa un crescendo interminabile di violenza che genera altra violenza. Per questo Gesù non chiede di essere tonti, ma di essere buoni, di disinnescare la violenza con proposte di bene ancora maggiore.
Mai si odia con tanto gusto come quando si odia in nome di Dio, perché ci si sente giustificati in questo odio. Ebbene Gesù prende le distanze da tutto questo. “«Ma io vi dico: ‘Amate i vostri nemici’»”. Quindi Gesù propone un amore di un livello superiore che non solo non conosce i limiti dell’amore che arriva fino al prossimo, ma li supera. E’ questa la novità esclusiva di Gesù, è un amore che arriva a inglobare anche il nemico.

Il disgelo tra Stati Uniti e Cuba
Ci sono alcune immagini che fanno e cambiano la storia. Una di queste ritrae la stretta di mano tra Barack Obama e Raul Castro, che rende concreto il processo di disgelo tra Stati Uniti a Cuba avviato lo scorso dicembre: il presidente degli Stati Uniti e quello cubano si sono incontrati brevemente scambiando alcune battute all’inaugurazione del vertice delle Americhe a Panama. Lo scambio è accaduto poco prima della cerimonia di inaugurazione del vertice, acquistando un livello simbolico così alto da essere stato confermato dalla Casa Bianca con un comunicato ufficiale: «Al summit delle Americhe il presidente Obama e il presidente Castro si sono salutati e si sono stretti la mano».
«Sono felice che Cuba sia rappresentata assieme a noi in questo vertice per la prima volta», ha detto Obama, parlando al Summit delle Americhe in corso a Panama City. Nel suo discorso, il presidente americano ha detto ai leader presenti al vertice: «come voi lavorate per il cambiamento, gli Stati Uniti vi saranno vicini in ogni passo di questo cammino».
«Sappiamo - ha aggiunto Obama - che le nostre società hanno maggiori probabilità di successo quando tutte le persone sono libere di vivere e pregare e amare come vogliono». I giorni delle «interferenze e delle ingerenze degli Stati Uniti negli affari della regione sudamericana appartengono al passato», ha concluso il presidente dopo aver incontrato Manuel Cuesta Moru e altri dissidenti cubani. Obama ha auspicato che il disgelo nelle relazioni tra i due Paesi possa migliorare la vita del popolo cubano. Un miglioramento che non è «imposto dagli Stati Uniti ma sviluppato attraverso il talento, l'ingegno, le aspirazioni e il dialogo tra tutti i cubani di ogni ceto sociale. ».

http://www.lastampa.it/rf/image_lowres/Pub/p3/2015/04/11/Esteri/Foto/RitagliWeb/APTOPIXObamaSummitUnitedStatesCubaJPEG-0ae37_1428783964-1880-kPDG-U10402834200834oUF-700x394@LaStampa.it.jpg

Dopo lo storico incontro e la stretta di mano fra i due leader, successiva ai comunicati in contemporanea da parte di Obama e Castro sulle rispettive reti televisive con i quali veniva affermata l’intenzione di un nuovo inizio delle relazioni fra i due paesi e il superamento delle contrapposizioni del passato, alcuni fatti concreti sono avvenuti : Cuba è stata eliminata dall’elenco dei paesi che secondo gli USA sostengono il terrorismo (29 maggio 2015) e a inizio luglio dovrebbero riaprire le ambasciate.
Le elezioni in Messico e il caso dei 43 studenti uccisi

Alle elezioni del 7 giugno 2015 il Partito Rivoluzionario Istituzionale del presidente Enrique Pena Neto ha ottenuto la maggioranza dei seggi in parlamento.
La vigilia elettorale è stata scandita da violenze dirette sia verso alcuni candidati (uno del PRI è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa) sia da parte delle organizzazioni paramilitari legate ai cartelli della droga.
Queste elezioni, in cui sono stati eletti anche 900 sindaci e 9 governatori erano un test per il governo, alle prese con una serie di violenze e di scandali politici. Il grande perdente delle elezioni è stato il Partito della Rivoluzione Democratica, la principale forza di sinistra del paese, che ha pagato il coinvolgimento del sindaco Abarca  e della moglie nella sparizione di 43 studenti  della scuola rurale Ayotzinapa  a Iguala, nello stato di Guerrero.
Quattro mesi dopo la loro scomparsa, avvenuta il 26 settembre 2014, l’allora procuratore generale della repubblica, Jesús Murillo Karam, ha informato la società messicana che gli studenti di Ayotzinapa sono stati confusi con un gruppo di narcotrafficanti della zona (Los Rojos) e che per questo sono stati uccisi da un gruppo rivale. Per il procuratore, i corpi dei 43 studenti scomparsi sono stati incendiati in una discarica di Colula e le ceneri sono state gettate nel fiume San Juan.
Queste conclusioni, in quel momento, l’ex procuratore le chiamò “la verità storica” del caso di Iguala. I protagonisti di questo caso, fin dal principio, sono stati oltre agli studenti di Ayotzinapa, il sindaco di Iguala José Luis Abarca e sua moglie María de los Angeles Pineda, accusata di avere dei legami con il cartello dei Guerreros Unidos. Per questo Abarca è stata accusata di aver ordinato alla polizia municipale di arrestare gli studenti e poi di averli consegnati al cartello dei Guerreros Unidos.
A sette mesi di distanza ci sono più dubbi che certezze e altre inchieste giornalistiche e scientifiche hanno smentito una a una le prove ufficiali. Per esempio è stato dimostrato che i testimoni ascoltati dalla procura sono stati torturati e inoltre, secondo la squadra di antropologi forensi che sta lavorando con i familiari degli scomparsi, il dna dei resti identificati dalle autorità non corrisponde a quello dei 43 studenti scomparsi.
La domanda che rimane in sospeso è: “Perché? Perché hanno ucciso ragazzi che non avevano nemmeno 22 anni? Perché uccidere dei ragazzi che stavano studiando per diventare maestri in una delle zone più povere del paese? Perché si vuole insabbiare il caso?”.
L’unica spiegazione che si danno i familiari delle vittime è che lo stato messicano si sta indurendo, perché il crimine organizzato è altamente tollerato, perché risponde agli interessi economici. Ayotzinapa si è caratterizzata da decenni per il suo lavoro di lotta, come quasi tutte le scuole rurali nel paese. Per questo rappresenta una minaccia, che si vuole sottomettere con la violenza.

Alcuni dati (tratti da www.deagostinigeografia.it, dati statistici del mondo)

Cuba
Messico
USA
Italia





PIL  pro capite ($)
6300
10300
53100
34700
popolazione
11 milioni
118 milioni
316 milioni
61 milioni
Spesa sanitaria
8.1% PIL
8.3% PIL
(50% privata)
3.2% PIL
7.2% PIL
Medici per abitanti
7.5 su 1000
2.2 su 1000
2.5 su 1000
3.9 su 1000
Mortalità infantile
4.2 su 1000
13.9 su 1000
6.0 su 1000
3.2 su 1000
Speranza di vita
78.2
75.4
79.5
82
Spesa per istruzione
12.8% PIL
5.2% PIL
5.4% PIL
4.3% PIL
Laureati su popolazione
1.3%
0.45%
1.05%
0.64%
Analfabeti  su popolazione
0.2%
5.8%
0.5%
1.0%
Spesa militare
3.3% PIL
0.6% PIL
4.2% PIL
1.3% PIL
Automobili su abitanti
1.4 su 1000
205 su 1000
355 su 1000
621 su 1000
Televisori  su abitanti
88%
95%
98%
96%
Popolazione sotto soglia povertà                                (3)
4%
51%
15%
8%
Utenti internet
257 su 1000
434 su 1000
842 su 1000
584 su 1000
Copie quotidiani
65 su 1000
56 su 1000
210 su 1000
76 su 1000
Omicidi su abitanti
4.2 su 100000
26 su 100000   (2)
7 su 100000   (1)
0.9 su 100000
Indice Sviluppo Umano
0.776
0.775
0.972
0.872

(L'Indice di sviluppo umano (ISU) è un indice comparativo dello sviluppo dei vari paesi calcolato tenendo conto dei diversi tassi di aspettativa di vita, istruzione e prodotto interno lordo procapite. È divenuto uno strumento standard per misurare il benessere di un paese.)
(1) In alcune città degli USA il tasso di omicidi è 10 volte superiore alla media nazionale.
(2) In alcune città messicane il tasso di omicidi è il più alto del mondo.
(3) La soglia di povertà è calcolata rispetto alla capacità di spesa media mensile di due persone di ciascun paese
                                  
Appunti di viaggio (di Luisa Petrucci e Moreno Biagioni)

Premessa - A marzo ed aprile siamo stati in Messico (20 giorni) ed a Cuba (15 giorni). Si tratta, tutto sommato, di periodi brevi, indubbiamente insufficienti per capire la realtà più profonda di un paese.
Ne abbiamo però ricavate alcune impressioni che siamo lieti di socializzare con voi.
Il fatto di aver visto in successione due situazioni sociali e politiche così diverse ci ha permesso di metterle a confronto.

a) Il Messico, paese di grande fascino, di grandi contraddizioni, di grandi diseguaglianze
Un paese meticcio - Il Messico è una repubblica federale presidenziale formata da 31 stati e dal Distretto Federale della capitale (con poco più di 110 milioni di abitanti su una superficie di 1.958.201 kmq.).
E' un paese meticcio, in quanto il 60% della popolazione è data, appunto da meticci, il 30% da indios, il 9% da bianchi, l'1% da neri e asiatici. E' impregnato di cattolicesimo, nonostante i tentativi dei rivoluzionari della prima metà del secolo scorso di arginare il potere ecclesiastico. Nel corso dei secoli la religione cattolica ha fatto propri culti popolari, indi e meticci (che sono divenuti anche segni di messicanità).
Le testimonianze di grandi civiltà scomparse - In Messico siamo rimasti colpiti, prima di tutto, dalla bellezza dei siti archeologici, dove si trovano i resti degli insediamenti aztechi e degli altri popoli indigeni, testimonianze di grandi civiltà sviluppatesi nel corso di molti secoli (dal 1500 a. C., da prima quindi che fosse fondata Roma [a noi capita, nel nostro eurocentrismo, di pensare che tutta la storia del mondo si sia svolta nell'area mediterranea e trascuriamo il fatto che altri popoli, in altre parti del globo, hanno raggiunto livelli notevoli in vari campi - delle arti, della scienza, dell'architettura - ancor prima che si manifestasse la civiltà greco-romana -).
Il periodo coloniale, i murales, i segni della modernità - E abbiamo ammirato anche, oltre alle bellezze naturali,
·           le opere architettoniche del periodo coloniale, durante il quale i “conquistadores” spagnoli hanno imposto a tutte le popolazioni il cattolicesimo traducendo tale imposizione in chiese e monasteri,
·           i murales di Diego Rivera e David Siqueiros, che sintetizzano in grandi immagini la storia del Messico ed hanno un respiro rivoluzionario, con il popolo che si riappropria del proprio destino,
·           le realizzazioni moderne, che connotano in particolare Città del Messico, o, meglio, alcune parti di Città del Messico (dove si trovano anche le case-museo di personaggi come la femminista e pittrice Frida Kahlo, compagna di Diego Rivera, e Lev Trotsky, che proprio qui fu assassinato dai sicari di Stalin).
In ogni città ci sono monumenti che ricordano i protagonisti delle lotte per l'indipendenza e del periodo rivoluzionario (Benito Juarez, Francisco Madero etc.).
Una particolare sensazione ci ha dato il vedere, sempre a Città del Messico, Piazza delle Tre Culture, dove nel 1968 avvenne, alla vigilia delle Olimpiadi, un episodio drammatico, con la repressione da parte della polizia di una manifestazione studentesca e l'uccisione di centinaia di studenti (ed i giochi olimpici si svolsero regolarmente, come se nulla fosse accaduto).
La realtà sociale messicana - Ma, più che altro, le nostre impressioni si soffermano sulla realtà sociale che ci siamo trovati intorno, in particolare nella capitale – nella “città mostro”, come viene definita, a causa dei suoi oltre 20 milioni di abitanti, del suo traffico, del suo elevatissimo tasso di inquinamento (risulta essere la città più inquinata del mondo) -.
Mentre da un lato si hanno i segni evidenti di una società consumista, che assomiglia alla nostra (con i supermercati, i bei negozi e simili), dall'altro si registra una miseria grandissima (forse quella verso la quale anche noi siamo avviati, se non si riuscirà a cambiare le politiche imposte dai grandi poteri finanziari internazionali), con moltissime persone che chiedono l'elemosina o cercano di arrangiarsi vendendo qualsiasi cosa in metropolitana, ai semafori, agli angoli delle strade e, nel contempo, si ha una presenza poliziesca massiccia dovunque, con tanto di poliziotti muniti di mitra e di corpetto anti-proiettile.
Una società violenta - Siamo in una società violenta in cui un potere istituzionale corrotto si intreccia con poteri criminali diffusi (ne sappiamo qualcosa anche in Italia, ma lì la violenza si manifesta con più evidenza).
Ed è una violenza che ha un'impronta decisamente machista.
Esempi che indicano la presenza di una violenza diffusa: la metropolitana con i vagoni riservati a donne e bambini in determinate ore, i frequenti posti di blocco della polizia a Xalapa.
Segnali in controtendenza Abbiamo notato però anche dei segnali che connotano in positivo la situazione, e cioè:
·           l'affermarsi, nonostante il machismo molto presente ad ogni livello, di realtà lgbt;
·           le manifestazioni di studenti e di altri gruppi – che abbiamo visto sia a Città del Messico che a Xalapa – contro il potere, con particolare riferimento alla sparizione di 42 studenti avvenuta qualche mese fa (manifestazioni con una caratteristica che in Italia conosciamo bene, e cioè espressioni di una sinistra frammentata e divisa – ciascun gruppo manifesta per conto suo -);
·           una vita culturale abbastanza vivace.
Politiche di destra - Al Governo c'è la destra, che applica le direttive del Fondo Monetario Internazionale e degli altri organismi che dominano la scena mondiale (l'Italia e l'Europa stanno facendo lo stesso).
Nel 1992 è stato sottoscritto il NAFTA, un accordo di libero scambio, sul piano commerciale, fra Messico, Stati Uniti e Canada (un accordo che assomiglia a quello in discussione al Parlamento europeo – il TTIP -, fra Europa e Stati Uniti, diretto a far prevalere gli interessi delle multinazionali sui diritti della cittadinanza e dei singoli stati, in nome della libertà di mercato).
L'esperienza del Chapas - Di grande interesse sarebbe stato visitare la regione del Chapas dove si è sviluppato il Movimento Zapatista, espressione delle comunità indigene della regione,(è famoso in tutto il mondo il sub-comandante Marcos), movimento che, dopo aver condotto un conflitto con le armi con il potere centrale, sta attualmente conducendo interessanti esperienze di auto-governo.
Dovevamo scegliere fra il Chapas e Cuba ed infine abbiamo scelto Cuba.
Ospitalità e cordialità - L'essere stati ospiti di persone messicane e l'aver vissuto nelle loro case, e non negli alberghi, ci ha fatto apprezzare il senso dell'ospitalità e dell'amicizia, la cordialità, il buonumore, che li caratterizza.
Per questo, per quello che si è visto e si è cercato di capire, abbiamo un ottimo ricordo del nostro soggiorno messicano.

b) Cuba, un'esperienza che cerca di resistere alla globalizzazione neo-liberista

La Repubblica cubana ha poco più di 11 milioni di abitanti (il 51% meticci, il 37% bianchi, l'11% neri, 1% minoranze etniche) su una superficie di 110.860 kmq.
Sebbene associata al Sud del mondo, l'isola dal punto di vista demografico si inserisce nel gruppo dei Paesi sviluppati (nel 2000 l'aspettativa di vita era 78 anni per le donne, 73 per gli uomini).

L'aria diversa di Cuba - A Cuba si respira un'aria diversa. Averla vista dopo aver vissuto per alcune settimane a Città del Messico ci ha reso ancor più evidente la sua diversità.
Prima di tutto, non vi sono, nemmeno a L'Avana, gli ingorghi stradali che costituiscono la norma nella capitale del Messico (ed anche nelle nostre città).
La prima notte siamo rimasti sorpresi dalla semi oscurità in cui era avvolta la città (L'Avana, appunto).
Niente insegne pubblicitarie e grandi luminarie, ma solo le luci per le strade ed un'illuminazione più forte per i monumenti più importanti (fra cui il Capitolio Nacional, realizzato sul modello del Campidoglio di Washinton).
Una povertà dignitosa - Nei successivi giri - per L'Avana, nelle altre città in cui siamo stati, nelle campagne - abbiamo avuto l'impressione di una notevole scarsità di quei prodotti così abbondanti da noi, e spesso anche superflui o male utilizzati (a cominciare dalle auto), di un'austerità in qualche modo obbligata (a causa del “bloqueo” – dell'embargo imposto dagli Stati Uniti -), di una povertà diffusa ma dignitosa. Non si hanno segnali evidenti di diseguaglianze, anche se la povertà complessiva ha livelli diversi (e ci sono parti della popolazione che stanno assai meglio delle altre – ma su questo ci soffermeremo successivamente -).
L'Avana, una città affascinante e insolita - L'Avana è molto estesa (ha oltre 2 milioni e mezzo di abitanti) e si rivela, fin dal primo impatto, come una città affascinante e insolita, in cui convivono, a stretto contatto, aspetti diversi. Accanto a bellissimi palazzi dell'epoca coloniale troviamo aree con costruzioni ormai distrutte, o edifici semi-diroccati e magari ancora abitati, con le strade sempre molto vissute – da ragazzi che giocano, da persone che parlano, da venditori di frutta e verdure con i loro carretti – (come molto animati sono gli spazi sopra le abitazioni, con tetti non spioventi, usati come terrazze, in cui vi sono fiori, orti, piccioni, polli).
Molto bella è la città vecchia, che è stata dichiarata dall'UNESCO “patrimonio dell'umanità” e di cui si sta completando il restauro.
Ma non c'è solo la parte storica: c'è quella più moderna, degli alberghi e delle ambasciate, delle periferie con i quartieri popolari, della piazza della Rivoluzione con i suoi monumenti agli eroi che hanno combattuto per l'indipendenza e contro il regime di Batista.
Trinidad, Remedios, Santa Clara - Oltre L'Avana, abbiamo visto Trinidad (anch'essa dichiarata “patrimonio dell'umanità” dall'UNESCO) e Remedios, due splendide cittadine di stile neo-coloniale che hanno conservato il loro aspetto originario, nonché Santa Clara, teatro dello scontro decisivo, guidato da Ernesto “Che” Guevara, per le sorti di Batista (emozionanti il Mausoleo del “Che” e il treno che ricorda la battaglia sulla ferrovia).
Tutela della salute ed istruzione gratuiti per tutte/i - Anche a Cuba siamo stati ospiti di famiglie (tranne pochi giorni in albergo) e questo ci ha permesso di parlare con persone cubane (che abbiamo trovato cordiali, espansive, di grande simpatia ed allegria).
Abbiamo riscontrato un notevole orgoglio, specialmente nelle persone più anziane che hanno vissuto il periodo rivoluzionario, per i risultati raggiunti nei settori sanitario ed educativo (tutela della salute ed istruzione, fino all'Università, garantiti gratuitamente a tutte/i).
Una situazione che può diventare dirompente Il fatto che esistano attualmente due monete (il peso convertibile – CUC –, che è utilizzato dai turisti, e il peso normale). Il peso convertibile, il cui valore è assimilabile a quello del dollaro o dell'euro, vale 25 pesos normali.
Se ne deduce che coloro che sono dentro il giro turistico (in aumento, specialmente, dopo le recenti aperture, quello proveniente dagli Stati Uniti) hanno possibilità di avere un reddito superiore a quello dei cubani e delle cubane che svolgono altri lavori.
Per avere un termine di paragone basti pensare che per una camera in una casa noi abbiamo speso 25 CUC (circa 25 euro) in tutti e due, ed è sicuramente poco, e che uno stipendio di un medico a Cuba si aggira sui 1000 pesos (ossia 40 CUC).
Tutto ciò comporta una crescente divaricazione fra chi, appunto, ha a che fare con i turisti (quelli che affittano le camere, quelli delle agenzie e degli alberghi, i taxisti e simili) e chi invece non ha questa possibilità.
Ciò, alla lunga (se non si riesce a tornare alla moneta unica, com'è nei programmi del Governo), può portare a notevoli diseguaglianze ed inconvenienti.
Già ora porta chi abita nelle città grandi, e turistiche, a cercare d'inserirsi con vari sistemi, anche fastidiosi, nel giro dei turisti.
Lo sviluppo di strutture per i turisti – Nel nostro breve soggiorno cubano abbiamo rilevato anche uno sviluppo notevole di strutture, anche di stile consumistico, per i turisti. Anzi, per quattro giorni ne abbiamo fatto un'esperienza diretta (in un albergo in una splendida isoletta – le bellezze naturali sono un altro aspetto che ci fanno dire, con la canzone “Oh! que linda es Cuba!” - ed in uno dei migliori alberghi de L'Avana, a spese della Compagnia aerea cubana, in seguito della mancata partenza dell'aereo che ci avrebbe dovuto riportare a Città del Messico – siamo poi partiti il giorno dopo -).
Aspetti critici – Ci sono anche, a parer nostro, degli aspetti critici nella situazione cubana.
Si avverte un clima di regime, nella mancanza di organi d'informazione liberi (gli unici venduti per le strade, di solito da persone anziane, sono il quotidiano “Granma”, una specie di bollettino del Partito Comunista Cubano, ed altri periodici delle organizzazioni politiche e sociali ufficiali).
Inoltre, le frasi, in genere di Fidel, riprodotte un po' dappertutto, ci ricordano le scritte sui muri dettate da Mussolini durante il fascismo [anche se, naturalmente, le parole di Fidel sono altra cosa rispetto a quelle deliranti di Mussolini].
La democrazia consiste a Cuba nell'elezione di delegati a livello di quartiere etc., ma non prevede (anche a causa dell'azione, anche criminale – basti ricordare la tentata invasione che prende il nome dal luogo dello sbarco, la Baia dei Porci - volta a ribaltare l'ordinamento attuale da parte degli Stati Uniti e dei fuorusciti cubani) opzioni politiche diverse che si confrontino pubblicamente.
Ha invece una presenza attiva la Chiesa cattolica, che al momento sta svolgendo un'opera di pressione per lo sviluppo di rapporti di vicinato fra Cuba e Stati Uniti e la fine del “bloqueo”.
Un'ulteriore nota riguarda la polizia cubana, sorridente ed amichevole, a differenza di quella grintosa messicana.
In conclusione, Cuba ci appare come un paese con evidenti contraddizioni e difficoltà, ma in cui, tutto sommato, sarebbe bello vivere.

Messico e nuvole

Lei è bella, lo so
è passato del tempo e io
ce l'ho nel sangue ancor
e vorrei e vorrei
ritornare laggiù da lei,
ma so che non andrò
questi son sentimenti di contrabbando
meglio star qui seduto
guardare il cielo davanti a me
Messico e nuvole,
la faccia triste dell'America
e il vento suona la sua armonica
che voglia di piangere ho
Intorno a lei, intorno a lei
una chitarra risuonerà
per tanto tempo ancor
è il mio amore per lei
che i suoi passi accompagnerà
nel bene e nel dolor
questi son sentimenti di contrabbando
meglio star qui seduto
guardare il cielo davanti a me
Messico e nuvole
Chi lo sa come fa
quella gente che va fin lá
a pronunciare un sì, ma
mentre sa che è già
provvisorio l'amore che
c'è, si, ma forse no
queste son situazioni di contrabbando
meglio star qui seduto
guardare il cielo davanti a me
Messico e nuvole

                                                                                                                                                                               Paolo Conte

PREGHIERA EUCARISTICA

Esprimiamo la fede,
qualunque sia la fede di ognuno di noi,
con le parole di un testimone attuale della resurrezione,
ucciso in Salvador proprio per questa sua testimonianza,
eco fedele delle aspirazioni di quella parte del popolo
impegnata nella liberazione:
Gesù fu ucciso per la vita storica che condusse,
come distruttore dell'ordine ingiusto,
religioso, politico e sociale.

Il Vangelo è una testimonianza della continuità della vita con la morte.
E’ la vita di Gesù che dà significato alla sua morte.
Perciò c'è da chiedersi chi continua a realizzare nella storia
ciò che fu la vita e la morte di Gesù...
E’ scandaloso proporre i bisognosi, gli oppressi, gli emarginati,
come salvezza del mondo.
E’ scandaloso a molti credenti ed è scandaloso anche per coloro
che cercano la liberazione storica.
E’ facile vedere gli oppressi, i bisognosi, gli emarginati
come coloro che chiedono di essere salvati e liberati,
ma non è considerato politicamente corretto vederli come salvatori e liberatori.

Tutta la storia è come racchiusa per noi
in questo gesto semplice dello spartire il pane
facendo la memoria della vita – morte - resurrezione di Gesù.
La sera prima di essere ucciso, mentre sedeva a tavola con i suoi,
prese del pane, lo spezzò, lo distribuì loro dicendo:
“questo è il mio corpo; prendete e mangiatene tutti”.
Poi, preso un bicchiere, rese grazie e lo diede loro dicendo:
questo è il mio sangue sparso per tutti i popoli.

Ed oggi, lo Spirito trasformi la memoria che fonda la nostra ricerca di fede
nella presenza di ogni testimonianza,
di ogni gesto,
di ogni tentativo umano,
che possano aiutarci a capire chi continua a realizzare
nella storia attuale ciò che fu la vita e la morte di Gesù...
e ci sostenga nell’impegno solidale.

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