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venerdì 22 settembre 2006

E' una notizia?


Trovata nella posta ( baraccheverdi@hotmail.it)


E' una notizia?

Giovedi mattina sull'autobus n.9 diretto alla stazione, all'altezza di Porta a Prato è salito un giovane sulla trentina con in mano un libro aperto. Stava leggendo, sul tram in corsa, Isolotto 1954/1969. L'edizione originale Laterza tn 1969.

Tutto qui. Paola e Urbano.

E' una notizia?


Trovata nella posta ( baraccheverdi@hotmail.it)


E' una notizia?

Giovedi mattina sull'autobus n.9 diretto alla stazione, all'altezza di Porta a Prato è salito un giovane sulla trentina con in mano un libro aperto. Stava leggendo, sul tram in corsa, Isolotto 1954/1969. L'edizione originale Laterza tn 1969.

Tutto qui. Paola e Urbano.

D. Borghi


E' morto il 9 luglio u.s. L'Archivio ce lo rimanda così:

Quintole 30 Dicembre 1968

All' Arcivescovo di Firenze

Con questa lettera Le mando le dimissioni da parroco di S. Miniato

a Quintole. 

I motivi della decisione sono prima di tutto e principalmente la convinzione personale che l’attuale "condizione" del parroco è in contrasto con la mia decisione di essere operaio.

Quello che ha scritto a don Mazzi il 30/IX/1968 ha confermato le mie convinzioni, anche se le Sue parole mi hanno riempito di una grande amarezza.

Lascio la Parrocchia anche per un altro motivo. Desidero dire, in questa maniera, la mia amicizia e la mia solidarietà a Enzo, Paolo , Sergio e le Parrocchie dell’ Isolotto e della Casella.

Mi sento colpito dagli stessi provvedimenti che hanno colpito i miei amici e fratelli.

Non so dirLe altro. Penso alla tristezza di tanti uomini e donne che vedono delusa e soffocata la meravigliosa speranza suscitata in essi da Cristo Risorto: una Chiesa veramente profetica, assemblea dei figli di Dio, Popolo di Dio in cammino verso la liberazione di tutti gli uomini da ogni schiavitù.

Bruno Borghi 

 

La lettera, inviata per conoscenza a Enzo Paolo e Sergio,è accompagnata dal seguente foglietto:
  Carissimi Enzo Paolo e Sergio, vi mando la copia della lettera inviata all’Arcivescovo.

 Non ho bisogno do aggiungere altre cose anche perché in questo momento non saprei dire altro.

 Vi abbraccio e vi saluto insieme a tutti i vostri parrocchiani.

 

Con affetto Bruno


La trovi qui


La notizia qui.



D. Borghi


E' morto il 9 luglio u.s. L'Archivio ce lo rimanda così:

Quintole 30 Dicembre 1968

All' Arcivescovo di Firenze

Con questa lettera Le mando le dimissioni da parroco di S. Miniato

a Quintole. 

I motivi della decisione sono prima di tutto e principalmente la convinzione personale che l’attuale "condizione" del parroco è in contrasto con la mia decisione di essere operaio.

Quello che ha scritto a don Mazzi il 30/IX/1968 ha confermato le mie convinzioni, anche se le Sue parole mi hanno riempito di una grande amarezza.

Lascio la Parrocchia anche per un altro motivo. Desidero dire, in questa maniera, la mia amicizia e la mia solidarietà a Enzo, Paolo , Sergio e le Parrocchie dell’ Isolotto e della Casella.

Mi sento colpito dagli stessi provvedimenti che hanno colpito i miei amici e fratelli.

Non so dirLe altro. Penso alla tristezza di tanti uomini e donne che vedono delusa e soffocata la meravigliosa speranza suscitata in essi da Cristo Risorto: una Chiesa veramente profetica, assemblea dei figli di Dio, Popolo di Dio in cammino verso la liberazione di tutti gli uomini da ogni schiavitù.

Bruno Borghi 

 

La lettera, inviata per conoscenza a Enzo Paolo e Sergio,è accompagnata dal seguente foglietto:
  Carissimi Enzo Paolo e Sergio, vi mando la copia della lettera inviata all’Arcivescovo.

 Non ho bisogno do aggiungere altre cose anche perché in questo momento non saprei dire altro.

 Vi abbraccio e vi saluto insieme a tutti i vostri parrocchiani.

 

Con affetto Bruno


La trovi qui


La notizia qui.



martedì 19 settembre 2006


 Il 20 settembre 1870

 i bersaglieri sconfissero l’esercito papalino di Pio IX, al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti autore del ‘Sillabo’ documento  che in 80 proposizioni condannava tutta la filosofia moderna, ogni forma di progresso e perfino il cattolicesimo liberale;  confinò nuovamente gli ebrei nel ghetto.

E’ stato dichiarato beato da Wojtyla il 3 settembre 2000
. (Dalla stampa)



Stato e chiesa: una (strana) coppia di fatto


ROMA XX SETTEMBRE 1870 – 2006. LA BRECCIA DI PORTA PIA. UNA BRECCIA PER IL PLURALISMO. 19 E 20 SETTEMBRE 2006


Sono passati 136 anni: l’Italia da Stato monarchico statutario è divenuta uno Stato prima autocratico e poi Repubblicano con una moderna Costituzione stilata e votata da un’assemblea democraticamente eletta, valida ancora nei suoi basilari principi, pur messi democraticamente in discussione nel dibattito politico.Ma quanti passi avanti sono stati veramente fatti perché siano rispettate, espresse e soddisfatte le istanze di tutti i cittadini? Il nostro Paese si può considerare realmente uno stato laico a tutti gli effetti? È garantita di fatto, e non solo di fronte alla legge, la libera espressione e la risposta adeguata alle esigenze di tutte le minoranze etniche, culturali, religiose? Cosa c’è ancora da fare?

Trovato qui


Un libro da leggere

Laicità Una geografia delle nostre radici

a cura di Giovanni Boniolo

Gli struzzi di Einaudi



La scheda

Il blog suggerisce la lettura delle pag. 16-21: 5 - due modelli teorici di laicità:Rawls e Habermas.


Nota d'archivio


Cristo è il centro, il fondamento e il termine del cammino degli uomini e, in particolare di uno degli aspetti più fondamentali di tale cammino: la ricerca della Verità, la ricerca di Dio.

Cristo, « il Figlio dell’Uomo », fa propria la ricerca e la esperienza di Dio, compiuta dal suo popolo e da tutti i popoli della terra.

Cristo non distrugge la religione ebraica, ma la supera dandole il significato di figura.

Egli si dichiara l’autentico continuatore della tradizione ebraica più genuina. Egli afferma di essere il compimento delle linee più pure della esperienza religiosa ebraica, cui aderivano gli Ebrei sinceri.

Al contempo, però, si trova a dover colpire alla radice l’apparato religioso ebraico retto e imposto dalle classi dominanti.

Egli deve abbattere la pretesa, che avevano tali classi, di essere i rappresentanti esclusivi di Dio, gli intermediari o i mediatori tra Dio e gli uomini; deve distruggere l’immagine falsa e cristallizzata di Dio, che veniva imposta al popolo.

Il contrasto tra Gesù e i capi del popolo ebraico mette in evidenza tutto questo in modo particolarmente chiaro. Ai loro occhi egli appare un sovversivo, un ateo, un bestemmiatore. E tale egli era nei confronti di una religione cristallizzata e strumentalizzata, nei confronti di un dio accaparrato dai potenti, dai ricchi e dai sapienti a scopo di dominio e di potenza (salva sempre la loro buona fede individuale...).

Essi, infatti, in sostanza dicevano: « chi vuole il perdono, la grazia e la benedizione di Dio deve accettare la nostra mediazione di sacerdoti, guide, maestri, dottori; deve assoggettarsi all’immagine di Dio che noi autenticamente offriamo; deve aver fiducia nei riti che soltanto noi in modo efficace celebriamo; deve ascoltare la nostra parola come parola di Dio, poiché di questa siamo depositari, interpreti e ripetitori; deve credere alle verità che noi, a nome di Dio, insegniamo; deve seguire la legge dì Dio di cui noi siamo I custodi e gli interpreti; è tenuto a rispettare i privilegi che spettano a noi come rappresentanti di Dio, a pagare i tributi che ci sono dovuti come ministri di Dio...

Arriva un uomo, una persona ignorante ‘ del popolo, un operaio di Nazareth, e dice: « Il Figlio dell’Uomo ha sulla terra Il potere di rimettere i peccati! ».

Di fronte a questa semplicissima affermazione, considerata blasfema cadono tutte quelle pretese di mediazione. Così Gesù toglie ai potenti, ai sapienti e ai ricchi l’arma più forte che essi avevano per tenere soggetto il popolo: la violenza sulle coscienze, attraverso la cristallizzazione di Dio e attraverso la pretesa di mediazione del rapporto con lui.

Nonostante questa chiarezza evangelica, in epoche successive, ferma restando la verità che Gesù rimane l’unico mediatore, altri sapienti, potenti e ricchi hanno scoperto che c’era ancora posto per la loro strumentalizzazione e mediazione di Dio.

Si sono fatti mediatori esclusivi fra gli uomini e Cristol

Così essi hanno trovato il modo di tornare all’antico giuoco, all’antico circolo vizioso. Accaparrando Cristo sono riusciti di nuovo ad accaparrare Dio e a dominare le coscienze.

(Incontro a Gesù, Comunità dell’Isolotto, libreria editrice fiorentina, 1968, pag.10)



Una curiosità - Fra storia e anedottica

"
C’è una tomba nel cimitero ebraico di Chieri sulla quale è scolpito un simbolo: due cannoni incrociati. È la tomba di un ufficiale di artiglieria, il capitano Segre, che nel 1870 diede l’ordine di "Fuoco!" che aprì la breccia di Porta Pia", ricorda Guido Fubini in una pagina dell’Unione delle Comunità ebraiche.

Ma sì, l’ufficiale israelita piemontese a cui il cattolico Cadorna affidò il compito del primo bombardamento delle mura, per evitare – oh, delicatezza de "li cavalieri antiqui" – che la scomunica decretata dal Papa a chi per primo avesse comandato di sparare toccasse la quasi totalità degli ufficiali italiani.

Trovata qui


 Il 20 settembre 1870

 i bersaglieri sconfissero l’esercito papalino di Pio IX, al secolo Giovanni Maria Mastai Ferretti autore del ‘Sillabo’ documento  che in 80 proposizioni condannava tutta la filosofia moderna, ogni forma di progresso e perfino il cattolicesimo liberale;  confinò nuovamente gli ebrei nel ghetto.

E’ stato dichiarato beato da Wojtyla il 3 settembre 2000
. (Dalla stampa)



Stato e chiesa: una (strana) coppia di fatto


ROMA XX SETTEMBRE 1870 – 2006. LA BRECCIA DI PORTA PIA. UNA BRECCIA PER IL PLURALISMO. 19 E 20 SETTEMBRE 2006


Sono passati 136 anni: l’Italia da Stato monarchico statutario è divenuta uno Stato prima autocratico e poi Repubblicano con una moderna Costituzione stilata e votata da un’assemblea democraticamente eletta, valida ancora nei suoi basilari principi, pur messi democraticamente in discussione nel dibattito politico.Ma quanti passi avanti sono stati veramente fatti perché siano rispettate, espresse e soddisfatte le istanze di tutti i cittadini? Il nostro Paese si può considerare realmente uno stato laico a tutti gli effetti? È garantita di fatto, e non solo di fronte alla legge, la libera espressione e la risposta adeguata alle esigenze di tutte le minoranze etniche, culturali, religiose? Cosa c’è ancora da fare?

Trovato qui


Un libro da leggere

Laicità Una geografia delle nostre radici

a cura di Giovanni Boniolo

Gli struzzi di Einaudi



La scheda

Il blog suggerisce la lettura delle pag. 16-21: 5 - due modelli teorici di laicità:Rawls e Habermas.


Nota d'archivio


Cristo è il centro, il fondamento e il termine del cammino degli uomini e, in particolare di uno degli aspetti più fondamentali di tale cammino: la ricerca della Verità, la ricerca di Dio.

Cristo, « il Figlio dell’Uomo », fa propria la ricerca e la esperienza di Dio, compiuta dal suo popolo e da tutti i popoli della terra.

Cristo non distrugge la religione ebraica, ma la supera dandole il significato di figura.

Egli si dichiara l’autentico continuatore della tradizione ebraica più genuina. Egli afferma di essere il compimento delle linee più pure della esperienza religiosa ebraica, cui aderivano gli Ebrei sinceri.

Al contempo, però, si trova a dover colpire alla radice l’apparato religioso ebraico retto e imposto dalle classi dominanti.

Egli deve abbattere la pretesa, che avevano tali classi, di essere i rappresentanti esclusivi di Dio, gli intermediari o i mediatori tra Dio e gli uomini; deve distruggere l’immagine falsa e cristallizzata di Dio, che veniva imposta al popolo.

Il contrasto tra Gesù e i capi del popolo ebraico mette in evidenza tutto questo in modo particolarmente chiaro. Ai loro occhi egli appare un sovversivo, un ateo, un bestemmiatore. E tale egli era nei confronti di una religione cristallizzata e strumentalizzata, nei confronti di un dio accaparrato dai potenti, dai ricchi e dai sapienti a scopo di dominio e di potenza (salva sempre la loro buona fede individuale...).

Essi, infatti, in sostanza dicevano: « chi vuole il perdono, la grazia e la benedizione di Dio deve accettare la nostra mediazione di sacerdoti, guide, maestri, dottori; deve assoggettarsi all’immagine di Dio che noi autenticamente offriamo; deve aver fiducia nei riti che soltanto noi in modo efficace celebriamo; deve ascoltare la nostra parola come parola di Dio, poiché di questa siamo depositari, interpreti e ripetitori; deve credere alle verità che noi, a nome di Dio, insegniamo; deve seguire la legge dì Dio di cui noi siamo I custodi e gli interpreti; è tenuto a rispettare i privilegi che spettano a noi come rappresentanti di Dio, a pagare i tributi che ci sono dovuti come ministri di Dio...

Arriva un uomo, una persona ignorante ‘ del popolo, un operaio di Nazareth, e dice: « Il Figlio dell’Uomo ha sulla terra Il potere di rimettere i peccati! ».

Di fronte a questa semplicissima affermazione, considerata blasfema cadono tutte quelle pretese di mediazione. Così Gesù toglie ai potenti, ai sapienti e ai ricchi l’arma più forte che essi avevano per tenere soggetto il popolo: la violenza sulle coscienze, attraverso la cristallizzazione di Dio e attraverso la pretesa di mediazione del rapporto con lui.

Nonostante questa chiarezza evangelica, in epoche successive, ferma restando la verità che Gesù rimane l’unico mediatore, altri sapienti, potenti e ricchi hanno scoperto che c’era ancora posto per la loro strumentalizzazione e mediazione di Dio.

Si sono fatti mediatori esclusivi fra gli uomini e Cristol

Così essi hanno trovato il modo di tornare all’antico giuoco, all’antico circolo vizioso. Accaparrando Cristo sono riusciti di nuovo ad accaparrare Dio e a dominare le coscienze.

(Incontro a Gesù, Comunità dell’Isolotto, libreria editrice fiorentina, 1968, pag.10)



Una curiosità - Fra storia e anedottica

"
C’è una tomba nel cimitero ebraico di Chieri sulla quale è scolpito un simbolo: due cannoni incrociati. È la tomba di un ufficiale di artiglieria, il capitano Segre, che nel 1870 diede l’ordine di "Fuoco!" che aprì la breccia di Porta Pia", ricorda Guido Fubini in una pagina dell’Unione delle Comunità ebraiche.

Ma sì, l’ufficiale israelita piemontese a cui il cattolico Cadorna affidò il compito del primo bombardamento delle mura, per evitare – oh, delicatezza de "li cavalieri antiqui" – che la scomunica decretata dal Papa a chi per primo avesse comandato di sparare toccasse la quasi totalità degli ufficiali italiani.

Trovata qui

Confronto di civiltà






"Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava".

(Ratisbona 12 settembre 2006)




Cristo, come tutti i profeti di Dio, è stato il profeta della giustizia e della pace. Musulmani, cristiani ed ebrei e tutti coloro che credono nelle religioni, se sono veramente seguaci della religione, devono essere fautori della pace, della fratellanza e della tranquillità.

( Caracas 14 settembre 2006)



Confronto di civiltà






"Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava".

(Ratisbona 12 settembre 2006)




Cristo, come tutti i profeti di Dio, è stato il profeta della giustizia e della pace. Musulmani, cristiani ed ebrei e tutti coloro che credono nelle religioni, se sono veramente seguaci della religione, devono essere fautori della pace, della fratellanza e della tranquillità.

( Caracas 14 settembre 2006)



lunedì 18 settembre 2006


La mia Chiesa è uscita dalla sacrestia


E ha smesso di passare il tempo


a spargere acqua benedetta


come medicina dei poveri.


E ha smesso di distribuire indulgenze


come se si trattasse di aspirine.


E ha smesso di accendere candele


con un fuoco che non riscalda più…


“Difendete il debole e l’orfano


al misero e al povero fate giustizia.


Salvate il debole e l’indigente


liberatelo dalla mano degli empi.”



(anonimo fiorentino)


La pace è donna


La mia Chiesa è uscita dalla sacrestia


E ha smesso di passare il tempo


a spargere acqua benedetta


come medicina dei poveri.


E ha smesso di distribuire indulgenze


come se si trattasse di aspirine.


E ha smesso di accendere candele


con un fuoco che non riscalda più…


“Difendete il debole e l’orfano


al misero e al povero fate giustizia.


Salvate il debole e l’indigente


liberatelo dalla mano degli empi.”



(anonimo fiorentino)


La pace è donna

giovedì 14 settembre 2006

Quarant'anni fa (4)

Storia di una parrocchia fiorentina

Firenze 28 novembre 1966


Eminenza Rev.ma,


nella riunione svoltasi in Arcivescovado sabato scorso, siamo stati invitati a tenere presente, almeno per tutto l’inverno, il problema sociale dell’indigenza dei nostri fedeli particolarmente colpiti dall’alluvione e inoltre a dare il nostro fattivo contributo alla soluzione di tale problema, attraverso aiuti in danaro o in generi.

 Riconosciamo l’utilità di una simile iniziativa cui daremo tutto il nostro apporto.

 Tuttavia ci sembra che non basti fermarci qui.

 Fra i compiti sociali che noi sacerdoti o la parrocchia possiamo assumerci, l’aiuto in forma di beneficenza non ci sembra né il più efficace, né il più evangelico, né il più confacente alla nostra missione. Del resto sono poche le persone che lo rifiutano per un comprensibile rispetto della loro dignità e della loro libertà.

Si tratta di gente del popolo, anche fra la più colpita.

Questo non significa che vogliamo escluderlo. Chiediamo piuttosto che almeno lo stesso impegno dedicato all’aiuto in forma di beneficenza, venga dedicato all’attenzione del problema sociale scaturito dall’alluvione, nei suoi aspetti più importanti quali il problema dell’alloggio per i sinistrati, il problema della rinascita per gli artigiani, i commercianti, gli esercenti, il problema del lavoro per i dipendenti o i lavoranti a domicilio, il problema del risarcimento dei danni, infine, anche se meno urgente, il problema del risanamento del suolo e della protezione civile.

 Questo non significa che non vogliamo compiere opera di supplenza, né che pretendiamo indebitamente e presuntuosamente risolvere detti problemi.

 Lo studio e la soluzione dei problemi sociali spetta agli organi competenti. Ma questo vale per ogni ordine di problemi sociali, non escluso quello dell’assistenza.

 Come noi sentiamo il dovere di intervenire pastoralmente nel problema dell’assistenza, escludendo che ciò significhi concorrenza o supplenza, così ci sembra doveroso intervenire pastoralmente nel problema del lavoro, dell’alloggio, della sicurezza dei fedeli.

 Forse nessuno può arrivare a conoscere, come noi, i bisogni della nostra gente. Siamo d’avviso che questa conoscenza deve servire, non solo per aprire la nostra e l’altrui borsa, ma anche ad aprire la nostra intelligenza per capire il problema sollevato dalla povertà e ad aprire la nostra bocca per mettere a servizio della società il contributo della nostra conoscenza e del nostro approfondimento.

 Le abbiamo esposto queste nostre convinzioni, maturate nel contatto continuo col popolo, perché Ella, che ha voluto partecipare così da vicino al dramma di Firenze, si faccia promotore di una serie di riunioni di studio e di partecipazione di esperienze sui problemi sociali suddetti, invitando sia i sacerdoti della città, sia laici particolarmente aperti e impegnati.

 In attesa di una sua comunicazione la salutiamo devotamente

Enzo Mazzi, Sergio Gomiti, Paolo Caciolli


Per il testo completo qui

Quarant'anni fa (4)

Storia di una parrocchia fiorentina

Firenze 28 novembre 1966


Eminenza Rev.ma,


nella riunione svoltasi in Arcivescovado sabato scorso, siamo stati invitati a tenere presente, almeno per tutto l’inverno, il problema sociale dell’indigenza dei nostri fedeli particolarmente colpiti dall’alluvione e inoltre a dare il nostro fattivo contributo alla soluzione di tale problema, attraverso aiuti in danaro o in generi.

 Riconosciamo l’utilità di una simile iniziativa cui daremo tutto il nostro apporto.

 Tuttavia ci sembra che non basti fermarci qui.

 Fra i compiti sociali che noi sacerdoti o la parrocchia possiamo assumerci, l’aiuto in forma di beneficenza non ci sembra né il più efficace, né il più evangelico, né il più confacente alla nostra missione. Del resto sono poche le persone che lo rifiutano per un comprensibile rispetto della loro dignità e della loro libertà.

Si tratta di gente del popolo, anche fra la più colpita.

Questo non significa che vogliamo escluderlo. Chiediamo piuttosto che almeno lo stesso impegno dedicato all’aiuto in forma di beneficenza, venga dedicato all’attenzione del problema sociale scaturito dall’alluvione, nei suoi aspetti più importanti quali il problema dell’alloggio per i sinistrati, il problema della rinascita per gli artigiani, i commercianti, gli esercenti, il problema del lavoro per i dipendenti o i lavoranti a domicilio, il problema del risarcimento dei danni, infine, anche se meno urgente, il problema del risanamento del suolo e della protezione civile.

 Questo non significa che non vogliamo compiere opera di supplenza, né che pretendiamo indebitamente e presuntuosamente risolvere detti problemi.

 Lo studio e la soluzione dei problemi sociali spetta agli organi competenti. Ma questo vale per ogni ordine di problemi sociali, non escluso quello dell’assistenza.

 Come noi sentiamo il dovere di intervenire pastoralmente nel problema dell’assistenza, escludendo che ciò significhi concorrenza o supplenza, così ci sembra doveroso intervenire pastoralmente nel problema del lavoro, dell’alloggio, della sicurezza dei fedeli.

 Forse nessuno può arrivare a conoscere, come noi, i bisogni della nostra gente. Siamo d’avviso che questa conoscenza deve servire, non solo per aprire la nostra e l’altrui borsa, ma anche ad aprire la nostra intelligenza per capire il problema sollevato dalla povertà e ad aprire la nostra bocca per mettere a servizio della società il contributo della nostra conoscenza e del nostro approfondimento.

 Le abbiamo esposto queste nostre convinzioni, maturate nel contatto continuo col popolo, perché Ella, che ha voluto partecipare così da vicino al dramma di Firenze, si faccia promotore di una serie di riunioni di studio e di partecipazione di esperienze sui problemi sociali suddetti, invitando sia i sacerdoti della città, sia laici particolarmente aperti e impegnati.

 In attesa di una sua comunicazione la salutiamo devotamente

Enzo Mazzi, Sergio Gomiti, Paolo Caciolli


Per il testo completo qui

Quarant'anni fa (3)

Storia di una parrocchia fiorentina


Firenze 12 giugno 1966


Eminenza,

in risposta alla Sua del giorno 11 giugno 1966, desidero assicurarLe che i miei parrocchiani. risultanti tra i firmatari del documento “All’elettorato cattolico di Firenze”, hanno agito sotto la loro piena e autonoma responsabilità, in coerenza con quanto affermano nel loro stesso documento.

 

Pertanto La prego di considerare come ingiusta e indebita qualsiasi insinuazione riguardante la collaborazione o la ispirazione da parte dei sacerdoti di questa parrocchia.

 

Del resto a Lei e a molti è manifesta la nostra costante ricerca di rispetto verso tutti i laici, allo scopo di “riconoscere - secondo le prescrizioni conciliari - quella giusta libertà che a tutti compete nella città terrestre”.

 

Mi scuso per non averLe potuto dare queste mie assicurazioni entro il tempo da Lei richiesto, perché, come Lei stesso ha potuto accertarsi, ho potuto avere la Sua lettera solo a notte inoltrata.

 

Devoti ossequi.

                                                                             Sac. Enzo Mazzi

 

Eminenza Reverendissima

card. Ermenegildo Florit

F I R E N Z E

Archivio storico della comunità dell'Isolotto QUI

Quarant'anni fa (3)

Storia di una parrocchia fiorentina


Firenze 12 giugno 1966


Eminenza,

in risposta alla Sua del giorno 11 giugno 1966, desidero assicurarLe che i miei parrocchiani. risultanti tra i firmatari del documento “All’elettorato cattolico di Firenze”, hanno agito sotto la loro piena e autonoma responsabilità, in coerenza con quanto affermano nel loro stesso documento.

 

Pertanto La prego di considerare come ingiusta e indebita qualsiasi insinuazione riguardante la collaborazione o la ispirazione da parte dei sacerdoti di questa parrocchia.

 

Del resto a Lei e a molti è manifesta la nostra costante ricerca di rispetto verso tutti i laici, allo scopo di “riconoscere - secondo le prescrizioni conciliari - quella giusta libertà che a tutti compete nella città terrestre”.

 

Mi scuso per non averLe potuto dare queste mie assicurazioni entro il tempo da Lei richiesto, perché, come Lei stesso ha potuto accertarsi, ho potuto avere la Sua lettera solo a notte inoltrata.

 

Devoti ossequi.

                                                                             Sac. Enzo Mazzi

 

Eminenza Reverendissima

card. Ermenegildo Florit

F I R E N Z E

Archivio storico della comunità dell'Isolotto QUI

Quarant'anni fa (2)

Storia di una parrocchia fiorentina






Archivio storico della Comunità. Qui.


Questo post e quelli che seguiranno - relativi alla memoria - sono dedicati a Sergio Gomiti, il creatore dell'Archivio. Sergio, in questo momento, è ricoverato in ospedale, in un letto di sofferenza. L'archivio, in via degli Aceri, senza di lui piange. Sergio, ti aspettiamo.

Quarant'anni fa (2)

Storia di una parrocchia fiorentina






Archivio storico della Comunità. Qui.


Questo post e quelli che seguiranno - relativi alla memoria - sono dedicati a Sergio Gomiti, il creatore dell'Archivio. Sergio, in questo momento, è ricoverato in ospedale, in un letto di sofferenza. L'archivio, in via degli Aceri, senza di lui piange. Sergio, ti aspettiamo.

Quarant'anni fa (1)

Storia di una parrocchia fiorentina


Fonte: Archivio storico Comunità Isolotto. Qui.


Questo post e quelli che seguiranno - relativi alla memoria - sono dedicati a Sergio Gomiti, il creatore dell'Archivio. Sergio, in questo momento, è ricoverato in ospedale, in un letto di sofferenza. L'archivio, in via degli Aceri, senza di lui piange. Sergio, ti aspettiamo.

Quarant'anni fa (1)

Storia di una parrocchia fiorentina


Fonte: Archivio storico Comunità Isolotto. Qui.


Questo post e quelli che seguiranno - relativi alla memoria - sono dedicati a Sergio Gomiti, il creatore dell'Archivio. Sergio, in questo momento, è ricoverato in ospedale, in un letto di sofferenza. L'archivio, in via degli Aceri, senza di lui piange. Sergio, ti aspettiamo.

mercoledì 13 settembre 2006

Venerdì 15 e Sabato 16 Settembre alle ore 21:00 e in replica IN ANTEPRIMA NAZIONALE

il film di Massimo Mazzucco: INGANNO GLOBALE

__________________________________________



COME VEDERCI:



Per le persone fornite di un decoder non sky



Hotbird 7a - 13° est

TRASPONDER:
18

FREQUENZA: 11.541,03

FEQ: 5/6

POLARIZZAZIONE: Verticale

SYMBOL RATE: 22.000 Mbauds

Nome Canale: Arcoiris Tv



Per le persone fornite di un decoder sky: canale 916

__________________________________________



"11 Settembre 2001 - Inganno Globale" è il primo film italiano sugli attentati che da cinque anni a questa parte hanno cambiato il corso della storia.



Vuoi per le guerre che ne sono state fatte conseguire, e che stanno avendo enormi implicazioni a livello globale, vuoi soltanto per il costo quasi raddoppiato della benzina che tutti consumiamo ogni giorno, non c'è un solo aspetto delle nostre vite quotidiane che non sia stato in qualche modo toccato da quei fatti.



È quindi doppiamente importante per chiunque affrontare la questione con serietà e responsabilità, evitando di dividersi in due bande contrapposte, che possono portare soltanto a dannose spaccature, quando il problema ci riguarda tutti nella stessa misura.



Nel grande polverone mediatico che si sta alzando sull'11 settembre, questo film-inchiesta cerca di scartare il grano dal loglio, separando le accuse ridicole della vere responsabilità mancate, proprio per evitare che grazie alla inconsistenza delle prime vengano coperte le seconde, e lo fa attenendosi rigorosamente a fatti documentati e verificabili da chiunque.



Non esiste il "complottismo", esistono solo delle risposte poco chiare da parte dei governi. Noi vogliamo soltanto chiarezza.



Per vedere il filmato online clicca qui!
il giorno dopo alle ore 8:00



sul canale satellitare di Arcoiris TV trasmetteremo
Venerdì 15 e Sabato 16 Settembre alle ore 21:00 e in replica IN ANTEPRIMA NAZIONALE

il film di Massimo Mazzucco: INGANNO GLOBALE

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COME VEDERCI:



Per le persone fornite di un decoder non sky



Hotbird 7a - 13° est

TRASPONDER:
18

FREQUENZA: 11.541,03

FEQ: 5/6

POLARIZZAZIONE: Verticale

SYMBOL RATE: 22.000 Mbauds

Nome Canale: Arcoiris Tv



Per le persone fornite di un decoder sky: canale 916

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"11 Settembre 2001 - Inganno Globale" è il primo film italiano sugli attentati che da cinque anni a questa parte hanno cambiato il corso della storia.



Vuoi per le guerre che ne sono state fatte conseguire, e che stanno avendo enormi implicazioni a livello globale, vuoi soltanto per il costo quasi raddoppiato della benzina che tutti consumiamo ogni giorno, non c'è un solo aspetto delle nostre vite quotidiane che non sia stato in qualche modo toccato da quei fatti.



È quindi doppiamente importante per chiunque affrontare la questione con serietà e responsabilità, evitando di dividersi in due bande contrapposte, che possono portare soltanto a dannose spaccature, quando il problema ci riguarda tutti nella stessa misura.



Nel grande polverone mediatico che si sta alzando sull'11 settembre, questo film-inchiesta cerca di scartare il grano dal loglio, separando le accuse ridicole della vere responsabilità mancate, proprio per evitare che grazie alla inconsistenza delle prime vengano coperte le seconde, e lo fa attenendosi rigorosamente a fatti documentati e verificabili da chiunque.



Non esiste il "complottismo", esistono solo delle risposte poco chiare da parte dei governi. Noi vogliamo soltanto chiarezza.



Per vedere il filmato online clicca qui!
il giorno dopo alle ore 8:00



sul canale satellitare di Arcoiris TV trasmetteremo

lunedì 11 settembre 2006


11 settembre: mors et vita duello conflixere mirando.


Allende Allende Allende

il cile non s'arrende.


Oggi, qui all'Isolotto

sulle rive dell'Arno

splende il sole.


Un abbraccio a Sergio, custode della memoria, impegnato da sempre a far sì che le elaborazioni teoriche si concretizzino nella pratica quotidiana.


11 settembre: mors et vita duello conflixere mirando.


Allende Allende Allende

il cile non s'arrende.


Oggi, qui all'Isolotto

sulle rive dell'Arno

splende il sole.


Un abbraccio a Sergio, custode della memoria, impegnato da sempre a far sì che le elaborazioni teoriche si concretizzino nella pratica quotidiana.