Mario Fabiani e la nascita del villaggio INA-Casa dell'Isolotto.
(Assemblea domenicale del 3 aprile 2011, alle ore 10,30)
Sessanta anni fa, il 18 aprile 1951 il Consiglio comunale di Firenze approvò nella stessa seduta il piano regolatore di Firenze e il progetto INA-Casa del quartiere "Isolotto". Si avviò così una grande trasformazione. Seguirono anni di operosità e di impegno costruttivo, non solo sul piano urbanistico.
Sindaco di Firenze era Mario Fabiani, una figura di "uomo giusto" che vale la pena di conoscere un po' da vicino. Abbiamo chiesto a Cecilia Pezza, consigliere comunale di Firenze, autrice di una tesi di laurea su Mario Fabiani, di presentarcene la figura, domenica 3 aprile, via degli aceri 1, ore 10,30. Seguirà, come di consueto, il dibattito tra i presenti all'assemblea.
La Comunità dell'Isolotto
Nota:
Neruda e Pratolini
Nel gennaio 1951 Neruda incontrò il sindaco Fabiani, in palazzo Vecchio:
E quando in Palazzo Vecchio, bello come un’agave di pietra, salii i gradini consunti, attraversai le antiche stanze, e uscì a ricevermi un operaio, capo della città, del vecchio fiume, delle case tagliate come in pietra di luna, io non me ne sorpresi: la maestà del popolo governava. E guardai dietro la sua bocca i fili abbaglianti della tappezzeria, la pittura che da queste strade contorte venne a mostrare il fior della bellezza a tutte le strade del mondo. La cascata infinita che il magro poeta di Firenze lasciò in perpetua caduta senza che possa morire, perchè di rosso fuoco e acqua verde son fatte le sue sillabe. Tutto dietro la sua testa operaia io indovinai. Però non era, dietro di lui, l’aureola del passato il suo splendore: era la semplicità del presente. Come un uomo, dal telaio all’aratro, dalla fabbrica oscura, salì i gradini col suo popolo e nel Vecchio Palazzo, senza seta e senza spada, il popolo, lo stesso che attraversò con me il freddo delle cordigliere andine era lì. D’un tratto, dietro la sua testa, vidi la neve, i grandi alberi che sull’altura si unirono e qui, di nuovo sulla terra, mi riceveva con un sorriso e mi dava la mano, la stessa che mi mostro il cammino laggiù lontano nelle ferruginose cordigliere ostili che io vinsi. E qui non era la pietra convertita in miracolo, convertita alla luce generatrice, né il benefico azzurro della pittura, né tutte le voci del fiume quelli che mi diedero la cittadinanza della vecchia città.
Pratolini scrisse: Il comunista Mario Fabiani, un impiegato poco più che trentenne, dalle spalle strette e dall'occhio pensoso, è Sindaco di Firenze.
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