Comunità
dell’Isolotto: incontro animato dal gruppo dei ragazzi-genitori-nonni
10 giugno 2012
“non avere paura, ti
racconto una storia”
andiamo insieme oltre
le paure
0. Introduzione
Si conclude oggi nel corso di
questa Assemblea il percorso che il gruppo ragazzi-genitori-nonni della
Comunità ha fatto quest’anno e che ha avuto per titolo “Non avere paura, ti racconto una storia”. Il senso di questo
lavoro è stato quello di lavorare per riconoscere le piccole e grandi paure che
abbiamo, che appartengono a noi e un po’ a tutta l’umanità, scoprendo che vi
sono paure utili e salutari perché ci aiutano a proteggerci (è utile avere
paura di addormentarsi in autostrada quando si ha sonno…) e che vi sono paure
che possono bloccarci la mente, sovrastarci e dominarci. Abbiamo cercato di
lavorare allora per scoprire i modi che possiamo utilizzare per conoscere,
superare o contenere queste paure, per essere il più possibile felici e mai
dominati da nessuno, nemmeno dalle nostre paure!
1. Ciak
si gira: il nostro film “Oltre le paure”
Come sapete negli altri incontri
siamo partiti dagli stimoli che ci ha suscitato un film visto tutti insieme;
oggi vi proponiamo qualcosa di speciale, un po’ particolare ….
Infatti alle Baracche domenica 20 maggio abbiamo fatto una
specie di film, cui abbiamo dato il titolo “Oltre le paure”: ci siamo
raccontati a vicenda – grandi e piccoli -
un’esperienza personale di paura e poi abbiamo cercato di raccontare o
poi dire come siamo riusciti a superare questi momenti. Vi proponiamo di
rivederne insieme alcuni brani.
2. Laboratorio
sulle nostre paure
Le nostre paure emerse mentre facevamo questo film sono
state:
- paura del buio
- paura del lupo
- paura della velocità
- paura dei ritmi troppo frenetici con cui viviamo
- paura di perdersi, di essersi persi
- paura dei film paurosi
- paura dei ladri
- paura dei ragni e degli insetti
- paura dei fantasmi
- paura della nebbia nel bosco
- paura di addormentarsi guidando in autostrada
- paura della solitudine
- paura dei genitori cattivi
- paura delle cose e delle persone che non si conoscono
- paura delle bisce
- paura di restare soli in casa
- paura dei rumori strani…
3. Laboratorio
sui modi utili per affrontare, superare o contenere le paure
Con il nostro lavoro abbiamo scoperto alcuni modi per
affrontare, superare o contenere le paure:
- quando si cammina nel bosco è bene stare uniti e seguire il sentiero
- parlare con il ladro
- quando ci si perde, chiedere aiuto
- quando si ha sonno è meglio dormire e non continuare a guidare
- avere amici
- conoscere i pericoli! e spiegarli a chi non li conosce
- per affrontare le paure è utile avere amici cui chiedere aiuto
- accendere la luce
- per superare le proprie paure è utile parlarne con qualcuno
- dormire nel letto della mamma
- è sempre utile non restare soli
- conoscere meglio le cose e le persone che ci fanno paura!
- per affrontare la paura di una vita sempre di corsa, si può rallentare il ritmo della vita e andare in bici!
- è utile non rendere le paure ancora più grandi
- è utile non guardare film paurosi!
- per superare le paure si può cercare chi ci da una mano.
4. Altre
testimonianze, altri racconti
Ora chiediamo un po’ a tutti di raccontare un proprio momento
di paura… mostrandoci soprattutto il modo con cui è stato affrontato.
5. Letture
5.1 Uno dei grandi modi per affrontare
le paure è la Conoscenza.
Lettura
dal Libro dei Proverbi (capitolo 1)
Premessa: dai
racconti delle paure e dalle nostre riflessioni su di esse è emerso che uno dei
grandi modi per affrontare o contenere le paure è quello di conoscere:
Conoscere noi stessi dando
voce ai nostri pensieri e sentimenti.
Conoscere i pericoli e
i modi di proteggersi.
Conoscere le cose e le
persone che ci fanno paura.
Il fatto che la Conoscenza sia un importante
mezzo per affrontare la vita e le sue difficoltà è ciò che hanno compreso gli
uomini fin dai tempi antichi.
E nella antichità
spesso si usava sintetizzare alcune conoscenze in “slogan”, in “proverbi”, e i
nonni, gli anziani le insegnavano ai bambini e ai giovani.
Ecco allora che
leggiamo due brevi brani da uno dei tanti libri che compongono la Bibbia e s chiamo appunto
Libro dei Proverbi, che dicono quanto è importante conoscere per vivere.
PROVERBI Capitolo 1
1) Proverbi
di Salomone, figlio di Davide, re d’Israele, per conoscere la sapienza e la
disciplina,
per
capire i detti profondi, per acquistare un’istruzione illuminata, equità,
giustizia e rettitudine,
per
dare agli inesperti l’accortezza, ai giovani conoscenza e riflessione. …………
2) …La Sapienza grida per le
strade
nelle
piazze fa udire la voce;
dall’alto
delle mura essa chiama,
pronunzia
i suoi detti alle porte della città:
“Fino a
quando, o inesperti, amerete l’inesperienza
e i
beffardi si compiaceranno delle loro sciocchezze
e gli
sciocchi avranno in odio la scienza?
….
Poiché
vi ho chiamato e avete rifiutato,
ho
steso la mano e nessuno ci ha fatto attenzione,
avete
trascurato ogni mio consiglio
e la
mia esortazione non avete accolto,
anch’io
riderò delle vostre sventure,
mi farò
beffe quando su di voi verrà la paura,
quando
come una tempesta vi piomberà addosso il terrore,
quando
la disgrazia vi raggiungerà come un uragano,
quando
vi colpirà l’angoscia e la tribolazione…….
La
sapienza esalta i suoi figli
e si
prende cura di quanti la cercano.
Chi la
ama, ama la vita,
quanti
la cercano solleciti
saranno
ricolmi di gioia.
Chi
l’ascolta giudica con equità;
chi le
presta attenzione vivrà tranquillo.
5.2 Un altro grande modo per
affrontare le paure è avere amici e affetti.
Lettura
dagli Atti degli Apostoli - Prima lettera di Giovanni
Premessa: dai
racconti delle nostre paure e dalle nostre riflessioni su di esse è emerso che
uno dei grandi modi per affrontare o contenere le paure è quello di avere
familiari, amici, persone che ci vogliono bene e che amiamo, che ci sono vicine
nelle difficoltà, che ci tengono per mano.
Anche le prime comunità cristiane avevano capito
che “il volersi bene gli uni con gli altri” era uno straordinario modo per
affrontare le paure e le difficoltà della vita.
E’ quello che si può intuire leggendo un brano che
si trova in quella parte del Vangelo che si chiama “atti degli apostoli” e che contiene
i racconti di alcune esperienze delle prime comunità.
In questo brano Giovanni scrive che il movimento
di Gesù e dei suoi discepoli e discepole aveva capito che il segreto per
affrontare la vita è il segreto dell’amore reciproco e che Dio non è affatto un
giudice ma “ Dio è amore”.
Lettera prima di Giovanni
Carissimi,
amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio;
chiunque
ama è generato da Dio e conosce Dio.
Chi non ama
non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
Carissimi,
se Dio ci ha amato,
anche noi
dobbiamo amarci gli uni gli altri.
Nessuno ha
mai visto Dio;
se ci
amiamo gli uni gli altri,
Dio rimane
in noi
E l’amore
di Dio in noi è perfetto.
Se uno
dicesse: “io amo Dio”,
e odiasse
il suo fratello,
sarebbe un
bugiardo.
Chi,
infatti, non ama il fratello che vede,
non può
amare Dio che non vede.
5.3 Un altro dei grandi modi per
affrontare le paure è parlare, dialogare, confrontarsi
Lettura di “Francesco e il lupo
Premessa: dai
racconti delle nostre paure e dalle nostre riflessioni abbiamo capito che un
altro grande modo per affrontare o contenere le paure è quello di parlare,
dialogare, confrontarsi. E parlando, conoscendo, si scopre che spesso le cose o
le persone che ci facevano paura erano cose magari strane e sconosciute ma per
niente pericolose…
La storia di Francesco mostra che si può provare
a instaurare un dialogo con tutti … persino con il lupo. E il miracolo è
imparare a dire con calma i propri bisogni, ascoltare quelli degli altri e
cercare insieme delle soluzioni che vadano bene a tutti.
Francesco e il lupo
(di
Angiolo Silvio Novaro, recitato da Urbano)
Viveva un dì, narra
un’antica voce
intorno a Gubbio un lupo assai feroce
che aveva i denti più acuti che i mastini
e divorava uomini e bambini.
intorno a Gubbio un lupo assai feroce
che aveva i denti più acuti che i mastini
e divorava uomini e bambini.
Dentro le mura piccole
di Gubbio
stavano chiusi i cittadini e in dubbio
ciascuno della vita. La paura
non li lasciava uscire dalle mura.
stavano chiusi i cittadini e in dubbio
ciascuno della vita. La paura
non li lasciava uscire dalle mura.
E San Francesco venne
a Gubbio, e intese
del lupo, delle stragi, delle offese;
ed ebbe un riso luminoso e fresco,
e disse: "O frati, incontro al lupo io esco!".
del lupo, delle stragi, delle offese;
ed ebbe un riso luminoso e fresco,
e disse: "O frati, incontro al lupo io esco!".
Le donne avevano
lagrime così
grosse, ma il Santo ilare e ardito uscì.
E a mezzo al bosco ritrovò il feroce
ispido lupo, e con amica voce
grosse, ma il Santo ilare e ardito uscì.
E a mezzo al bosco ritrovò il feroce
ispido lupo, e con amica voce
gli disse: "O
lupo, mio fratello lupo,
perché mi guardi così ombroso e cupo?
Perché mi mostri quegli aguzzi denti?
Vieni un po’ qua, siedimi accosto e senti:
perché mi guardi così ombroso e cupo?
Perché mi mostri quegli aguzzi denti?
Vieni un po’ qua, siedimi accosto e senti:
Io so che tu fai molto
male a Gubbio
e tieni ognuno della vita in dubbio,
e so che rubi uccidi e non perdoni
nemmeno ai bimbi, e mangi i tristi e i buoni:
e tieni ognuno della vita in dubbio,
e so che rubi uccidi e non perdoni
nemmeno ai bimbi, e mangi i tristi e i buoni:
Orbene ascolta: come è
vero il sole,
ciò che tu fai è male. Iddio non vuole!
Ma tu sei buono; e forse ti ha costretto
a ciò la fame. Ebbene, io ti prometto
ciò che tu fai è male. Iddio non vuole!
Ma tu sei buono; e forse ti ha costretto
a ciò la fame. Ebbene, io ti prometto
che in Gubbio avrai
d’ora in avanti il vitto:
ma tu prometti essere onesto e dritto
e non dare la minima molestia:
Essere insomma una tranquilla bestia.
ma tu prometti essere onesto e dritto
e non dare la minima molestia:
Essere insomma una tranquilla bestia.
Prometti dunque tutto
questo, dì?".
Il lupo abbassò il capo, e fece: "Si!".
"Davanti a Dio tu lo prometti?".
E in fede il lupo alzò molto umilmente un piede.
Il lupo abbassò il capo, e fece: "Si!".
"Davanti a Dio tu lo prometti?".
E in fede il lupo alzò molto umilmente un piede.
Allora il Santo volse
allegro il passo
a Gubbio, e il lupo dietro, a corpo basso.
In Gubbio fu gran festa, immensi evviva:
scoppiò la gioia, e fino al ciel saliva.
a Gubbio, e il lupo dietro, a corpo basso.
In Gubbio fu gran festa, immensi evviva:
scoppiò la gioia, e fino al ciel saliva.
E domestico il lupo
entro rimase
le chiuse mura, e andava per le case
in mezzo ai bimbi come un vero agnello,
e leccava la gota a questo e a quello.
le chiuse mura, e andava per le case
in mezzo ai bimbi come un vero agnello,
e leccava la gota a questo e a quello.
E poi morì. E fu da
tutti pianto
e seppellito preso il campo santo.
e seppellito preso il campo santo.
6. Io non ho paura:
l’appello delle ragazze e dei ragazzi dell’Istituto Morvillo-Falcone di
Brindisi
Questo l'appello che gli studenti dell'Istituto Morvillo-Falcone, la scuola
vittima dell'attentato del 19 Maggio 2012, hanno scritto insieme ad altri
studenti di Brindisi per indire una mobilitazione nazionale degli studenti
nella città brindisina, aperta a tutta la cittadinanza, contro la violenza e il
territorismo, in ricordo di Melissa.
Io non ho paura. In piazza il 26 maggio 2012.
Io non ho paura. In piazza il 26 maggio 2012.
Per Melissa e per il nostro
futuro.
Non si può morire entrando a scuola. Queste parole continuano a rimbalzare nella testa di ciascuno di noi nelle ultime ore.
Finora nessuno si era mai permesso di toccare la scuola in questo modo, con un atto che oltre ad essere assassino e criminale è vigliacco e vergognoso.
Colpire la scuola vuol dire
colpire il futuro di un paese, la speranza di costruirne uno migliore.
Colpire la scuola vuol dire colpire la democrazia, soprattutto in un territorio come il nostro, in cui da anni lottiamo contro le Mafie e ci scontriamo contro l'assenza di lavoro, in un territorio in piena crisi ambientale. Le scuole, soprattutto nella nostra terra, rappresentano uno dei pochi luoghi collettivi e di partecipazione.
Colpire la scuola vuol dire colpire la democrazia, soprattutto in un territorio come il nostro, in cui da anni lottiamo contro le Mafie e ci scontriamo contro l'assenza di lavoro, in un territorio in piena crisi ambientale. Le scuole, soprattutto nella nostra terra, rappresentano uno dei pochi luoghi collettivi e di partecipazione.
Hanno spezzato i sogni di Melissa
ma non spezzeranno mai i nostri. I sogni di Melissa diventeranno anche nostri.
In questi giorni in tutta Italia
si è parlato di Brindisi e delle nostre scuole, degli studenti brindisini e
della paura di tornare a scuola, dopo il 19 maggio.
La paura non può essere una
risposta alla morte di Melissa, la paura non può essere uno strumento di
controllo di un territorio e di un paese stesso.
Non si può parlare di Brindisi
solo quando scoppiano le bombe. Dobbiamo scendere in piazza non solo per
semplice solidarietà, ma perché tutta l'Italia non deve dimenticare quello che
è successo, che vive dentro un contesto sociale caratterizzato da una cultura
violenta e individualista, dall'assenza di politiche di tutela del territorio,
dai tagli alla scuola, dalla precarietà dilagante che attanaglia le vite e il
futuro della nostra generazione.
La partecipazione, la democrazia
e la richiesta di giustizia sono la risposta ad un atto così grave che ha
sconvolto il nostro territorio e tutta l'Italia.
Per questi motivi a una settimana
dall'attentato chiediamo a tutti gli studenti di scendere in piazza a Brindisi,
per stare accanto ai giovani brindisini e per affermare con determinazione che
c'è bisogno oggi più di ieri di creare un fronte sociale forte che combatta la
violenza scellerata, di QUALUNQUE MATRICE sia, con la speranza, la solidarietà
e la giustizia e ci aiuti a ricostruire una cultura radicata di legalità e
democrazia.
Pretendiamo Verità, Difendiamo
Le studentesse e gli studenti dell'Istituto Morvillo di Brindisi
Un fuori programma:
su proposta di Margherita vediamo insieme su youtube il filmato: il lavoro più
duro, il lavoro più bello è fare la mamma. Grazie mamma!
6. Campagna
NON AVER PAURA, APRITI AGLI ALTRI, APRI AI DIRITTI (per aderire alla campagna:
www.nonaverpaura.org)
In Italia milioni di nuovi
cittadini stanno diventando le vittime dell’insicurezza economica e del disagio
sociale. Abbiamo assistito negli ultimi mesi a vere e proprie campagne di
criminalizzazione contro immigrati e rom. Lo straniero, il diverso, l’escluso è
diventato troppo spesso vittima di violenza. La paura non può che creare
violenza. Molte associazioni hanno deciso di reagire.
Tante associazioni, di ogni estrazione, con storie diverse.
Un solo obiettivo. Uno sforzo collettivo e concreto che, nei prossimi mesi,
vuole dare voce e credibilità a un messaggio di "lungo respiro" che
sappia creare e supportare una reazione coordinata al razzismo e alla paura.
Dobbiamo sostenere i diritti e la dignità di ognuno.
Su tutto il territorio e in ogni circostanza.
Vogliamo dare visibilità a una
realtà che già esiste, creare una rete che colleghi e dia energia
all’indignazione e ai sentimenti di solidarietà che, benché siano già presenti
nelle realtà sensibili al tema, faticano ad emergere. E vogliamo coinvolgere in
questo percorso il maggior numero di persone possibili, di ogni età, per
chiamare tutti all’assunzione delle proprie responsabilità. L’adesione deve
trasformarsi in partecipazione e impegno concreto.
Vogliamo
creare una rete nazionale per una società più libera e democratica e con un
futuro, che sappia trovare nelle realtà locali, sul territorio, la sua vera
linfa vitale. Un percorso articolato e coordinato, nel quale il lavoro e
l’impegno quotidiano dei singoli si inseriscono in una cornice comunicativa
comune, che sappia placare la paura dello straniero strumentalizzata dalla
politica e dai media.
Parte la campagna
contro il razzismo, l’indifferenza e la paura dell’altro, e ha bisogno di tutti
noi.
Questa non è solo una raccolta di firme. Vi chiediamo di partecipare, di organizzare degli eventi, di informarvi e di informare, di comunicare. Di reagire.
Questa non è solo una raccolta di firme. Vi chiediamo di partecipare, di organizzare degli eventi, di informarvi e di informare, di comunicare. Di reagire.
IL MANIFESTO DELLA CAMPAGNA
Più di quattro milioni di persone di origine straniera
vivono oggi in Italia. Si tratta in gran parte di lavoratrici e lavoratori che
contribuiscono al benessere di questo Paese e che lentamente e faticosamente,
sono entrati a far parte della nostra comunità.
Persone spesso vittime di pregiudizi e usate come capri
espiatori specialmente quando aumentano l’insicurezza economica e il disagio
sociale.
Chi alimenta il razzismo e la xenofobia attraverso la
diffusione di informazioni fuorvianti e campagne di criminalizzazione fa prima
di tutto un danno al Paese. L’aumento degli episodi di intolleranza e violenza
razzista a cui assistiamo sono sintomi preoccupanti di un corto circuito che
rischia di degenerare e che ci allontana dai riferimenti cardine della nostra
civiltà.
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e
diritti. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà
enunciate nella Costituzione italiana e nella Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani, senza distinzione alcuna di nazionalità, colore della pelle,
sesso, lingua, religione, opinione politica, origine, condizioni economiche e
sociali, nascita o altro.
Sono questi i principi fondamentali che accomunano ogni
essere umano e costituiscono la base di ogni moderna democrazia. Una società
che si chiude sempre di più in se stessa, che cede alla paura degli stranieri e
delle differenze, è una società meno libera, meno democratica e senza futuro.
Non si possono difendere i nostri diritti senza affermare i
diritti di ogni individuo, a cominciare da chi è debole e spesso straniero. Il
benessere e la dignità di ognuno di noi sono strettamente legati a quelli di
chi ci vive accanto, chiunque esso sia.
dopo la discussione
la Comunità
decide l’adesione alla campagna.
I promotori:
Acli Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i
Rifugiati, Amnesty International, Antigone, Arci, Asgi, Cantieri Sociali,
Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cir, Cisl, Cnca, Comunità di
Sant'Egidio, Csvnet, Emmaus Italia Federazione Chiese Evangeliche in Italia,
Federazione Rom e Sinti, FioPsd, Gruppo Abele, Libera, Rete G2 Seconde
Generazioni, Save the Children, Sei – Ugl, Tavola della Pace, Terra del Fuoco,
Uil
7. La paura di
Giorgio Gaber
tratto dall’album
Polli di allevamento - Anno 1980
E camminando di notte nel centro di Milano semi deserto e
buio e vedendomi venire incontro un incauto avventore, ebbi un sobbalzo nella
regione epigastrico-duodenale che a buon diritto chiamai paura, o vigliaccheria
emotiva.
Sono i momenti in cui amo la polizia. E lei lo sa,…. e si fa
desiderare.
Si sente solo il rumore dei miei passi. Avrei dovuto mettere
le Clark.
La luna immobile e bianca disegna ombre allungate e
drittissime. Non importa, non siamo mica qui per fare delle fotografie.
Cappello in testa e impermeabile chiaro che copre l'abito
scurissimo, l'uomo che mi viene incontro ha pochissime probabilità di essere
Humprey Bogart. Le mani stringono al petto qualcosa di poco chiaro. Non posso
deviare. Mi seguirebbe.
Il caso cane-gatto è un esempio chiarissimo: finché nessuno
scappa non succede niente. Appena uno scappa, quell'altro…sguishhh.
Ed è giusto…. perché se uno scappa deve avere una buona
ragione per essere seguito.
Altrimenti che scappa a fare? Da solo? In quel caso si
direbbe semplicemente 'corre'…E se lui non mi seguisse non ho voglia di correre
come un cretino alle due di notte per Milano… senza le Clark.
La luna è sempre immobile e bianca come ai tempi in cui
c’erano le notti d’amore. Non importa.
Continuo per la mia strada. Non devo avere paura. La paura è
un odore e i viandanti lo sentono. Sono peggio delle bestie questi viandanti… è
chiaro che lo sentono.
Ma perché sono uscito? Non si è mai abbastanza paurosi.
Avrei dovuto chiudermi in casa e scrivere sulla porta: "Non ho
denaro" a titolo di precauzione, per scoraggiare ladri e assassini.
E lo strangolatore solitario? Quello se ne frega dei soldi.
Dovrei andare a vivere in Svizzera. Non si è mai abbastanza
coraggiosi da diventare vigliacchi definitivamente.
Ma l'importante ora è andare avanti, deciso. Qualsiasi
flessione potrebbe essere di grande utilità al nemico. La prossima traversa è
vicina e forma un angolo acuto. Acuto o ottuso? non importa; però sento che
potrei raggiungerlo l’angolo e allora ..
ma il nemico avanza e allunga il passo… o è una mia impressione?
Ricordati del cane e del gatto. Anche lui ha paura di me, è
una legge.
Devo puntargli addosso come un incrociatore, avere l'aria di
speronarlo… ecco, così. È lui che si scosta… disegna una curva.
No, mi punta. Siamo a dieci metri, le mani stringono al
petto un grosso mazzo di fiori. Un mazzo di fiori? chi crede di fregare? una
pistola, un coltello nascosto in mezzo ai tulipani…come sono furbe le forze del
male. Eccolo, è a cinque metri, è finita, quattro, tre, due, uno…..… [segue
lentamente con lo sguardo una persona che gli passa accanto….lungo sospiro di
sollievo]
niente… era soltanto
un uomo, un uomo che senza il minimo sospetto mi ha sorriso, come se fossimo
due persone; che strano..!! ho avuto paura di un ombra nella notte; ho pensato
di tutto, e l’unica cosa che non ho pensato è che potesse essere semplicemente
una persona.
La luna continua ad essere immobile e bianca come ai tempi
in cui c’era l’uomo.
Preghiera
della eucarestia
La fede su cui si fonda il nostro vivere, sia essa
fede religiosa o fede laica,
è spinta a rinnovarsi di continuo dalle vicende
gioiose o tragiche
della vita e della storia.
E’ tenendoci per mano che riusciamo a dare alla vita
un senso sempre nuovo e al tempo stesso antico
ricco di tutta la sapienza del cammino umano nei
secoli.
Amiamo pensare e credere che la sapienza
è la forza stessa animatrice dell’universo.
Essa ci precede e ci attende.
La sapienza è la fonte che anima la testimonianza di
vita di
donne e uomini con cui condividiamo il cammino,
anche di coloro che
non sono fisicamente presenti
ma con la loro assenza continuano ad animare la
comunità.
La sapienza anima anche la testimonianza di Gesù di
cui facciamo memoria.
La sera prima di essere ucciso, durante la cena
pasquale con i suoi,
prese del pane, lo spezzò e lo distribuì loro dicendo:
"Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio
corpo che è dato per voi".
Poi prese il calice del vino, lo diede ai suoi
discepoli
e disse: "Prendete e bevetene tutti, questo è il
calice del mio sangue
versato per voi e per tutti; fate questo in memoria di
me".
Il suo e il nostro Spirito trasformi e renda efficaci
questi segni,
il pane e il vino spezzati e condivisi ,ma anche le
parole e gli scritti,
le assenze creative e vitali,i gesti di accoglienza
reciproca,
le mani simbolicamente intrecciate, gli sguardi di
simpatia che s'incrociano,
lo stupore di un cerchio che si rinnova.
Canzoni
Chiama piano
di Pierangelo
Bertoli
Quando
credi d'essere sola
su un atollo in mezzo al mare
Quando soffia la tempesta
Quando soffia la tempesta
e
hai paura di annegare
Chiama, chiama piano
Sai
che non sarò lontano
Chiama, tu, chiama piano
Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio
Chiama, tu, chiama piano
Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio
Quando crolla il tuo universo
tra
le righe di un giornale
Quando tutto intorno è perso
Quando tutto intorno è perso
e hai finito di sperare
Chiama, chiama piano
Sai
che non sarò lontano
Chiama, tu, chiama piano
Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio
Chiama, tu, chiama piano
Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio
Quando il fuoco sembra spento
e
non pensi d'aspettare
Quando il giorno resta fermo e decidi di volare
Quando certa d'aver vinto sulla nube di veleno
E il tuo cielo è già dipinto di un crescente arcobaleno
Quando il giorno resta fermo e decidi di volare
Quando certa d'aver vinto sulla nube di veleno
E il tuo cielo è già dipinto di un crescente arcobaleno
Chiama, chiama piano
Sai
che non sarò lontano
Chiama, tu, chiama piano
Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio
Chiama, tu, chiama piano
Ed arriverò io in un attimo, quell'attimo anche mio
"Io non ho paura" di Fiorella
Mannoia
dall’Album “Sud”
2012
Ci penso da lontano da un altro mare un’altra casa che non
sai
La chiamano speranza ma a volte è un modo per dire illusione
Ci penso da lontano ed ogni volta è come avvicinarti un po’
Per ogni anima tagliata l’amore è sangue, futuro e coraggio
A volte sogni di navigare su campi di grano
E nei ritorni quella bellezza resta in una mano
E adesso... che non rispondi
fa più rumore nel silenzio il tuo pensiero
E tu da li mi sentirai se grido
Io non ho paura
Io non ho paura
Io non ho paura
io non ho ...
Il tempo non ti aspetta
Ferisce questa terra dolce e diffidente
Ed ho imparato a comprendere l’indifferenza che ti cammina
accanto
Ma le ho riconosciute in tanti occhi le mie stesse paure
Ed aspettare è quel segreto che vorrei insegnarti
Matura il frutto il tuo dolore non farà più male
e adesso alza lo sguardo
Difendi con l’amore il tuo passato
Ed io da qui ti sentirò vicino
Io non ho paura
Io non ho paura
E poi lasciarti da lontano rinunciare anche ad amare come se
l’amore fosse clandestino
Fermare gli occhi un istante e poi sparare in mezzo al
cielo, il tuo destino
Per ogni sogno calpestato ogni volta che hai creduto in quel
sudore che ora bagna la tua schiena
Abbraccia questo vento e sentirai che il mio respiro
è più sereno
Io non ho paura
Di quello che non so capire
Io non ho paura
Di quello che non puoi vedere
Io non ho paura
Di quello che non so spiegare
Di quello che ci
cambierà
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