Luciana
riassume il contenuto dell’assemblea domenicale del 9 settembre 2012 che segna
la ripresa degli incontri settimanali della Comunità.
- abbiamo
incontrato un'associazione che chiede di fare attività con i bambini: vi allego
le
informazioni in merito preparate da Lucia Giovannini Sieni
-Si è
riflettuto sulla lettera a Betori inviata da una suora di Prato e tre preti
fiorenti sull'accoglienza degli omosessuali nella chiesa cattolica, abbiamo
deciso di inviare un breve messaggio di solidarietà .Vi allego il testo della
lettera.
Abbiamo annotato
1) Sabato
15 settembre ci sarà a Roma un'assemblea nazionale sul tema "CHIESA DI
TUTTI CHIESA DEI POVERI" a 50 anni dall'inizio del concilio vaticano
secondo, l'incontro organizzato dalla comunità di San Paolo e da Noi siamo
Chiesa vede l'adesione di circa 97 gruppi dell'area
cristianha e
non. Sarebbe importante esserci.
Allego testo
e programma
2)Martedì 18
settembre alle ore 21 incontro presso la casa del popolo di Porta a Prato, via
delle porte nuove 33, incontro per preparare un incontro nazionale a dieci anni
dallo svolgimento del forum sociale europeo 2002, se qualcuno èpotesse esserci
pensiamo che la cosa ci interessi.
Allego avviso
3) Il 13
settembre alle ore 17,30 a Villa Voghel ci sarà un incontro promosso da Arci -
consiglio di Q4 – CGL, Archivio del movimento di quartiere, per rilanciare UN
PERCORSO PER LA PARTECIPAZIONE E LA DEMOCRAZIA. Ci sarà Luisella. Se qualcuno
vuole unirsi...
allego
avviso
4)Dal 19 al
23 settembre 2012 si terrà a Venezia la CONFERENZA NAZIONALE SULLA DECRESCITA.
Eliana
Caramelli che lavora all'organizzazione ci ha presentato i contenuti alla
veglia di Natale 2011
Se qualcuno
è interessato a partrecipare, allego programma.
Si è
evidenziato un sempre grande interesse all'approfondimento di temi e argomenti
di attualità, per cui
domenica 16
settembre sarà dedicata alla riorganizzazione dei gruppi della domenica ed alla
formulazione
di gruppi di impegno per portare avanti le iniziative della comunità, del CEP,
dell'Archivio, della gestione delle risorse per continuare ad impegnarsi nei
rapporti con l'esterno.
Chi non
potesse esserci per favore ci comunichi per posta le sue disponibilità ed ventualmente
le proposte che vorrebbe socializzare.
Ci Vediamo
domenica, ciao a tutti.
Luciana
1
1
Ciao a tutti! ben rientrati,
come state? noi bene, le vacanze rigenerano sempre..
stamani c'è stata come
saprete la prima assemblea domenicale alle baracche e del gruppo "genitori
ragazzi" c'eravamo noi Sieni e i Benvenuti.
Si è iniziato dando spazio a
4 persone di cui 2 ragazzi brasiliani che chiedono di poter utilizzare lo
spazio delle baracche per svolgere 1 o 2 volte alla settimana l'attività della
capoeira, rivolgendosi in particolare ai bambini.
Le motivazioni che li hanno
portati alla comunità ci sono sembrate in sintonia con il nostro modo di stare
insieme, parlano della loro disciplina come una danza-gioco che si svolge
proprio in comunità, intorno a un cerchio dove non c'è competizione, ma ognuno
può esprimere al meglio le proprie capacità. Si impara a muoversi con ritmo,
cantare, percuotere strumenti..insomma a noi sono piaciuti.
Per quanto riguarda la
possibilità di collaborare con loro, potremo avvertirli quando fisseremo
un incontro fra noi, abbiamo i loro riferimenti.
Luciana ha proseguito
comunicando varie notizie e come al solito la volontà di approfondire
ogni tema ha animato l'assemblea.
Domenica prossima è prevista
l'organizzazione dei turni per i gruppi domenicali, quindi con Sandra e Marco
ci siamo detti di fare un giro di telefonate in settimana o sentirci per e-mail
per esprimere ognuno le proprie volontà-possibilità.
Abbiamo voglia di rivedervi,
abbracci a tutti
i Sieni
2 - Ecco
il testo completo della lettera aperta all’arcivescovo Giuseppe Betori a firma
di suor Stefania Baldini, don Fabio Masi, don Alessandro Santoro e don Giacomo
Stinghi.
"Il numero di ‘Toscana Oggi’ del 24 Giugno 2012 dedicava largo spazio all’argomento dell’omosessualità e delle coppie di fatto eterosessuali, con alcuni articoli del giornale e diverse lettere al Direttore, queste ultime critiche nei riguardi della posizione ufficiale della Chiesa sull’argomento.
Ci sembra che gli articoli del Settimanale diocesano non facciano che ripetere sull’omosessualità le norme ecclesiastiche di sempre, senza approfondire l’argomento che negli ultimi anni si è notevolmente sviluppato e chiarito e che ha ancora bisogno di ricerca.
Il nostro intervento vuole dare testimonianza della diversità di posizioni che ci sono oggi di fronte a questo tema, nella riflessione laica e anche nelle Chiese. Noi, e insieme a noi anche teologi, vescovi e laici cristiani, non ci riconosciamo in quell’analisi che traspare dagli articoli di ‘Toscana Oggi’.
Quello che ha portato ad un cambiamento radicale nella comprensione dell’omosessualità è stato un tragitto importante. Nel passato l’omosessualità era considerata un ‘vizio’ praticato da persone ‘etero’ in cerca di piaceri alternativi, e come tale condannata. Ma allora si parlava di ‘comportamenti omosessuali’; soltanto nel secolo scorso si è cominciato a parlare di ‘condizione omosessuale’ e non solo di ‘atti’, inducendo alcuni ad ipotizzare che l’omosessualità fosse da considerare non un vizio ma una ‘malattia’.
In questi ultimi anni è maturato un modo di comprendere l’omosessualità radicalmente diverso, che ormai, con varie sfaccettature, è accettato da quasi tutti. Si parla dell’omosessualità come di un elemento pervasivo della persona che la caratterizza nella sua profonda identità e le fa vivere la sessualità in modo ‘altro’.
E’ importante che
Comunque nella cultura
biblica, come in tutta l’antichità, è totalmente assente l’idea di ‘persona
omosessuale’, si parla solo di ‘comportamenti’ e non di ‘condizione
omosessuale’, ed è chiaro che vengono condannati non solo perché infecondi, ma
anche in quanto legati alla violenza o alla prostituzione sacra.
A questo riguardo sono opportune alcune precisazioni sulla Sacra Scrittura spesso citata per stigmatizzare il rapporto omosessuale. Nel Nuovo Testamento solo Paolo chiama ‘contro natura’ il rapporto omosessuale (Romani 1, 26-27) ma bisogna tener presente che egli si riferisce, più che all’aspetto fisico, al fatto che l’omosessualità minava l’ordine sociale di allora, quando era la donna, per natura, a dover essere ‘sottomessa’ all’uomo. Fra l’altro è cambiata anche la nostra comprensione del concetto di ‘natura’: l’idea di ‘natura’ come realtà già conclusa non corrisponde più al modo di sentire odierno.
Ormai è anche abbastanza chiaro che quegli episodi dell’Antico Testamento su cui ancora si basa la condanna dell’omosessualità hanno un altro significato: negli episodi di Sodoma (Genesi 19) e di quello simile di Gabaa (Giudici 19) il crimine non sta tanto nell’omosessualità, quanto nella violenza e nella volontà di umiliare e rifiutare lo straniero.
Nell’Antico Testamento invece ci sono segnali molto importanti e molto belli, non esplicitamente riferiti all’omosessualità, ma piuttosto al cammino di maturazione che il popolo ebraico compie rispetto all’emarginazione di gruppi e di persone.La Bibbia
ci offre così una cornice più larga in cui porre anche questo aspetto della
vita.
Dio ‘sceglie’ il popolo ebraico perché sia segno, in mezzo agli altri popoli, della sua volontà di giustizia che vuole salve tutte le creature. Poi Israele, con l’illusione di essere sempre più all’altezza della missione che Dio gli ha dato, al suo interno opera altre ‘scelte’ emarginando gruppi considerati ‘impuri’. Nel Deuteronomio, per esempio, (23, 2-9) si elencano le categorie escluse dall’Assemblea del culto: gli eunuchi, i bastardi e i forestieri.
Ma il cammino verso i tempi messianici è un cammino verso l’inclusione, perché i tempi messianici sono per tutti, come si legge nel Terzo Isaia (56,1.3-5): Osservate il diritto e praticate la giustizia..... Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: «Certo mi escluderà il Signore dal suo popolo!» Non dica l'eunuco: «Non sono che un albero secco!». Perché così dice il Signore: “Agli eunuchi, che osservano i miei sabati, si comportano come piace a me e restan fermi nella mia alleanza, io darò un posto nel mio Tempio per il loro nome. Questo sarà meglio che avere figli e figlie perché io renderò eterno il loro nome. Nulla potrà cancellarlo”.
Questo capovolgimento di Isaia è una pietra miliare! Non ha alcun valore davanti a Dio lo stato oggettivo di natura o di cultura in cui uno si trova: uomo, donna, omosessuale, eterosessuale, bastardo, straniero, genio o di modesta intelligenza; ciò che conta è osservare il diritto e praticare la giustizia, ciò che conta è amare il Signore e i fratelli.
Non vogliamo dire che Isaia in questo passo alludesse agli omosessuali, non poteva per i motivi che abbiamo detto prima. Ma noi non dovremmo vedere l’omosessualità in questa luce? Compito della Chiesa è allargare le braccia, includere e non emarginare, amare le persone piuttosto che salvare i principî. Ha detto il Maestro: “Il Sabato è stato fatto per l’uomo, non l’uomo per il Sabato”. (Marco 2,27)
Di questo cambiamento hanno preso atto anche i Capi della Chiesa cattolica che più volte hanno dichiarato di non condannare gli omosessuali ma l’omosessualità, e questo per loro è un passo in avanti. In realtà non se ne capisce il significato! Sarebbe, come dire ad uno zoppo: "Non abbiamo nulla contro il tuo 'essere zoppo', basta che tu cammini diritto o che tu stia a sedere!"
A proposito dell’essere sterili o fecondi, Gesù ha detto che è il cuore che deve essere fecondo e Paolo dirà che si entra nel popolo di Dio per fede, non per diritto ereditario. Ma allora chi può onestamente definirsi fecondo? Chi può farsi giudice della fecondità altrui o della propria? La sterilità ci può colpire tutti.
Questo modo di accogliere profondamente la vita di ogni essere umano lo abbiamo imparato dalla Chiesa! Per i discepoli di Gesù non si tratta tanto di difendere principî, di custodirli rigorosamente come gli angeli con la spada di fuoco davanti all’albero della vita, ma di ‘scrutare’ la vita delle donne e degli uomini del nostro tempo, per farla progredire verso la pienezza. Si tratta di esser fedeli non ad un Dio noto e posseduto, ma ad un Dio ‘che viene’. Ha detto Gesù: “Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete valutarlo?” (Luca 12, 56)
A questo riguardo sono opportune alcune precisazioni sulla Sacra Scrittura spesso citata per stigmatizzare il rapporto omosessuale. Nel Nuovo Testamento solo Paolo chiama ‘contro natura’ il rapporto omosessuale (Romani 1, 26-27) ma bisogna tener presente che egli si riferisce, più che all’aspetto fisico, al fatto che l’omosessualità minava l’ordine sociale di allora, quando era la donna, per natura, a dover essere ‘sottomessa’ all’uomo. Fra l’altro è cambiata anche la nostra comprensione del concetto di ‘natura’: l’idea di ‘natura’ come realtà già conclusa non corrisponde più al modo di sentire odierno.
Ormai è anche abbastanza chiaro che quegli episodi dell’Antico Testamento su cui ancora si basa la condanna dell’omosessualità hanno un altro significato: negli episodi di Sodoma (Genesi 19) e di quello simile di Gabaa (Giudici 19) il crimine non sta tanto nell’omosessualità, quanto nella violenza e nella volontà di umiliare e rifiutare lo straniero.
Nell’Antico Testamento invece ci sono segnali molto importanti e molto belli, non esplicitamente riferiti all’omosessualità, ma piuttosto al cammino di maturazione che il popolo ebraico compie rispetto all’emarginazione di gruppi e di persone.
Dio ‘sceglie’ il popolo ebraico perché sia segno, in mezzo agli altri popoli, della sua volontà di giustizia che vuole salve tutte le creature. Poi Israele, con l’illusione di essere sempre più all’altezza della missione che Dio gli ha dato, al suo interno opera altre ‘scelte’ emarginando gruppi considerati ‘impuri’. Nel Deuteronomio, per esempio, (23, 2-9) si elencano le categorie escluse dall’Assemblea del culto: gli eunuchi, i bastardi e i forestieri.
Ma il cammino verso i tempi messianici è un cammino verso l’inclusione, perché i tempi messianici sono per tutti, come si legge nel Terzo Isaia (56,1.3-5): Osservate il diritto e praticate la giustizia..... Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: «Certo mi escluderà il Signore dal suo popolo!» Non dica l'eunuco: «Non sono che un albero secco!». Perché così dice il Signore: “Agli eunuchi, che osservano i miei sabati, si comportano come piace a me e restan fermi nella mia alleanza, io darò un posto nel mio Tempio per il loro nome. Questo sarà meglio che avere figli e figlie perché io renderò eterno il loro nome. Nulla potrà cancellarlo”.
Questo capovolgimento di Isaia è una pietra miliare! Non ha alcun valore davanti a Dio lo stato oggettivo di natura o di cultura in cui uno si trova: uomo, donna, omosessuale, eterosessuale, bastardo, straniero, genio o di modesta intelligenza; ciò che conta è osservare il diritto e praticare la giustizia, ciò che conta è amare il Signore e i fratelli.
Non vogliamo dire che Isaia in questo passo alludesse agli omosessuali, non poteva per i motivi che abbiamo detto prima. Ma noi non dovremmo vedere l’omosessualità in questa luce? Compito della Chiesa è allargare le braccia, includere e non emarginare, amare le persone piuttosto che salvare i principî. Ha detto il Maestro: “Il Sabato è stato fatto per l’uomo, non l’uomo per il Sabato”. (Marco 2,27)
Di questo cambiamento hanno preso atto anche i Capi della Chiesa cattolica che più volte hanno dichiarato di non condannare gli omosessuali ma l’omosessualità, e questo per loro è un passo in avanti. In realtà non se ne capisce il significato! Sarebbe, come dire ad uno zoppo: "Non abbiamo nulla contro il tuo 'essere zoppo', basta che tu cammini diritto o che tu stia a sedere!"
A proposito dell’essere sterili o fecondi, Gesù ha detto che è il cuore che deve essere fecondo e Paolo dirà che si entra nel popolo di Dio per fede, non per diritto ereditario. Ma allora chi può onestamente definirsi fecondo? Chi può farsi giudice della fecondità altrui o della propria? La sterilità ci può colpire tutti.
Questo modo di accogliere profondamente la vita di ogni essere umano lo abbiamo imparato dalla Chiesa! Per i discepoli di Gesù non si tratta tanto di difendere principî, di custodirli rigorosamente come gli angeli con la spada di fuoco davanti all’albero della vita, ma di ‘scrutare’ la vita delle donne e degli uomini del nostro tempo, per farla progredire verso la pienezza. Si tratta di esser fedeli non ad un Dio noto e posseduto, ma ad un Dio ‘che viene’. Ha detto Gesù: “Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete valutarlo?” (Luca 12, 56)
A noi sembra che proprio dalla Chiesa dovrebbe arrivare un riconoscimento del modo nuovo di comprendere l’omosessualità, con un segno di accoglienza e di profondo rispetto per i sentimenti di amore di chi vive personalmente questa condizione. Due persone che si amano non sono un attentato alla società né il tradimento del Vangelo. Gli scandali vanno cercati altrove!
Rifacendosi da una parte a queste fonti bibliche e dall’altra all’esperienza umana che viviamo ogni giorno con queste persone, sentiamo evangelico e naturale accogliere in pienezza di comunione queste differenti forme di amore. Le sentiamo parte integrante del nostro cammino di comunità di fede e di vita, e con loro, così come con tutti gli altri, partecipiamo insieme alla Comunione sacramentale e comunitaria.
Il Libro della Sapienza (11, 24-26) ci offre un tratto stupendo del Creatore, che dovrebbe essere ‘luce sul nostro cammino’: “Tu, Signore, ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi? O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza? Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita”."
(risposta di suor Stefania in data 16 settembre: Carissimi, grazie davvero del vostro messaggio che sottolinea le profonde
sintonie che esistono da sempre. Solo sento il bisogno di dire alla vostra
Comunità la riconoscenza per tutti gli anni in cui avete ininterrottamente
cercato sentieri che fossero veri e rispettosi di tutti e di tutte. Ho ricevuto
molto da Enzo, da Sergio ma anche da tante persone ascoltate durante la
liturgia domenicale o in alcune assemblee. Se qualche cosa ho maturato in tanti
anni lo devo anche al vostro esserci, sempre attenti, pensosi, coraggiosi. E
niente va perduto e Enzo e gli amici che ci hanno lasciati sono sempre vivi e
camminano con noi. Sono il dono splendido che Dio ci ha fatto e non ci è lecito
rallentare il passo.
Vi abbraccio con affetto e gratitudine Sr. Stefania).
3 -
Vi abbraccio con affetto e gratitudine Sr. Stefania).
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Roma, 15 settembre 2012 – Chiesa di tutti, Chiesa dei
poveri
Categories:
lunedì, 27 agosto 2012
lunedì, 27 agosto 2012
Convocazione di un’assemblea nazionale a 50 anni dall’inizio del
Concilio
Per questa ragione i gruppi
ecclesiali, le riviste, le associazioni e le singole persone appartenenti al
“popolo di Dio”, firmatari di questo appello, convocano un’assemblea
nazionale per
Sabato 15 settembre 2012
a Roma (EUR), nell’Auditorium dell’Istituto “Massimo”
a Roma (EUR), nell’Auditorium dell’Istituto “Massimo”
Nella consapevolezza dei
promotori è ben presente il fatto che ricordare gli eventi non consiste nel
portare indietro gli orologi, ma nel rielaborarne la memoria per capirne più a
fondo il significato e farne scaturire eredità nuove ed antiche e impegni per
il futuro. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda gli eventi di
salvezza (come certamente il Concilio è stato) molti dei quali non furono
capiti dagli uomini della vecchia legge e dagli stessi discepoli di Gesù, se
non più tardi, quando alla luce di nuovi eventi la memoria trasformatrice ne
permise una nuova comprensione. Fu così ad esempio che, dopo la lavanda dei
piedi, Gesù disse a Pietro: “quello che io faccio ora non lo capisci, lo
capirai dopo”, e fu da questa nuova comprensione che scaturì il primato della
carità nella vita della Chiesa.
Così noi pensiamo che in
questo modo, non meramente celebrativo, debba essere fatta memoria del Concilio
nell’anno cinquantesimo dal suo inizio, e che al di là delle diverse
ermeneutiche che si sono confrontate nella lettura di quell’evento, quella oggi
più ricca di verità e di frutti sia un’ermeneutica della memoria rigeneratrice.
Essa è volta a cogliere l’”aggiornamento” che il Concilio ha portato ed
ancora oggi porta nella Chiesa, in maggiore o minore corrispondenza con il
progetto per il quale era stato convocato.
L’assemblea di settembre
vorrebbe essere una tappa di questa ricerca. Se si terrà a settembre, invece
che in ottobre, è perché intende rievocare, sia come inizio che come principio
ispiratore del Vaticano II, anche il messaggio radiofonico di Giovanni XXIII
dell’11 settembre 1962 che conteneva quella folgorante evocazione della Chiesa
come “la Chiesa
di tutti e particolarmente la
Chiesa dei poveri”. Da questo deriva infatti il tema del
convegno.
Dopo un pensiero sulla “Mater
Ecclesia” che gioì in quel giorno inaugurale dell’11 ottobre 1962
(intervento di Rosanna Virgili) l’incontro si articolerà in tre momenti:
-
il primo dedicato a ricordare ciò che erano la Chiesa e il mondo fino al
Concilio (intervento di Giovanni Turbanti),
-
il secondo per discernere tra le diverse ermeneutiche del Vaticano II
(intervento di Carlo Molari),
-
il terzo sulle prospettive future, nella previsione e nella speranza di un
“aggiornamento” che continui, sia nelle forme dell’annuncio, sia nelle forme
della preghiera, sia nella riforma delle strutture ecclesiali (intervento di
Cettina Militello), con parole conclusive di Raniero La Valle (“Il Concilio nelle
vostre mani”).
Sono previsti diversi
interventi e contributi di testimoni del Concilio così come di comunità,
di gruppi e di persone presenti al convegno, che potranno testimoniare la
loro volontà di essere protagonisti della vita della Chiesa.
L’ipotesi è che mentre lo
Spirito “spinge la Chiesa
ad aprire vie nuove per arrivare al mondo” (Presbyterorum Ordinis n.
22), l’eredità del Concilio, nella continuità della Chiesa e nell’unità di
pastori e fedeli, ancora susciti ricchezze che è troppo presto per
chiudere nelle forme di nuove “leggi fondamentali” (come fu tentato a suo
tempo) o di nuovi catechismi, che non godono degli stessi
carismi dei testi conciliari; mentre restano aperti gli orizzonti
dell’ecumenismo e del dialogo con le altre religioni e tutte le culture per la
giustizia, la pace e la salvaguardia del creato.
In questo spirito i
promotori invitano alla preparazione e alla celebrazione del convegno romano di
settembre, che parteciperà in tal modo a un programma di iniziative analoghe
che si stanno già realizzando, in diverse forme, in Europa e nel mondo e che si
concluderanno nel dicembre 2015 con un’assemblea mondiale a Roma a
cinquant’anni dalla conclusione del Concilio.
Vittorio
Bellavite, Emma Cavallaro, Giovanni Cereti,
Franco Ferrari, RanieroLa Valle ,
Alessandro Maggi,
Enrico Peyretti, Fabrizio Truini.
Franco Ferrari, Raniero
Enrico Peyretti, Fabrizio Truini.
4 -
Firenze 10+10/Unire le forze per un’altra Europa, Martedì 18/9 alle 21
Incontro presso la Casa
del Popolo di Porta a Prato,
Via delle Porte Nuove 33 Firenze
Tra due mesi nella nostra città si svolgerà alla Fortezza
da Giovedì 8 a
Domenica 11 Novembre, dopo dieci anni esatti di distanza dallo svolgimento
del Forum Sociale Europeo del 2002,
l’incontro europeo “Firenze 10+10/Unire le forze per
un’altra Europa”.
Questo appuntamento, che non vuole essere una
commemorazione di dieci anni fa, sta registrando nel percorso di partecipazione
in atto numerose adesioni di soggetti organizzati,
sia a livello europeo, che nazionale, che locale.
La presenza di tante realtà, quali reti, movimenti,
sindacati, associazioni, ong, di varia provenienza e composizione va intesa
come una ricerca di convergenze e di lavoro comune verso una forte e diffusa
mobilitazione antiliberista che si ponga in alternativa all’Europa dei
banchieri, alla supremazia del mercato, alle speculazioni finanziarie, al
fiscal compact.
Un’Europa Sociale che si contrapponga ai ripetuti
attacchi verso le condizioni di vita e di lavoro della popolazione, sottoposta
ad un’enorme e progressiva sottrazione di risorse che vengono destinate a
inutili grandi opere, a continui flussi di trasferimento dei propri risparmi in
circuiti bancari, dove permangono forti elementi di intreccio con rendite
immobiliari, con attività di riciclaggio e con il foraggiamento di imprese
dedite ad un sistematico sfruttamento ed alla pratica delle delocalizzazioni.
Si vuole sostenere a tutto campo, con il più ampio concorso
di forze, la difesa dei beni comuni della collettività assieme alla ferma
tutela dei valori ambientali, con un processo attivo di obiettivi che vedano al
centro la democrazia, assieme all’affermazione dei diritti, per una società
inclusiva di tutte e di tutti, che bandisca la guerra e pratichi il disarmo
come forma di uso alternativo delle risorse per finalità di pace e di
superamento di ogni condizione di miseria e di emarginazione.
In questo senso si invitano le varie realtà del territorio
a partecipare all’incontro del 18/9 sull'appuntamento di novembre alla
Fortezza, per contribuire , anche da Firenze,
con il concorso più esteso possibile di forze, alla
costruzione dell'alternativa.
Coordinamento Firenze 10+10
i prossimi appuntamenti in preparazione verso “Firenze
10+10”:
Venerdì 28 novembre: Casa del Popolo dell'Isolotto h.20,
Cena di autofinanziamento (seguirà
apposito volantino)
Sabato 6/Ottobre: Carovana per le vie del centro per un'altra Europa
partenza alle 17 da Piazza S.N. Novella, arrivo in Piazza
S. Spirito,
con la
Bandao-orchestra di percussioni e i Teatranti dei Popoli
(seguirà apposito volantino)
- Ai soggetti associativi, sindacali, di movimento, politici
interessati allo sviluppo del decentramento e della partecipazione
L'Archivio del Movimento di Quartiere di Firenze è nato per
raccogliere e conservare la documentazione di quella straordinaria
stagione partecipativa da cui hanno avuto origine, nella nostra città,
i Consigli circoscrizionali.
Altamente preoccupato per il progressivo svuotamento che gli organi
del decentramento hanno subito negli ultimi anni e per il fenomeno,
sempre più diffuso, del deteriorarsi dei rapporti fra politica
istituzionale e cittadinanza attiva, l'Archivio ritiene che sarebbe
estremamente opportuno un ciclo di iniziative - di approfondimento e
di confronto - con cui le parti attive della società riflettano sulla
situazione attuale ed avanzino proposte per superare gli ostacoli che
si frappongono al rilancio ed allo sviluppo dei Consigli di Quartiere,
nonché alla definizione di nuovi strumenti di partecipazione.
Perciò, sulla base del documento che riportiamo in calce ed in
allegato, invitiamo tutti i
soggetti - associativi, sindacali, di movimento, politici -
interessati alle tematiche in questione ad una riunione operativa che
si terrà il 13/9 alle ore 17,30 nei locali del Consiglio di Quartiere
4 - Villa Vogel -.
ARCI, CGIL, Consiglio di Quartiere 4, Casa del Popolo dell'Isolotto
hanno già assicurato la loro partecipazione.
Sollecitiamo chi riceve questo invito ad estenderlo a soggetti e
persone che ritiene interessati
alle tematiche in questione.
Cordiali saluti.
Per l'Archivio del Movimento di Quartiere di Firenze
Moreno Biagioni
P. s.: Per eventuali ulteriori informazioni rivolgersi a Moreno
Biagioni (tel. 327-6359219 - 055-321416
indirizzo e/mail: mor.biagioni@gmail.com).
6 -
LA PARTECIPAZIONE A FIRENZE,
TRA SPONTANEITÁ E ISTITUZIONALIZZAZIONE
UN PERCORSO PER RILANCIARE LA DEMOCRAZIA URBANA
Nel nostro paese è in atto da tempo una tendenza all’accentramento dei
processi decisionali in parallelo con un contemporaneo drastico
ridimensionamento degli strumenti partecipativi. Tutto questo, in
nome dell'efficienza, della governabilità e della riduzione della
spesa pubblica.
La partecipazione è stata presentata come uno dei tanti lacci e
lacciuoli che ostacolano l'azione di governo mentre il decentramento
amministrativo, corrispettivo sul piano istituzionale della grande
stagione dei consigli di fabbrica e degli organi collegiali nella
scuola, ha finito per essere impastato nel calderone indifferenziato
dei ‘costi della politica’. Ne hanno fatto le spese, tra gli altri, i
consigli circoscrizionali nelle città con meno di 200.000 abitanti,
senza peraltro provocare reazioni adeguate né sul piano istituzionale
ne’, tantomeno, su quello politico.
Emblematica la situazione di Firenze, dove i quartieri vantano un
radicamento significativo e un’identità innervata da processi reali di
cittadinanza attiva; qui infatti si è comunque consumato in silenzio
un loro svuotamento sostanziale in termini di funzioni, competenze,
personale, risorse finanziarie. E’ proprio da questa constatazione che
scaturisce la proposta di avviare insieme con cittadini attivi, forze
sociali e sindacali, strutture associative, un percorso sulla
partecipazione, che metta insieme indicazioni operative e analisi
critica delle esperienze.
In questo senso ci sembra interessante mettere in relazione i fermenti
della società civile fiorentina e gli scenari istituzionali,
assumendone anche pienamente gli elementi di tensione dialettica e di
confronto non sempre agevole. Anche perché nessuno deve dimenticare
che anche l’istituzionalizzazione del decentramento a Firenze, nella
seconda metà degli anni ’70, scaturì da un intenso decennio di
mobilitazione dal basso a partire dai comitati sorti all’indomani
dell’alluvione. E’ dunque già accaduto in passato che
l’auto-organizzazione abbia anticipato e quasi imposto storicamente
l’urgenza di un adeguamento istituzionale, in un processo dove
comunque, come l’esperienza ci insegna, non c’è mai niente di scontato
o definitivamente acquisito.
Entro questo scenario sorge, a nostro avviso, la necessità che alcuni
importanti snodi del dibattito politico e istituzionale vengano
sottratti al monopolio degli addetti ai lavori e portati alla luce di
un confronto pubblico.
Ci riferiamo in particolare: 1) alle prospettive di Firenze ‘città
metropolitana’, dove i quartieri potrebbero assumere le funzioni di
‘municipalità’, bilanciando con il radicamento territoriale e con la
diffusione delle responsabilità, l’accentramento del potere nelle mani
di un ’super-sindaco metropolitano’; 2) alla valutazione
sull’efficacia della legge regionale sulla partecipazione, a
cominciare dal suo impatto reale sui processi decisionali; 3) alla
necessità di sperimentare nuove forme partecipative scaturite dai
movimenti internazionali contro il neo-liberismo e viste all’opera
proprio qui, dieci anni fa in occasione di quello straordinario evento
che fu il Sociale Forum Europeo (un anniversario che andrebbe
adeguatamente celebrato e che le istituzionali locali stanno
completamente rimuovendo).
L'invito a riflettere, a dibattere, a confrontarsi è rivolto a tutti
perché soltanto mettendo insieme ogni energia e risorsa disponibile si
potrà veramente operare per una nuova stagione di partecipazione, che
permetta di superare il fossato oggi esistente fra la società civile
attiva ed i palazzi della politica istituzionale.
interessati allo sviluppo del decentramento e della partecipazione
L'Archivio del Movimento di Quartiere di Firenze è nato per
raccogliere e conservare la documentazione di quella straordinaria
stagione partecipativa da cui hanno avuto origine, nella nostra città,
i Consigli circoscrizionali.
Altamente preoccupato per il progressivo svuotamento che gli organi
del decentramento hanno subito negli ultimi anni e per il fenomeno,
sempre più diffuso, del deteriorarsi dei rapporti fra politica
istituzionale e cittadinanza attiva, l'Archivio ritiene che sarebbe
estremamente opportuno un ciclo di iniziative - di approfondimento e
di confronto - con cui le parti attive della società riflettano sulla
situazione attuale ed avanzino proposte per superare gli ostacoli che
si frappongono al rilancio ed allo sviluppo dei Consigli di Quartiere,
nonché alla definizione di nuovi strumenti di partecipazione.
Perciò, sulla base del documento che riportiamo in calce ed in
allegato, invitiamo tutti i
soggetti - associativi, sindacali, di movimento, politici -
interessati alle tematiche in questione ad una riunione operativa che
si terrà il 13/9 alle ore 17,30 nei locali del Consiglio di Quartiere
4 - Villa Vogel -.
ARCI, CGIL, Consiglio di Quartiere 4, Casa del Popolo dell'Isolotto
hanno già assicurato la loro partecipazione.
Sollecitiamo chi riceve questo invito ad estenderlo a soggetti e
persone che ritiene interessati
alle tematiche in questione.
Cordiali saluti.
Per l'Archivio del Movimento di Quartiere di Firenze
Moreno Biagioni
P. s.: Per eventuali ulteriori informazioni rivolgersi a Moreno
Biagioni (tel. 327-6359219 - 055-321416
indirizzo e/mail: mor.biagioni@gmail.com).
6 -
LA PARTECIPAZIONE A FIRENZE,
TRA SPONTANEITÁ E ISTITUZIONALIZZAZIONE
UN PERCORSO PER RILANCIARE LA DEMOCRAZIA URBANA
Nel nostro paese è in atto da tempo una tendenza all’accentramento dei
processi decisionali in parallelo con un contemporaneo drastico
ridimensionamento degli strumenti partecipativi. Tutto questo, in
nome dell'efficienza, della governabilità e della riduzione della
spesa pubblica.
La partecipazione è stata presentata come uno dei tanti lacci e
lacciuoli che ostacolano l'azione di governo mentre il decentramento
amministrativo, corrispettivo sul piano istituzionale della grande
stagione dei consigli di fabbrica e degli organi collegiali nella
scuola, ha finito per essere impastato nel calderone indifferenziato
dei ‘costi della politica’. Ne hanno fatto le spese, tra gli altri, i
consigli circoscrizionali nelle città con meno di 200.000 abitanti,
senza peraltro provocare reazioni adeguate né sul piano istituzionale
ne’, tantomeno, su quello politico.
Emblematica la situazione di Firenze, dove i quartieri vantano un
radicamento significativo e un’identità innervata da processi reali di
cittadinanza attiva; qui infatti si è comunque consumato in silenzio
un loro svuotamento sostanziale in termini di funzioni, competenze,
personale, risorse finanziarie. E’ proprio da questa constatazione che
scaturisce la proposta di avviare insieme con cittadini attivi, forze
sociali e sindacali, strutture associative, un percorso sulla
partecipazione, che metta insieme indicazioni operative e analisi
critica delle esperienze.
In questo senso ci sembra interessante mettere in relazione i fermenti
della società civile fiorentina e gli scenari istituzionali,
assumendone anche pienamente gli elementi di tensione dialettica e di
confronto non sempre agevole. Anche perché nessuno deve dimenticare
che anche l’istituzionalizzazione del decentramento a Firenze, nella
seconda metà degli anni ’70, scaturì da un intenso decennio di
mobilitazione dal basso a partire dai comitati sorti all’indomani
dell’alluvione. E’ dunque già accaduto in passato che
l’auto-organizzazione abbia anticipato e quasi imposto storicamente
l’urgenza di un adeguamento istituzionale, in un processo dove
comunque, come l’esperienza ci insegna, non c’è mai niente di scontato
o definitivamente acquisito.
Entro questo scenario sorge, a nostro avviso, la necessità che alcuni
importanti snodi del dibattito politico e istituzionale vengano
sottratti al monopolio degli addetti ai lavori e portati alla luce di
un confronto pubblico.
Ci riferiamo in particolare: 1) alle prospettive di Firenze ‘città
metropolitana’, dove i quartieri potrebbero assumere le funzioni di
‘municipalità’, bilanciando con il radicamento territoriale e con la
diffusione delle responsabilità, l’accentramento del potere nelle mani
di un ’super-sindaco metropolitano’; 2) alla valutazione
sull’efficacia della legge regionale sulla partecipazione, a
cominciare dal suo impatto reale sui processi decisionali; 3) alla
necessità di sperimentare nuove forme partecipative scaturite dai
movimenti internazionali contro il neo-liberismo e viste all’opera
proprio qui, dieci anni fa in occasione di quello straordinario evento
che fu il Sociale Forum Europeo (un anniversario che andrebbe
adeguatamente celebrato e che le istituzionali locali stanno
completamente rimuovendo).
L'invito a riflettere, a dibattere, a confrontarsi è rivolto a tutti
perché soltanto mettendo insieme ogni energia e risorsa disponibile si
potrà veramente operare per una nuova stagione di partecipazione, che
permetta di superare il fossato oggi esistente fra la società civile
attiva ed i palazzi della politica istituzionale.
7 -
Cari
e care,
vi giro l'invito a partecipare alla 3° Conferenza internazionale sulla
decrescita (Venezia, 19-23 settembre), con la cui organizzazione ero stato
messo in collegamento da Enzo Mazzi.Cari saluti,
Stefano Toppi
Oggetto:
|
[venezia2012]
3° Conferenza internazionale sulla decrescita (Venezia, 19-23 settembre)/ 3°
International conference on degrowth
|
Data:
|
Tue,
4 Sep 2012 22:49:13 +0200
|
Mittente:
|
newsletter
<newsletter@venezia2012.it>
|
Rispondi-a:
|
|
A:
|
Newsletter n.8/2012 - 3° Conferenza internazionale su decrescita,
sostenibilità ecologica ed equità sociale (english below)
ULTIMISSIMI GIORNI PER ISCRIVERSI ALLA CONFERENZA (19-23
settembre)
Le iscrizioni alla Conferenza rimangono aperte ancora per alcuni
giorni, ma solo fino al raggiungimento del numero massimo consentito di
partecipanti (non più di 30 per ciascun workshop), limite necessario per un
produttivo e partecipato svolgimento.
PERCHE' COSTA PARTECIPARE ALLA CONFERENZA
SCOPRI I LABORATORI PRATICI - LI ABBIAMO
CHIAMATI "ACTIVITY WORKSHOPS" - APERTI A TUTTI
Vai agli activity workshop, anche se non ti sei iscritto alla Conferenza
PRIMA DELLA CONFERENZA, A MESTRE, IL CONVEGNO NAZIONE DEI GAS (Gruppi acquisto solidale) e DES (Distretti di economia solidale)
Vai al programma del convegno
A VENEZIA PRESENTEREMO DECINE DI LIBRI E RIVISTE SUI TEMI DELLA DECRESCITA
Vai al calendario delle presentazioni di libri e riviste
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L'AIA IN LAGUNA, UNO SPAZIO DEDICATO ALLA TERRA, ALLA SOVRANITA'
ALIMENTARE, ALLA BIODIVERSITA'
I FILM E I DOCUMENTARI SULLA DECRESCITA
Vai al cartellone delle rassegne cinematografiche organizzate in occasione della Conferenza
LE GITE PER CHI VUOLE ANDARE ALLA SCOPERTA DELLA VENEZIA PIU' VERA
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VISITATE IL SITO www.venezia2012.it: nei prossimi giorni
saranno pubblicati i paper dei workshop
Newsletter
n.8/2012 - By the organizing committee of the 3rd international conference on
degrowth, ecological sustainability and social equity.
REGISTRATION
STILL OPEN, HURRY UP!
The
registration at the conference is still open for few days, but only up to the
maximum number of participants (maximum 30 per workshop), the limit required
for a productive and participatory discussion.
ACTIVITY
WORKSHOPS, LESS THORETICAL, MORE PRACTICAL DEGROWTH
From yoga classes to wind turbine construction: activity workshop are open to everybody and free
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IN VENICE, MANY NEW BOOKS AND MAGAZINES ABOUT DEGROWTH
BESIDE
THE CONFERENCE, FILMS AND DOCUMENTARIES ABOUT DEGROWTH
Go to films and documentaries program
GUIDED TOUR TO ISOLA DELLA CERTOSA
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SUSTAIN THE CONFERENCE
KEEP AN
EYE TO THE WEB SITE www.venezia2012.it: in few days you will be alble to find
the paper of the workshops
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