Comunità dell’Isolotto
Domenica 9 dicembre 2012
Riflessioni di Adriana-Tina-Carmen-Paola-Luciana
Oggi dedichiamo la nostra mattinata, il tempo dedicato al nostro gruppo, per affrontare il tema della “salute”, del nostro benessere psico-fisico e lo facciamo in compagnia del dott. Stefano Bugetti che viene a presentarci il suo libro “Ventisette passeggiate con la Tramvia - trekking urbano a Firenze e Scandicci”.
Camminare insieme:
Camminare come metafora del cammino dell’umanità verso un nuovo mondo possibile;
Camminare come esperienza di vita, socialità, relazione, comunicazione;
Camminare come prevenzione, salute, benessere.
“IL CAMMINO” COME METAFORA DEL CAMMINO DELL’UMANITA’
- fa parte del nostro DNA originario la convinzione che l’avventura umana della socialità e della relazione deve avere il carattere di un cammino comune
- mani per unire e piedi per camminare insieme è uno dei messaggi fondamentali e condivisi che hanno da sempre caratterizzato la nostra esperienza comunitaria
- cammini salutari e liberanti appartengono a molte culture, riscoprire il senso ed i contenuti dei tanti cammini che l’umanità ha percorso e farne memoria per valorizzarli e comprenderne i messaggi che ci permettono di scegliere i cammini dell’oggi, rimane per noi una ricerca di senso e un recupero di valori esistenziali fondamentali.
Fa parte dei cammini dell’umanità e della nostra esperienza umana e culturale la memoria del cammino di liberazione del popolo ebraico, cominciamo con la lettura di alcune citazioni del libro dell’esodo:
Esodo 3, 18
Essi ascolteranno la tua voce, e allora tu e gli anziani degli Israeliti andrete dal re d'Egitto per dirgli: il Signore, il Dio degli Ebrei, si è manifestato a noi. Vorremmo inoltrarci nel deserto per tre giorni di cammino e offrire sacrifici al Signore nostro Dio.
Esodo 4, 27
Il Signore, nel frattempo, aveva ordinato ad Aronne di andare incontro a Mosè nel deserto. Egli si era messo in cammino e, quando lo incontrò presso il monte di Dio, lo baciò. 28Mosè raccontò ad Aronne tutto quel che il Signore gli aveva comandato e gli parlò dei segni straordinari che gli aveva ordinato di fare.
Esodo 18, 8
Mosè raccontò al suocero tutto quel che il Signore aveva fatto per Israele contro il faraone e gli Egiziani, le difficoltà che avevano trovato lungo il cammino, e dalle quali il Signore li aveva liberati. 9Ietro si rallegrò per tutto il bene che il Signore aveva fatto agli Israeliti liberandoli dalla dominazione degli Egiziani.
Esodo 14, 15
Il Signore disse a Mosè: 'Perché mi chiami in aiuto? Ordina piuttosto agli Israeliti di riprendere il cammino! 16Prendi in mano il bastone e stendilo sul mare. Così aprirai un passaggio nel mare perché gli Israeliti possano camminarvi all'asciutto.
Esodo 23, 20
Ecco io mando un angelo davanti a te per proteggerti durante il cammino e per condurti nel luogo che ho preparato.
Numeri 10, 33
Gli Israeliti lasciarono il monte del Signore e marciarono per tre giorni. L'arca dell'alleanza del Signore li precedeva, per trovare il posto dove fissare l'accampamento. 34Di giorno, quando gli Israeliti si mettevano in cammino, la nube li copriva.
Questi linguaggi oggi non ci appartengono e per comprenderne i messaggi è necessario contestualizzarli, non possiamo certamente farlo questa mattina ma emerge questo tema del cammino come necessità per andare oltre ogni schiavitù, dipendenza, subeltarnità, verso una costante liberazione.
Nel vangelo un altro tema emerge come intrigante: la figura di Gesù taumaturgo
Matteo 4, 23
Gesù percorreva tutta la regione della Galilea: insegnava nelle sinagoghe, annunziava il regno di Dio e guariva tutte le malattie e le infermità della gente. 24Si parlava di lui anche in tutto il territorio della Siria.
Gli portavano allora malati di ogni genere, anche indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva.
Gli portavano allora malati di ogni genere, anche indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva.
Grandi folle lo seguivano: venivano dalla Galilea, dalla regione delle Dieci Città, da Gerusalemme, dalla Giudea e dai territori al di là del fiume Giordano.
Ancora una volta dobbiamo tentare di liberare i messaggi dai linguaggi e dalle culture del tempo e dai miti miracolistici con cui ci sono stati tramandati, per leggerli invece con gli occhi di vissuti affettivi, solidali, di ricerca condivisa di una nuova qualità della vita, di conoscenze nuove, di relazioni positive e liberanti.
Il miracolo della salute per noi oggi non è soltanto ricerca scientifica ma anche prossimità, attenzione e cura dell’altro/a
Ma cosa c’entra tutto ciò con le strade ed i sentieri da percorre tra Firenze e Scandicci?
Leggiamo qualche stralcio dal libro di Stefano Bugetti:
Chi cammina osserva. Chi osserva conosce.
Chi conosce rispetta.
Si cammina con i piedi, con la testa e con il cuore.
Ricordi…
Io stesso mi ricordo che, quando a cinque anni venni ad abitare nelle prime case Ina-Casa dell'Isolotto - era il 1954 - la mia famiglia non aveva l’automobile e dovevamo percorrere a piedi almeno un chilometro per raggiungere la prima fermata del "tranvai" in via Pisana. Non avevamo neppure la televisione e dunque si trascorreva la domenica pomeriggio a fare una passeggiata invece di starcene seduti in poltrona a guardare un programma sportivo. Non avevamo il frigorifero e all'epoca non esistevano neppure i supermercati, quindi ogni giorno si usciva a piedi per fare la spesa…. (p. 9)
Solitudine…
Un altro ostacolo all’uscire di casa e fare una passeggiata è la solitudine, un elemento sociale in cui si galleggia perennemente. Passeggiare da solo non piace, induce uno strano disagio. Passeggiare in compagnia è molto più bello, perché la relazione dà senso alle cose. Ma è difficile combinare il tempo “libero” tra amici o coniugi. (p. 12)
Economia delle relazioni…
Le escursioni della domenica sono quanto di meglio si possa desiderare per convincersi che si può godere della vita con poco: un paio di scarponi, una cartina, un panino e un po’ d’acqua sono sufficienti. Il resto ce lo mette la natura. E l’essere gruppo. Camminando si parla o, se preferite, parlando si cammina. Tornando a casa si ha l’impressione di una giornata lunga e piena. Provare per credere. (p. 15)
Camminare è conoscere..
Non è facile descrivere un trekking urbano. Si rischia un susseguirsi noioso di “si va a destra” e “si va a sinistra”. E camminare non vuol dire partire a testa bassa concentrandosi solo sulla propria attività motoria. Camminare significa poter guardare, significa potere fermarsi per osservare meglio e – nel caso – ammirare. Con ogni altro mezzo, anche in bicicletta, noi dobbiamo concentrarci sulla strada. A piedi invece possiamo alzare la testa e guardarci intorno. Già, cosa c’è intorno? …
In questo libro ho cercato d’intrattenere il camminatore su alcune curiosità storiche o naturalistiche nella certezza di trasformare il cammino fisico in un cammino culturale. Perché camminare è conoscere… (p. 16)
Corpo-mente-natura
L’obiettivo sostanziale della guida è la ricomposizione naturale tra il corpo (che cammina) e la mente (che immagina, osserva e riflette). Solo un perfetto equilibrio tra le due parti di noi ci fa cogliere la bellezza del nostro esistere. (p. 17)
La speranza è un cammino
Oggi, domani e poi ancora
Noi non siamo nati per fermarci.
……….
La speranza è un cammino difficile,
e Cristo, e ogni uomo cosciente
che prima o dopo di Lui ha lottato per la libertà
lo hanno provato.
……………….
La speranza è un cammino continuo
di fatti e di scelte concrete:
………………
La speranza ha sempre un nome concreto,
e nasce quando un uomo si incarica,
giorno dopo giorno,
del proprio fratello,
per camminare insieme.
………………..
La speranza sei tu se cammini.
Ma se ti fermi la speranza muore con te.
E tu dovrai rendere conto, un giorno,
della speranza che hai fatto morire
nel cuore dei tuoi compagni di strada.
Elio Taretto, settembre 1973
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