.Comunità dell’Isolotto – Firenze,
domenica 18 Maggio 2014
Crisi
ambientale e nuove tecnologie
(riflessioni di Elena, Giulia, Maria,
Gian Paolo, Roberto, Sergio)
Assemblea liturgica comunitaria: riflessioni
– prassi - preghiere
- LA
CRISI DELLE CIVILTA’
Civiltà al collasso, così
fan tutte
(Vittorio
Sabadin - La Stampa 20/03/2014)
Tutte le grandi civiltà del passato credevano di durare in eterno e hanno invece subito prima o poi un collasso che le ha distrutte. Gli studiosi della materia cominciano a pensare che il susseguirsi delle civiltà sia ciclico e abbia caratteristiche comuni che si ripetono nella storia: al massimo fulgore, segue inevitabilmente un declino che non viene subito compreso ed è affrontato quando è ormai troppo tardi, spesso con mezzi sbagliati.
Uno studio
finanziato dal Goddard Space Flight Center della Nasa è ora arrivato alla
conclusione che anche la nostra civiltà industriale presenta sintomi di degrado
molto gravi ed è prossima a una fine che, senza interventi adeguati, arriverà
molto presto, nel giro di qualche decade. … E’ una nuova disciplina chiamata
Handy (Human and Nature Dynamics), che mescola eventi sociali e naturali per
trarne presagi sul futuro. …Hanno messo in relazione la situazione attuale del
pianeta con quelle dell’impero romano, della civiltà maya, dei regni della
Mesopotamia, delle dinastie Han in Cina, dei Maurya e dei Gupta in India. Per
secoli, i loro sovrani hanno creduto di poter dominare il mondo che
conoscevano, ma poi è accaduto qualcosa del quale non si sono accorti o che
hanno sottovalutato… che invece ha portato al disastro.
I fattori
comuni tra le passate civiltà e la nostra, secondo la Nasa, sono in tutto
cinque: la popolazione, il clima,
l’acqua, l’agricoltura e l’energia. Fino a che stanno in equilibrio, la
civiltà prospera. Quando l’equilibrio si spezza senza essere rapidamente
ripristinato, comincia il decadimento. Il collasso avviene se si verificano due
condizioni sociali precise, purtroppo già fortemente presenti nella nostra
civiltà: l’impoverimento delle risorse disponibili e la stratificazione della
società tra un gruppo formato dalle élite e un altro dalla massa di gente
comune.
… Con una
analisi molto vicina al pensiero marxista, la NASA sostiene che, al tempo dei
Maya come oggi, il controllo esercitato dalle élite fa in modo che la massa che
produce la ricchezza ne riceva indietro solo una piccola parte, a livello di
sussistenza o poco sopra. Questo porta al collasso dello strato sociale più
debole, al quale però segue inevitabilmente anche il decadimento di quello più
forte.
…. Una
situazione molto simile a quella attuale della nostra civiltà occidentale,
anche se molti scienziati sono convinti che lo sviluppo della tecnologia ci
salverà dalla preannunciata carenza di risorse energetiche, di acqua e di cibo
per tutti. Lo studio della Nasa non è però ottimista al riguardo: la
tecnologia, afferma, migliora la capacità dell’uomo di trovare risorse, ma ne
aumenta anche il consumo pro capite. Gli aumenti di produttività
nell’agricoltura e nell’industria hanno generato contemporaneamente un
incremento dell’utilizzo di materie prime, invece di diminuirlo.
… La nostra
civiltà ha ancora la possibilità di salvarsi, ma deve agire in fretta in tre
direzioni: deve ridurre le diseguaglianze economiche, distribuire meglio le
risorse usandone meno e contenere il numero di abitanti del pianeta, se
possibile riducendolo. Ma nessuno si fa illusioni che un simile progetto possa
davvero essere attuato su scala mondiale.
… Sarebbe
necessario convincere i cinesi e gli indiani che, ora che è arrivato il loro
momento di acquistare automobile, lavatrice e frigorifero, devono rinunciarvi
per salvare la civiltà industriale alla quale sono finalmente approdati. Per
eliminare le disuguaglianze, bisognerebbe infine convincere la minoranza che
detiene la ricchezza a distribuirla maggiormente alla maggioranza di chi ha
sempre meno denaro.
L’economista Jagdish Bhagwati,
intervistato da Paolo Mastrolilli su La Stampa dello stesso giorno, partendo da considerazioni simili propone
“includere” più che “redistribuire”.
Puntare sul capitale umano, investendo sull’istruzione dei poveri per
l’allargamento dell’educazione e trovare soluzioni più efficaci e sostenibili
per la crescita. Potenziando istruzione e tecnologia si potranno trovare
soluzioni per una crescita che rispetti l’ambiente e le le risorse naturali.
2. I CONFINI
AMBIENTALI DEL MONDO
La clessidra e l’effetto serra (Pietro Greco - L’Unità 15/04/14)
Ce la possiamo fare, ma abbiamo ancora poco tempo
per agire. Meno di 17 anni. Poi tutto diventerà più difficile, se non
impossibile. E saremo destinati a vivere in un pianeta con un clima mai
sperimentato dall’uomo. È questo, in sintesi, lo scenario prospettato dal
Working Group III dell’Ipcc (Gruppo
intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) nel quinto
rapporto sulla mitigazione dei cambiamenti climatici redatto per conto delle
Nazioni Unite. …Con il ritmo attuale di emissioni di gas serra a opera
dell’uomo, da qui a fine secolo la temperatura media al suolo del nostro
pianeta aumenterà di una quantità compresa tra 3,7 e 4,8°C rispetto all’epoca
pre-industriale. … Possiamo sperare di contenere l’aumento della temperatura
entro i 2°C rispetto all’epoca pre-industriale se utilizzeremo gli anni che ci
separano dal 2030 per realizzare un drastico cambiamento nella produzione e
nell’uso di energia. Questo cambiamento avrà un costo accettabile: dell’1 o 2%
del Pil mondiale, se agiremo entro il 2030. ….A tutt’oggi la temperatura media
del pianeta è aumentata di poco meno di 1°C rispetto all’epoca pre-industriale.
Dunque l’obiettivo è contenere un ulteriore aumento entro un altro grado. Il
che significa tentare di mantenere la concentrazione di anidride carbonica
equivalente entro 430/530 ppm (parti per milione).
… Dobbiamo
agire con flessibilità in vari settori. Il primo è certamente quello della produzione di energia elettrica, che da
solo è responsabile del 25% delle emissioni globali di gas serra. Il 78% della
produzione di energia elettrica è oggi affidata ai combustibili fossili.
Occorre abbassare questa quota a non più del 20% entro il 2050 e praticamente a
zero entro il 2100. Lo si può fare già con le tecnologie attuali: sia
sostituendo i fossili con fonti rinnovabili, sia utilizzando tecnologia di cattura
e stoccaggio dei gas serra, sia infine utilizzando, ma solo come passaggio
intermedio, il gas naturale al posto del carbone. In Italia, a seguito degli
incentivi, già 1/3 della produzione di energia prodotta deriva da fonti
rinnovabili (solare, eolico, idrico).
Il secondo è quello dell’agricoltura e delle foreste. L’uso dei terreni per produrre
cibo e la deforestazione sono responsabili per il 24% delle emissioni attuali.
Le emissioni in questo settore possono essere abbattute del 50% entro il 2050
modificando la produzione di cibo, cessando la deforestazione e attuando
programmi di riforestazione.
Ci sono poi i settori d’uso dell’energia. I trasporti,
per esempio, che oggi sono responsabili del 14% delle emissioni totali di gas
serra. Attraverso l’uso di nuove tecnologie, ...lo sviluppo di infrastrutture a
bassa emissione di carbonio, cambiamenti individuali e norme collettive, è
possibile diminuire da qui al 2050 le emissioni di gas serra nel settore
trasporti tra il 15 e il 40%.
Le abitazioni
e gli uffici sono responsabili del 6,4% delle emissioni globali di gas
serra. È possibile stabilizzare queste emissioni e persino ridurre attraverso
tecnologie che consentono di isolare gli edifici e di risparmiare energia.
C’è poi l’industria,
responsabile del 21% delle emissioni globali di gas serra. ..Questa può essere
ridotta del 25% già oggi utilizzando le
migliori tecnologie disponibili. Un ulteriore 20%, sostengono ancora gli
esperti dell’Ipcc, può essere abbattuto mediante l’innovazione di processo.
Infine … riorganizzando la nostra vita nel luogo ove ormai vive più della metà
della popolazione mondiale, la città.… Indicando chiaramente qual è l’obiettivo
realistico. E quali sono i tempi per raggiungerlo. Scaduti i quali consegneremo
ai nostri figli e ai nostri nipoti un pianeta dove sarà più difficile vivere
rispetto a quello che abbiamo ricevuto in eredità dai nostri padri.
Nota: In un pianeta più caldo
aumenta la frequenza e l’intensità di eventi meteorologici estremi, migrazioni,
problemi sanitari, ecc. con costi elevati per farvi fronte. In Italia nel dopoguerra sono stati spesi 240
Miliardi di Euro per frane e terremoti.
La Commissione Bruntdland
dell’ONU nel 1987 definisce “E’sostenibile lo sviluppo che risponde ai bisogni
del presente senza compromettere alle future generazioni la possibilità di fare
altrettanto”.
Le speranze di un’intesa globale per
porre un freno al riscaldamento planetario sono rimandate al vertice di Parigi
nel 2015.
- NUOVE TECNOLOGIE
Riportiamo
alcuni esempi di sviluppi tecnologici che offrono migliori prestazioni e al
tempo stesso consentono un minore consumo di materie prime/energia.
3.1 Informatica
Un esempio
delle nuove tecnologie del campo dei calcoli scientifici/informatica è il
passaggio dall’uso del regolo calcolatore al sistema della registrazione di
dati sui dischetti/chiavette con capacità di memoria sempre crescenti (in
qualche decennio questa capacità è cresciuta di circa un milione di volte).
3.2
Dalla “Green Economy” alla “Blue
Economy”
L’imperativo
odierno è tentare di diminuire i flussi di materia e di energia impegnati nei
cicli produttivi e di consumo, se non vogliamo morire soffocati dai rifiuti o
dissipare irrimediabilmente le risorse naturali. Cioè: zero sprechi, zero rifiuti, zero emissioni, zero consumo di suolo. Le
ricerche e le sperimentazioni di Gunter Pauli, imprenditore e economista nato
in Belgio ed autore di molti libri, dimostrano che si può fare, orientando la
ricerca scientifica in direzione opposta a quella della massimizzazione della
produttività. Diversamente dalla green economy, la blue economy non richiede alle aziende di investire di più per
salvare l’ambiente. Anzi, con minore impiego di capitali è in grado di creare
maggiori flussi di reddito e di costruire al tempo stesso capitale sociale.
Ecco alcune delle scoperte della
Blue Economy:
-
le pietre sminuzzate alle dimensioni di 5 millesimi di
millimetro e mescolate con il 20% di vetro sminuzzato (bottiglie rotte) produce
una carta riciclabile (la carta prodotta dalla cellulosa costa 700 Euro a tonnellata,
mentre quella fatta dalla pietra costa molto meno e non consuma una goccia
d’acqua);
-
il caffè utilizzato per una tazzina è solo lo 0.2%; il
rimanente 99.8% è un avanzo utilissimo come concime che, ad es., produce funghi, prodotti tessili antiodore,
colorante tessile, ecc.;
-
le larve di mosca si nutrono di avanzi organici dei
macelli e sono un prezioso cibo ricco di proteine per l’allevamento di pesci e volatili;
-
i fili di seta possono sostituire le lame in metallo
dei rasoi “usa e getta”.
Il principale problema è che ci
sono pochi imprenditori disponibili a seguire queste tecniche. C’è più
disponibilità nelle “periferie” del mondo, come a Porto Novo nello stato Africano del Benin e a Città del Capo in Sud
Africa (3 tonnellate di larve al giorno). Ci sono applicazioni anche in America
Latina, in Colombia, in Messico, in Asia. L’Europa è lenta e impreparata.
3.3 Nanotecnologie
I termini nanotecnologie e
nanoscienze indicano la capacità di studiare, assemblare, manipolare e
caratterizzare la materia a dimensioni comprese fra 1 e 100 nanometri.
Significa operare a livello delle molecole: 1 nanometro equivale ad un
milionesimo di millimetro e corrisponde a circa 10 volte la grandezza di un
atomo di Idrogeno. A livello molecolare la materia mostra proprietà
chimico-fisico completamente differenti, consentendo la realizzazione di
materiali innovativi. Le
nanotecnologie non sono una semplice riduzione di scala, esse permettono di
passare dalla fisica macroscopica a quella quantistica man mano che le dimensioni
si avvicinano a quelle atomiche.
La nanotecnologia opera in un ambito d'investigazione
multidisciplinare, coinvolgendo molteplici indirizzi di ricerca, tra cui: biologia molecolare, chimica, scienza dei materiali, fisica (sia
applicata che di base), ottica, ingegneria meccanica, ingegneria chimica ed elettronica. Inoltre la ricaduta industriale
di queste tecnologie è di grande rilievo già oggi in numerosi settori come la
robotica, l’ingegneria chimica, l’ingegneria meccanica. La potenzialità delle
nanotecnologie è poi tutt’altro che esaurita e importanti applicazioni si
intravedono anche nelle scienze mediche e nelle tecniche di miglioramento dei
prodotti alimentari.
Fino ad
alcune decine di anni fa mancavano strumenti che permettessero di collocare un particolare atomo in una determinata posizione (in modo
da legarsi con un altro atomo scelto non a caso), per cui l'unica possibilità
era nel processare un elevato numero di atomi, in modo che ci fosse una certa
probabilità statistica di ottenere il risultato sperato. Una reazione chimica
deve essere seguita da un processo di filtraggio fisico, in modo da estrarre le
specie a cui si è interessati, separandole dalle altre specie.
Lo sviluppo della nanotecnologia è legata allo sviluppo della microscopia avanzata che è in grado di manipolare intenzionalmente la materia a livello microscopico con la possibilità di interagire con un singolo atomo (ad es. spostandolo a piacere su di una superficie o fissandolo ad essa)
Nell’ultimo decennio sono stati fatti forti investimenti
nella ricerca per le nanotecnologie, dagli USA al Giappone alla Comunità
Europea (3.5 miliardi di euro nel corrente VII Programma Quadro).
Realizzazioni:
-
le superfici degli edifici
trattate con nanoparticelle di biossido di titanio (prodotte da una industria
di Riccione) hanno proprietà autopulenti, battericide, antimicotiche ed
antinquinanti: basta una piccola quantità di acqua per “lavare via” lo sporco;
-
un prodotto idrofobo, repellente all’acqua e allo sporco, in grado di rifinire il
vetro dando
più
trasparenza;
-
un nuovo tipo di fibra
che rimane asciutta persino se completamente immersa in un liquido (per es. il
costume da bagno).
-
celle solari a film
sottili flessibili e più efficienti;
-
LCD (schermi a
cristalli liquidi) a Touch Screen più veloci e meno costosi.
Sviluppi previsti:
-
un nuovo tessuto in microfibra di nanoparticelle che
genera energia elettrica raccolta dal movimento fisico, in grado di creare
abbastanza corrente per ricaricare un telefono cellulare o un lettore MP3 (elettronica
indossabile);
-
dispositivi di memoria magnetica di dimensioni
inferiori rispetto a quelle attuali, che consentirebbe una memorizzazione di
dati ancora più densa;
-
batterie ricaricabili al litio, più
rapide e resistenti: potranno ridurre i tempi di ricarica delle auto elettriche
ma anche di altri dispositivi, come computer portatili e telefoni cellulari;
-
un nuovo agente farmacologico efficace su un
ampio ventaglio di dipendenze da sostanze; potrà essere utile un domani anche a
chi soffre di Parkinson, cancro, danni neurologici, disturbi psichiatrici,
demenza da AIDS e asma. Deve essere sviluppata la ricerca per valutare i potenziali rischi derivanti
dall’utilizzo di tali sostanze chimiche per la salute umana.
Nanotubi di carbonio
4. RICICLAGGIO
In Italia il
costo del riciclo è il più basso d’Europa, siamo i primi in Europa per il
recupero dei rifiuti. Non si deve parlare più di rifiuti ma della loro
trasformazione in energia, in nuovi materiali (es. plastiche). Cambio culturale: i rifiuti sono risorse. Si
riportano alcune esperienze:
Buone notizie dal pianeta Terra di Elin
Kelsey (Editoriale scienza editore – Settembre 2013) è un libro che affronta
con ottimismo il tema dell’ambiente: basta messaggi catastrofici sul futuro,
basta sensi di colpa perché il clima sta cambiando. Si può provare a rimediare
ai problemi con buona volontà e ingegno. Un gruppo di ricercatori del Nebraska,
ad esempio, sta studiando una fibra che assomiglia alla lana ma che deriva
dalle piume di pollo e ha prodotto anche un tessuto simile al cotone usando la
paglia del riso. E poi c’è un pile nuovo che si fa riciclando 25 bottiglie di plastica
e con un maglione di pile vecchio più tre-quattro bottiglie se ne ottiene uno
nuovo. In giro per il mondo stanno spuntando industrie specializzate in riciclo
che trattano un po' di tutto: usano i jeans per isolare le case, la pelle del
salmone per fare bikini, addirittura in Danimarca stanno sperimentando l'urina
dei maiali per fare i piatti di plastica. E molti scienziati stanno inventando
nuovi materiali ispirandosi alla natura: filo molto robusto imitando il ragno,
tessuti autopulenti imitando le foglie, bende chirurgiche che chiudono le
ferite imitando le zampe del geco.
Manifattura Maiano (Campi
Bisenzio): recupero rifiuti tessili
Gli isolanti
ecosostenibili di Manifattura Maiano, ottenuti dal recupero del rifiuto
tessile, coniugano caratteristiche
di isolamento termico, fonoassorbimento e fonoisolamento. I prodotti sono
utilizzabili in tutte le tipologie edilizie, dalle nuove costruzioni alla
ristrutturazione alla bioedilizia, per applicazioni in coperture, pareti e
solai.
REVET (Pontedera): riciclo plastiche miste.
Riciclare la
plastica mista è possibile. E’ stato inaugurato da poco l’impianto di riciclo
della plastica che permetterà a Revet Recycling di gestire tutte la fasi
industriali necessarie per riciclare le plastiche miste provenienti dalla
raccolta differenziata che avviene in Toscana (20.000 tonnellate in un anno)
per realizzare prodotti plastici per arredo urbano e domestico. L’impianto ha richiesto un investimento di
oltre 5 milioni di euro e la Regione Toscana ha cofinanziato la ricerca del
progetto.
Novamont (Terni): bioplastica
Con il marchio
Mater-Bi® produce e commercializza un’ampia famiglia di bioplastiche
innovative, ottenute grazie a tecnologie che utilizzano amidi, cellulose, oli
vegetali e loro combinazioni. Esse trovano applicazioni in svariati settori,
quali raccolte differenziate, catering, nell’ambito agricolo e dell’igiene
e cura della persona.
Le
bioplastiche sono materiali con caratteristiche e proprietà d’uso del tutto
simili alle plastiche tradizionali ma, al tempo stesso, biodegradabili e
compostabili. Consentono di ottimizzare la raccolta e la gestione dei rifiuti,
ridurre l'impatto ambientale e contribuire allo sviluppo di sistemi virtuosi con
vantaggi significativi lungo tutto il ciclo produzione-consumo-smaltimento.
A Porto Torres la
Novamont realizzerà il primo polo chimico verde d’Europa che creerà una filiera
integrata per le bioplastiche biodegradabili: sono stati
realizzati 3 centri sui 7 previsti.
5. CRESCITA TECNOLOGICA NEI PAESI
IN VIA DI SVILUPPO
Un breve accenno ad alcuni
aspetti: nei paesi in via di sviluppo il raggiungimento di un migliore livello
tecnologico può essere raggiunto saltando alcune delle tappe percorse dai paesi
occidentali e quindi consumando minori risorse naturali e energia di questi. Ad
es. installando pannelli fotovoltaici si
potrà avere una produzione localizzata dell’energia senza passare, come nel mondo occidentale, alla
produzione centralizzata con l’uso intensivo del petrolio; si ridurrà anche
l’installazione delle reti di distribuzione dell’energia elettrica. Altro
esempio, l’uso dei telefoni cellulari, già in forte espansione, potrà ridurre l’installazione
di reti telefoniche. Ovviamente in entrambi i casi i costi dovranno essere
contenuti.
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