Piazza dell'Isolotto, agosto 1969
Preghiamo coloro che considerano le presenti
riflessioni un contributo positivo a sostegno del nuovo che nasce, di
diffonderle e , a chi ha gli indirizzi per farlo, di
raggiungere personalmente i nuovi eletti delle varie aree di
riferimento.
Lettera della Comunità dell’Isolotto per il sostegno alle
elette/i e alle elettrici/elettori impegnati nella responsabilità di costruire
il nuovo che nasce.
Siamo la Comunità di base
dell’Isolotto in Firenze, una realtà con una storia di impegno nel territorio,
nel sociale, nella politica, nella chiesa.
Abbiamo pagato spesso
pesantemente le nostre scelte dalla parte di chi difende i valori della giustizia e della solidarietà a
partire dai bisogni degli ultimi. Lungo la nostra storia che viene dal lontano ‘68, abbiamo sperimentato
che il nuovo che nasce è sempre avvertito come destabilizzante per le abitudini
consolidate, per i ritmi consueti, per le sicurezze acquisite. Produce reazioni
di difesa. Innesca ansie, paure, conflitti. I sistemi di dominio, che si
sentono minacciati dalla creatività
generativa della vita e della storia, temono il collasso e invece di contribuire
al superamento positivo delle tensioni verso sintesi culturali nuove, alimentano
il conflitto, soffiano sul fuoco della paura e offrono i vecchi recinti
restaurati e magari abbelliti.
Oggi sentiamo l’urgenza di
sostenere “il nuovo che sta nascendo” e aggiungiamo la nostra voce alle tante
che chiedono al nuovo Parlamento il coraggio di operare con determinazione e senso di
responsabilità per il
cambiamento.
·
Abbiamo imparato che “la verità” non esiste, ma esistono
le “tante verità” che possono arricchire il cammino dell’umanità e che siamo
chiamati a coniugare insieme, in atteggiamento critico ma di reciproca
fiducia.
·
Abbiamo capito che le “piazze” sono tante: quelle delle
adunate fasciste, delle guerriglie urbane, delle manovre militari, delle
esibizioni di potere, degli osanna al papa, delle processioni, delle feste, ma anche le piazze “contro la mafia”,quelle della resistenza,
delle manifestazioni sindacali, delle donne, degli studenti, delle marce per la
pace, e ancora le piazze della musica, dei carnevali, della solidarietà, dei
mercatini alternativi, del camminare insieme. La piazza è il luogo aperto di
tutti, il luogo della relazione fisica, del parlarsi l’uno accanto all’altro,
quel luogo che noi dell’Isolotto abbiamo animato per oltre quaranta anni anche
quando le piazze si svuotarono.
·
Abbiamo capito che oggi è importante vivere questa piazza
che si è imposta con le elezioni come la
nascita di una nuova resistenza, la capacità di cogliere i segni dei tempi, il
bisogno di affrontare il futuro con generosità.
La piazza non risolve i problemi,
ma è il momento unificante di tante persone di buona volontà che dicono:
ci siamo, vogliamo contare e vogliamo impegnarci.
·
Siamo consapevoli che la battaglia “contro” degli uni verso gli
altri serve solo a rinserrare le fila di quella destra dove prevale
l’individualismo aggressivo o la paura di perdere privilegi.
·
Guardiamo con fiducia chi oggi è sceso nelle piazze perché quello è
per lo più un popolo informato, consapevole, desideroso di mettersi in gioco. E’
il popolo che abbiamo contribuito a formare e generare con la nostra resistenza
di piccole formiche operose anche se invisibili.
·
Abbiamo scoperto che la piazza geografica e la piazza
telematica sono oggi luoghi molto
frequentati e importantissimi anche per la maturazione umana e culturale. Da sempre abbiamo sostenuto
il valore della comunicazione e della crescita culturale delle persone: abbiamo
lottato per la “scuola di tutti”, per la cultura diffusa, per la crescita delle
consapevolezze, per l’impegno, la partecipazione, la
democrazia.
·
Siamo consapevoli che il nuovo che nasce non è perfetto,
che non sarà semplice né facile elaborare e costruire un cammino comune,
sfrondare i riferimenti ai “leaderismi
individualisti” per favorire l’assunzione di responsabilità diffuse e condivise.
Abbiamo davanti tempi complicati e non facili, ma noi che veniamo da lontano
sentiamo il dovere di accompagnare e partecipare a questo cammino in cui si
intrecciano le generazioni con le loro energie, esperienze e
sapienze.
IL NOSTRO
APPELLO
A chi ha votato e a chi non
è andato a votare, a chi è stato eletto e a chi è rimasto fuori, a tutti coloro
che pensano che “un mondo nuovo è possibile” rivolgiamo
l’invito:
-
ad avere la pazienza, la generosità e la sapienza di
riconoscere e valorizzare le risorse positive degli/delle uni/e e degli/delle
altri/e,
-
a lavorare
cercando nuovi percorsi, mettendo in
gioco competenze, collaborazioni, disponibilità per cambiare le leggi in modo
costruttivo,
-
a non
disperdere le nuove energie che si sono
messe in gioco e a mantenere una collaborazione costante ed attiva con i
territori e le loro espressioni di partecipazione responsabile al bene
comune.
Niente nuove elezioni, inciuci, distinguo, veti; molta
creatività, costanza, generosità, pazienza, ma anche concretezza e aderenza ai
problemi ed ai contesti reali, impegno a crescere insieme ed a rendere alla
“politica” il suo vero significato di luogo per il raggiungimento della
felicità.
Non sarà facile, buon lavoro a tutti
noi!
domenica 3 marzo 2013
Baracche Verdi - Via degli
Aceri 1
50142
Firenze
tel/fax: o55711362
E anche comis@videosoft.it
Web:
http://www.comunitaisolotto.org/
Blog: http://baracchesempreverdi.blogspot.it/
Nota di aggiornamento sul dibattito che ha preceduto (e poi seguito) la stesura della lettera appello.
2 - Moreno
Nota di aggiornamento sul dibattito che ha preceduto (e poi seguito) la stesura della lettera appello.
1 - Spunti raccolti da Marco nella
discussione di domenica 3 marzo 2013 alle Baracche
Paola:
- il risultato elettorale, seppur complicato, offre una
grande occasione alla Politica di rinnovarsi aprendosi ai giovani;
- E’ sempre più
evidente la divisione del paese in due visioni del presente e del futuro: da un
lato chi continua a votare Berlusconi,
dall’altro chi spera nel cambiamento
Lucia:
- emozioni contrastanti rispetto ai risultati elettorali;
- la presenza di giovani che tornano a partecipare è
interessante e importante (l’esempio dell’appello di Viola)
- poca fiducia in Grillo che interpreta il peggiore
personalismo violento e volgare visto in politica negli ultimi decenni;
Maria:
- somiglianza dei programmi di PD e 5 Stelle nella sostanza,
grandi differenze però nella forma comunicativa;
- le piazze urlate di Grillo senza contraddittorio contro la
seria pacatezza del confronto televisivo sostenuto da Bersani;
- gli interrogativi: come si va avanti? Quali prospettive
per la sinistra? Come si comunica in modo più efficace?
Danilo:
- L’attuale caos politico ricorda il caos primordiale della Creazione
del mondo narrata nella Bibbia;
- Come Dio mise ordine nel caos, così Napolitano può
rappresentare l’unico in grado di gestire questa fase di confusione per il paese;
- la riflessione di Mao sulla confusione come generatrice di
cose positive;
Sandro:
- non molto in
comune tra i programmi del PD e del Movimento 5 Stelle;
- la confusione politica non promette nulla di buono;
- molti problemi ed incertezza sulla costituzione tecnica di
un nuovo governo;
Carmen:
- Grillo come protagonista politico arrogante orientato alla
distruzione e non alla costruzione;
- esigenza di trovare accordi sulle cose più importanti ed
urgenti;
Gianpiero:
- governabilità del paese come priorità;
- rinnovamento generazionale anche nel PD e non solo nel
Movimento 5 Stelle;
- saranno capaci i “cittadini” 5 Stelle di ragionare con le
proprie teste oltre Grillo? Si cercherà di attuare il programma del Movimento o
quello urlato nelle piazze da Grillo?
- è necessario fare
riforme importanti per i risolvere i problemi del lavoro e dell’economia della
gente comune;
Nonna di 93 anni:
- importanza del rinnovamento, incontro tra generazioni,
speranza sui giovani, “la vita deve andare avanti”
Moreno:
- cercare convergenza tra sinistra e 5 Stelle su contenuti condivisi: conflitto di
interesse, costi della politica, legge elettorale, spese militari, grandi
opere…
- complessità del Movimento 5 Stelle e contraddizioni
preoccupanti al suo interno (razzismo; maschilismo…);
Paolo:
- riflettere sulla partecipazione dal basso a partire
dall’esperienza fiorentina degli anni 60-70 di organizzazione spontanea della
gente: alluvione, comitati di quartiere….
- i rischi della transizione dallo spontaneismo di base all’istituzionalizzazione:
la perdita di partecipazione e la delega ai partiti-istituzione sono
responsabili dell’attuale crisi;
Marco:
- guardare al percorso comunitario per capire il presente: il dissenso del popolo umile dell’Isolotto
verso l’istituzione Chiesa non è molto diverso dall’attuale dissenso di una
parte rilevante del popolo italiano verso la deriva dell’istituzione Partiti;
- l’esperienza comunitaria come metodo di confronto positivo,
seppure dialettico, che può consentire il superamento del leaderismo per
sostenere la carica innovatrice dei movimenti oltre i “Grilli” di turno;
Tina:
- un governo trasversale tra chi di “buona volontà” è
possibile?
- coniugare ciò che è buono del “vecchio” con l’energia e la
creatività del nuovo che avanza;
- valutare la sostenibilità delle riforme: il reddito di
cittadinanza è sostenibile e utile per sempre?
Vanna:
- senso di rabbia per il risultato elettorale;
- Grillo e Berlusconi accomunati dalla spettacolarizzazione
e dalla personalizzazione;
- il rinnovamento del parlamento attraverso una maggiore
partecipazione (primarie PD, democrazia diretta del 5 Stelle) e la speranza di
un “buon governo”;
- l’importanza dei mezzi di comunicazione offerti dalla
rete;
Maurizio:
- un risultato elettorale più netto sarebbe stato forse più
rassicurante ma senza grandi possibilità di cambiamento;
- straordinaria opportunità, invece, da queste elezioni per
mettere alla prova una nuova leva di politici rispetto alla possibilità di
rappresentare tutti oltre le appartenenze partitiche e gli interessi personali
e di casta;
Paola R.:
- porsi rispetto al risultato elettorale senza paura ma come
davanti all’occasione di un cambiamento vero;
- il riferimento alla Comunità come modello per il paese da
parte dei 5 Stelle ci deve interrogare;
Paola:
- idea del mondo e del futuro dei 5 Stelle che va oltre i
confini della politica nazionale;
Urbano
- spunto da Massimo Fini (Il Fatto quotidiano) sulla
rivoluzione “conservatrice” di Grillo che potrebbe diffondersi a scala
planetaria mettendo in discussione assieme ad altri movimenti l’attuale Ordine
Mondiale;
Luciana:
- una riflessione elaborata sul nuovo che avanza e su come
sostenerlo nella consapevolezza che questo nuovo, in continuo divenire e pieno
di contraddizioni, è anche figlio della nostra storia fatta di piazze come
spazi aperti di confronto ed eresie creative;
Moreno:
- va bene il sostegno al nuovo senza però perdere di vista le
conflittualità su temi che fanno ancora la differenza tra destra e sinistra
(diritti, lavoro, pace…);
Mario:
- impostazione dell’assemblea è quella giusta ma importante
è approfondire ulteriormente la discussione;
- elaborare dalle riflessioni di tutti, (quella di Luciana
con pensieri già organizzati in forma scritta potrebbe essere una base di
partenza) una posizione comunitaria da diffondere
Sinistra e
Movimento 5 stelle
Trovo di notevole interesse gli appunti di Luciana, come anche il dibattito di ieri mattina.
Vorrei però sottolineare che il processo di cambiamento nel nostro Paese non è riducibile alle piazze del Movimento 5 stelle.
Vi sono più cose in giro, nelle esperienze delle varie realtà di base, di quante non risultino dalla filosofia e dalla pratica di Grillo e di quanti sono stati qualificati impropriamente come "grillini".
Riscontriamo, a guardarci intorno, una lunga serie di esperienze, realtà, movimenti, saperi, iniziative di resistenza e di lotta al dominio del mercato, e dei poteri finanziari, che hanno sì punti di contatto con il complesso, e per certi versi contraddittorio, arcipelago grillino, ma che non vi si ritrovano certo in toto. Penso che la ricostruzione di culture e pratiche partecipative per un processo profondo di cambiamento, che rigeneri un tessuto lacerato da vent'anni di berlusconismo e di subordinazione - sia a destra che nel centro/sinistra - della politica al mercato (con il trionfo del liberismo, che è la causa prima della tremenda crisi attuale e le cui ricette, però, vengono riproposte senza ripensamenti), possa avere una bella spinta dal successo elettorale del Movimento 5 stelle -, ma che ciò non sia sufficiente.
Ritengo che, finché esiste un mondo diviso in sfruttati e sfruttatori, oppressi e oppressori, "padroni del vapore" e persone senza potere - indubbiamente in forme diverse dal passato, ma pur sempre di sfruttamento, di oppressione, di assetto ingiusto della società continua a trattarsi -, vi sarà sempre il conflitto di classe e la sinistra, per come si è configurata storicamente, avrà un senso [il Movimento 5 stelle nega tutto ciò, affermando che i termini destra e sinistra non hanno più alcun significato]. E ritengo anche che una situazione del genere non sarà mai del tutto superata e che l'utopia di una società di liberi ed eguali continuerà a farci andare avanti per cambiare lo stato di cose esistenti.
Di conseguenza, a mio parere, rimane davanti a noi l'obiettivo di una ridefinizione della sinistra come soggetto nuovo, che sappia rapportarsi al cuore ed al cervello di chi vive nel ventunesimo secolo, senza rifarsi agli schemi, ormai del tutto superati, del passato, senza incrostazioni ideologiche non più aderenti alla realtà, senza leaderismi. Una sinistra che contribuisca a riqualificare la politica, mai caduta così in basso (anche da qui scaturisce il successo di Grillo), e che dia finalmente una rappresentanza forte a tutte quelle esperienze, attività di base, movimenti che lottano per l'ambiente, per i beni comuni, per i diritti, per lo stato sociale, per la democrazia di genere, per una nuova qualità del lavoro e della vita, tenendo ben saldi i valori così bene espressi dalla nostra Costituzione (a partire dall'antifascismo, dall'antirazzismo, dalla laicità, dalla pace, dalla nonviolenza). Riconnettendo il tutto in un progetto unitario che tenga conto delle diversità, dando spazio ad iniziative come quella della "Commissione Rodotà aperta" - che ha avviato da poco il suo percorso e intende riscrivere dal basso, con un ampio confronto fra giuristi/costituzionalisti ed esperienze di base, il senso dei beni comuni e le loro modalità di gestione -, sperimentando forme nuove di democrazia partecipativa, riscoprendo il senso del fare comunità. Solo in parte quanto ho sommariamente esposto trova spazio nel Movimento 5 stelle, anche se dal suo successo può venire un positivo rimescolamento di carte ed una spinta in direzione del rinnovamento (il lavoro, la democrazia nelle fabbriche, l'antirazzismo, l'antifascismo, ad esempio, hanno scarso peso nei suoi programmi e nella sua pratica). Un rinnovamento che potrebbe trovare una prima parziale risposta in un programma di governo centrato su pochi ma significativi punti (che potrebbero - dovrebbero - avere l'approvazione del centro-sinistra e del Movimento 5 stelle):
- una legge elettorale "decente",
- una legge sul conflitto d'interessi,
- un ridimensionamento drastico degli emolumenti ai parlamentari e dei rimborsi alle forze politiche,
- la cancellazione dell'acquisto degli F/35 e delle grandi opere tipo la TAV (inutili e dannose),
- provvedimenti urgenti a salvaguardia della sanità e della scuola pubblica, - l'avvio di un processo volto a mettere in sicurezza il territorio. L'esigenza di ridare voce e slancio ad una sinistra completamente rinnovata - nelle idee, nelle pratiche, nelle modalità d'intervento, nella capacità di relazioni, nella progettualità - continua ad esistere, anzi diviene ancora più pressante.
E non può essere sostituita dalla "carica dei 101" (o, meglio, degli oltre 150 parlamentari) del Movimento 5 stelle [che peraltro, lo ripeto, ha elementi positivi (specialmente se si liberano energie oggi compresse dal ruolo predominante del "capo")].
Trovo di notevole interesse gli appunti di Luciana, come anche il dibattito di ieri mattina.
Vorrei però sottolineare che il processo di cambiamento nel nostro Paese non è riducibile alle piazze del Movimento 5 stelle.
Vi sono più cose in giro, nelle esperienze delle varie realtà di base, di quante non risultino dalla filosofia e dalla pratica di Grillo e di quanti sono stati qualificati impropriamente come "grillini".
Riscontriamo, a guardarci intorno, una lunga serie di esperienze, realtà, movimenti, saperi, iniziative di resistenza e di lotta al dominio del mercato, e dei poteri finanziari, che hanno sì punti di contatto con il complesso, e per certi versi contraddittorio, arcipelago grillino, ma che non vi si ritrovano certo in toto. Penso che la ricostruzione di culture e pratiche partecipative per un processo profondo di cambiamento, che rigeneri un tessuto lacerato da vent'anni di berlusconismo e di subordinazione - sia a destra che nel centro/sinistra - della politica al mercato (con il trionfo del liberismo, che è la causa prima della tremenda crisi attuale e le cui ricette, però, vengono riproposte senza ripensamenti), possa avere una bella spinta dal successo elettorale del Movimento 5 stelle -, ma che ciò non sia sufficiente.
Ritengo che, finché esiste un mondo diviso in sfruttati e sfruttatori, oppressi e oppressori, "padroni del vapore" e persone senza potere - indubbiamente in forme diverse dal passato, ma pur sempre di sfruttamento, di oppressione, di assetto ingiusto della società continua a trattarsi -, vi sarà sempre il conflitto di classe e la sinistra, per come si è configurata storicamente, avrà un senso [il Movimento 5 stelle nega tutto ciò, affermando che i termini destra e sinistra non hanno più alcun significato]. E ritengo anche che una situazione del genere non sarà mai del tutto superata e che l'utopia di una società di liberi ed eguali continuerà a farci andare avanti per cambiare lo stato di cose esistenti.
Di conseguenza, a mio parere, rimane davanti a noi l'obiettivo di una ridefinizione della sinistra come soggetto nuovo, che sappia rapportarsi al cuore ed al cervello di chi vive nel ventunesimo secolo, senza rifarsi agli schemi, ormai del tutto superati, del passato, senza incrostazioni ideologiche non più aderenti alla realtà, senza leaderismi. Una sinistra che contribuisca a riqualificare la politica, mai caduta così in basso (anche da qui scaturisce il successo di Grillo), e che dia finalmente una rappresentanza forte a tutte quelle esperienze, attività di base, movimenti che lottano per l'ambiente, per i beni comuni, per i diritti, per lo stato sociale, per la democrazia di genere, per una nuova qualità del lavoro e della vita, tenendo ben saldi i valori così bene espressi dalla nostra Costituzione (a partire dall'antifascismo, dall'antirazzismo, dalla laicità, dalla pace, dalla nonviolenza). Riconnettendo il tutto in un progetto unitario che tenga conto delle diversità, dando spazio ad iniziative come quella della "Commissione Rodotà aperta" - che ha avviato da poco il suo percorso e intende riscrivere dal basso, con un ampio confronto fra giuristi/costituzionalisti ed esperienze di base, il senso dei beni comuni e le loro modalità di gestione -, sperimentando forme nuove di democrazia partecipativa, riscoprendo il senso del fare comunità. Solo in parte quanto ho sommariamente esposto trova spazio nel Movimento 5 stelle, anche se dal suo successo può venire un positivo rimescolamento di carte ed una spinta in direzione del rinnovamento (il lavoro, la democrazia nelle fabbriche, l'antirazzismo, l'antifascismo, ad esempio, hanno scarso peso nei suoi programmi e nella sua pratica). Un rinnovamento che potrebbe trovare una prima parziale risposta in un programma di governo centrato su pochi ma significativi punti (che potrebbero - dovrebbero - avere l'approvazione del centro-sinistra e del Movimento 5 stelle):
- una legge elettorale "decente",
- una legge sul conflitto d'interessi,
- un ridimensionamento drastico degli emolumenti ai parlamentari e dei rimborsi alle forze politiche,
- la cancellazione dell'acquisto degli F/35 e delle grandi opere tipo la TAV (inutili e dannose),
- provvedimenti urgenti a salvaguardia della sanità e della scuola pubblica, - l'avvio di un processo volto a mettere in sicurezza il territorio. L'esigenza di ridare voce e slancio ad una sinistra completamente rinnovata - nelle idee, nelle pratiche, nelle modalità d'intervento, nella capacità di relazioni, nella progettualità - continua ad esistere, anzi diviene ancora più pressante.
E non può essere sostituita dalla "carica dei 101" (o, meglio, degli oltre 150 parlamentari) del Movimento 5 stelle [che peraltro, lo ripeto, ha elementi positivi (specialmente se si liberano energie oggi compresse dal ruolo predominante del "capo")].
3 - Piero
Ci dispiace
non essere stati presenti all'incontro di domenica, ma la lettura delle
interessanti riflessioni di Luciana e di Moreno mi stimola a fare alcune altre
riflessioni. Sicuramente il successo del movimento di Grillo, inaspettato e
impensabile nelle proporzioni con cui si è manifestato, ha causato uno
sconvolgimento nelle speranze, a volte certezze, dei partiti, rischiando in
alcuni casi di corrodere, soprattutto in prospettiva futura, le fondamenta
della loro stessa sopravvivenza. Esso ha dato le gambe al disgusto,
all'indignazione, alla rabbia che i comportamenti della classe politica in
generale (ma anche qui occorrerebbe fare molti distinguo che invece il
movimento non fa) hanno suscitato nell'opinione pubblica, soprattutto in questa
seconda repubblica. Ma non dobbiamo neanche dimenticare che l'opinione
pubblica ha molte facce: basta pensare che in questi ultimi anni
le distorsioni, l'"allegra" amministrazione della cosa pubblica, lo sfascio economico e soprattutto etico delle istituzioni sono avvenuti perchè gran parte dei cittadini l'hanno permesso se non addirittura approvato con il sostegno del loro voto. Certo bisogna riconoscere l'abilità di Grillo nell'avere bene interpretato la protesta, tout court, sia di persone oneste deluse dai partiti in cui credevano, sia dei qualunquisti, normalmente astensionisti, convinti che "i partiti e i politici sono tutti uguali" e pensano solo ai propri interessi. Quindi TUTTI A CASA. Qui, a nostro avviso, è chiaro il fallimento del messaggio politico della sinistra, che, impegnata a contrastare Berlusconi e a rincorrerlo sulle cose da fare, non ha capito o comunque non ha saputo reagire al fatto che il "berlusconismo" ha contaminato trasversalmente tutta questa nostra società dei consumi individualista e competitiva, spesso perfino gli stessi partiti di sinistra, perfino molti cittadini che avevano sempre votato a sinistra. Per contrastare questo fenomeno occorreva proporre un coraggioso progetto alternativo, un modello di sviluppo eco sostenibile, una diversa politica orientata a ridurre le diseguaglianze e a realizzare una maggiore giustizia sociale, un modello che riportasse al centro le persone e i loro bisogni al di sopra delle logiche di mercato, insomma una vera politica di sinistra. Occorreva interpretare e fare proprie le istanze che provenivano dai tanti movimenti nuovi che stavano nascendo, invece di prenderne le distanze. Nel movimento di Grillo è indubbio che ci sia tanta gente di sinistra delusa, ma dentro c'è di tutto, dall'imprenditore che si sente vessato all'operaio che si sente non tutelato, dai giovani dei centri sociali ai militanti di casa pound. Mi pare che sia questo il nuovo, un movimento senza steccati ideologici, con tutti i limiti che questo comporta, ma che punta sulla protesta contro il potere costituito per aprirsi alla speranza di un mondo diverso dove la politica riacquisti un significato di servizio ai cittadini, spazzando via i privilegi e le malversazioni della casta. Del resto ricordiamo che anche Forza Italia quando nacque sembrò a molti il nuovo.... Grillo ha avuto senza dubbio il merito di provocare uno "tsunami" nella palude della conservazione e del mantenimento dello status quo. E' riuscito laddove i vari movimenti e soggetti politici nuovi degli ultimi anni, portatori di specifiche proposte ma fra loro divisi e scoordinati e senza riferimenti istituzionali, i girotondi, il popolo viola, democrazia km 0, i movimenti per i beni comuni ecc, per finire ad Alba, abortita nel nascere, hanno fallito. In questa Italia tutto sommato nella sua maggioranza più pancia che testa e cuore, conservatrice e moderata, è compito ora della sinistra capire questo messaggio, far proprio ciò che di buono c'è in esso, e con umiltà e pazienza, ma con pari fermezza e senza autoreferenzialità, cercare di ricostruire un consenso basato non solo su sterili proteste a volte qualunquistiche ma su un serio
progetto di cambiamento su: Lavoro, ambiente, difesa e riordino del territorio, tutela dei diritti degli immigrati, tutela dei diritti civili delle minoranze, questioni etiche, lotta agli sprechi, trasparenza
delle decisioni ecc. insomma, come ho già detto, ciò che è nel DNA di una seria politica di
sinistra. Se non si farà questo, Grillo avrà ragione a urlare che il concetto di destra e di sinistra è morto e sepolto. E la sinistra, già oggi divisa e rissosa, avrà il suo colpo di grazia.
le distorsioni, l'"allegra" amministrazione della cosa pubblica, lo sfascio economico e soprattutto etico delle istituzioni sono avvenuti perchè gran parte dei cittadini l'hanno permesso se non addirittura approvato con il sostegno del loro voto. Certo bisogna riconoscere l'abilità di Grillo nell'avere bene interpretato la protesta, tout court, sia di persone oneste deluse dai partiti in cui credevano, sia dei qualunquisti, normalmente astensionisti, convinti che "i partiti e i politici sono tutti uguali" e pensano solo ai propri interessi. Quindi TUTTI A CASA. Qui, a nostro avviso, è chiaro il fallimento del messaggio politico della sinistra, che, impegnata a contrastare Berlusconi e a rincorrerlo sulle cose da fare, non ha capito o comunque non ha saputo reagire al fatto che il "berlusconismo" ha contaminato trasversalmente tutta questa nostra società dei consumi individualista e competitiva, spesso perfino gli stessi partiti di sinistra, perfino molti cittadini che avevano sempre votato a sinistra. Per contrastare questo fenomeno occorreva proporre un coraggioso progetto alternativo, un modello di sviluppo eco sostenibile, una diversa politica orientata a ridurre le diseguaglianze e a realizzare una maggiore giustizia sociale, un modello che riportasse al centro le persone e i loro bisogni al di sopra delle logiche di mercato, insomma una vera politica di sinistra. Occorreva interpretare e fare proprie le istanze che provenivano dai tanti movimenti nuovi che stavano nascendo, invece di prenderne le distanze. Nel movimento di Grillo è indubbio che ci sia tanta gente di sinistra delusa, ma dentro c'è di tutto, dall'imprenditore che si sente vessato all'operaio che si sente non tutelato, dai giovani dei centri sociali ai militanti di casa pound. Mi pare che sia questo il nuovo, un movimento senza steccati ideologici, con tutti i limiti che questo comporta, ma che punta sulla protesta contro il potere costituito per aprirsi alla speranza di un mondo diverso dove la politica riacquisti un significato di servizio ai cittadini, spazzando via i privilegi e le malversazioni della casta. Del resto ricordiamo che anche Forza Italia quando nacque sembrò a molti il nuovo.... Grillo ha avuto senza dubbio il merito di provocare uno "tsunami" nella palude della conservazione e del mantenimento dello status quo. E' riuscito laddove i vari movimenti e soggetti politici nuovi degli ultimi anni, portatori di specifiche proposte ma fra loro divisi e scoordinati e senza riferimenti istituzionali, i girotondi, il popolo viola, democrazia km 0, i movimenti per i beni comuni ecc, per finire ad Alba, abortita nel nascere, hanno fallito. In questa Italia tutto sommato nella sua maggioranza più pancia che testa e cuore, conservatrice e moderata, è compito ora della sinistra capire questo messaggio, far proprio ciò che di buono c'è in esso, e con umiltà e pazienza, ma con pari fermezza e senza autoreferenzialità, cercare di ricostruire un consenso basato non solo su sterili proteste a volte qualunquistiche ma su un serio
progetto di cambiamento su: Lavoro, ambiente, difesa e riordino del territorio, tutela dei diritti degli immigrati, tutela dei diritti civili delle minoranze, questioni etiche, lotta agli sprechi, trasparenza
delle decisioni ecc. insomma, come ho già detto, ciò che è nel DNA di una seria politica di
sinistra. Se non si farà questo, Grillo avrà ragione a urlare che il concetto di destra e di sinistra è morto e sepolto. E la sinistra, già oggi divisa e rissosa, avrà il suo colpo di grazia.
grazie bel messaggio di speranza! Bernardo Francesco Maria)
RispondiEliminaMOLTO, MA MOLTO BELLO: POSITIVO E CONDIVISIBILE FINO IN FONDO
giancarla codrignani
Grazie!
Pubblicato alla pagina http://www.italialaica.it/news/40094
Cordialità,
Mirella Sartori
From: Segreteria CDB (Comunità di base italiane)
Bravissimi!
Stefano
Ciao Luisella, ho letto con estremo interesse e consolazione l'appello della Comunità dell'Isolotto che mi è arrivato tramite Alessandra, ha avuto su di me un effetto molto positivo. Volevo dirtelo e sappi che lo sto diffondendo
RispondiEliminaLaura Belli
Bella lettera, ho visto che sta già girando, quindi se vuoi la giro anche su pdisolotto
Ciao
Alessandra
From: Gabriele Vannini
Subject: Re: appello della Comunità
Sì, grazie Luisella, lo inseriremo nel prossimo numero della newsletter. Sono molto d'accordo con lo spirito del vostro documento...Un abbraccio
E' proprio vero che l'esperienza , la consuetudine alla critica e al confronto, l'interesse costante per le buona politica e forse anche le delusioni patite migliorano le persone garantendo loro la capacità di comprendere il tempo presente e di apprezzare il nuovo rimanendo saldamente fedeli ai valori condivisi. Questa lettera mi sembra talmente bella e appropriata in ogni sua parte che mi sono quasi commossa. Brave e bravi!
RispondiEliminaSe Napolitano potesse trattare con persone come voi gli si diraderebbero immediatamente le "nebbie" nelle quali si vede immerso. Vi abbraccio con affetto.
maria carla massarenti
ricevuto per email da Fabrizio Fossati, neoeletto PD:
RispondiEliminaCaro Urbano, vi ringrazio e condivido interamente la lettera. Spero di
riuscire per ciò che posso a operare per avviare il cambiamento che ci è
suggerito dal voto e dalla analisi della situazione reale del Paese. Ho
diffuso su Facebook la lettera con una breve nota
"Permettetemi. Ero un ragazzo dell'Isolotto. Al Comitato per la pace
conobbi Urbano Cipriani (ed Enzo Mazzi). Persone stupende, comunità
stupenda,hanno, da vicino o da lontano, segnato la mia formazione
politica, con gli scritti, la testimonianza di una militanza civile mai
sconfitta, per la Pace, la giustizia, la dignità e la voce delle persone.
Ora la Comunità dell'Isolotto rivolge un appello ai Parlamentari, e alle
persone di buona volontà. Vorrei che tutti ne apprezzassimo la forza, la
lucidità. E il tempo giusto, perché la Comunità ha capito che è ora che si
deve prendere posizione. Il cambiamento è possibile. E' possibile anche
purtroppo buttar via l'occasione.
Quello che possiamo, facciamo! Leggete e diffondete......."
Un grandissimo abbraccio e a presto Filippo