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Chi l’ha fatto l’Isolotto?
Giustamente abbiamo celebrato i meriti del Cardinale Elia Dalla Costa e di Giorgio La Pira. Ma non dobbiamo dimenticare il sindaco Mario Fabiani, comunista, che elaborò il progetto e fece la scelta di questa zona “sinistra” dell’Arno per la costruzione dell’insediamento.
Paul Ginsborg nell’intervento del 15 ottobre 2006 al salone dei 200, in Palazzo Vecchio ha detto che l’Isolotto è diventato quello che è diventato per una doppia combinazione:
1 – la situazione del mondo negli anni sessanta-settanta;
2 – la razza di gente che si è trovata lì: un tipo di persone che non hanno paura; pronte a essere emarginate ma che hanno intenzione di stare ferme nei loro principi.
Gli anni sessanta ci ricordano gli operai e lo statuto dei lavoratori, la scuola e i decreti delegati,
la L.180 e il Servizio Sanitario Nazionale, la chiesa cattolica e il concilio di papa Giovanni XXIII…
Ma chi erano queste persone senza paura? Guardando l’indice del libro *** trovo le provenienze, così senza ordine:
Pola,
Campobasso,
Rovigno d’Istria
S.Giorgio del Sannio (BN)
Lucca e Livorno
Casentino e Mugello
Centro sfrattati di via Faenza
Centro sfrattati di via bolognese
Bagno a Ripoli e Borgo S,Lorenzo
Orsera e Gallesano d’istria
Goro di Ferrara
Laiano di Cosenza
Montalcino in val d’Orcia
Trento e Arezzo
Legnaia e Gambassi
Venezia e Mestre
Poppi e Pratovecchio
Montemignaio e Monte Pollino
Rifredi e la zona del Lippi
Cecina e Greve in Chianti
Via Fabbroni e Montedomini
S.Severino Marche e Follonica…
E con quali strumenti queste persone hanno fatto l’Isolotto?
La parrocchia, certo. Tanto più importante in quanto all’inizio l’unica grande struttura territoriale;
ma poi è venuta la casa del popolo di via Palazzo dei diavoli tra cui Giampaolo Taurini, tutta calcinacci fumo e cicche, con le infinite riunioni, i volantini, il ciclostile a mano…Oggi è il Circolo di Via Maccari, uno dei più bei Circoli della zona:
E la scuola popolare; proprio qui in queste baracche con Giancarlo Zani, Giovanni Cipani, G.P Taurini, Bianca Maria, Edoardo Cassato…In tempi più recenti è diventata anche la scuola di alfabetizzazione delle donne rom con Elena, Luciana e Paola..
L’associazione genitori che spaventava a morte la Preside della Barsanti quando chiedevamo di poterci riunire all’interno della scuola. (Ancora non c’erano i Decreti Delegati).
Anche i comitati di quartiere nacquero prima del tempo che proprio per questo qui a Firenze corse più veloce che nel resto d’Italia.
E la Gescal con Amedeo Bellosi, faccia sorridente, ticchio degli occhi, la borsa con le pratiche sottobraccio e l’ultima barzelletta sempre pronta.
Il laboratorio degli invalidi con la Franchina Vannozzi e Sergio Montanari, primi in tutti i cortei di tutte le manifestazioni isolottiane.
Le case famiglia con Emma Mira Luciana e la Vittoria Garinei
Gli scouts di Adriano Palagi che passeggiarono angeli del buon soccorso sulle acque dell’alluvione. Un reparto scout sempre in prima fila per qualità, consistenza e modernità nel panorama toscano e non solo; tra loro più tardi Gigi Ontanetti, ausiliario a Sarajevo…un personaggio.
E l’Humanitas con tutti i volontari,uno per tutti Foffo, Rodolfo Boschi, che al suo entusiasmo civile ha sacrificato la vita nel modo che tutti sappiamo.
La biblioteca del Viale dei Pini, seconda per numero di frequenze solo alla Nazionale che è la più grande d’Italia. Mi sono laureato a Bologna con una tesi sull’antichità greca; posso dire che tutti i libri fondamentali per la mia ricerca, l’Università di Bologna li ha fatti venire dalla Nazionale di Firenze: un vero mito per me. E ora c’è qui a presiedere la nostra assemblea Grazia Asta, la responsabile della biblioteca “Luciano Gori” che ci dà la conferma; sì è vero, veniamo dopo la Nazionale.
Ho nominato Luciano Gori. E gli altri maestri della montagnola? Sergio Rusic, Franco Quercioli, Mauro Sbordoni, Graziella Soldani. Da tener testa a Bruno Ciari e Mario Lodi.
La montagnola, conquistata con la baionetta della mobilitazione generale di uomini, donne, bambini e infanti con quella gigantografia della tenda piantata nel luogo dov’era programmato un night e dove oggi fioriscono l’asilo nido la scuola materna e quella elementare, il Centro giovani; accanto la palestra e poco distante la micropiscina…
E il salvataggio di villa Strozzi? Oggi ci sarebbe un albergo a 5 stelle.
E il recupero di Villa Vogel, sede del Consiglio di Quartiere, con l’acqua miracolosa della salute.
E poi Eros e Le bandiere della pace. Eros contro Thanatos, pace contro guerra, grande presidente.
L’assemblea della Galileo nella chiesa, le veglie e i cortei per il Vietnam, lo sciopero degli studenti contro la Curia fiorentina che destituiva D.Mazzi da parroco, l’assemblea in chiesa per la Cecoslovacchia.
E i tanti che di qui sono passati. Buttiamo giù a caso:
Silvano Miniati e Gino Tagliaferri
Oliviero Cardinali e Paolo Pampaloni
Donatello e le grigliate delle feste dell’Unità
Marco Ramat e Pierluigi Onorato di Magistratura democratica
Gli avvocati Francesco Mori e Marcello Gentili
Silvano Piovanelli e i 100 preti che chiesero a Florit di fermarsi in tempo
Insieme a
D.Collini e D.Bartalesi
D.Masi e D. Fanfani
Gianni e Gigi Ricciarelli
Barbieri e Zerbinati
De Nadai e Merinas
Gonzales Ruiz e Padre Haering,
Hans Kung e l’abate Franzoni
Baldassarri vescovo di Ravenna
Podestà vescovo da Buenos Aires
Sergio Rusic, partigiano di Tito, reduce dal lager di Flossemburg, profugo in Italia, che si sfamava alla mensa del partigiano qui a Firenze…
Vittorio Tabacchini, operaio Fiat, con le mani d’oro da meccanico provetto, mai fermo con la lingua, disperazione dei benpensanti clericali in tutti i dibattiti e le tavole rotonde cittadine.
Oda, l’albina dalla parrucca color ocra, che parlava in rima, colpendo duro sui trafficanti del tempio.
Nunzia, tanto povera di lessico quanto ricca di buon senso che sapeva tradurre in chiare sentenze popolari i nostri intricati ragionamenti filosofici.
Emma Papini un fiume in piena di versetti biblici, antifone e salmi recitati a memoria come scongiuri contro il Vaticano.
Il professor della Corte che nei rarissimi interventi all’assemblea domenicale in piazza traduceva in semplicissime formule evangeliche le complesse sue nozioni della fisica e chimica medica.
E Maria
Giselda
Anita?
Su quale collina dormono
tutti quelli che non sono più con noi?
Tutti dormono sulla collina, sulla nostra collina
che ha la forma di una montagnola,
spiriti benefici, fantasmi buoni
che passeggiano nel verde tra le aiole,
aleggiano insieme al profumo dei fiori
nell’aria che respirano i bambini
del nido, della materna, della elementare.
Tutti insieme, loro e noi, abbiamo fatto l’Isolotto.
Un patrimonio civile e morale,
politico e umano di prima qualità.
Un patrimonio che noi affidiamo alla memoria
che se ne faccia custode e garante
per le generazioni future.
*** MEMORIE, 50 anni all’Isolotto, A cura di Sergio
Gomiti e Fabio Pini Tipografia comunale 2006.
Questo è stato l'intervento di Urbano, inviatoci da lui per email, alla presentazione del libro di MEMORIE tenuta qui al nostro interno sabato 11 Novembre 2006.
Al tavolo dei relatori: Grazia Asta moderatrice, Card. Piovanelli, Mario Primicerio, Anna Scattigno, Giuseppe D’Eugenio, Fabio Pini.
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