Welby
.. il Dio che ha rifiutato a Welby, come a decine di malati terminali, il diritto di essere aiutato a morire con dignità, il Dio a cui si appellano le forze politiche d'ispirazione cristiana contrarie a qualsiasi legge che regoli con saggezza l'eutanasia e altri aspetti dell'etica come le coppie di fatto, la fecondazione assistita, ecc., è lo stesso tenero bambinello del Natale, portatore di una profezia di universale rinascita? Sì, bisogna ammetterlo è lo stesso Dio. L'identificazione di Gesù col Dio onnipotente, creatore e padrone assoluto della vita e della morte, è frutto di una codificazione iniziata fin dai primi secoli dell'era cristiana, con qualche aggancio già nei Vangeli. Sta proprio in quella identificazione, la chiave della grande vittoria del cristianesimo e il suo affermarsi come religione dell'Impero. Il Dio della codificazione dogmatica cristiana scioglie i cuori quando è nella mangiatoia, incute terrore quando è sul trono simbolico dell'onnipotenza. Al fondo dei problemi etici che agitano il nostro tempo c'è questo Dio tenero per certi aspetti e terrificante per altri. Il cristianesimo codificato, al cui interno sempre c'è stata una ricerca alternativa condannata però come eretica, ha umanizzato Dio onnipotente ma non l'ha detronizzato.
L'ultimo saluto a Piergiorgio, invece, sarà una cerimonia laica. L'idea era di celebrarlo in Campidoglio. Il Comune, però, ha fatto sapere che raramente viene concessa quella piazza per i funerali, e ha offerto il Pantheon o piazza Campo de' Fiori. La famiglia ha preferito dare appuntamento alle 10,30 di domenica mattina in piazza don Bosco. Per Marco Pannella, leader dei Radicali, si tratta, in fondo, di «una grande occasione perché il popolo possa esprimere una profonda e laica religiosità», contro «questa persecuzione che continua, anche sul cadavere di Piero». Da parte di una chiesa che si comporta «come una minoranza assediata, che ha rinunciato a convincere e vuole solo ordinare».
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«In Senato stiamo preparando una legge sul testamento biologico. Uno strumento però che colma solo una parte del vuoto legislativo sui temi di fine vita e che lascia fuori casi come quello di Welby».
prima come medico e poi come politico, sento una frustrazione violenta per il dramma che Welby e la sua famiglia stanno vivendo. Per loro è una risposta terribile. La politica, i medici e adesso anche la giustizia spendono parole assennate per approfondimenti intellettuali anche importanti e interessanti, ma non sono in grado di dare risposte concrete.
come medico penso che la valutazione non possa che essere personale: solo il paziente può decidere se l'intervento chirurgico o la chemioterapia o l'emodialisi che gli potrebbero salvare la vita sono accettabili e appropriati o se li rifiuta perché li considera accanimento terapeutico. Nel caso di Welby si tratta di accanimento terapeutico perché lui stesso, da anni, lo considera tale.
Le norme che garantiscono il diritto all'autodeterminazione nella scelta della cura ci sono: sia nella Costituzione, agli articoli 32 e 13, che nella dichiarazione comunitaria di Oviedo sui temi della bioetica cui si rifanno tutti i paesi europei. Ma è anche vero, come ha scritto il giudice, che manca il diritto positivo, una norma chiara che possa esaudire le richieste di Welby.
Coraggio, amici: i sogni si realizzano; senza questa possibilità, la natura non ci spingerebbe a farne. John Updike
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