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mercoledì 28 ottobre 2009

Contro i clericali

Cari amici,

ieri a Roma, Palazzo dell'Esposizione, è stato presentato il libro di Massimo Teodori "Contro i clericali", edizione Longanesi, pagg. 259, euro 16.

Oltre l'autore, hanno commentato il libro il prof. Stefano Rodotà (ns. socio onorario), il giornalista Stefano Folli del Sole 24 Ore e Massimo Bordin di Radio Radicale.

Dal prologo del libro riportiamo uno stralcio:


"Clericale non vuoI dire cattolico, e cattolico non vuoi dire dericale. La storia insegna. Giuseppe Lazzati e Costantino Mortati alla Costituente non la pensavano come Giuseppe Dossetti e Giorgio La Pira che proponeva la menzione della Santissima Trinità nella Costituzione. L’Amintore Fanfani del referendum antidivorzista del 1974 era molto distante da Aldo Moro. Luigi Gedda nel 1948 era ben altra cosa da Alcide De Gasperi. Nel 1952, ad esempio, ad Alcide De Gasperi che chiedeva un’udienza per l’anniversario del suo matrimonio, Pio XII oppose un diniego perché aveva rifiutato di avallare per il comune di Roma una lista di democristiani, neofascisti e qualunquisti patrocinata dal Vaticano (la cosiddetta «operazione Sturzo»). Il presidente del Consiglio scrisse allora una esemplare lettera al papa: Come cattolico accetto l’umiliazione benché non sappia come giustificarla, come presidente del Consiglio italiano e come ministro degli Esteri, la dignità e l’autorità che rappresento e della quale non mi posso spogliare anche nei rapporti privati, mi impone di esprimere lo stupore per un rifiuto così eccezionale e di riservarnii di provocare dalla Segreteria di Stato un chiarimento.

Un’altra antitesi — tra laico e laicista — viene spesso proposta sull’onda di un diffuso equivoco intellettuale. Equivoco, perché la falsa opposizione è stata introdotta dal lessico ecclesiastico che distingue gli intellettuali e i politici obbedienti alla Chiesa (definiti « laici ») da quelli che invece confidano nella laicità dello Stato e nel diritto individuale di disporre della propria vita (definiti « laicisti »).


Ancora, dalla prefazione riporto una riflessione di Gaetano Salvemini risalente al 1951:


"Il clericale disputa, insiste, condanna, minaccia. Con albagia e ferocia, non tanto sui problemi della condotta morale, quanto sulle basi dogmatiche della religione. Fuori di queste non c’è, secondo lui, vita morale. Chi non è clericale non è cattolico; chi non è cristiano non è religioso; chi non è religioso è immorale. Perciò chi non è clericale è un essere maligno e pericoloso alla società... Uomini che hanno la stessa religione hanno diverse fibre morali, e uomini che hanno diverse religioni hanno eguali modi di comportarsi moralmente. Questa esperienza non esiste per il clericale. Esiste solo la certezza che, se non accettate i suoi dogmi, siete un’anima perduta. Essendo sicuro che la sua anima si salverà, si occupa di salvare le anime degli altri, presuntuoso, arrogante, invadente".


Dal capitolo "il falso biotestamento", un'amara considerazione sull'Italia di oggi:


"Attraverso le parole di Emma Bonino, Ignazio Marino e Umberto Veronesi si riproponeva in parlamento l’antica sfida tra laici e clericali che metteva in luce la divaricazione tra politica e società che ha connotato la storia civile dell’Italia contemporanea. Per un verso la società politica, mano a mano che soggiaceva all’influenza delle gerarchie ufficiali della Chiesa, ignorava i bisogni della società secolarizzata, rinchiudendosi negli angusti labirinti delle leggi proibizionistiche estranee al comune sentire della popolazione. Per un altro, fiorivano i circoli scientifici e militanti portatori di diffuse domande di libertà individuale e di nuovi diritti civili anche in materia etica, che tuttavia non riuscivano a esercitare alcuna influenza sulle decisioni politiche e legislative".


E' vero, circoli, associazioni e militanti laici si stanno diffondendo, ma disuniti come sono non incidono sul piano che conta: la comunicazione di massa.

E' giunto il momento di dare vita ad una grande movimento laico nazionale, capace di parlare a nome di tutta la galassia laica. Per fare ciò occorre costituire intanto un COMITATO promotore, composto da persone credibili, autorevoli e conosciute della società civile, con esclusione dei parlamentari di ogni partito, senza l'ambizione di presentarsi alle elezioni ma in grado di "monitorare" il comportamento dei politici e indicare pubblicamente in occasione delle elezioni coloro che non rispettano il principio costituzionale della laicità delle istituzioni.

Le "consulte", le "intese", le "reti", le "leghe" territoriali sinora costituite sono utili, ma non risolvono il problema. Il momento è grave ed occorre una iniziativa adeguata. Sappiamo che il nostro appello non basterà a raggiungere l'obiettivo, ma se nessuno comincia a parlarne, non avremo neppure la speranza.

Cordiali saluti

Giampietro Sestini (Segretario nazionale di Libera Uscita)

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