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venerdì 9 ottobre 2009

Quale futuro per le comunità di base?

Carissime/i,


ricordo che l'incontro della Comunità domenica prossima (11 ottobre) sarà dedicato a socializzare l'esperienza che un bel gruppo di noi ha fatto al Collegamento delle comunità di base a Tirrenia sul tema "quale futuro per le nostre comunità".


La lettura di un brano biblico potrà essere seguita dalla lettura di alcuni brani della lettera di Martino Morganti alla sua comunità, e indirettamente a tutti noi, che è stata letta al Collegamento.


Incomincieranno Claudia e Maurizio con una panoramica del Collegamento e poi andremo a ruota libera.


I redattori del sito informatico delle comunità di base hanno chiesto a Luciana di scrivere un breve commento sul Seminario-collegamento. Lo metto qui sotto come primo spunto della socializzazione.


Un caro saluto


                              Enzo


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L'incontro di collegamento delle comunità di base svoltosi a Tirrenia il 3-4 ottobre sul tema "quale futuro per le nostre comunità?", ha evidenziato che l’interrogativo si pone non tanto per progettare una qualche forma di sopravvivenza della nostra esperienza, ma per analizzare insieme proprio quali contenuti e spazi esse rappresentano attualmente di fronte agli interrogativi di senso che emergono dal movimento di base più impegnato nella ricerca di spazi di socializzazione e di identità


Sono assai diffusi, sebbene mai abbastanza, i luoghi dell'aggregazione di base con contenuto culturale e sociale, scarseggiano invece luoghi dove sia possibile condividere gli aspetti più profondi della vita, non esauriti dagli obiettivi politici e sociali pur tanto importanti. Nonostante che da vari segni emerga il grande bisogno di un respiro più aperto, libero, vitale rispetto ai condizionamenti del cosiddetto pensiero unico e agli ingabbiamenti della società del danaro e del consumo di beni sia materiali che religiosi, scarseggiano gli spazi e i luoghi in cui cercare collettivamente il senso del vivere e della sua finitezza nella pratica concreta del quotidiano, dove compiere insieme percorsi di liberazione creativa e positiva dal dominio del sacro in una circolarità il più possibile alla pari. La sete è tanta ma le esperienze e le proposte fanno fatica a farsi strada e ad emergere.

Le riflessioni dei partecipanti al collegamento di Tirrenia hanno evidenziato perplessità, smarrimento e senso del limite di fronte alla complessità dell’oggi ma,

come sempre, sono state ricche di contenuti.

Ritrovarsi periodicamente per confrontarci è un momento di arricchimento reciproco ed anche questa volta è servito ad alimentare la voglia di esserci ora, nell'oggi, di ritrovare la capacità originaria di indignarsi e di essere una spina nel fianco dei poteri ecclesiastici e laici che dominano la vita e condizionano le coscienze, il bisogno di parole nuove alimentate in modo originale alle parole antiche sia del Vangelo che della sapienza dei vari popoli e culture, il desiderio di collegarsi meglio con le persone e i movimenti che cercano come noi uno spiraglio nel muro del deperimento della socialità, la ricerca di solidarietà con le nuove povertà ed emarginazioni e con le giovani generazioni che più soffrono la rapina della memoria e del futuro.

Sono tornata a casa rinfrancata.


                                                                                Luciana Angeloni

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