Comunità dell’isolotto
riflessioni di Carlo, Claudia, Luisella, Maurizio
Acqua patrimonio dell’umanità
1. Letture
Acqua viva, dal Vangelo di Giovanni (4, 5-14)
Giunse ad una città della Samaria chiamata Sicar … qui c’era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Gesù le disse: “Dammi da bere”. .. Ma la Samaritana gli disse “Come mai tu che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?” I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritano. Gesù le rispose: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è chi è colui che ti dice “Dammi da bere” tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva. Gli disse la donna: “ Signore tu non hai un mezzo per attingere l’acqua e il pozzo è profondo; da dove hai (prendi) quasta acqua viva (acqua di sorgente)? Sei forse tu più grande del nostro Padre Giacobbe che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?. Gesù rispose: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete, ma chi beve l’acqua che io
gli darò non a vrà più sete, anzi l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di vita eterna”.
Acqua di vita, antico inno indiano del Rig Veda
Acque siate Voi a darci la forza della vita
Aiutateci a trovare nutrimento
Così che ci tocchi grande gioia
Partecipiamo della suprema delizia della vostra
linfa vitale,
come foste madri affettuose,
andiamo spediti alla casa di colui
per il quale voi acque ci date vita, ci mettete al
mondo.
Per il nostro benessere, che le dee siano un aiuto
per noi,
siano le acque per noi bevanda.
Padrone di tutte le cose che sono scelte,
sovrane su tutta la gente,
è alle acque che mi rivolgo per guarire.
Acque, donate la vostra cura come un’armatura
per il mio corpo,
così io possa vedere il sole per lungo tempo.
Acque, portate via tutto ciò che in me si è
guastato.
Se l’ho fatto per malevolo inganno,
o se ho giurato il falso,
oggi io qui mi armonizzo con le acque.
Ci siamo uniti alla loro linfa,
o Agni, pieno di umori, vieni ad inondarmi con il tuo splendore!
(Acqua di Vita, antico inno Reg Veda)
Capo Seattle della tribù del Duwamish (Nord Est Cost)- 1855
Come si possono comprare e vendere il cielo o il calore della terra? Il nostro modo di pensare è diverso dal vostro. L’acqua limpida che scorre in ruscelli e fiumi, per noi non è solo acqua, ma il sangue dei nostri antenati. Se vi vendiamo la terra dovete ricordare che essa è sacra, e dovete insegnare ai vostri figli che è sacra e dire loro che ogni ombra che si riflette nell’acqua chiara dei laghi parla di fatti e di ricordi della vita del mio popolo. Il mormorio dell’acqua è la voce del padre di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli, placano la nostra sete. I fiumi trasportano le nostre canoe e nutrono i nostri figli. Se vi vendiamo la terra dovete ricordare ed insegnare ai vostri figli che i fiumi sono nostri fratelli, e i vostri, e dovete quindi avere per loro lo stesso riguardo che avreste per un fratello.
Tahca Ushte, Cervo Mite, Tribù Sioux (Dakota)- 1903-1974
Per i bianchi ogni filo d’erba e ogni fonte d’acqua è fornita di un cartellino dei prezzi. Questo è solo l’inizio e vedrete dove andremo a finire”
2. L’acqua in cifre
* E’ poca: sul pianeta il 97.7% dell’acqua è salata; il 2,5% è acqua dolce, ma solo lo 0.5% è accessibile (molta acqua dolce è ghiacciata ai poli o nascosta nelle profondità della terra).
* E’ a rischio: l’acqua come risorsa naturale rinnovabile è a rischio perché il prelievo delle acque sta diventando più veloce della sua formazione naturale (ciclo delle acque), perché cresce il problema dell’inquinamento, perché cresce la popolazione.
* E’ mal distribuita
* un italiano: 250 litri di acqua (consumo medio giornaliero a persona)
* un francese: 156
* un israeliano: 260
* un palestinese: 70
* un indiano: 25
* E’ sprecata: mediamente dei 250 litri d’acqua giornalieri utilizzati da un italiano
* 3 sono usati per l’alimentazione
* 1 per lavarsi le mani
* 80 negli scarichi dello sciacquone
* 150 litri lavando l’auto
* 5000 litri l’anno con un rubinetto che perde una goccia al secondo
* 2500 litri l’anno a persona lavandosi i denti con il rubinetto aperto.
3. Cosa possiamo fare noi?
Un decalogo per ridurre lo spreco di acqua
* Fare la doccia anziché il bagno nella vasca (per una doccia normale
si possono consumare 20-50 litri d’acqua, per una bagno 100-350 litri)
* Tenere i rubinetti chiusi quando ci si lava i denti, o ci si fa la
barba (si ottiene un risparmio fino a 7.500 litri l’anno per famiglia di 3
persone)
* Riparare le perdite
* Installare sciacquoni a doppia vasca (il 30% dei consumi domestici se
ne va nello sciacquone del water)
* Installare nelle rubinetterie dei rompigetto che introducono aria e
riducono il passaggio dell’acqua (si ottiene un risparmio fino a 6.000 litri
l’anno per famiglia di 3 persone)
* Acquistare lavatrici o lavastoviglie a risparmio d’acqua
* Fare la lavatrice a basse temperature e pieno carico (si ottiene un
risparmio ci circa 8.000-11.000 litri d’acqua per famiglia all’anno)
* Usare l’acqua piovana (o del lavaggio della frutta e verdura) per
giardino/piante
* Usare un secchio per lavare l’auto
* Preferire l’acqua di rubinetto e all’acqua minerale in bottiglia. (dalla Campagna Bilanci di Giustizia)
Il consumo di acqua minerale negli ultimo decenni continuamente aumentato a indotto che costituisce QQQè un problema ambientale sottovalutato. Inizialmente l’abbiamo preferita perché di sapore più buono (l’acqua di rubinetto sapeva di cloro), ma poi ci è stata “imposta”, senza che neppure ce ne accorgessimo, con un battage pubblicitario enorme, e tutti pensiamo sia “levissima, purissima..”. In realtà l’acqua di rubinetto è più sicura, oggi ha un sapore decisamente migliore di alcuni anni fa, ha costi ambientali minori (di trasporto, plastica) e costa meno. Allora torniamo a bere anche acqua del rubinetto, che costa molto meno, è più sicura, e comporta minori costi ambientali Trasporto e plastica delle bottiglie) ; quando scegliamo l’acqua minerale preferiamo quella imbottigliata nelle vicinanze e in vetro.
4. L’acqua come merce o come diritto fondamentale dell’umanità?
L’acqua come merce: Tutti coloro che pensano che l’economia liberista sia l’unica scelta possibile per tutto il mondo, (la Banca mondiale, WTO, il Fondo Monetario Internazionale) sostengono che la sola soluzione al problema acqua sia quello di dare un prezzo all’acqua, metterla in vendita e lasciare che sia il mercato a determinarne il futuro. I loro intenti sono chiari: l’acqua dovrebbe essere una trattata come una qualsiasi merce e il suo uso determinato dai principi del profitto. Non fanno mistero del fatto che gli
utili di questa risorsa già immensi e aumenteranno: secondo la rivista Fortune, ammontano oggi al 40% di quelli del settore petrolifero e già superano quelli già notevoli del settore farmaceutico. Non a caso l’acqua è detta sempre più spesso “oro blu”.
Sono 10 i colossi transnazionali che si occupano di acqua a fini di lucro.
Le aziende più grandi sono francesi, come Suez Lyonnaise des Eaux e Vivendi Environnement.
Queste grandi imprese, con l’aiuto e l’appoggio del FMI e della Banca Mondiale, stanno assumendo il controllo della gestione delle acque, stanno muovendosi per accaparrarsi le riserve idriche di molti angoli del pianeta, stanno approfittando della debolezza del Terzo Mondo per costringere questi paesi a stipulare contratti con loro in cambio della cancellazione di una parte del loro debito.
C’è chi ritiene che queste posizioni siano riassunte nelle posizioni espresse dal Forum Mondiale dell’Acqua, un incontro triennale la cui terza edizione si è tenuta a Kyoto dal 16 al 22 marzo scorso e al quale hanno partecipato ministri e capi di governo di molti paesi, insieme ai massimi esponenti delle banche di sviluppo e di organizzazioni internazionali (24000 partecipanti da 182 paesi). L’acqua come diritto fondamentale dell’umanità: rispetto a questo tipo di visione liberista e mercantile, ci sono significative prese di posizione riguardo alla enunciazione del principio che l’acqua è un diritto fondamentale dell’umanità : Il manifesto dell’acqua, redatto dal Comitato internazionale per il Contratto Mondiale sull’acqua (il cui presidente è Mario Soares e segretario
Riccardo Petrella) afferma fra l’altro * l’acqua fonte di vita è un bene comune che appartiene a tutti gli abitanti della terra; a nessuno, individualmente o come gruppo, è concesso di appropriarsene a titolo di proprietà privata
* il diritto all’acqua è un diritto inalienabile individuale e collettivo; è compito della società nel suo complesso e ai diversi livelli di organizzazione sociale garantire il diritto di accesso, secondo il doppio principio di corresponsabilità e sussidiarietà, senza discriminazioni di razza, sesso, religione, reddito o classe sociale;
* l’acqua deve contribuire al rafforzamento della solidarietà fra i popoli, le comunità, i paesi, i generi, le generazioni; l’ineguaglianza nella distribuzione dell’acqua e della ricchezza finanziaria non significa che le persone ricche d’acqua e ricche economicamente possano farne l’uso che vogliono, anche venderla (o comprarla) all’esterno per ricavarne il massimo profitto
* l’accesso all’acqua necessariamente deve avvenire tramite partnership; questo è il principio ispiratore che sta dietro a tutti i progetti (ad esempio il “contratto di fiume”) che ha permesso la risoluzione di conflitti che in certe regioni del mondo hanno tradizionalmente avvelenato le relazioni fra paesi appartenenti allo stesso bacino idrografico. Noi sosteniamo una vera partnership pubblica/privata a livello locale/nazionale/mondiale. Le proposte dei sottoscrittori il manifesto dell’acqua sono quella di creare una rete di “parlamenti per l’acqua” che legalizzi l’acqua come bene patrimoniale vitale, comune a tutta l’umanità, di promuovere campagne di informazione, sensibilizzazione e mobilitazione e di costituire un Osservatorio Mondiale per i diritti dell’acqua.
Il Comitato per i Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite riunitosi nel novembre 2002 a Ginevra ha emanato un documento del diritto all’acqua in cui si afferma :
* art. 1 “l’acqua è una risorsa naturale limitata e un bene pubblico
fondamentale per la vita e la salute. Il diritto umano all’acqua è
indispensabile per condurre una vita umana dignitosa ed è un prerequisito
per la realizzazione di altri diritti umani.” …. “La continua
contaminazione, sperpero e distribuzione ineguale dell’acqua stanno
esacerbando la povertà esistente. Gli Stati membri devono adottare misure
efficaci per realizzare senza discriminazioni il diritto all’acqua, come
stabilito in questo documento.”
* art. 2 “Il diritto umano all’acqua dà titolo a ognuno ad acqua
sufficiente, sicura, accettabile, fisicamente accessibile e affidabile per
uso personale e domestico”….
* art. 6 “L’acqua è richiesta per un gran numero di scopi diversi,
oltre a quello personale e domestico.” …. “In ogni caso la priorità all’
utilizzo dell’acqua deve essere data al diritto di acqua per uso personale e
domestico; priorità deve essere inoltre assegnata alle risorse d’acqua
richieste per prevenire carestie e malattie.”…
* art. 11 ….”L’acqua deve essere considerata un bene sociale e
culturale, e non primariamente un bene economico. Il modo di realizzare il
diritto all’acqua deve essere inoltre sostenibile, per assicurare che il
diritto possa essere realizzato per le generazioni presenti e future.”
* art. 12 “Mentre l’adeguatezza dell’acqua per il diritto all’acqua
può variare a seconda di diverse condizioni, i seguenti fattori si applicano
in tutte le circostanze :
- disponibilità
- qualità
- accessibilità
- accessibilità fisica
- accessibilità economica
- non discriminazione
Il documento stabilisce inoltre una serie di obblighi per tutti i 145 Stati sottoscrittori perché vengano concretamente attuati gli enunciati dei vari articoli.
Il documento 52 della FAO “reforming water resources policy – a guide to methods, processes and practices “ del 1995 afferma che “ …E’ comunemente accettato che l’accesso all’acqua è un diritto umano fondamentale. La conferenza di Dublino (International Conference on Water and the Environment) del 1992 ha affermato che “… è vitale riconoscere per primo il diritto fondamentale di tutto il genere umano di avere accesso ad acqua pulita e sicura ad un prezzo sostenibile”. Il collegamento fra acqua e vita umana è particolarmente drammatico nelle regioni aride, dove l’irrigazione dei campi è essenziale per la produzione di cibo. [ … ] Le caratteristiche precedentemente descritte dell’acqua rendono in larga misura indispensabile un intervento pubblico. Le economie di scala nella raccolta e nella distribuzione dell’acqua tendono verso monopoli, che hanno bisogno di essere regolamentati perf servire il pubblico interesse. [ … ] Infine, l’acqua è essenziale per la vita e certi sistemi d’acqua sono di importanza stategica nazionale. I Governi hanno la responsabilità di gestire l’acqua per il benessere nazionale. Questo non implica che i sistemi dell’acqua debbano essere al 100% sotto il controllo pubblico. Significa però che leggi appropriate, regolamenti, istituzioni e incentivi debbano essere attuati per sostenere l’interesse pubblico, e che i Governi devono essere pronti ad investire dove il mercato non lo è. [ … ] In breve, un ben gestito settore dell’acqua ha bisogno di un bilanciamento fra il coinvolgimento pubblico e privato, riconoscendo i limiti di entrambi e costruendo su quello che è il meglio di ciascuno.” Questa visione dell’acqua come diritto fondamentale dell’uomo ha spinto alla organizzazione del Primo Forum Popolare Mondiale dell’Acqua, che si è tenuto a Firenze il 21 e 22 marzo scorso; “…Firenze è stato in parte organizzato perché Kyoto sarà un’altra celebrazione della forza del mercato, del capitale e degli investimenti privati.”
Gli obiettivi del Forum alternativo sull’acqua di Firenze erano : “- elaborare una serie di azioni sul piano legislativo, politico, istituzionale, economico, sociale e culturale da realizzare a livello mondiale al fine di assicurare il diritto all’acqua per tutti.
- favorire la crescita di una maggiore responsabilità sul piano dei
comportamenti individuali collettivi
- promuovere campagne specifiche a sostegno degli obiettivi del
diritto all’acqua per tutti e al riconoscimento dell’acqua come bene comune
- riconoscimento del finanziamento collettivo pubblico
- promozione di pratiche democratiche e partecipate “
Riportiamo alcuni stralci dal “Saluto di apertura del primo Forum mondiale
alternativo dell'acqua (Firenze, 21-22 marzo 2003)
…….Acqua e guerra sono connesse per più di un motivo: anche stavolta
l'emergenza idrica provocherà migliaia di morti in Iraq. Già nei
bombardamenti del '91 furono deliberatamente distrutti gli impianti idrici,
sapendo che questo avrebbe decimato la popolazione civile e "particolarmente
i bambini":
"vi è la massima probabilità che scoppino tra i civili e i militari
malattie, attribuibili al degrado degli impianti di depurazione e
distribuzione dell'acqua", si legge in un documento di allora della Defense
Intelligence Agency. Ma c'è una connessione ancor più profonda. Per noi
essere contro la guerra significa essere contro il neoliberismo ed esser
contro il neoliberismo significa essere contro la guerra: questo nesso è
inscindibile. La stessa privatizzazione dell'acqua si iscrive all'interno
del generale processo di privatizzazione dei servizi: è questa la "guerra
interna" o "guerra sociale" che si combatte ogni giorno, è questo il volto
nascosto della guerra militare. Gli accordi Gats rappresentano perciò una
vera e propria "dichiarazione di guerra" all'umanità: se gli accordi Gats
passeranno provocheranno decine di migliaia di morti. I nostri movimenti
hanno capito il nesso fra queste due forme di "guerra"……..
….Perciò siamo contro tutte le guerre: anche contro le guerre che il
fondamentalismo del mercato ha scatenato contro l'acqua, l'aria, la terra,
che vengono inquinate, depredate, privatizzate. L'umanità è arrivata al
massimo della propria capacità di "deformazione" dell'ambiente. E tante sono
le guerre in corso contro il genere umano: ogni giorno muoiono decine di
migliaia di persone per mancanza d'acqua; molte migliaia per mancanza di
cibo. Queste "stragi" quotidiane non sono una "fatalità", non avvengono "per
natura" e dobbiamo aver il coraggio di chiamare i responsabili col loro
nome: sono assassini.
Dobbiamo avere il coraggio di affermare nuovi diritti basilari, come il
diritto all'accesso all'acqua per tutti gli esseri umani, e di dichiarare
"illegale" la povertà. Questo è il fondamentale contributo alla pace -e alla
vita- che verrà da questo Forum, un Forum che dovrà elaborare "proposte",
dovrà definire un'agenda alternativa della "gestione" dell'acqua:
alternativa, s'intende, a quella di mercato. La pace si costruisce anche
ideando un "servizio pubblico" su scala mondiale, che sia finanziato dalla
collettività attraverso una forma di fiscalità generale da progettare
insieme (attraverso la tassazione delle speculazioni finanziarie
internazionali, ad esempio).
"Acqua, cibo e lavoro per tutti", con questo striscione abbiamo aperto la
grande marcia per la pace Perugia-Assisi un anno fa: questo è il vero
programma alternativo alla guerra…….
…..Questa guerra, allora, appare anche come una guerra "crepuscolare" per la
super-potenza statunitense: è l'inizio della fine della sua egemonia sul
mondo; è l'inizio della fine del mondo che abbiamo conosciuto. Spesso la
storia ha percorsi tortuosi e grandi mutamenti epocali passano attraverso
immani tragedie. Quel che ormai abbiamo imparato è che quanto accadrà
dipende anche da tutti noi.
I nostri movimenti preludono al nuovo mondo possibile e dobbiamo essere
capaci di stringerci e continuare a lavorare insieme, a maggior ragione in
momenti come questi; dobbiamo farlo per noi stessi, per coloro che verranno
dopo di noi e per coloro che sono stati al nostro fianco fino a ieri, e ora
non ci sono più, come Rachel Corrie, la giovanissima pacifista americana
schiacciata da un bulldozer mentre cercava di impedire la distruzione di
un'abitazione civile a Gaza. Anche in suo nome continueremo a chiedere e a
costruire pace e giustizia in Palestina, in Kurdistan e nel mondo; anche in
suo nome continueremo a stare a fianco delle vittime della guerra in Iraq.
Rachel ci accompagnerà nei lavori di questo primo Forum mondiale alternativo
dfell’acqua.
5. Publiacqua
Parliamo della parte concernente il fornitore d’acqua a Firenze e più
precisamente dell’ATO 3 Medio Valdarno e bisogna dire la situazione questo
si è realizzato:
Esiste una normativa europea che ha ispirato varie leggi italiane e più
precisamente:
Legge 183/89 per la difesa del suolo definisce come unita
fondamentale di governo territoriale delle acque il bacino idrografico e
prevede l’istituzione di una Autorità di bacino.
* Legge 36/94 (legge Galli) che prevede, fra l’altro, la
riorganizzazione dei servizi idrici per “Autorità di Ambito Territoriale
Ottimale” AATO, dando responsabilità gli enti locali che ne fanno parte e
avviando l’industrializzazione del servizio attraverso la separazione fra
regolatore politico e ‘gestione tecnica’.
Pertanto i comuni hanno trasferito l’esercizio della titolarità del
servizio all’Ambito Territoriale Ottimale (Ambito);
Cosa deve fare l’ATO?
* Realizzare il PIANO DI AMBITO e in pratica programmare l’
organizzazione del servizio idrico integrato e definire il programma degli
investimenti necessari per rendere efficienti gli impianti.
* Scegliere la forma del servizio idrico ed affidarlo ad un unico
‘soggetto’ gestore per ogni AATO e stabilire la CONVENZIONE relativa.
* Garantire l’interesse degli utenti controllando che il Gestore
realizzi il piano e verifica l’applicazione della tariffa.
L’obiettivo di tale processo è pervenire il più rapidamente possibile all’
accorpamento delle gestioni esistenti largamente frammentate e,
contemporaneamente, alla loro trasformazione in senso industriale e
imprenditoriale della gestione. Tutto questo deve consentire all’Ambito di
affidare la gestione ad un’impresa che per dimensioni, organizzazione e
capacità imprenditoriale sia capace di finanziare e realizzare il piano
degli investimenti necessario al miglioramento dei servizi idrici.
L’Ambito è chiamato a valutare nel proprio Piano il fabbisogno di risorse
idriche e, conseguentemente, la necessità di tutte quelle opere che
permettano lo sviluppo e l’adeguamento della risorsa rispetto a tale
fabbisogno.
Legge regionale della Toscana del 21 luglio 1995 ha diviso i comuni in 6
ATO
48 ATO funzionanti in Italia rispetto agli 89 totali
Questa attività, che investe direttamente la gestione della risorsa idrica,
non può prescindere dalle competenze dell’Autorità di bacino del Fiume Arno
su cui ricade gran parte del proprio territorio.
Il nuovo schema della legge 36/94 prevede che vi sia una netta distinzione
di ruoli fra l’Ambito, che definisce gli obiettivi e controlla l’
effettuazione del piano, e il gestore che organizza il servizio e realizza
il piano.
Il gestore è tuttavia sottoposto anche ad altre attività di regolazione fra
cui quella svolta dall’Agenzia Regionale Per l’Ambiente della Toscana
(ARPAT) in particolare sulla qualità delle acque potabili e sulle
caratteristiche degli scarichi idrici.
Il gestore con l’affidamento del servizio diventa, infatti, il responsabile
dell’intero servizio idrico integrato che comprende appunto la gestione
dell’acquedotto, le fognature e la depurazione delle acque.
Un’altra regolazione è svolta dall’autorità della Regione che in base alla
L.R. 81/95 si attribuisce compiti d’indirizzo, programmazione e controllo
sia sugli Ambiti sia sul gestore.
Il Piano di Ambito è stato approvato dall'Assemblea consortile dell'ATO n. 3
Medio Valdarno il 25 settembre 2001 con deliberazione n. 13/01. Questa data
rappresenta l'ultimo atto di un processo che ha avuto inizio nel 1996 e che
ha portato, attraverso una serie di fasi successive, all'elaborazione
definitiva di quest’importante documento.
Le fasi sono state le seguenti:
- la ricognizione delle opere, conclusasi nel dicembre 1996; - la prima
stesura del Piano, completata nel dicembre 1999; - le consultazioni al
documento, aperte a tutti i comuni consorziati nell'Autorità e ad un elenco
d’enti ed organizzazioni interessate, chiuse nel dicembre 2000;la stesura
definitiva del Piano in cui sono state recepite le osservazioni raccolte
durante le consultazioni, completata nel settembre 2001;
Una figura prevista nell’ambito dell’AATO è il Garante dei Servizi Idrici
che ha vari compiti:
- determina le tariffe dei servizi d’acquedotto, fognatura e depurazione
sulla base del programma pluriennale degli interventi di miglioramento (il
Piano di Ambito);
- stipulazione con il gestore di un contratto di servizio (la Convenzione),
nel quale sono descritti i diritti e gli obblighi del gestore;
- controlla lo svolgimento dei servizi, verificando il rispetto degli
obblighi stabiliti nel contratto;
- verifica che i diritti dei consumatori siano rispettati.
Con l'affidamento della gestione del servizio, l'attività del Garante
diviene prevalentemente incentrata sul controllo degli obblighi stabiliti
nella Convenzione e sul rispetto dei diritti dei consumatori.
Il Garante possiede alcuni strumenti per verificare se il gestore rispetta
gli impegni stabiliti nella Convenzione e se i miglioramenti del servizio si
concretizzano:
- alcuni indicatori degli obiettivi collegati allo sviluppo di nuove
infrastrutture o al miglioramento di quelle esistenti (ad esempio
l'incremento della popolazione allacciata alle fognature);
- altri indicatori riguardanti i risultati del gestore nel campo dei
rapporti con i consumatori (la riduzione della durata delle interruzioni
programmate o del tempo di risposta alle richieste d’informazioni).
Il garante ha anche il compito di approvare la Carta del Servizio Idrico del
gestore, ad ulteriore garanzia degli utenti e si è dotato di una propria
Carta del Servizio, come tutti gli enti pubblici.
Premesso tutto questo in seguito si è costituita Publiacqua a cui è stato
affidato il servizio con le norme previste dalla Convenzione.
La Società è costituita per i seguenti fini:
- ricerca, captazione, sollevamento, trasporto, trattamento e distribuzione
dell'acqua per qualsiasi uso;
- trasporto, trattamento e smaltimento delle acque di rifiuto urbane ed
industriali e il loro eventuale riutilizzo, gestione delle reti fognarie e
d’impianti di depurazione delle acque reflue;
- tutte le attività inerenti il ciclo integrato delle acque così come
previsto dalla legge numero 36/94;
- studi, ricerche, consulenze, assistenza tecnica e finanziaria ad enti
pubblici nel settore dei pubblici ervizi formanti oggetto della società ed
altro.
Ha Già fatto un regolamento e una carta dei servizi che dovreste aver
ricevuto.
Quale è la situazione attuale
I comuni dell’ato3 hanno deciso di affidare il servizio a società miste
con la presenza dei privati in minoranza invece di realizzare consorzi,
altrimenti sarebbe stato costretto a fare gare con l’intervento delle
multinazionali L’affidamento ai soci privati deve essere fatto con gara.
Nell’ambito di trovare un partner privato che in ogni modo non deve avere
più del 40%, sono state fissate alcune regole:
- Rafforzare il servizio mantenendo al pubblico un ruolo
determinate anche nel comando d’impresa dove si costituisce il sapere
tecnico, gestionale e strategico senza il quale non si controlla niente all’
esterno.
- il privato deve accettare e presentare un progetto industriale che
prevede la necessità di diminuzione dei consumi, recupero delle risorse
energetiche.
Publiacqua si pone:
il miglioramento delle strutture miglioramento dell’ambiente.
750 milioni di € in 5 anni.
6. Alcune storie
* “Non bevete la Coca Cola” di Anita Roddick, Alternet, Stati Uniti (da Internazionale)
* “Il padrone dell’acqua” di Bhavdeep Kang, Outlook, India (da Internazionale)
* “Le guerre dell’acqua” di Vandana Shiva, ed. Feltrinelli, 2003 riferimenti :
* Dossier “A come Acqua”, a cura di Nadia Amaroli, Operazioni Bilanci di Giustizia- Beati Costruttori di Pace
- http://www.world.water-forum3.com
<http://www.world.water-forum3.com/>
- http://cipsi.it/contrattoacqua/forum-acqua
- http://fao.org <http://fao.org/>
- http://www.waterobservatory.org <http://www.waterobservatory.org/>
- http://www.ato3acqua.toscana.it <http://www.ato3acqua.toscana.it/>
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