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venerdì 9 novembre 2007

Fratelli monaci, perdonateci...

p. Fausto Martinetti



Cari fratelli monaci di Myanmar,

La feroce repressione vi da la caccia, giorno e notte, come delinquenti comuni: sequestrati, torturati, uccisi. La vostra risposta? Una processione di centinaia, migliaia di Giovanni Battista, che, sotto la pioggia battente, gridano in silenzio ai nuovi Erodi: "Non vi è lecito massacrare il popolo con il prezzo del cibo alle stelle". Migliaia di ciotole vuote, sollevate sul mondo, simbolo della pancia vuota dei fratelli. Uomini inermi, che turbano, intralciano i generali abituati a falciare i dimostranti con le ruote dei camion.

Si teme un ammutinamento dei soldati, i quali, armati fino ai denti, hanno paura di voi, inermi uomini di pace. La vostra "forza" morale mette in crisi il regime, non i benpensanti... Dove sono i pacifisti, i digiunatori di fronte alle ambasciate dell'ex-Birmania? Non dovrebbero scendere al vostro fianco coloro che predicano il vangelo a chiacchiere: "Non vi è amore più grande di chi da la vita per gli altri"?

Esponenti cristiani ("esperti in umanità", "migliori amici dell'uomo") c'è opportunità migliore di questa per marciare con quei monaci e dire al mondo che l'uomo viene prima delle ideologie e delle religioni? Troppo intenti a difendere "radici cristiane" e privilegi cattolici? Troppo occupati in "Catene di preghiera, digiuni e adorazione perpetua del Santissimo Sacramento", secondo i dettami della Conferenza episcopale birmana, in ossequio al centralismo romano?

E voi, cattolici, se volete fare l'adorazione perpetua, ricordate: ogni uomo è l'ostensorio di Dio".

I monaci buddisti, vere icone evangeliche, vi hanno strappato di mano il vangelo, il fuoco, la profezia, l'amore eversivo?

Come è eloquente quella tunica rosso-sangue! Uomini ridotti a preghiera, dichiarano guerra alla giunta militare con il sorriso, brandendo ciotole vuote. Digiunano ad oltranza. Fanno voto di protestare fino a che «la dittatura sanguinaria non sarà spazzata via». Gridano senza voce: "Uccidete noi, non i nostri figli e fratelli".

Continuate a marciare, fratelli, armati di ciotola vuota, per le strade di Yangoon, di Mandalay, di tutti i villaggi del pianeta. Invadete i meandri della coscienza delle nazioni. Camminate senza sosta per i palazzi delle religioni; attraversate i loro templi, le loro teologie funzionali alla globalizzazione dell'ingiustizia istituzionalizzata.

Grazie!  P. F. Marinetti        


 

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