Translate

martedì 11 gennaio 2011

Roma locuta, causa dissoluta

Leggo su www.repubblica.it di lunedì 10 gennaio 2011:

Secondo il Papa, l'educazione sessuale e civile impartita nelle scuole di alcuni Paesi europei costituisce una minaccia alla libertà religiosa. "Proseguendo la mia riflessione - ha detto Ratzinger nella sua ampia disamina sulla libertà religiosa - non posso passare sotto silenzio un'altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un'antropologia contraria alla fede e alla retta ragione".






In altre parole, mentre gli istituti religiosi giustamente trasmettono ai loro allievi "concezioni religiose della persona e della vita", secondo Ratzinger le scuole pubbliche non dovrebbero trasmettere  concezioni laiche perchè "presunte neutre". Di conseguenza, anche le scuole pubbliche dovrebbero impartire insegnamenti secondo la "fede e la retta ragione". E poichè la Chiesa rivendica a sé stessa il compito di impartire lezioni sulla religione, c'è da presumere che la successiva pretesa sarà quella di affidare al clero - notoriamente esperto in materia - l'insegnamento nei corsi di educazione sessuale e civile.

   

Leggo inoltre:

Il pontefice si è detto, poi, soddisfatto per ''l'adozione da parte del Consiglio d'Europa, nello scorso mese di ottobre, di una Risoluzione che protegge il diritto del personale medico all'obiezione di coscienza di fronte a certi atti che ledono gravemente il diritto alla vita, come l'aborto''. Parlando al corpo diplomatico, il pontefice ha sottolineato che spesso si ''arriva a pretendere che i cristiani agiscano nell'esercizio della loro professione senza riferimento alle loro convinzioni religiose e morali, e persino in contraddizione con esse, come, per esempio, là dove sono in vigore leggi che limitano il diritto all'obiezione di coscienza degli operatori sanitari o di certi operatori del diritto''.


 

Premesso che se l'obiezione di coscienza è un diritto, spetta a tutti coloro che hanno una coscienza, e non soltanto ai medici cristiani. Immaginiamo dunque, in un mondo che si sta sempre più globalizzando, cosa può accadere se cristiani, ebrei, mussulmani, buddhisti, induisti, taoisti, scintoisti, manicheisti, esoteristi, mazdesti, bahaisti, esoteristi, iainisti, seguaci di Confucio e di Geova nonchè atei, agnostici, razionalisti o altri siano liberi di comportarsi secondo la loro coscienza. Evidentemente occorre un limite a tale libertà, che è costituito dalla libertà altrui, e spetta alle leggi degli uomini e non a quelle religiose stabilire tale limite. Dopo di ché ogni essere umano è libero di fruire o meno dei diritti che la legge gli garantisce, ma non di impedire ad altri la stessa libertà, specie quando - come nel caso dei medici - si viene meno ad una professione per la quale si è retribuiti. Pertanto, se la legge degli uomini sancisce il diritto all'aborto o alla fecondazione assistita o alla contraccezione o al rifiuto di trattamenti sanitari chi incita - come fa Ratzinger - a far prevalere la propria coscienza su quella altrui commette un reato, di fronte alla legge e di fronte all'umanità.


E' questo è il modo di intendere il principio "Libera Chiesa in libero Stato"?

Giampietro Sestini  

 

 

*****************************************

LiberaUscita

Associazione nazionale laica e apartitica

per il diritto di morire con dignità 

via Edgardo Ferrati, 12 - 00154 Roma

tel: 366.4539907 ore 9/12 - 16/18 

fax: 06.5127174 ore 0/24

email:
info@liberauscita.it 

sito web:
www.liberauscita.it 

gruppo Facebook: LiberaUscita




Nessun commento:

Posta un commento