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lunedì 26 febbraio 2007

La Quaresima oggi

(Comunità Isolotto – incontro comunitario - domenica 25 febbraio 2007)

 

E’ certamente un caso che le Riflessioni su energia, economia, ambiente, sostenibilità del modello di sviluppo proposte già un mese fa, vengano riproposte per una nuova socializzazione dal gruppo Maria-Giampaolo-Roberto-Sergio-Elena, proprio oggi nella prima domenica di quaresima. Non è affatto casuale invece che lo spirito con cui quelle riflessioni sono condotte e proposte si avvicini allo spirito da cui la quaresima è nata e che forse siamo chiamati a riscoprire oggi.

Scoprire i legami fra la vita attuale, i suoi problemi, i tentativi che mettiamo in atto per affrontarli, e la saggezza dei secoli è essenziale perché l’oggi, il momento presente, non diventi una prigione.

La Quaresima ha qualcosa da dirci se riusciamo a spogliarla dai rivestimenti di una religiosità ormai morta e se ce tentiamo di riscoprire la sua forza vitale nascosta.

 

Dal Vangelo di Luca Capitolo 4

 

Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo”. Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo”. Gesù gli rispose: “Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai”. Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; sta scritto infatti:

 

    Ai suoi angeli darà ordine per te,

     perché essi ti custodiscano;

 

e anche:

 

     essi ti sosterranno con le mani,

     perché il tuo piede non inciampi in una pietra.

 

Gesù gli rispose: “È stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo”.

Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato.

 

 

Dal Tao-te-ching, il libro della via, di un autore mitico cinese chiamato Lao-tzu, vissuto forse nel 300 a.C.

 

Raggiungi il vuoto

e conserva una grande tranquillità

Raggiungendo il vuoto e conservando una rigorosa tranquillità,

io contemplo il ritorno nel nulla.

degli esseri che si dibattono per avere.

Gli esseri fioriscono e appassiscono:

questo lo si conosce e si accetta

solo quando ci si è “svuotati” del proprio io e tranquillizzati.

Infatti gli esseri fioriscono

e poi ognuno torna alla radice da cui è scaturito…

Colui che conosce questa legge costante è illuminato.

Colui che non conosce questa legge costante

agisce da stolto e attira su di sé la disgrazia.

Colui che conosce questa legge costante è tollerante;

essendo tollerante è senza pregiudizi;

essendo senza pregiudizi è comprensivo….

Tale larghezza di spirito lo rende grande

e lo fa agire in conformità con la “Via”.

Allora egli è immune da tutti i pericoli…

 

 

                                      Spunti di riflessione

 

La Quaresima oggi, nel tempo della secolarizzazione, non ha più nessun significato per la vita di ogni giorno. I giovani non immaginano nemmeno quello che ha significato per noi più anziani. Era un tempo di pesante penitenza e di digiuni giornalieri. In realtà questo significato di penitenza è stato aggiunto nel tempo come strumento di colpevolizzazione.

La Quaresima nasce piuttosto all’interno dell’esperienza delle comunità da cui sono scaturiti i Vangeli come tempo dedicato all’attesa attiva di un “mondo nuovo”. E questo concetto della quaresima non lo traggono dal nulla. Lo assumono da una ispirazione originale (un archetipo) che si ritrova in molte antiche tradizioni. Accenniamo a tre di queste tradizioni:

 

- Nel Medio Oriente, al tempo di Gesù, era conosciuto, magari per vie traverse, il Tao, il libro della via, di un autore mitico cinese chiamato Lao-tzu, vissuto forse nel 300 a.C. L’idea di fondo di quella sapienza orientale come si sa è il deserto interiore e materiale. Non viene chiamato precisamente deserto. Lo chiama Vuoto ma la sostanza è quella.

- Nel Medio Oriente del primo secolo, quando nascevano i Vangeli, era diffusa anche la cultura di origine greca dei cinici e la loro pratica di vita. Tanto che alcuni studiosi pensano che Gesù fosse un vero e proprio cinico. “Cinico” significa chi conduce una vita da cane, oggi si chiamano barboni per scelta. Infatti i cinici rifiutavano il benessere, il possesso e puntavano a vivere del minimo essenziale per valorizzare l’autonomia e il dominio di sé.

- Nel mondo ebraico del primo secolo era conosciuto il significato mitico del numero quaranta. Il significato principale del numero quaranta (quaresima vuol dire quaranta giorni) sembra che sia dall’antichità più remota proprio quello dell’attesa. Attesa di che cosa? Attesa del compimento di un ciclo storico, attesa del passaggio da una condizione di vita ad un’altra, attesa non di una ripetizione di ciò che è già stato ma di un cambiamento radicale.

Quaranta sono i giorni del diluvio…i giorni della permanenza del popolo ebreo nel deserto… i giorni trascorsi da Mosè sul Sinai…i giorni che passano dalla nascita di Gesù alla presentazione di lui al Tempio…i giorni di permanenza di Gesù nel deserto…quaranta le ore dalla sepoltura alla resurrezione…quaranta i giorni dalla resurrezione all’ascensione. Tutti avvenimenti biblici che segnano una trasformazione radicale. Quaranta dunque non è solo un numero, è un modello (un archetipo) di una condizione perenne della esistenza umana: l’attesa e la trasformazione.

Questo significato del numero quaranta si ritrova in molta parte della religiosità antica. Ha avuto ad esempio un ruolo particolare nei riti funebri di molti popoli. Il passaggio dalla vita alla morte secondo la ritualità funebre antica non avviene subito dopo la morte ma dopo quaranta giorni. Quaranta è infatti il numero di giorni necessario perché l’essere umano si spogli definitivamente del proprio corpo. Un morto, secondo le credenze, non è totalmente morto che alla fine di quel periodo e la cerimonia di quel giorno, la quarantena, toglie le ultime proibizioni del lutto. In alcuni popoli in quel giorno la vedova può pronunciare la formula di rito “Ora io ti lascio”, che la rende libera di passare a seconde nozze. L’usanza della quarantena proviene sembra da questa credenza, secondo cui il numero quaranta rappresenta un ciclo che introduce in una vita nuova.

I Vangeli scrivono che Gesù visse quaranta giorni nel deserto prima di iniziare la sua missione e quaranta ore nella tomba. In realtà le comunità che produssero i Vangeli descrivevano la loro condizione e i loro ideali: erano loro che vivevano in una specie di deserto morale e sociale, in una specie di quarantena, fuori dalle strutture del Tempio, fuori dal vecchio mondo che stava morendo, in attesa costruttiva (l’eucaristia, la condivisione…) di un “nuovo mondo possibile” (per tradurre il significato della loro attesa in linguaggio attuale) che loro chiamavano “regno di Dio”, “cieli nuovi e terra nuova”.

La Quaresima in questo senso nuovo e antico di attesa costruttiva di un mondo nuovo possibile forse ci appartiene. Quanti danni produce la ossificazione e ritualizzazione sacrale delle tradizioni che impedisce l’abbraccio fecondo fra tradizioni e vita!

Buona quaresima!

 

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