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lunedì 12 febbraio 2007

Nairobi Forum Sociale Mondiale  2007


raccontato da Gregorio Malavolti  


 

Nairobi – Giorno 4 “l’attesa”


 

Oggi è stata la giornata dell’attesa – per quello che il Forum produrrà nel famoso “Quarto Giorno”, che è la novità di quest’anno, dedicato alla “sintesi dei lavori” del Forum ed all’assemblea finale dei movimenti sociali. Ma anche attesa per la maratona finale del Forum, tra gli slums, le cui iscrizioni stanno crescendo tantissimo.

La giornata è iniziata con la manifestazione dei No Vox, degli ultimi, qui coloro che non avevano i soldi per pagare la quota di iscrizione al Fourm. Radunatisi alle 8.30 davanti all’ingresso principale prima hanno bloccato le auto fuori dello stadio, poi sono entrati in corteo allo stadio scandendo slogan come “Fate entrare tutti” ed “Essere poveri non è una colpa”. Al loro arrivo al cancello di controllo dei pass le porte si sono magicamente aperte. Il corteo vedeva la presenza di tanti non Kenioti e molti manifestanti filmavano con videocamere digitali…. Nel pomeriggio ho avuto modo di approfondire il fatto che il Comitato organizzatore aveva abbassato, seppur tardivamente, le quote di ingresso per i kenioti, aveva ammesso tutti i giorni i gruppi che non avevano soldi per entrare ed aveva distribuito ad alcuni gruppi degli slum molti pass gratuiti. E’ sicuramente vero che ai lavori del Forum potrebbero i giovani kenioti sono pochi. Arrivano al Forum più che altro per vendere bibite, gelati, artigianato fuori e dentro lo Stadio. Anche se sono interessati al Forum questa è per loro un’irripetibile occasione per fare un piccolo guadagno.

Le perplessità sono cresciute quando all’ora di pranzo abbiamo fatto una scappata al Masai Market al centro di Nairobi – un mercato di artigianato locale che si tiene il martedì e si sviluppa lungo una piccola collina scoscesa – e abbiamo trovato, a fare shopping, alcuni ragazzi che conducevano il corteo. Questo Forum rimane a tutti gli effetti il Forum delle contraddizioni, nel comportamento delle delegazioni ed anche nel Forum stesso: ieri si era tenuta una manifestazione contro la Telcel, oggi all’ora di pranzo un’altra contro il ristorante davanti allo spazio 24, di fianco alla sala stampa. Con il megafono ci hanno spiegato che quello spazio era gestito da un albergo di proprietà del Ministro degli Affari Interni che si era macchiato di sanguinose repressioni. Così i partecipanti venivano invitati ad abbandonare il ristorante, peraltro decisamente più caro degli altri.

 

Si è diffusa la voce che ieri sera alle 20.30 (poco dopo che ce ne eravamo andati) alcune persone erano entrate nella sede di Indymedia al primo piano e, pistole alla mano, avevano rubato quello che c’era. Sempre a proposito di furti, una partecipante italiana durante un seminario aveva lasciato la borsa con dentro il computer qualche sedia accanto a dove lei sedeva e non l’aveva più trovata. Recatasi alla Polizia per sporgere denuncia, si è sentita rispondere che non avevano più moduli per la denuncia di furto perché erano finiti tutti troppo velocemente.

 

Usciti a pranzo per andare al Masai Market, siamo passati di nuovo da Korogocho, per recuperare i membri del nostro gruppo che avevano partecipato ai workshop tematici decentrati negli slum che si erano tenuti questa mattina. La seconda volta la situazione della baraccopoli mi appariva ancora peggiore e la mia reazione era ancora più forte. Forse perché la prima volta quel contesto mi è apparso quasi irreale, tanto era lontano dalla mia esperienza personale, mentre la seconda volta non ho potuto fare a meno di interiorizzare che per tanti (circa la metà della popolazione di Nairobi) quel contesto è la vita concreta di tutti i giorni. E mentre la nostra vita per alcuni giorni era scorsa in altri luoghi, a fare una serie di cose diverse, per loro si era sviluppata tutta là. E molti hanno la possibilità, per motivi economici, di vedere soltanto quelle parti di Nairobi che sono raggiungibili a piedi….

Nella parte più profonda della baraccopoli erano ammassati per terra tutti i possibili oggetti recuperabili dalla discarica: pezzi di biciclette, prese, pezzi di frullatori, un telefono rotto senza cornetta, scatole vuote di cibo.

I workshop erano stati interessanti, gli argomenti molto concreti: l’upgrading degli slum (l’idea cioè di ristrutturarli per renderli più vivibili, cui si oppongono le associazioni perché la considerano una istituzionalizzazione degli slum e la fine della possibilità di raderli al suolo – quasi sempre pubblico per costruire fogne e servizi comuni e case dignitose); gli sfollamenti e le demolizioni; il rafforzamento delle capacità per le persone che vivono negli slum; il tema dell’inclusività delle città rispetto al settore informale, la terra e la casa; l’Aids negli slum; il lavoro negli slum.

 

Tornati al Forum ho notato uno stand che attraverso il bellissimo ed intraducibile slogan “No windows, no gates. It’s open”, spiegava quanto scegliere il software libero fosse una scelta politica, oltre che gratuita e legale.

Ho fatto una capatina allo spazio “Interfaccia Asia-Africa”, dove si erano tenute iniziative particolarmente interessanti, che era  molto frequentato. A fine giornata ho partecipato al seminario per promuovere l’illegalità della povertà organizzato dall’ANCI Toscana e dal Comune di Firenze. Chi vi era capitato per curiosità è rimasto molto colpito da questa provocazione e dalla capacità di suggestione ed argomentazione di Petrella.

 

Anche questa sera, come ogni giorno, abbiamo lasciato Forum con le scarpe ed i pantaloni colorati da questa incredibile terra rossa. Mi attendeva una cena della delegazione italiana ed ero quindi pronto a non tornare presso la Cittadella.

La cena si teneva al Safari Park Hotel, un enorme complesso vicino allo stadio dove si teneva il Forum che ospita oltre alle camere per i clienti anche un casino e 5 ristoranti immersi nella natura, tra verde, palme, piscine, in un’architettura che si potrebbe definire “colonial/safarian/pacchiana”. Durante la cena africana, quasi tutta a base di carne, si è tenuta un’esibizione di danze, balli e, devo dire, belle acrobazie da parte di un gruppo di giovani vestiti come gli occidentali immaginano gli africani – appena usciti dalla foresta….

Finita la cena siamo rientrati verso il centro di Nairobi con un Taxi che mi ha accompagnato all’ostello dove i miei amici mi attendevano. Nei pressi dell’ostello abbiamo trovato una situazione di tensione: per strada si trovavano da lato svariate persone e dall’altro un gruppo di poliziotti. I miei amici mi hanno spiegato che qualche giorno fa era stato raso al suolo con le ruspe uno slum lì dietro e che coloro che ci vivevano avevano inscenato anche questa sera una manifestazione di protesta, sedata dal lancio di lacrimogeni da parte della polizia. Mi hanno portato a vedere, attraverso un vicolo dove era stato appiccato del fuoco forse per bloccare l’ingresso dei mezzi della polizia, il desolante spettacolo di lamiere contorte e di legna che era quel che rimaneva delle baracche.

Dopo un po’ di dialogo tra le parti la situazione si era distesa e siamo così rientrati verso l’ostello. Appena entrato, sono stato morso da un cane che stava ringhiando forse perché sentiva l’agitazione nell’aria. Dopo averci pensato un po’ mi sono diretto insieme agli amici al Nairobi General Hospital che si trovava non molto lontano per farmi medicare il piccolo taglio. Così, in un ospedale esemplare ed apparentemente efficiente mi hanno pulito la ferita e somministrato antirabbica, antitetanica ed antibiotici. Ovviamente a pagamento ed a prezzi per noi ragionevoli ma che il cittadino medio di Nairobi non si sarebbe potuto in alcun modo permettere……

 

Gregorio Malavolti - ARCI

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