Translate

mercoledì 7 febbraio 2007

Nairobi Forum Sociale Mondiale  2007


raccontato da Gregorio Malavolti


Nairobi – Domenica 21 gennaio 2006- Giorno 2: “La scoperta”




Korogocho

Oggi è iniziato il Forum vero. Noi invece abbiamo iniziato la giornata per dirigerci verso l’Hotel Hilton dove abbiamo preso uno dei due bus della Tavola della Pace diretti alla baraccopoli di Korogocho.

L’impatto è stato impressionante: pensavamo di avere fatto l’abitudine a passare accanto alle baracche che ci sono lungo la strada che collega il centro alla Cittadella dove dormiamo ma ci siamo dovuti ricredere. Poco dopo l’uscita dal centro della città ci siamo imbattuti in altre baracche che ci conducevano verso altre strade sempre meno asfaltate e più polverose finché chi ci accompagnava ci ha suggerito di non fare più foto per rispetto a chi abitava nella baraccopoli nella quale stavamo per entrare. Il bus ha camminato molto e si è addentrato sempre più in profondità, con il mercato spontaneo lungo strada (fatto da persone che dispongono su una stoffa in terra i loro prodotti, qualche frutto o qualche scarpa usata) che lasciava spazio a strade più strette ed a baracche di lamiera scura, a metà tra la ruggine e l’olio, ai negozietti di lamiera sempre più bassi con le finestre sempre più piccole, con il bus che rallentava per non urtare gli abitanti che camminavano lungo la strada. Ogni tanto nei pressi delle case scorreva un fossato che altro non era chela fogna a cielo aperto della baraccopoli. Le case apparivano piccole piccole e scure scure – ogni tanto qualche baracca era più colorata e capivamo dai colori, dalle scritte e dagli oggetti appesi fuori che si trattava di un negozio.

La colonizzazione pesante del Kenya è resa evidente anche dal fatto che tutti i cartelli, anche negli slum, sono in inglese, così come tutti i cartelli pubblicitari ovunque in città. Ed anche dal fatto che nello slum vendono poster del Chelsea e del Manchester e che all’Hotel dello slum (una baracca con funzioni di pub o di bar come le altre, soltanto con la facciata particolarmente colorata) era pubblicizzata la prossima partita di Premier League inglese, visto che probabilmente la struttura era dotata di un collegamento via satellite… Anche ieri in centro città avevamo visto i pub dotati di collegamento satellitare affollati di tantissimi kenioti che guardavano Manchester-Chelsea in diretta.

Il bus ha raggiunto una sorta di poggio, ovvero un punto in cui si poteva apprezzare dall’alto l’impressionante estensione della baraccopoli, per poi infilarsi poco dopo sulla destra in una struttura recintata che era la chiesa di St. John’s.

Mentre i cancelli si chiudevano dietro di noi siamo scesi ed abbiamo visitato la bella chiesa colorata ed il grande spazio anfiteatro dove avremmo assistito alla messa. Questo spazio dava sulla discarica di Korogocho che luccicava quando il sole faceva capolino tra le nuvole ed illuminava anche chi ci stava lavorando per raccogliere e separare i rifiuti con una qualche valenza economica. Abbiamo atteso gli altri gruppi di italiani ed abbiamo visto l’anfiteatro riempirsi ed animarsi con tante persone della baraccopoli che entravano a cancelli ora aperti. La cerimonia è stata davvero emozionante e toccante ed abbiamo potuta seguirla meglio perché Alex Zanotelli traduceva in italiano i passaggi più significativi.

Alcuni ragazzi sembravano far parte di uno stesso gruppo perché sfoggiavano probabilmente le migliori magliette che avevano: alcuni una arancione relativa ad un evento tenutosi a Korogocho nel 2005, altri una maglietta nera “Hello Motorola”, arrivata forse come dono per fare pubblicità all’azienda (anche a Korogocho sono molto diffusi i punti vendita delle ricariche Telcel). Altri ragazzi avevano vestiti più sporchi e sniffavano colla. Alcuni di questi ultimi sono saliti sul palco e sono apparsi contenti ed emozionati di parlare per salutare tutti e per ringraziare Alex e gli altri preti per gli spazi che avevano costruito a servizio della comunità.

Durante la cerimonia, inframezzata da tantissimi canti e balli, si è parlato molto del Social Forum e del fatto che la parrocchia di St. John’s, insieme alle altre di tutta la città si erano battute, senza riuscirvi, per eliminare le quote di partecipazione al Forum da parte dei kenioti che, per quanto basse, corrispondevano quasi ad una settimana di lavoro. Così era stato concordato l’acquisto ad un prezzo simbolico di 1500 pass da distribuire nelle varie baraccopoli. Grazie a quello che Tonio dall’Olio ha scherzosamente definito “esproprio proletario” i pass presi agli organizzatori erano stati invece 3500 e sarebbero stati distribuiti di lì a breve.

La cerimonia si è conclusa con la distribuzione a tutti i presenti di un filo di cotone verde che doveva essere legato al polso, a simboleggiare un elemento di unione tra tutti i presenti ed anche la necessità che ognuno di noi ha degli altri: vista la lunghezza del filo era materialmente impossibile legarselo al polso da soli con una sola mano!

Subito dopo la fine della messa ho scorto la distribuzione dei pass con tantissime persone che tendevano la mano e si accalcavano come per la distribuzione del pane. Ci siamo messi a chiacchierare con alcuni ragazzi, siamo stati attorniati da bambini curiosi di conoscerci ed è quindi con una discreta difficoltà che siamo rientrati verso il Forum, dando a tutti appuntamento alla maratona di 14 chilometri attraverso le baraccopoli che chiuderà il Forum giovedì 25. Durante il viaggio c’era un gran silenzio.

 

Lo stadio ed il Forum

Posizionato nell’area del grande stadio a Kasarani il Forum ci è apparso dislocato su uno spazio adeguato ed abbastanza ben organizzato quanto a strutture base. Lo stadio è il luogo principale dei seminari: lungo tutto il perimetro dello stadio ad una certa altezza delle gradinate sono stati ingegnosamente stesi dei teli: le tribune sono diventate così con le loro panchine sedi di seminari protetti verso l’area di gioco dai teli bianchi.

Attorno all’area del Forum principale (lo stretto perimetro dello stadio più qualche altra tensiostruttura immediatamente fuori ma recintata anch’essa) cui si può accedere con i pass, ci sono gli spazi accessori del forum: dagli spazi ristorazione dove abbiamo pranzato in maniera economica, allo spazio registrazione nei pressi della piscina, fino allo spazio giovani. Oggi siamo riusciti a recuperare il programma ma dovremo attendere domani per la borsina che era nuovamente finita. Ho seguito un interessante incontro sugli Epas, gli accordi di libero commercio che l’Unione Europea Europa sta cercando dal 2000 di imporre all’Africa e che qui vengono vissuti comprensibilmente come un enorme pericolo (mentre in Italia se ne sa poco o nulla, se si escludono gli esperti di Wto), tanto che è partita una campagna “StopThinkresist.org” che è omnipresente al Forum. In sintesi all’Africa viene chiesto, nel quadro degli accordi GATT/WTO di aprire dal 1 gennaio 2008 i propri mercati dei prodotti agricoli e manifatturieri (spesso produzioni sussidiate dall’Unione Europea) alle produzioni europee, con il rischio reale di mettere in crisi la debole produzione africana che si concentra proprio su questi prodotti…….

Un dibattito promosso dagli Enti Locali della Pace della Toscana è stato rinviato a domani, dopo una serie di spostamenti, perché lo spazio in cui si doveva tenere oltre ad essere piccolo non aveva l’amplificazione……

Le traduzioni appaiono un problema serio perché quelle simultanee paiono sostanzialmente non esserci e quelle in differita vengono fatte in pochissime lingue. La sala stampa pare ben fornita di computer dotati di software libero di distribuzione Ubuntu, ma ci sono problemi di connessione anche con il Wi-Fi. Lungo il perimetro del recinto dello stadio trovano posto gli stand delle associazioni e dei gruppi che sono davvero tantissimi. Dalla scorsa che siamo riusciti a dare al programma, dalle facce dei partecipanti e dalle associazioni che hanno preso gli stand c’è una netta prevalenza dei gruppi africani e questo non era in alcun modo scontato. Moltissimi dei seminari sono in inglese come prima lingua, insieme magari allo Shwaili. Questo Forum si conferma, dopo quello di Mumbai, sostanzialmente anglofono anche perché le ong attive in Africa appaiono prevalentemente inglesi, nordamericane nordeuropee, e solo in seconda battuta francesi, tedesche o spagnole.

Stasera siamo rincasati presto provati e distrutti dalla giornata. Ci stiamo abituando all’altitudine ma siamo tornati dal Forum quasi scottati dal sole che abbiamo preso a cercare le sale delle riunioni, alcune delle quali erano saltate…..

Vedremo domani.

  

Gregorio Malavolti - ARCI

Nessun commento:

Posta un commento