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giovedì 15 febbraio 2007


L'ultima lettera


VENERDI’ 9 FEBBRAIO ALLE ORE 17.00 C/O VILLA VOGEL si è tenuto l'incontro col Presidente del Consiglio del Quartiere 4 con l'intento di portare a compimento una richiesta che risale al 1998: un locale attrezzato in uno spazio pubblico per funerali laici autogestiti. UN NUOVO SPAZIO PER DIRE ADDIO.


Martedi 27 febbraio p.v. il Presidente D'Eugenio ha convocato, per le ore 16, i promotori dell'iniziativa. In preparazione di questa ci piace pubblicare alcune parti de L'ultima lettera di un grande amico delle baracche verdi, Martino Morganti.

...Vorrei semplicemente parlare a voi e con voi del funerale. Un argomento come un altro e, come altri, bisognoso di attenzione, ripensamenti e sperimentazioni.

...scarsità o assenza di luoghi liberi per liberi funerali. Questo è il problema. Da non sottovalutare. Da preoccuparsene e occuparsene.

...
. Clara Sereni (II Manifesto 2 sett. 1998) esprime la rabbia di constatare, ancora una volta, l’incapacità che abbiamo da laici ad "inventare ‘cerimonie degli addii’ che aiutino ad elaborare un lutto rispetto al quale i credenti sono tanto più attrezzati di noi... Per i signori X (le persone qualsiasi) e per chi vuole salutarli non c’è un cerimoniale, non ci sono riti, e soprattutto non c’è un luogo: c’è solo il deposito delle bare al cimitero, con il rumore di fondo delle ruspe a enfatizzare ogni sconforto". "Basterebbe poco - aggiunge la Sereni -: una sala adatta, esattamente come quella per i matrimoni civili. Basterebbe poco, se le amministrazioni comunali lo decidessero; e forse ci riuscirebbe finalmente di essere laici fino in fondo ma meno isolati, disperati, soli".


Con i non religiosi (ma credo occorra rivedere anche sbrigative identificazioni tra religiosità - ogni tipo di religiosità - e laicità) hanno diritto a luogo libero per funerali liberi anche chiese e religioni non schedate ed allineate: è credibile una chiesa altra senza un funerale altro?


Un gruppo di cittadini (in realtà con il volto di gente della comunità dell’Isolotto) si è rivolto, all’inizio del 1998, al presidente della circoscrizione 4 di Firenze proprio per richiedere uno spazio per il commiato dei defunti. Constatano: sul territorio esistono soltanto due Cappelle di commiato. In tutti e due i casi si tratta di "luogo terribilmente desolante, destinato solo alle celebrazioni funebri, dove il tempo della morte rimane diviso dal tempo della vita". Auspicano sia reso disponibile un locale "presso la sede del Quartiere, casa comune di tutti, non separato dalla realtà quotidiana" senza attivare "quasi automaticamente il legame con l’istituzione religiosa". Ciò "costituirebbe un significativo passo avanti per quel processo di laicità che sembra più difficile quando tocca gli aspetti profondi della nostra esistenza".

E’ questo l’essenziale della mia lettera: impegnarvi, secondo competenze personali o d’insieme, nella riappropriazione, che è giusta riappropriazione, dei libero funerale che esige libero luogo per il funerale.

...Sarà comunque indispensabile mantenere alta la riflessione sul funerale per non mollare sulla ricerca e richiesta del libero spazio per il funerale. E soltanto sperimentando funerale a misura propria in un luogo proprio, si potrà approdare ad un funerale diverso e non soltanto per diversa etichettatura.

...
Carissimi nipoti, occupiamoci, occupatevi del luogo del funerale. Non è un compito frivolo o da perditempo. E’ un buon impegno, un lavoro di grande utilità.

Martino Morganti

Settembre 1999

La lettera intera qui.




Chi era Martino Morganti.

Martino Morganti, nato a Pistoia nel 1927, frate minore dal 1943, è laureato in diritto Canonico (Pontificio Ateneo Antoniano) e in Liturgia (Pontificio Ateneo S.Anselmo). Ha insegnato per circa quindici anni nello Studio Teologico Francescano di Fiesole e nel Seminario Maggiore di Firenze ed ha tenuto lezioni e corsi di liturgia in molti istituti e diocesi. Ha pubblicato alcuni volumi in proprio o con altri e collaborato a varie riviste. Dal 1969 al 1979 ha diretto Studi Francescani, diventata rivista di vita religiosa postconciliare. Nel 1969, insieme con alcuni confratelli, ha dato vita, a Livorno, ad una "piccola fraternità" inserita nelle condizioni di esistenza e di lavoro della gente, diventando operaio a tempo pieno. Dal 1971 vive l’esperienza delle CdB (Comunità livornese di p.za del Luogo Pio, ex via Mentana). È mancato l'11 settembre 1999.



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