Il muro del sacro sta mostrando nuove crepe? E' l’interrogativo che nasce di fronte ai due sacerdoti della diocesi fiorentina infangati dal peggio della profanità: don Roberto Berti allontanato per pedofilia e padre Atanasio Seromba condannato all'ergastolo per genocidio.
Mentre si celebra, a buon diritto, la caduta del muro di Berlino con grande clamore, si riservano appena sussurri ad altri muri che resistono: il muro tra Messico e USA, il muro del Mediterraneo, il muro d'Israele, il muro tra ricchezza e povertà …. Completamente ignorato ne resta uno che forse è alla radice di tutti: il muro del sacro.
E’ ancora a livello di sogno un nuovo modo di essere cristiani che testimoni e riveli la sacralità di tutto il creato e di ogni donna e uomo senza più bisogno della separatezza del sacro e della sua gestione da parte della casta sacerdotale. Insomma la religiosità assunta totalmente dal “Popolo di Dio” e il prete, uomo o donna che sia, fratello/sorella nella circolarità comunitaria “senza padri né maestri né dottori” come vuole il Vangelo. E' il sogno espresso dal teologo Ernesto Balducci, nella Tavola rotonda sulla Violenza del sacro svoltasi in un gremito Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, nell'ambito del Convegno delle comunità di base sulla Laicità nel 1987. "Io sono convinto - egli disse - che non ci può essere cultura di pace se non con la eliminazione del sacro: la fine del sacro è la fine della cultura di guerra. Ciò che va eliminato è il sacro reificato, sequestrato dal potere, separato dalla vita, collocato in spazi e luoghi e gesti e riti determinati, gestito da persone sacralizzate. Le comunità di base sono comunità di pace nel senso forte e ricco della parola che mirano ad esorcizzare la violenza che si annida anche nei nostri riti, per inventare una forma di mediazione del messaggio evangelico del tutto libera dalle categorie sacrali".
La comunità di base delle Piagge è colpita perché vive quel sogno da cui il dominio del sacro si sente minacciato. La gerarchia fiorentina e vaticana preferisce restare a difendere il muro-fortino del sacro che fa acqua da tutte le parti piuttosto che dare spazio ad esperienze di desacralizzazione come quelle delle comunità di base. Se ne parlerà domenica 22 novembre prossimo alle “baracche” dell’Isolotto via degli Aceri 1 al mattino nell’incontro comunitario in cui sarà presentato il libro Coltivare speranza sulla storia e la realtà attuale delle comunità di base.
Enzo Mazzi
(da l’Unità Firenze giovedì 12 novembre 2009 pag. 1)
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