- TUTTO NEL NOME DEL SIGNORE
La città di Torino, il 12 ottobre scorso, ha visto la presentazione del libro “Vaticano S.p.A” edito da Chiarelettere presso l’unione culturale “Franco Antonicelli” a cura dell’associazione Amici della consulta torinese per la laicità delle istituzioni, con l’introduzione e la conduzione di Federico Calcagno, Presidente dell’associazione e giornalista RAI, la partecipazione di Gianluigi Nuzzi, inviato di “Panorama” ed autore del libro, di don Franco Barbero fondatore della comunità cristiana di base di Pinerolo “Viottoli”, del coordinatore della consulta Tullio Monti e di Edoardo Tortarolo, docente all’Università del Piemonte orientale.
Attraverso questa coraggiosa inchiesta Nuzzi ci porta nelle segrete stanze dei sacri palazzi del Vaticano grazie a monsignor Dardozzi, figura molto importante dello IOR (Istituto Opere di Religione) il quale ha dato vita ad un immenso archivio costituito da 4000 documenti inediti permettendo di ricostruire la gestione delle finanze vaticane svelando gli intrighi, le ambiguità, le omissioni e forse, è anche il caso di dire, le enormi truffe, di un meccanismo creato sistematicamente “ad hoc”, una vera holding all’interno della Santa Sede.
Suddiviso in due parti, nella prima viene descritta l’ascesa del sacerdote Paul Casimir Marcinkus grazie all’appoggio del cardinale di New York, Francis J. Spellman, figura molto oscura (definito dall’autore come l’elemento che fece da trait d’union tra la CIA e la Democrazia Cristiana onde evitare l’ascesa della sinistra al governo italiano), la sua alleanza con Michele Sindona, il famoso banchiere siciliano noto per i suoi legami con la mafia e la Propaganda Due di Licio Gelli ed i rapporti con Roberto Calvi noto anch’esso per le sue truffaldine operazioni finanziarie.
Ma qualcosa non andò per il verso giusto
Il 12 settembre 1978 il giornalista piduista Mino Pecorelli pubblica i centoventuno nomi di esponenti vaticani che sarebbero affiliati alla massoneria. Tra questi Marcinkus e il suo segretario Donato de Bonis che diventerà ben presto prelato, ossia il tramite tra la banca e i cinque cardinali della Commissione di controllo che dovrà riferire direttamente al Sommo Pontefice. persona ineccepibile che non mantiene più contatti con le figure equivoche della finanza come il suo predecessore ma che inizierà a creare un sistema di riciclaggio di denaro entro le mura del Vaticano con conti criptati. Nasce così il famigerato deposito “Fondazione Cardinale Francis Spellman” gestito per conto di Giulio Andreotti. Altro evento oscuro la morte improvvisa di Papa Luciani dopo aver dichiarato la sua intenzione di far luce sulle ombre dello IOR.
Intanto per Sindona la situazione sta ormai precipitando ed organizza l’omicidio di Ambrosoli avvenuto nel luglio del 1979 mentre Calvi nel giugno del 1982 verrà trovato impiccato sotto il ponte dei frati neri a Londra. Nell’agosto dello stesso anno si dispone la liquidazione del Banco Ambrosiano.
Nelle pagine seguenti è possibile esaminare la vicenda Enimont dal 1989 all’apertura delle inchieste. Dopo il suicidio di Raul Gardini e Gabriele Cagliari, ormai iscritti nel registro degli indagati, una tempesta si abbatte sullo IOR grazie al lavoro dei magistrati mentre sui giornali si anticipa la notizia dei presunti collegamenti con il Vaticano.
Tra il 1992 ed il 1993 una serie di eventi segneranno il paese nel passaggio dalla prima alla seconda repubblica: gli omicidi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, del giornalista Mino Pecorelli, le dichiarazioni di Tommaso Buscetta e la presunta implicazione di Giulio Andreotti con cosa nostra.
Esplode anche lo scandalo delle mazzette Enimont e dai documenti di Dardozzi risulta evidente come qualcuno abbia violato il segreto istruttorio in quanto la santa Sede era già stata informata.
Con il processo del 1994 vengono imputati molti politici tra i quali Bettino Craxi, Arnaldo Forlani, Umberto Bossi e Claudio Martelli ma nell’elenco non vi è nemmeno un sacerdote e nessun ecclesiastico viene ascoltato come testimone.
E ancora montagne di denaro versate su fantomatici conti a favore di Istituti o Fondazioni benefiche divenuti strumenti per attività finanziarie occulte come per esempio il movimento ecclesiale “Lumen Christi” volto alla diffusione della fede cattolica in America Latina o la “St. Francis of Assisi Foundation” che coinvolgerà numerose compagnie assicurative.
Ma nel bilancio del Vaticano c’è ancora posto per le offerte delle sante messe e per i defunti, donazioni di denaro, di arredi antichi, di opere d’arte e proprietà immobiliari sparse per l’Europa.
Del resto lo stesso Marcinkus aveva sostenuto che “Si può vivere in questo mondo senza preoccuparsi del denaro?
Non si può dirigere la Chiesa con le Avemaria”.
La seconda parte del libro si muove da nuove e inedite testimonianze da cui emergono legami con la mafia e il progetto di costruzione di un “grande centro” giusto per ricordare che la Chiesa non si occupa solo delle anime ma anche di politica e questioni di Stato.
Siamo ormai di fronte ad una banca mondiale appartenente all’unica teocrazia esistente.
Restano ancora molti punti oscuri come la destinazione di fondi per finanziare le minoranze cattoliche nei paesi dell’Est e i regimi totalitari in America Latina.
Parole molto dure e di condanna quelle pronunciate da don Franco Barbero di Pinerolo che con la sua amara ironia ha commentato la doppiezza e il degrado della Chiesa sostenendo l’assoluta necessità della laicità dello Stato e delle istituzioni dove “Dio non c’entra e mentre la Chiesa continua a parlare di diritti si dirige sempre dalla parte opposta” lontana dai deboli e dai bisognosi “vera scuola di affarismo ed ipocrisia…sistema di reale corruzione, di ricatto economico, continuando a seminare la paura di parlare”.
E ancora ha aggiunto che “La grande bestemmia è la Chiesa gerarchica in cui si tende a salvare l’immagine piuttosto che cambiare la sostanza”.
Toni più pacati sono giunti da Edoardo Tortarolo che ha trattato degli intrecci tra Vaticano ed economia sottolineando come la forza del libro sia la documentazione perfettamente inserita nel contesto e commentata, senza entrare nel merito di quali fossero le motivazioni di Dardozzi per avere reso pubblico l’archivio dopo la sua morte lasciandola tra le volontà testamentarie e su cui si sono fatte le più svariate ipotesi, ma chiedendosi invece, come storico, quali siano state le modalità di costruzione e di raccolta di queste prove e commentando anche la fragilità del contesto politico italiano in cui si muovono le vicende descritte.
Tullio Monti è intervenuto ricordando che mentre si sono tenuti segreti i rapporti tra Sodano e Pinochet si sono rifiutati i funerali a Piergiorgio Welby e ritenendo di non avere fiducia che lo IOR possa cambiare visti i suoi 4000 dipendenti ed i 44000 correntisti tra ecclesiastici e privati.
Ha anche ricordato come l’elemento più inquietante sia l’enorme massa di denaro che il Vaticano aspira dai cittadini italiani ogni anno. Secondo i calcoli più recenti effettuati dal matematico Piergiorgio Odifreddi, al miliardo di euro dell’8 per mille bisogna aggiungere i soldi elargiti per gli stipendi degli insegnanti di religione e la loro assunzione in ruolo, per i finanziamenti delle scuole cattoliche e le cinque università, per la fornitura di servizi idrici alla città del Vaticano, per l’Opus Dei, per i buoni scuola degli studenti delle scuole cattoliche, per il fondo di sicurezza sociale dei dipendenti vaticani e dei loro familiari, per la ristrutturazione di edifici religiosi, per gli stipendi dei cappellani militari, per il fondo di previdenza del clero, per l’ospedale di padre Pio a san Giovanni Rotondo, per il finanziamento degli oratori, per la costruzione di edifici di culto, ecc…ecc…
Occorre ancora aggiungere una parte dei finanziamenti pubblici alla sanità, di cui una grossa parte viene ancora gestita da istituzioni cattoliche, senza considerare le mancate entrate dovute alle esenzioni ICI per gli edifici vari appartenenti al clero.
Questo libro, che tra l’altro vanta 180.000 copie vendute in quattro mesi, riesce a tenere desta l’attenzione del lettore il quale si trova proiettato in una sorta di “thrilling fantapolitico-
Purtroppo anche questo illustre ecclesiastico finirà nel calderone dei cupi ed ambigui personaggi in abito talare che, rifacendosi ai principi dell’Opus Dei, si potrebbero forse definire spiriti che hanno desiderato la santità nell’esercizio del loro ministero? O come direbbe Max Weber ci troviamo di fronte ad un’azione politica in cui l’etica della convenzione si oppone all’etica della responsabilità
E se un messaggio positivo è giunto in questi giorni dall’arcivescovo Mariano Crociata, segretario generale della CEI, dall’assemblea di Assisi, il quale ha condannato la malavita organizzata in tutte le sue forme sostenendo che mafiosi, camorristi e affiliati alla ‘ndrangheta “sono già scomunicati… chi vive in queste realtà già automaticamente è fuori dalla comunione ecclesiale e dalla Chiesa, anche se si ammanta di una falsa religiosità”, possiamo concedere il beneficio del dubbio e affermare che si tratta solamente di una nuova teologia del lavoro o per meglio dire degli affari.
Naturalmente tutto nel nome del Signore.
E a questo punto credo non ci sia bisogno di altri commenti.
Graziella Sturaro
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domenica 15 novembre 2009
VATICANO S.P.A.
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