Comunità dell’isolotto
Domenica 21 giugno 2015
Notizie dal Messico e da Cuba
con il
contributo di Moreno e Luisa
Lettura Dalla Bibbia
Forgeranno le loro spade in vomeri,
le loro lance in falci;
un popolo non alzerà più la spada
contro un altro popolo,
non si eserciteranno più nell'arte della guerra.
[Isaia,
2, 4-5]
Lettura dal Vangelo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
“Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma
io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché
siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i
malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.
Infatti se amate quelli che vi amano, quale
merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto
soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così
anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro
celeste”.…
[Matteo,
5, 43-48]
Come spesso accade nel Vangelo, la parola di Gesù
è sconcertante : mentre secondo la legge di Mosè la vendetta era illimitata
“occhio per occhio, dente per dente”, Gesù prende le distanze da questa
tradizione, non esortando alla passività ma spezzando il cerchio della violenza,
proponendo iniziative di bene, di amore e di pace che disinneschino l’odio e la violenza. Quindi
Gesù invita a non opporre alla violenza che viene addosso altra violenza,
altrimenti questa cresce e poi dopo diventa un crescendo interminabile di violenza
che genera altra violenza. Per questo Gesù non chiede di essere tonti, ma di
essere buoni, di disinnescare la violenza con proposte di bene ancora maggiore.
Mai si odia con
tanto gusto come quando si odia in nome di Dio, perché ci si sente giustificati
in questo odio. Ebbene Gesù prende le distanze da tutto questo. “«Ma io vi
dico: ‘Amate i vostri nemici’»”. Quindi Gesù propone un amore di un livello
superiore che non solo non conosce i limiti dell’amore che arriva fino al
prossimo, ma li supera. E’ questa la novità esclusiva di Gesù, è un amore che
arriva a inglobare anche il nemico.
Il disgelo tra Stati Uniti e Cuba
Ci sono
alcune immagini che fanno e cambiano la storia. Una di queste ritrae la stretta
di mano tra Barack Obama e Raul Castro, che rende concreto il processo di
disgelo tra Stati Uniti a Cuba avviato lo scorso dicembre: il presidente degli
Stati Uniti e quello cubano si sono incontrati brevemente scambiando alcune
battute all’inaugurazione del vertice delle Americhe a Panama. Lo scambio è
accaduto poco prima della cerimonia di inaugurazione del vertice, acquistando
un livello simbolico così alto da essere stato confermato dalla Casa Bianca con
un comunicato ufficiale: «Al summit delle
Americhe il presidente Obama e il presidente Castro si sono salutati e si sono
stretti la mano».
«Sono felice che Cuba sia rappresentata
assieme a noi in questo vertice per la prima volta», ha detto Obama,
parlando al Summit delle Americhe in corso a Panama City. Nel suo discorso, il
presidente americano ha detto ai leader presenti al vertice: «come voi lavorate per il cambiamento, gli
Stati Uniti vi saranno vicini in ogni passo di questo cammino».
«Sappiamo - ha aggiunto Obama - che le nostre
società hanno maggiori probabilità di successo quando tutte le persone sono
libere di vivere e pregare e amare come vogliono». I giorni delle
«interferenze e delle ingerenze degli Stati Uniti negli affari della regione
sudamericana appartengono al passato», ha concluso il presidente dopo aver
incontrato Manuel Cuesta Moru e altri dissidenti cubani. Obama ha auspicato che
il disgelo nelle relazioni tra i due Paesi possa migliorare la vita del popolo
cubano. Un miglioramento che non è «imposto
dagli Stati Uniti ma sviluppato attraverso il talento, l'ingegno, le aspirazioni
e il dialogo tra tutti i cubani di ogni ceto sociale. ».
Dopo lo
storico incontro e la stretta di mano fra i due leader, successiva ai
comunicati in contemporanea da parte di Obama e Castro sulle rispettive reti
televisive con i quali veniva affermata l’intenzione di un nuovo inizio delle relazioni fra i due paesi e il superamento
delle contrapposizioni del passato, alcuni fatti concreti sono avvenuti : Cuba
è stata eliminata dall’elenco dei paesi che secondo gli USA sostengono il
terrorismo (29 maggio 2015) e a inizio luglio dovrebbero riaprire le
ambasciate.
Le
elezioni in Messico e il caso dei 43 studenti uccisi
Alle
elezioni del 7 giugno 2015 il Partito Rivoluzionario Istituzionale del
presidente Enrique Pena Neto ha ottenuto la maggioranza dei seggi in
parlamento.
La
vigilia elettorale è stata scandita da violenze dirette sia verso alcuni
candidati (uno del PRI è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa) sia
da parte delle organizzazioni paramilitari legate ai cartelli della droga.
Queste
elezioni, in cui sono stati eletti anche 900 sindaci e 9 governatori erano un
test per il governo, alle prese con una serie di violenze e di scandali
politici. Il grande perdente delle elezioni è stato il Partito della
Rivoluzione Democratica, la principale forza di sinistra del paese, che ha
pagato il coinvolgimento del sindaco Abarca
e della moglie nella sparizione di 43 studenti della scuola rurale Ayotzinapa a Iguala, nello stato di Guerrero.
Quattro
mesi dopo la loro scomparsa, avvenuta il 26 settembre 2014, l’allora
procuratore generale della repubblica, Jesús Murillo Karam, ha informato la
società messicana che gli studenti di Ayotzinapa sono stati confusi con un
gruppo di narcotrafficanti della zona (Los Rojos) e che per questo sono stati
uccisi da un gruppo rivale. Per il procuratore, i corpi dei 43 studenti
scomparsi sono stati incendiati in una discarica di Colula e le ceneri sono
state gettate nel fiume San Juan.
Queste
conclusioni, in quel momento, l’ex procuratore le chiamò “la verità storica”
del caso di Iguala. I protagonisti di questo caso, fin dal principio, sono
stati oltre agli studenti di Ayotzinapa,
il sindaco di Iguala José Luis Abarca e sua moglie María de los Angeles Pineda,
accusata di avere dei legami con il cartello dei Guerreros Unidos. Per questo
Abarca è stata accusata di aver ordinato alla polizia municipale di arrestare
gli studenti e poi di averli consegnati al cartello dei Guerreros Unidos.
A sette
mesi di distanza ci sono più dubbi che certezze e altre inchieste giornalistiche
e scientifiche hanno smentito una a una le prove ufficiali. Per esempio è stato
dimostrato che i testimoni ascoltati dalla procura sono stati torturati e
inoltre, secondo la squadra di antropologi forensi che sta lavorando con i
familiari degli scomparsi, il dna dei resti identificati dalle autorità non
corrisponde a quello dei 43 studenti scomparsi.
La
domanda che rimane in sospeso è: “Perché? Perché hanno ucciso ragazzi che non
avevano nemmeno 22 anni? Perché uccidere dei ragazzi che stavano studiando per
diventare maestri in una delle zone più povere del paese? Perché si vuole
insabbiare il caso?”.
L’unica
spiegazione che si danno i familiari delle vittime è che lo stato messicano si
sta indurendo, perché il crimine organizzato è altamente tollerato, perché
risponde agli interessi economici. Ayotzinapa si è caratterizzata da decenni
per il suo lavoro di lotta, come quasi tutte le scuole rurali nel paese. Per
questo rappresenta una minaccia, che si vuole sottomettere con la violenza.
|
Cuba
|
Messico
|
USA
|
Italia
|
|
|
|
|
|
PIL pro capite ($)
|
6300
|
10300
|
53100
|
34700
|
popolazione
|
11 milioni
|
118 milioni
|
316 milioni
|
61 milioni
|
Spesa sanitaria
|
8.1% PIL
|
8.3% PIL
(50% privata)
|
3.2% PIL
|
7.2% PIL
|
Medici per abitanti
|
7.5 su 1000
|
2.2 su 1000
|
2.5 su 1000
|
3.9 su 1000
|
Mortalità infantile
|
4.2 su 1000
|
13.9 su 1000
|
6.0 su 1000
|
3.2 su 1000
|
Speranza di vita
|
78.2
|
75.4
|
79.5
|
82
|
Spesa per istruzione
|
12.8% PIL
|
5.2% PIL
|
5.4% PIL
|
4.3% PIL
|
Laureati su popolazione
|
1.3%
|
0.45%
|
1.05%
|
0.64%
|
Analfabeti su popolazione
|
0.2%
|
5.8%
|
0.5%
|
1.0%
|
Spesa militare
|
3.3% PIL
|
0.6% PIL
|
4.2% PIL
|
1.3% PIL
|
Automobili su abitanti
|
1.4 su 1000
|
205 su 1000
|
355 su 1000
|
621 su 1000
|
Televisori su abitanti
|
88%
|
95%
|
98%
|
96%
|
Popolazione sotto soglia povertà (3)
|
4%
|
51%
|
15%
|
8%
|
Utenti internet
|
257 su 1000
|
434 su 1000
|
842 su 1000
|
584 su 1000
|
Copie quotidiani
|
65 su 1000
|
56 su 1000
|
210 su 1000
|
76 su 1000
|
Omicidi su abitanti
|
4.2 su 100000
|
26 su 100000 (2)
|
7 su 100000 (1)
|
0.9 su 100000
|
Indice Sviluppo Umano
|
0.776
|
0.775
|
0.972
|
0.872
|
(L'Indice di sviluppo umano (ISU) è un indice comparativo dello
sviluppo dei vari paesi calcolato tenendo conto dei diversi tassi di aspettativa
di vita, istruzione e prodotto interno lordo procapite. È divenuto uno
strumento standard per misurare il benessere di un paese.)
(1) In alcune città degli
USA il tasso di omicidi è 10 volte superiore alla media nazionale.
(2) In alcune
città messicane il tasso di omicidi è il più alto del mondo.
(3) La
soglia di povertà è calcolata rispetto alla capacità di spesa media mensile di
due persone di ciascun paese
Appunti di viaggio (di
Luisa Petrucci e Moreno Biagioni)
Premessa - A marzo ed aprile siamo stati in Messico (20 giorni) ed a Cuba
(15 giorni). Si tratta, tutto sommato, di periodi brevi, indubbiamente
insufficienti per capire la realtà più profonda di un paese.
Ne abbiamo però
ricavate alcune impressioni che siamo lieti di socializzare con voi.
Il fatto di aver visto
in successione due situazioni sociali e politiche così diverse ci ha permesso
di metterle a confronto.
a) Il Messico, paese di
grande fascino, di grandi contraddizioni, di grandi diseguaglianze
Un paese meticcio - Il Messico è una
repubblica federale presidenziale formata
da 31 stati e dal Distretto Federale della capitale (con poco più di 110
milioni di abitanti su una superficie di 1.958.201 kmq.).
E' un paese meticcio,
in quanto il 60% della popolazione è data, appunto da meticci, il 30% da
indios, il 9% da bianchi, l'1% da neri e asiatici. E' impregnato di
cattolicesimo, nonostante i tentativi dei rivoluzionari della prima metà del
secolo scorso di arginare il potere ecclesiastico. Nel corso dei secoli la religione
cattolica ha fatto propri culti popolari, indi e meticci (che sono divenuti
anche segni di messicanità).
Le testimonianze di grandi civiltà scomparse - In Messico siamo rimasti colpiti, prima di tutto, dalla bellezza
dei siti archeologici, dove si trovano i resti degli insediamenti aztechi e
degli altri popoli indigeni, testimonianze di grandi civiltà sviluppatesi nel
corso di molti secoli (dal 1500 a. C., da prima quindi che fosse fondata Roma
[a noi capita, nel nostro eurocentrismo, di pensare che tutta la storia del
mondo si sia svolta nell'area mediterranea e trascuriamo il fatto che altri
popoli, in altre parti del globo, hanno raggiunto livelli notevoli in vari
campi - delle arti, della scienza, dell'architettura - ancor prima che si
manifestasse la civiltà greco-romana -).
Il periodo coloniale, i murales, i segni della modernità - E abbiamo ammirato anche, oltre alle bellezze naturali,
·
le opere architettoniche del periodo coloniale, durante il quale i
“conquistadores” spagnoli hanno imposto a tutte le popolazioni il cattolicesimo
traducendo tale imposizione in chiese e monasteri,
·
i murales di Diego Rivera e David Siqueiros, che sintetizzano in
grandi immagini la storia del Messico ed hanno un respiro rivoluzionario, con
il popolo che si riappropria del proprio destino,
·
le realizzazioni moderne, che connotano in particolare Città del
Messico, o, meglio, alcune parti di Città del Messico (dove si trovano anche le
case-museo di personaggi come la femminista e pittrice Frida Kahlo, compagna di
Diego Rivera, e Lev Trotsky, che proprio qui fu assassinato dai sicari di
Stalin).
In ogni città ci sono
monumenti che ricordano i protagonisti delle lotte per l'indipendenza e del
periodo rivoluzionario (Benito Juarez, Francisco Madero etc.).
Una particolare sensazione
ci ha dato il vedere, sempre a Città del Messico, Piazza delle Tre Culture,
dove nel 1968 avvenne, alla vigilia delle Olimpiadi, un episodio drammatico,
con la repressione da parte della polizia di una manifestazione studentesca e
l'uccisione di centinaia di studenti (ed i giochi olimpici si svolsero
regolarmente, come se nulla fosse accaduto).
La realtà sociale messicana - Ma, più che altro, le nostre impressioni si soffermano sulla
realtà sociale che ci siamo trovati intorno, in particolare nella capitale –
nella “città mostro”, come viene definita, a causa dei suoi oltre 20 milioni di
abitanti, del suo traffico, del suo elevatissimo tasso di inquinamento (risulta
essere la città più inquinata del mondo) -.
Mentre da un lato si
hanno i segni evidenti di una società consumista, che assomiglia alla nostra
(con i supermercati, i bei negozi e simili), dall'altro si registra una miseria
grandissima (forse quella verso la quale anche noi siamo avviati, se non si
riuscirà a cambiare le politiche imposte dai grandi poteri finanziari
internazionali), con moltissime persone che chiedono l'elemosina o cercano di
arrangiarsi vendendo qualsiasi cosa in metropolitana, ai semafori, agli angoli
delle strade e, nel contempo, si ha una presenza poliziesca massiccia dovunque,
con tanto di poliziotti muniti di mitra e di corpetto anti-proiettile.
Una società violenta - Siamo in una società violenta in cui un potere istituzionale
corrotto si intreccia con poteri criminali diffusi (ne sappiamo qualcosa anche
in Italia, ma lì la violenza si manifesta con più evidenza).
Ed è una violenza che
ha un'impronta decisamente machista.
Esempi che indicano la
presenza di una violenza diffusa: la metropolitana con i vagoni riservati a
donne e bambini in determinate ore, i frequenti posti di blocco della polizia a
Xalapa.
Segnali in controtendenza – Abbiamo notato però anche dei segnali che connotano in positivo la
situazione, e cioè:
·
l'affermarsi, nonostante il machismo molto presente ad ogni
livello, di realtà lgbt;
·
le manifestazioni di studenti e di altri gruppi – che abbiamo
visto sia a Città del Messico che a Xalapa – contro il potere, con particolare
riferimento alla sparizione di 42 studenti avvenuta qualche mese fa
(manifestazioni con una caratteristica che in Italia conosciamo bene, e cioè
espressioni di una sinistra frammentata e divisa – ciascun gruppo manifesta per
conto suo -);
·
una vita culturale abbastanza vivace.
Politiche di destra - Al Governo c'è la destra, che applica le direttive del Fondo
Monetario Internazionale e degli altri organismi che dominano la scena mondiale
(l'Italia e l'Europa stanno facendo lo stesso).
Nel 1992 è stato
sottoscritto il NAFTA, un accordo di libero scambio, sul piano commerciale, fra
Messico, Stati Uniti e Canada (un accordo che assomiglia a quello in
discussione al Parlamento europeo – il TTIP -, fra Europa e Stati Uniti,
diretto a far prevalere gli interessi delle multinazionali sui diritti della
cittadinanza e dei singoli stati, in nome della libertà di mercato).
L'esperienza del Chapas - Di grande interesse sarebbe stato visitare la regione del Chapas
dove si è sviluppato il Movimento Zapatista, espressione delle comunità
indigene della regione,(è famoso in tutto il mondo il sub-comandante Marcos),
movimento che, dopo aver condotto un conflitto con le armi con il potere
centrale, sta attualmente conducendo interessanti esperienze di auto-governo.
Dovevamo scegliere fra
il Chapas e Cuba ed infine abbiamo scelto Cuba.
Ospitalità e cordialità - L'essere stati ospiti di persone messicane e l'aver vissuto
nelle loro case, e non negli alberghi, ci ha fatto apprezzare il senso
dell'ospitalità e dell'amicizia, la cordialità, il buonumore, che li
caratterizza.
Per questo, per quello
che si è visto e si è cercato di capire, abbiamo un ottimo ricordo del nostro
soggiorno messicano.
b) Cuba, un'esperienza
che cerca di resistere alla globalizzazione neo-liberista
La Repubblica cubana ha
poco più di 11 milioni di abitanti (il 51% meticci, il 37% bianchi, l'11% neri,
1% minoranze etniche) su una superficie di 110.860 kmq.
Sebbene associata al
Sud del mondo, l'isola dal punto di vista demografico si inserisce nel gruppo
dei Paesi sviluppati (nel 2000 l'aspettativa di vita era 78 anni per le donne,
73 per gli uomini).
L'aria diversa di Cuba - A Cuba si respira un'aria diversa. Averla vista dopo aver
vissuto per alcune settimane a Città del Messico ci ha reso ancor più evidente
la sua diversità.
Prima di tutto, non vi
sono, nemmeno a L'Avana, gli ingorghi stradali che costituiscono la norma nella
capitale del Messico (ed anche nelle nostre città).
La prima notte siamo
rimasti sorpresi dalla semi oscurità in cui era avvolta la città (L'Avana,
appunto).
Niente insegne
pubblicitarie e grandi luminarie, ma solo le luci per le strade ed
un'illuminazione più forte per i monumenti più importanti (fra cui il Capitolio
Nacional, realizzato sul modello del Campidoglio di Washinton).
Una povertà dignitosa - Nei successivi giri - per L'Avana, nelle altre città in cui
siamo stati, nelle campagne - abbiamo avuto l'impressione di una notevole
scarsità di quei prodotti così abbondanti da noi, e spesso anche superflui o
male utilizzati (a cominciare dalle auto), di un'austerità in qualche modo
obbligata (a causa del “bloqueo” – dell'embargo imposto dagli Stati Uniti -),
di una povertà diffusa ma dignitosa. Non si hanno segnali evidenti di
diseguaglianze, anche se la povertà complessiva ha livelli diversi (e ci sono
parti della popolazione che stanno assai meglio delle altre – ma su questo ci
soffermeremo successivamente -).
L'Avana, una città affascinante e insolita - L'Avana è molto estesa (ha oltre 2 milioni e mezzo di abitanti) e
si rivela, fin dal primo impatto, come una città affascinante e insolita, in
cui convivono, a stretto contatto, aspetti diversi. Accanto a bellissimi palazzi
dell'epoca coloniale troviamo aree con costruzioni ormai distrutte, o edifici
semi-diroccati e magari ancora abitati, con le strade sempre molto vissute – da
ragazzi che giocano, da persone che parlano, da venditori di frutta e verdure
con i loro carretti – (come molto animati sono gli spazi sopra le abitazioni,
con tetti non spioventi, usati come terrazze, in cui vi sono fiori, orti,
piccioni, polli).
Molto bella è la città
vecchia, che è stata dichiarata dall'UNESCO “patrimonio dell'umanità” e di cui
si sta completando il restauro.
Ma non c'è solo la
parte storica: c'è quella più moderna, degli alberghi e delle ambasciate, delle
periferie con i quartieri popolari, della piazza della Rivoluzione con i suoi
monumenti agli eroi che hanno combattuto per l'indipendenza e contro il regime
di Batista.
Trinidad, Remedios, Santa Clara - Oltre L'Avana, abbiamo visto Trinidad (anch'essa dichiarata
“patrimonio dell'umanità” dall'UNESCO) e Remedios, due splendide cittadine di
stile neo-coloniale che hanno conservato il loro aspetto originario, nonché
Santa Clara, teatro dello scontro decisivo, guidato da Ernesto “Che” Guevara,
per le sorti di Batista (emozionanti il Mausoleo del “Che” e il treno che
ricorda la battaglia sulla ferrovia).
Tutela della salute ed istruzione gratuiti per tutte/i - Anche a Cuba siamo stati ospiti di famiglie (tranne pochi giorni
in albergo) e questo ci ha permesso di parlare con persone cubane (che abbiamo
trovato cordiali, espansive, di grande simpatia ed allegria).
Abbiamo riscontrato un
notevole orgoglio, specialmente nelle persone più anziane che hanno vissuto il
periodo rivoluzionario, per i risultati raggiunti nei settori sanitario ed
educativo (tutela della salute ed istruzione, fino all'Università, garantiti
gratuitamente a tutte/i).
Una situazione che può diventare dirompente – Il fatto che esistano attualmente due monete (il peso convertibile
– CUC –, che è utilizzato dai turisti, e il peso normale). Il peso
convertibile, il cui valore è assimilabile a quello del dollaro o dell'euro,
vale 25 pesos normali.
Se ne deduce che coloro
che sono dentro il giro turistico (in aumento, specialmente, dopo le recenti
aperture, quello proveniente dagli Stati Uniti) hanno possibilità di avere un
reddito superiore a quello dei cubani e delle cubane che svolgono altri lavori.
Per avere un termine di
paragone basti pensare che per una camera in una casa noi abbiamo speso 25 CUC
(circa 25 euro) in tutti e due, ed è sicuramente poco, e che uno stipendio di
un medico a Cuba si aggira sui 1000 pesos (ossia 40 CUC).
Tutto ciò comporta una
crescente divaricazione fra chi, appunto, ha a che fare con i turisti (quelli
che affittano le camere, quelli delle agenzie e degli alberghi, i taxisti e
simili) e chi invece non ha questa possibilità.
Ciò, alla lunga (se non
si riesce a tornare alla moneta unica, com'è nei programmi del Governo), può
portare a notevoli diseguaglianze ed inconvenienti.
Già ora porta chi abita
nelle città grandi, e turistiche, a cercare d'inserirsi con vari sistemi, anche
fastidiosi, nel giro dei turisti.
Lo sviluppo di strutture per i turisti – Nel nostro breve soggiorno cubano abbiamo rilevato anche uno
sviluppo notevole di strutture, anche di stile consumistico, per i turisti.
Anzi, per quattro giorni ne abbiamo fatto un'esperienza diretta (in un albergo
in una splendida isoletta – le bellezze naturali sono un altro aspetto che ci
fanno dire, con la canzone “Oh! que linda es Cuba!” - ed in uno dei migliori
alberghi de L'Avana, a spese della Compagnia aerea cubana, in seguito della
mancata partenza dell'aereo che ci avrebbe dovuto riportare a Città del Messico
– siamo poi partiti il giorno dopo -).
Aspetti critici – Ci sono anche, a
parer nostro, degli aspetti critici nella situazione cubana.
Si avverte un clima di
regime, nella mancanza di organi d'informazione liberi (gli unici venduti per
le strade, di solito da persone anziane, sono il quotidiano “Granma”, una
specie di bollettino del Partito Comunista Cubano, ed altri periodici delle
organizzazioni politiche e sociali ufficiali).
Inoltre, le frasi, in
genere di Fidel, riprodotte un po' dappertutto, ci ricordano le scritte sui
muri dettate da Mussolini durante il fascismo [anche se, naturalmente, le
parole di Fidel sono altra cosa rispetto a quelle deliranti di Mussolini].
La democrazia consiste
a Cuba nell'elezione di delegati a livello di quartiere etc., ma non prevede
(anche a causa dell'azione, anche criminale – basti ricordare la tentata
invasione che prende il nome dal luogo dello sbarco, la Baia dei Porci - volta
a ribaltare l'ordinamento attuale da parte degli Stati Uniti e dei fuorusciti
cubani) opzioni politiche diverse che si confrontino pubblicamente.
Ha invece una presenza
attiva la Chiesa cattolica, che al momento sta svolgendo un'opera di pressione
per lo sviluppo di rapporti di vicinato fra Cuba e Stati Uniti e la fine del
“bloqueo”.
Un'ulteriore nota
riguarda la polizia cubana, sorridente ed amichevole, a differenza di quella
grintosa messicana.
In conclusione, Cuba ci
appare come un paese con evidenti contraddizioni e difficoltà, ma in cui, tutto
sommato, sarebbe bello vivere.
Messico
e nuvole
Lei
è bella, lo so
è
passato del tempo e io
ce
l'ho nel sangue ancor…
e
vorrei e vorrei
ritornare
laggiù da lei,
ma
so che non andrò
questi
son sentimenti di contrabbando
meglio
star qui seduto
guardare
il cielo davanti a me…
Messico
e nuvole,
la
faccia triste dell'America
e
il vento suona la sua armonica
che
voglia di piangere ho…
Intorno
a lei, intorno a lei
una
chitarra risuonerà
per
tanto tempo ancor…
è
il mio amore per lei
che
i suoi passi accompagnerà
nel
bene e nel dolor…
questi
son sentimenti di contrabbando
meglio
star qui seduto
guardare
il cielo davanti a me…
Messico
e nuvole…
Chi
lo sa come fa
quella
gente che va fin lá
a
pronunciare un sì, ma…
mentre
sa che è già
provvisorio
l'amore che
c'è,
si, ma forse no…
queste
son situazioni di contrabbando
meglio
star qui seduto
guardare
il cielo davanti a me…
Messico
e nuvole
Paolo Conte
PREGHIERA
EUCARISTICA
Esprimiamo
la fede,
qualunque
sia la fede di ognuno di noi,
con
le parole di un testimone attuale della resurrezione,
ucciso
in Salvador proprio per questa sua testimonianza,
eco
fedele delle aspirazioni di quella parte del popolo
impegnata
nella liberazione:
Gesù
fu ucciso per la vita storica che condusse,
come
distruttore dell'ordine ingiusto,
religioso,
politico e sociale.
Il
Vangelo è una testimonianza della continuità della vita con la morte.
E’
la vita di Gesù che dà significato alla sua morte.
Perciò
c'è da chiedersi chi continua a realizzare nella storia
ciò
che fu la vita e la morte di Gesù...
E’
scandaloso proporre i bisognosi, gli oppressi, gli emarginati,
come
salvezza del mondo.
E’
scandaloso a molti credenti ed è scandaloso anche per coloro
che
cercano la liberazione storica.
E’
facile vedere gli oppressi, i bisognosi, gli emarginati
come
coloro che chiedono di essere salvati e liberati,
ma
non è considerato politicamente corretto vederli come salvatori e liberatori.
Tutta
la storia è come racchiusa per noi
in
questo gesto semplice dello spartire il pane
facendo
la memoria della vita – morte - resurrezione di Gesù.
La
sera prima di essere ucciso, mentre sedeva a tavola con i suoi,
prese
del pane, lo spezzò, lo distribuì loro dicendo:
“questo
è il mio corpo; prendete e mangiatene tutti”.
Poi,
preso un bicchiere, rese grazie e lo diede loro dicendo:
questo
è il mio sangue sparso per tutti i popoli.
Ed
oggi, lo Spirito trasformi la memoria che fonda la nostra ricerca di fede
nella
presenza di ogni testimonianza,
di
ogni gesto,
di
ogni tentativo umano,
che
possano aiutarci a capire chi continua a realizzare
nella
storia attuale ciò che fu la vita e la morte di Gesù...
e
ci sostenga nell’impegno solidale.