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venerdì 5 giugno 2009

Il Vaticano brucerà

Per autocombustione


 4 giugno 2009


Il Comitato Insegnanti Evangelici esprime piena solidarietà al collega Alberto Marani dell'Istituto Righi di Cesena, sospeso per aver fatto un'indagine sull'orientamento religioso degli alunni.


L'episodio del professor Alberto Marani, come l'altro del prof. Coppoli di Terni, non vanno considerati come casi personali di insegnanti idealisti (o ideologizzati), ma come l'espressione di un serio problema sociale, che vede la democrazia e la libertà minacciate e attaccate nel nostro paese come nelle nostre scuole. 


Merita un pensierino il fatto che la religione cattolica maggioritaria non tolleri di essere nemmeno "sfiorata" da un eventuale dissenso. La dice lunga sulla sua sbandierata "tolleranza", ma anche sulla sua interna fragilità e debolezza, che non le consente di sussistere se non ricorrendo al potere repressivo delle istituzioni.


Il Direttivo del C.I.E.I.


ciei.segreteria@fastwebnet.it


www.ciei-it.org


Tullio Monti


Coordinatore


Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni


CF 97663330013


Sede legale: via Avigliana 42, 10138 Torino


Tel. e fax: 011-4341952


Sede operativa: via San Massimo 7, 10123 Torino


Tel. e fax: 011-2422979


e-mail: info@torinolaica.it


sito: www.torinolaica.it

Il Vaticano brucerà

Per autocombustione


 4 giugno 2009


Il Comitato Insegnanti Evangelici esprime piena solidarietà al collega Alberto Marani dell'Istituto Righi di Cesena, sospeso per aver fatto un'indagine sull'orientamento religioso degli alunni.


L'episodio del professor Alberto Marani, come l'altro del prof. Coppoli di Terni, non vanno considerati come casi personali di insegnanti idealisti (o ideologizzati), ma come l'espressione di un serio problema sociale, che vede la democrazia e la libertà minacciate e attaccate nel nostro paese come nelle nostre scuole. 


Merita un pensierino il fatto che la religione cattolica maggioritaria non tolleri di essere nemmeno "sfiorata" da un eventuale dissenso. La dice lunga sulla sua sbandierata "tolleranza", ma anche sulla sua interna fragilità e debolezza, che non le consente di sussistere se non ricorrendo al potere repressivo delle istituzioni.


Il Direttivo del C.I.E.I.


ciei.segreteria@fastwebnet.it


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Tullio Monti


Coordinatore


Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni


CF 97663330013


Sede legale: via Avigliana 42, 10138 Torino


Tel. e fax: 011-4341952


Sede operativa: via San Massimo 7, 10123 Torino


Tel. e fax: 011-2422979


e-mail: info@torinolaica.it


sito: www.torinolaica.it

L’unto del Signore

QUEL PATTO SEGRETO TRA LA DESTRA E LA CHIESA

Alberto Statera 


da La Repubblica 2 giugno 2009


 I retroscena dei rapporti tra Berlusconi e Ratzinger nel nuovo libro di Pinotti e Gümpel


Si chiama "L’unto del Signore" E rivela i legami tra il Governo e il Vaticano. Sanciti alla presenza di Letta e Bertone in un incontro del 5 giugno 2008


L'unto del Signore, come si autodefinì una volta, non è mai stato l´idealtipo del buon cattolico praticante. Ma quel 5 giugno 2008, con la regia del gentiluomo di Sua Santità Gianni Letta e del segretario di Stato Tarcisio Bertone, Silvio Berlusconi e Joseph Alois Ratzinger siglarono un patto d´acciaio tra il governo italiano in carica da un mese e il papato. Passato un anno, quel patto difensivo-offensivo ha già dato risultati straordinari per i contraenti, tanto da indurre il presidente della Camera Gianfranco Fini a tentare di smarcarsi dal berlusconismo anche in nome della laicità dello Stato.


Non c’è divorzio che possa incrinare quella sorta di nuovo Concordato de facto, nonostante le critiche della Chiesa del Vangelo alla «partnership» delle alte gerarchie con il politico amorale per eccellenza. Quella partnership consolidata recentemente con il Papa, in realtà viene da lontano, come documenta con dovizia di prove un libro-inchiesta di Ferruccio Pinotti e Udo Gümpel, intitolato per l´appunto L´unto del Signore in uscita per la Bur il 3 di giugno (pagg. 299 , euro 12,50) . Viene talmente da lontano da essere ormai indissolubile. Ne è convinto, anche il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga: «Alla Chiesa cattolica - ha detto intervistato dagli autori - che uno vada in chiesa o meno non importa molto: se devo fare un contratto, una società, come amico mi scelgo uno che abbia le mie stesse idee religiose, ma se questo cristiano non capisce nulla di finanza e dall’altra parte c’è un massone che capisce di finanza, con chi crede che faccia la società? La Chiesa guarda al concreto». Berlusconi è cristiano e pure massone (tessera 1816 della P2).


Il giovane Silvio, studi al liceo Sant’Ambrogio dei Salesiani e frequentazione di Torrescalla, residenza universitaria milanese dell’Opus Dei, dove conobbe Marcello dell´Utri, fa i primi passi di imprenditore edile con l’aiuto della Banca Rasini. Investendo una parte dei primi guadagni, fonda la squadra di calcio Torrescalla-Edilnord targata Opus Dei: lui presidente, l´amico palermitano allenatore e il fratello Paolo centravanti.


Alla Rasini il padre Luigi da semplice impiegato è diventato direttore.


Questa banca, con un solo sportello a Milano in piazza dei Mercanti, era alternativamente definita «Vatican bank», «Sportello della mafia» o « Banca di Andreotti». E´ stata in realtà tutte queste cose prima di finire nel 1992 dentro la Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani, l´uomo che sussurrava ad Antonio Fazio, pio governatore della Banca d´Italia e legionario di Cristo.


Dagli anni Sessanta e fino al blitz antimafia del 14 febbraio 1983 che portò all´arresto del direttore Antonio Vecchione, succeduto a Berlusconi senior, e di un gruppo di imprenditori legati ai clan Fidanzati, Bono e Gaeta, era in quello sportello a due passi dal Duomo il crocevia degli interessi di Cosa Nostra e del Vaticano. La maggioranza azionaria era passata dai Rasini a Giuseppe Azzaretto, nato e Misilmeri nei pressi di Palermo, cavaliere di Malta e commendatore del Santo Sepolcro, che aveva nominato presidente Carlo Nasalli Rocca, anche lui cavaliere di Malta e fratello del cardinale Mario Nasalli Rocca.


Ma si diceva che l´effettivo controllo fosse di Giulio Andreotti, come conferma Ezio Cartotto, ex dirigente democristiano che con Dell´Utri partecipò alla fondazione di Forza Italia. Interpellato da Pinotti e Gümpel, Dario Azzaretto racconta: «Andreotti è stato per la mia famiglia un grande amico e lo è tuttora», tanto che per anni ha trascorso le vacanze nella loro villa in Costa Azzurra.


Ma i misteri della Rasini, passata negli anni Ottanta anche per le mani dell´imprenditore andreottiano Nino Rovelli, non sono finiti qui. Dietro c´erano tre fiduciarie basate in Liechtenstein e amministrate dal gentiluomo di Sua Santità e gran croce dell´Ordine papale di San Gregorio Herbert Batliner, re dell´offshore, gnomo degli gnomi plurinquisito, che nel 2006 regalò un organo del valore di 730 mila euro a papa Ratzinger.


C´era anche Berlusconi in quelle tre fiduciarie? «Non mi pare - risponde Dario Azzaretto - che Berlusconi o parenti di Berlusconi o persone vicine a Berlusconi avessero partecipazioni in società che si potevano riferire alla banca». Le sue operazioni con la Rasini - aggiunge - avvenivano tramite Armando Minna, membro del collegio dei sindaci e amministratore di alcune holding berlusconiane registrate come saloni di bellezza e parrucchieri.


Ufficialmente è nel 1975, quando i primi inquilini già abitano a Milano 2, che nasce la Fininvest. Ma la ricerca certosina degli autori dell´Unto del signore la retrodata di almeno un anno, quando una Fininvest Ltd-Grand Cayman compare tra le società partecipate da Capitalfin, controllata a sua volta dal Banco Ambrosiano di Roberto Calvi e dall´Istituto per le Opere di Religione.


Ciò che coincide con quanto dichiarato dal figlio del banchiere piduista trovato morto a Londra nel 1982 sui soldi misteriosi con cui venne costituita la Fininvest. Carlo Calvi racconta tra l´altro che il padre, in una riunione del dicembre 1976 alle Bahamas cui era presente anche il cardinal Marcinkus, lo prese sottobraccio e gli sussurrò: «Finanzieremo le attività televisive di Silvio Berlusconi».


Storia antica, ma significativa del vero miracolo compiuto da Berlusconi: quello di avere sempre con sé il Vaticano, nonostante la sua storia personale. Al punto, diventato presidente del Consiglio, da dividere l´Italia tra due sovranità che si contendono il paese: quella della Chiesa e quella del declinante Stato laico.


Racconta ancora Cartotto: «Dell´Utri mi invitò a una convention di Publitalia a Montecarlo. Arrivammo nel principato con l´aereo aziendale. Su quell´aereo c´eravamo io, il professor Torno e monsignor Gianfranco Ravasi. Sono convinto che Berlusconi abbia cominciato a pensare all´ipotesi di scendere in campo nell´autunno del 1992, proprio in occasione di quella convention. Silvio fece un discorso nel quale rilevava che il clima politico si stava facendo pesante. Disse che gli amici perdevano potere, che i nemici ne conquistavano e l´azienda doveva attendersi momenti difficili».


Decisa infine la «discesa in campo», i rapporti col Vaticano divennero quasi un´ossessione: «Posso dire di aver avuto un piccolo ruolo anche io», vanta Cartotto: «Organizzai un incontro tra Bertone e Aldo Brancher, un ex sacerdote che ora è uno degli uomini più importanti di Forza Italia, quando il cardinale non conosceva ancora il gruppo berlusconiano. Poi Brancher lasciò il passo a Letta soprattutto nel momento in cui Bertone divenne segretario di Stato». Il cardinale Silvio Oddi, per trent´anni prefetto della Congregazione per il clero, assolse prontamente il Berlusconi politico dal peccato del primo divorzio. Il cardinale Camillo Ruini avallò.


Il 30 giugno 2008, tre settimane dopo l´incontro Ratzinger - Berlusconi, il governo confeziona il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche che prevede una disciplina ad hoc per gli ecclesiastici. Se si intercetta un prete bisognerà avvertire il suo vescovo, se si intercetta il vescovo il segretario di Stato vaticano. E se si intercetta il papa? Opzione non prevista.

L’unto del Signore

QUEL PATTO SEGRETO TRA LA DESTRA E LA CHIESA

Alberto Statera 


da La Repubblica 2 giugno 2009


 I retroscena dei rapporti tra Berlusconi e Ratzinger nel nuovo libro di Pinotti e Gümpel


Si chiama "L’unto del Signore" E rivela i legami tra il Governo e il Vaticano. Sanciti alla presenza di Letta e Bertone in un incontro del 5 giugno 2008


L'unto del Signore, come si autodefinì una volta, non è mai stato l´idealtipo del buon cattolico praticante. Ma quel 5 giugno 2008, con la regia del gentiluomo di Sua Santità Gianni Letta e del segretario di Stato Tarcisio Bertone, Silvio Berlusconi e Joseph Alois Ratzinger siglarono un patto d´acciaio tra il governo italiano in carica da un mese e il papato. Passato un anno, quel patto difensivo-offensivo ha già dato risultati straordinari per i contraenti, tanto da indurre il presidente della Camera Gianfranco Fini a tentare di smarcarsi dal berlusconismo anche in nome della laicità dello Stato.


Non c’è divorzio che possa incrinare quella sorta di nuovo Concordato de facto, nonostante le critiche della Chiesa del Vangelo alla «partnership» delle alte gerarchie con il politico amorale per eccellenza. Quella partnership consolidata recentemente con il Papa, in realtà viene da lontano, come documenta con dovizia di prove un libro-inchiesta di Ferruccio Pinotti e Udo Gümpel, intitolato per l´appunto L´unto del Signore in uscita per la Bur il 3 di giugno (pagg. 299 , euro 12,50) . Viene talmente da lontano da essere ormai indissolubile. Ne è convinto, anche il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga: «Alla Chiesa cattolica - ha detto intervistato dagli autori - che uno vada in chiesa o meno non importa molto: se devo fare un contratto, una società, come amico mi scelgo uno che abbia le mie stesse idee religiose, ma se questo cristiano non capisce nulla di finanza e dall’altra parte c’è un massone che capisce di finanza, con chi crede che faccia la società? La Chiesa guarda al concreto». Berlusconi è cristiano e pure massone (tessera 1816 della P2).


Il giovane Silvio, studi al liceo Sant’Ambrogio dei Salesiani e frequentazione di Torrescalla, residenza universitaria milanese dell’Opus Dei, dove conobbe Marcello dell´Utri, fa i primi passi di imprenditore edile con l’aiuto della Banca Rasini. Investendo una parte dei primi guadagni, fonda la squadra di calcio Torrescalla-Edilnord targata Opus Dei: lui presidente, l´amico palermitano allenatore e il fratello Paolo centravanti.


Alla Rasini il padre Luigi da semplice impiegato è diventato direttore.


Questa banca, con un solo sportello a Milano in piazza dei Mercanti, era alternativamente definita «Vatican bank», «Sportello della mafia» o « Banca di Andreotti». E´ stata in realtà tutte queste cose prima di finire nel 1992 dentro la Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani, l´uomo che sussurrava ad Antonio Fazio, pio governatore della Banca d´Italia e legionario di Cristo.


Dagli anni Sessanta e fino al blitz antimafia del 14 febbraio 1983 che portò all´arresto del direttore Antonio Vecchione, succeduto a Berlusconi senior, e di un gruppo di imprenditori legati ai clan Fidanzati, Bono e Gaeta, era in quello sportello a due passi dal Duomo il crocevia degli interessi di Cosa Nostra e del Vaticano. La maggioranza azionaria era passata dai Rasini a Giuseppe Azzaretto, nato e Misilmeri nei pressi di Palermo, cavaliere di Malta e commendatore del Santo Sepolcro, che aveva nominato presidente Carlo Nasalli Rocca, anche lui cavaliere di Malta e fratello del cardinale Mario Nasalli Rocca.


Ma si diceva che l´effettivo controllo fosse di Giulio Andreotti, come conferma Ezio Cartotto, ex dirigente democristiano che con Dell´Utri partecipò alla fondazione di Forza Italia. Interpellato da Pinotti e Gümpel, Dario Azzaretto racconta: «Andreotti è stato per la mia famiglia un grande amico e lo è tuttora», tanto che per anni ha trascorso le vacanze nella loro villa in Costa Azzurra.


Ma i misteri della Rasini, passata negli anni Ottanta anche per le mani dell´imprenditore andreottiano Nino Rovelli, non sono finiti qui. Dietro c´erano tre fiduciarie basate in Liechtenstein e amministrate dal gentiluomo di Sua Santità e gran croce dell´Ordine papale di San Gregorio Herbert Batliner, re dell´offshore, gnomo degli gnomi plurinquisito, che nel 2006 regalò un organo del valore di 730 mila euro a papa Ratzinger.


C´era anche Berlusconi in quelle tre fiduciarie? «Non mi pare - risponde Dario Azzaretto - che Berlusconi o parenti di Berlusconi o persone vicine a Berlusconi avessero partecipazioni in società che si potevano riferire alla banca». Le sue operazioni con la Rasini - aggiunge - avvenivano tramite Armando Minna, membro del collegio dei sindaci e amministratore di alcune holding berlusconiane registrate come saloni di bellezza e parrucchieri.


Ufficialmente è nel 1975, quando i primi inquilini già abitano a Milano 2, che nasce la Fininvest. Ma la ricerca certosina degli autori dell´Unto del signore la retrodata di almeno un anno, quando una Fininvest Ltd-Grand Cayman compare tra le società partecipate da Capitalfin, controllata a sua volta dal Banco Ambrosiano di Roberto Calvi e dall´Istituto per le Opere di Religione.


Ciò che coincide con quanto dichiarato dal figlio del banchiere piduista trovato morto a Londra nel 1982 sui soldi misteriosi con cui venne costituita la Fininvest. Carlo Calvi racconta tra l´altro che il padre, in una riunione del dicembre 1976 alle Bahamas cui era presente anche il cardinal Marcinkus, lo prese sottobraccio e gli sussurrò: «Finanzieremo le attività televisive di Silvio Berlusconi».


Storia antica, ma significativa del vero miracolo compiuto da Berlusconi: quello di avere sempre con sé il Vaticano, nonostante la sua storia personale. Al punto, diventato presidente del Consiglio, da dividere l´Italia tra due sovranità che si contendono il paese: quella della Chiesa e quella del declinante Stato laico.


Racconta ancora Cartotto: «Dell´Utri mi invitò a una convention di Publitalia a Montecarlo. Arrivammo nel principato con l´aereo aziendale. Su quell´aereo c´eravamo io, il professor Torno e monsignor Gianfranco Ravasi. Sono convinto che Berlusconi abbia cominciato a pensare all´ipotesi di scendere in campo nell´autunno del 1992, proprio in occasione di quella convention. Silvio fece un discorso nel quale rilevava che il clima politico si stava facendo pesante. Disse che gli amici perdevano potere, che i nemici ne conquistavano e l´azienda doveva attendersi momenti difficili».


Decisa infine la «discesa in campo», i rapporti col Vaticano divennero quasi un´ossessione: «Posso dire di aver avuto un piccolo ruolo anche io», vanta Cartotto: «Organizzai un incontro tra Bertone e Aldo Brancher, un ex sacerdote che ora è uno degli uomini più importanti di Forza Italia, quando il cardinale non conosceva ancora il gruppo berlusconiano. Poi Brancher lasciò il passo a Letta soprattutto nel momento in cui Bertone divenne segretario di Stato». Il cardinale Silvio Oddi, per trent´anni prefetto della Congregazione per il clero, assolse prontamente il Berlusconi politico dal peccato del primo divorzio. Il cardinale Camillo Ruini avallò.


Il 30 giugno 2008, tre settimane dopo l´incontro Ratzinger - Berlusconi, il governo confeziona il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche che prevede una disciplina ad hoc per gli ecclesiastici. Se si intercetta un prete bisognerà avvertire il suo vescovo, se si intercetta il vescovo il segretario di Stato vaticano. E se si intercetta il papa? Opzione non prevista.

mercoledì 3 giugno 2009

Vaticano SpA




Diventa fan di Vaticano S.p.A. su Facebook


L'Italia del dopoguerra si può comprendere solo attraverso gli intrecci tra Mafia, Massoneria, Vaticano e parti deviate dello Stato. Quattro mondi che si incrociano nelle vicende più oscure della nostra Repubblica. Il libro: "Vaticano S.p.A." grazie all'accesso, quasi casuale, a un archivio sterminato di documenti ufficiali spiega per la prima volta il ruolo dello IOR nella prima e nella seconda Repubblica.

Passi dal libro "Vaticano S.p.A.":

"...Paolo VI affida il trasferimento all'estero delle partecipazioni a un sacerdote e a un laico...già conosciuto da Montini quando era arcivescovo di Milano. Si chiama
Michele Sindona. Porta i capitali della mafia. Il sacerdote che mastica di finanza ed è amico degli Usa si chiama Paul Marcinkus... E' lo stesso Sindona a presentare a Marcinkus il banchiere Roberto Calvi... I tre arrivano a manipolare gli andamenti della Borsa di Milano con le società del Vaticano che finiscono a Calvi via Sindona... Viene eletto papa il patriarca di Venezia Albino Luciani, uomo di altissimo rigore morale... il giornalista Mino Pecorelli pubblica i 121 nomi di esponenti vaticani che sarebbero affiliati alla massoneria... Luciani intende far piazza pulita allo IOR e trasferire tutti: Marcinkus, de Bonis, Mennini, de Strobel. Lo confida al segretario di Stato Jean Villot la sera del 28 settembre 1978. La mattina dopo il corpo senza vita di Giovanni Paolo I viene rinvenuto nel suo letto... Karol Wojtyla recupera la politica di Paolo VI e assicura a Marcinkus la continuità sull'indirizzo finanziario.. L'Ambrosiano di Calvi rischia il crack... si scopre che i crediti dell'Ambrosiano riguardano le società estere legate allo IOR... Il ministro del Tesoro Andreatta dispone la liquidazione del Banco Ambrosiano... Marcinkus gode della protezione incondizionata di Giovanni Paolo II... dovuta soprattutto ai fondi per oltre 100 milioni di dollari che il Vaticano inviò al sindacato polacco Solidarnosc... Triplice mandato di cattura, emesso il 20 febbraio 1987 dalla magistratura milanese contro Marcinkus e i dirigenti dello IOR Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel..."



"Si può vivere in questo mondo senza preoccuparsi del denaro? Non si può dirigere la Chiesa con le Avemarie"

(Monsignor Paul Marcinkus, presidente dello IOR)

"Non potete servire contemporaneamente Dio e Mammona"

(Gesù, Vangeli di Matteo 6,24 e Luca 16,13)


Sommario:

L'Archivio di Mons. Dardozzi

Firma autorizzata: Giulio Andreotti

Delitto in Vaticano?

Il Paradiso (fiscale) in Terra


Testo:


L'Archivio di Mons. Dardozzi

"Blog: Gianluigi Nuzzi autore di Vaticano S.p.a. edito da Chiarelettere. Un libro che sta facendo discutere. Che cosa hai scoperto di questo Vaticano?


G.Nuzzi: emergono le finanze occulte del Vaticano. E' un viaggio tramite atti, documenti interni della santa sede negli affari più imbarazzanti e nascosti dell'Istituto opere di religione, che è la banca del papa. Questo viaggio avviene grazie ad un archivio. Un archivio di monsignor Renato Dardozzi, che è stato prima il consigliere del cardinale Casaroli, poi del segretario di Stato Sodano e doveva proprio occuparsi di sistemare raddrizzare le vicende più tormentate della santa sede.  

Monsignor Dardozzi ha raccolto del materiale. Ha raccolto documenti bancari dello Ior che raccontano storie di tangenti, storie di soldi dell'eredità, di soldi che dovevano andare per le commemorazioni dei defunti. E ha fatto un archivio di circa 5 mila documenti, che ha lasciato in eredità affinché dopo qualche anno dalla sua morte diventassero pubblici. Io ho avuto la fortuna di avere a disposizione questo archivio che i custodi mi hanno dato e io ho fatto un lavoro di ricerca perché questi documenti raccontano come si è sviluppato, dopo Marcinkus, un sistema di conti segreto all'interno dello Ior, intestato fittiziamente a delle fondazioni benefiche per la lotta alla leucemia, per aiutare i bambini poveri, che benefiche erano solo sulla carta perché in realtà questi conti e queste fondazioni venivano utilizzate o per proteggere clienti eccellenti, intoccabili, oppure per far transitare soldi di tangenti. Un fiume di denaro arriva su questi conti parliamo di circa 260 milioni di euro di oggi in pochissimi anni, con la dovuta rivalutazione, in contanti e poi vengono distribuiti fra paradisi fiscali, conti a Montecarlo... Andando a vedere poi chi erano i reali titolari di questi conti vengono fuori dei nomi sorprendenti! Nella documentazione dell'archivio Dardozzi si usano e si preferiscono usare dei nomi in codice. Allora c'era Ancona, omissis, Siena, Roma perché anche in queste documentazioni riservate si cercava di proteggere i nomi di questi clienti importanti.


Firma autorizzata: Giulio Andreotti

La fondazione del cardinale Francis Spellmann, parliamo di circa 40 miliardi di movimentazione in pochissimi anni, la firma autorizzata: GIULIO ANDREOTTI.

Quando i magistrati di Milano nel 1993 bussano al portone di bronzo per sapere dove era finita la tangente Enimont, che era nel maxi processo di Mani pulite, una tangente pagata a tutti i partiti della prima Repubblica per concludere il divorzio tra Eni e Montedison. Ebbene quando i magistrati di Milano vanno lì e chiedono come mai parte di questa tangente è finita allo Ior, dove è andata ecco l'archivio Dardozzi racconta delle verità che noi non sapevamo!

Racconta come all'interno del Vaticano si sono attrezzati per depistare le indagini di Mani pulite, per fornire loro delle risposte parziali e fuorvianti, per soprattutto proteggere alcuni conti visto che per esempio Andreotti era, all'epoca, candidato alla presidenza della Repubblica. E poi questa è una storia della tangente Enimont, del depistaggio... c'è una frase su un fax che mi è rimasta impressa. Si dice tra un cardinale e uno degli avvocati che li stava seguendo: "mi raccomando! non diciamo tutto ai magistrati per, tra virgolette, non indurli in tentazione..." ecco io non so cosa sia la tentazione ognuno ha la sua visione laica, cattolica, religiosa, certo di tentazioni lì ce n'erano molte perché il denaro raccoglie gli interessi ovviamente di ogni tipo.

Marcinkus diceva che la chiesa non si amministra con l'Ave Maria. 

Aveva ragione! La chiesa deve avere un suo potere finanziario, deve avere una sua gestione per fare anche del bene. Ecco io racconto invece il bene che non è stato fatto. Questo non è un libro contro la chiesa, è un libro di documenti, non va per tesi. E' un libro che racconta storie di denaro sporco, perché la parola riciclaggio non la utilizzo a caso, la utilizzano loro nella loro corrispondenza con la segreteria di Stato.

E poi  c'è un altro aspetto che è inquietante secondo me. E' che quando si accorgono all'interno di questo malcostume istituiscono una commissione segreta per andare a scoprire la profondità di questo Ior parallelo no?  

Chiamiamolo come bisogna chiamarlo. Scavano, indagano e fanno una relazione. Siamo nel febbraio '92. Questa relazione Angelo Caloia presidente dello Ior, la spedisce a Dziwiscz che all'epoca era il segretario di papa Wojtila. Quindi immagino che fosse per il papa evidentemente. Non accade assolutamente nulla!  

Questi personaggi non vengono rimossi, non vengono spostati, non vengono segnalati. Fino al marzo '93 quando Enimont comincia a gorgogliare, comincia a diventare un problema giudiziario il Vaticano non adotta nessuna contromisura. 


Delitto in Vaticano?

Blog: c'è un papa che voleva rimuovere Marcinkus che è campato solo 33 giorni. 

 

G.NUZZI: Sì, secondo David Yallop autore di uno splendido libro che si intitola "In nome di Dio" ritiene che papa Luciani sia stato ucciso perché voleva rimuovere tutta una serie di personaggi. Ecco, uno di questi personaggi è l'uomo protagonista del mio libro cioè Donato De Bonis, segretario di Marcinkus. Lui costruisce questo sistema di conti occulti, fa transitare questi soldi, protegge la famiglia Ferruzzi, questi avevano dei conti criptati allo Ior, presidenti di squadre di calcio nel libro ci sono nomi e cognomi. Rimane talmente impresso nella sua opera che nella sua nativa Pietragalla hanno fatto dei bassorilievi alla chiesa che lo raffigurano in bronzo. 

Magari avrà preferito in oro... questo credo sia permesso di dirlo. 


Blog: da quello che racconti nel libro ne viene fuori uno Ior, quindi un Vaticano roccaforte di evasori fiscali e di... 

 

G.NUZZI: no direi una cosa diversa. Ci sono persone che hanno goduto di fiducia mal riposta. Queste persone hanno fatto scempio della fede e per tutti gli anni '90 il mio libro racconta come ci sia stato uno scontro violentissimo tra fazioni opposte all'interno del Vaticano. Ci sono persone che hanno cercato di fare ordine, ci sono persone che sono state bloccate, ci sono persone illuminate come cardinali che volevano pulizia e chiarezza. Quindi non facciamo come si suo dire di tutta l'erba un fascio. 


Il Paradiso (fiscale) in Terra

Blog: il Vaticano di oggi? 

 

G.NUZZI: il Vaticano di oggi ha una banca all'interno che si chiama sempre Ior, che è presieduta sempre dallo stesso presidente dell'epoca che cercò di fare pulizia seppur con parecchie difficoltà, ed è una banca che non risponde a nessun tipo di controllo. Nel senso che noi abbiamo una banca in piazza San Pietro che non aderisce ad alcuna convenzione antiriciclaggio, che non è sottoposta a nessuna normativa internazionale dell'Unione europea che implica dei sistemi di controllo automatici sui flussi di denaro. Quindi diciamo che è una banca assai appetibile per chi ha desiderio di far transitare soldi poco puliti. Credo che questo nel centro di Roma sia obiettivamente una contraddizione in termini. Anche perché è inimmaginabile pensare che lo Ior finisca in una black list, però obiettivamente è una banca dove basta presentarsi all'ingresso di porta Sant'anna con una ricetta medica per entrare nello Stato Città di Vaticano, arrivare al torrione quinto che è una torre con mura spesse 9 metri che custodisce il forziere dei cardinali. Io non so oggi cosa accade lì dentro perché l'archivio di Dardozzi è molto dettagliato: racconta delle suore Ancelle della divina provvidenza di Bisceglie, sorelle che all'epoca si occupavano dei malati di mente, che avevano un saldo di 55 miliardi di lire sul conto. Come abbiano ottenuto questa somma non lo so, però so che la retta che lo Stato italiano versa per questi matti è di 100 euro a testa. Nessun a inchiesta penale ha mai dimostrato responsabilità di  sottrazione indebita in questo istituto di cura... il libro racconta queste vicende e si spinge - stavo dicendo - fino alla fine degli anni '90 io non ho elementi su quello che è accaduto dopo. Di certo la banca gode di un sistema autoreferenziale di autocontrollo che ovviamente è privilegiato. Infatti quando arriva la rogatoria da Milano dei magistrati di Mani pulite, dai documenti si capisce che in Vaticano quei documenti della magistratura milanese già li avevano! Passati da qualche amico che li voleva mettere a conoscenza prima. 

E chi è sotto scacco giudiziario sa bene che prima si hanno le carte dell'accusa meglio ci si può difendere.  

Sul sito di Chiarelettere c'è la possibilità di consultare i documenti gratuitamente. Affinché ogni internauta si faccia la propria idea. Lo abbiamo voluto fare proprio per far sì anche che ciò che è scritto nel libro abbia un riflesso immediato in questo archivio. Anche perché è la prima volta in assoluto che filtrano dalle mura leonine del Vaticano una quantità così incredibile... non si è mai vista una carta dello Ior e qui abbiamo 5 mila documenti che un patrimonio di informazione che è dovere del giornalista farlo diventare pubblico."

Vaticano SpA




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L'Italia del dopoguerra si può comprendere solo attraverso gli intrecci tra Mafia, Massoneria, Vaticano e parti deviate dello Stato. Quattro mondi che si incrociano nelle vicende più oscure della nostra Repubblica. Il libro: "Vaticano S.p.A." grazie all'accesso, quasi casuale, a un archivio sterminato di documenti ufficiali spiega per la prima volta il ruolo dello IOR nella prima e nella seconda Repubblica.

Passi dal libro "Vaticano S.p.A.":

"...Paolo VI affida il trasferimento all'estero delle partecipazioni a un sacerdote e a un laico...già conosciuto da Montini quando era arcivescovo di Milano. Si chiama
Michele Sindona. Porta i capitali della mafia. Il sacerdote che mastica di finanza ed è amico degli Usa si chiama Paul Marcinkus... E' lo stesso Sindona a presentare a Marcinkus il banchiere Roberto Calvi... I tre arrivano a manipolare gli andamenti della Borsa di Milano con le società del Vaticano che finiscono a Calvi via Sindona... Viene eletto papa il patriarca di Venezia Albino Luciani, uomo di altissimo rigore morale... il giornalista Mino Pecorelli pubblica i 121 nomi di esponenti vaticani che sarebbero affiliati alla massoneria... Luciani intende far piazza pulita allo IOR e trasferire tutti: Marcinkus, de Bonis, Mennini, de Strobel. Lo confida al segretario di Stato Jean Villot la sera del 28 settembre 1978. La mattina dopo il corpo senza vita di Giovanni Paolo I viene rinvenuto nel suo letto... Karol Wojtyla recupera la politica di Paolo VI e assicura a Marcinkus la continuità sull'indirizzo finanziario.. L'Ambrosiano di Calvi rischia il crack... si scopre che i crediti dell'Ambrosiano riguardano le società estere legate allo IOR... Il ministro del Tesoro Andreatta dispone la liquidazione del Banco Ambrosiano... Marcinkus gode della protezione incondizionata di Giovanni Paolo II... dovuta soprattutto ai fondi per oltre 100 milioni di dollari che il Vaticano inviò al sindacato polacco Solidarnosc... Triplice mandato di cattura, emesso il 20 febbraio 1987 dalla magistratura milanese contro Marcinkus e i dirigenti dello IOR Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel..."



"Si può vivere in questo mondo senza preoccuparsi del denaro? Non si può dirigere la Chiesa con le Avemarie"

(Monsignor Paul Marcinkus, presidente dello IOR)

"Non potete servire contemporaneamente Dio e Mammona"

(Gesù, Vangeli di Matteo 6,24 e Luca 16,13)


Sommario:

L'Archivio di Mons. Dardozzi

Firma autorizzata: Giulio Andreotti

Delitto in Vaticano?

Il Paradiso (fiscale) in Terra


Testo:


L'Archivio di Mons. Dardozzi

"Blog: Gianluigi Nuzzi autore di Vaticano S.p.a. edito da Chiarelettere. Un libro che sta facendo discutere. Che cosa hai scoperto di questo Vaticano?


G.Nuzzi: emergono le finanze occulte del Vaticano. E' un viaggio tramite atti, documenti interni della santa sede negli affari più imbarazzanti e nascosti dell'Istituto opere di religione, che è la banca del papa. Questo viaggio avviene grazie ad un archivio. Un archivio di monsignor Renato Dardozzi, che è stato prima il consigliere del cardinale Casaroli, poi del segretario di Stato Sodano e doveva proprio occuparsi di sistemare raddrizzare le vicende più tormentate della santa sede.  

Monsignor Dardozzi ha raccolto del materiale. Ha raccolto documenti bancari dello Ior che raccontano storie di tangenti, storie di soldi dell'eredità, di soldi che dovevano andare per le commemorazioni dei defunti. E ha fatto un archivio di circa 5 mila documenti, che ha lasciato in eredità affinché dopo qualche anno dalla sua morte diventassero pubblici. Io ho avuto la fortuna di avere a disposizione questo archivio che i custodi mi hanno dato e io ho fatto un lavoro di ricerca perché questi documenti raccontano come si è sviluppato, dopo Marcinkus, un sistema di conti segreto all'interno dello Ior, intestato fittiziamente a delle fondazioni benefiche per la lotta alla leucemia, per aiutare i bambini poveri, che benefiche erano solo sulla carta perché in realtà questi conti e queste fondazioni venivano utilizzate o per proteggere clienti eccellenti, intoccabili, oppure per far transitare soldi di tangenti. Un fiume di denaro arriva su questi conti parliamo di circa 260 milioni di euro di oggi in pochissimi anni, con la dovuta rivalutazione, in contanti e poi vengono distribuiti fra paradisi fiscali, conti a Montecarlo... Andando a vedere poi chi erano i reali titolari di questi conti vengono fuori dei nomi sorprendenti! Nella documentazione dell'archivio Dardozzi si usano e si preferiscono usare dei nomi in codice. Allora c'era Ancona, omissis, Siena, Roma perché anche in queste documentazioni riservate si cercava di proteggere i nomi di questi clienti importanti.


Firma autorizzata: Giulio Andreotti

La fondazione del cardinale Francis Spellmann, parliamo di circa 40 miliardi di movimentazione in pochissimi anni, la firma autorizzata: GIULIO ANDREOTTI.

Quando i magistrati di Milano nel 1993 bussano al portone di bronzo per sapere dove era finita la tangente Enimont, che era nel maxi processo di Mani pulite, una tangente pagata a tutti i partiti della prima Repubblica per concludere il divorzio tra Eni e Montedison. Ebbene quando i magistrati di Milano vanno lì e chiedono come mai parte di questa tangente è finita allo Ior, dove è andata ecco l'archivio Dardozzi racconta delle verità che noi non sapevamo!

Racconta come all'interno del Vaticano si sono attrezzati per depistare le indagini di Mani pulite, per fornire loro delle risposte parziali e fuorvianti, per soprattutto proteggere alcuni conti visto che per esempio Andreotti era, all'epoca, candidato alla presidenza della Repubblica. E poi questa è una storia della tangente Enimont, del depistaggio... c'è una frase su un fax che mi è rimasta impressa. Si dice tra un cardinale e uno degli avvocati che li stava seguendo: "mi raccomando! non diciamo tutto ai magistrati per, tra virgolette, non indurli in tentazione..." ecco io non so cosa sia la tentazione ognuno ha la sua visione laica, cattolica, religiosa, certo di tentazioni lì ce n'erano molte perché il denaro raccoglie gli interessi ovviamente di ogni tipo.

Marcinkus diceva che la chiesa non si amministra con l'Ave Maria. 

Aveva ragione! La chiesa deve avere un suo potere finanziario, deve avere una sua gestione per fare anche del bene. Ecco io racconto invece il bene che non è stato fatto. Questo non è un libro contro la chiesa, è un libro di documenti, non va per tesi. E' un libro che racconta storie di denaro sporco, perché la parola riciclaggio non la utilizzo a caso, la utilizzano loro nella loro corrispondenza con la segreteria di Stato.

E poi  c'è un altro aspetto che è inquietante secondo me. E' che quando si accorgono all'interno di questo malcostume istituiscono una commissione segreta per andare a scoprire la profondità di questo Ior parallelo no?  

Chiamiamolo come bisogna chiamarlo. Scavano, indagano e fanno una relazione. Siamo nel febbraio '92. Questa relazione Angelo Caloia presidente dello Ior, la spedisce a Dziwiscz che all'epoca era il segretario di papa Wojtila. Quindi immagino che fosse per il papa evidentemente. Non accade assolutamente nulla!  

Questi personaggi non vengono rimossi, non vengono spostati, non vengono segnalati. Fino al marzo '93 quando Enimont comincia a gorgogliare, comincia a diventare un problema giudiziario il Vaticano non adotta nessuna contromisura. 


Delitto in Vaticano?

Blog: c'è un papa che voleva rimuovere Marcinkus che è campato solo 33 giorni. 

 

G.NUZZI: Sì, secondo David Yallop autore di uno splendido libro che si intitola "In nome di Dio" ritiene che papa Luciani sia stato ucciso perché voleva rimuovere tutta una serie di personaggi. Ecco, uno di questi personaggi è l'uomo protagonista del mio libro cioè Donato De Bonis, segretario di Marcinkus. Lui costruisce questo sistema di conti occulti, fa transitare questi soldi, protegge la famiglia Ferruzzi, questi avevano dei conti criptati allo Ior, presidenti di squadre di calcio nel libro ci sono nomi e cognomi. Rimane talmente impresso nella sua opera che nella sua nativa Pietragalla hanno fatto dei bassorilievi alla chiesa che lo raffigurano in bronzo. 

Magari avrà preferito in oro... questo credo sia permesso di dirlo. 


Blog: da quello che racconti nel libro ne viene fuori uno Ior, quindi un Vaticano roccaforte di evasori fiscali e di... 

 

G.NUZZI: no direi una cosa diversa. Ci sono persone che hanno goduto di fiducia mal riposta. Queste persone hanno fatto scempio della fede e per tutti gli anni '90 il mio libro racconta come ci sia stato uno scontro violentissimo tra fazioni opposte all'interno del Vaticano. Ci sono persone che hanno cercato di fare ordine, ci sono persone che sono state bloccate, ci sono persone illuminate come cardinali che volevano pulizia e chiarezza. Quindi non facciamo come si suo dire di tutta l'erba un fascio. 


Il Paradiso (fiscale) in Terra

Blog: il Vaticano di oggi? 

 

G.NUZZI: il Vaticano di oggi ha una banca all'interno che si chiama sempre Ior, che è presieduta sempre dallo stesso presidente dell'epoca che cercò di fare pulizia seppur con parecchie difficoltà, ed è una banca che non risponde a nessun tipo di controllo. Nel senso che noi abbiamo una banca in piazza San Pietro che non aderisce ad alcuna convenzione antiriciclaggio, che non è sottoposta a nessuna normativa internazionale dell'Unione europea che implica dei sistemi di controllo automatici sui flussi di denaro. Quindi diciamo che è una banca assai appetibile per chi ha desiderio di far transitare soldi poco puliti. Credo che questo nel centro di Roma sia obiettivamente una contraddizione in termini. Anche perché è inimmaginabile pensare che lo Ior finisca in una black list, però obiettivamente è una banca dove basta presentarsi all'ingresso di porta Sant'anna con una ricetta medica per entrare nello Stato Città di Vaticano, arrivare al torrione quinto che è una torre con mura spesse 9 metri che custodisce il forziere dei cardinali. Io non so oggi cosa accade lì dentro perché l'archivio di Dardozzi è molto dettagliato: racconta delle suore Ancelle della divina provvidenza di Bisceglie, sorelle che all'epoca si occupavano dei malati di mente, che avevano un saldo di 55 miliardi di lire sul conto. Come abbiano ottenuto questa somma non lo so, però so che la retta che lo Stato italiano versa per questi matti è di 100 euro a testa. Nessun a inchiesta penale ha mai dimostrato responsabilità di  sottrazione indebita in questo istituto di cura... il libro racconta queste vicende e si spinge - stavo dicendo - fino alla fine degli anni '90 io non ho elementi su quello che è accaduto dopo. Di certo la banca gode di un sistema autoreferenziale di autocontrollo che ovviamente è privilegiato. Infatti quando arriva la rogatoria da Milano dei magistrati di Mani pulite, dai documenti si capisce che in Vaticano quei documenti della magistratura milanese già li avevano! Passati da qualche amico che li voleva mettere a conoscenza prima. 

E chi è sotto scacco giudiziario sa bene che prima si hanno le carte dell'accusa meglio ci si può difendere.  

Sul sito di Chiarelettere c'è la possibilità di consultare i documenti gratuitamente. Affinché ogni internauta si faccia la propria idea. Lo abbiamo voluto fare proprio per far sì anche che ciò che è scritto nel libro abbia un riflesso immediato in questo archivio. Anche perché è la prima volta in assoluto che filtrano dalle mura leonine del Vaticano una quantità così incredibile... non si è mai vista una carta dello Ior e qui abbiamo 5 mila documenti che un patrimonio di informazione che è dovere del giornalista farlo diventare pubblico."