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venerdì 27 maggio 2011

Stragismo e baratro economico-politico


Quella strategia che non si vede



 



Ormai il calendario non ha quasi più giorni da dedicare agli anniversari delle stragi che, in questi ultimi cinquant’anni, hanno dilaniato e insanguinato le piazze e le strade d'Italia. Di un'Italia che cercava varchi di speranza per l'intreccio fra utopia - vita quotidiana - politica.



Ma se il calendario è zeppo, al contrario è vuota la mappa delle responsabilità dei veri mandanti. Il freddo buio tiene aperte le ferite e fresco il sangue versato.



"Niente cambiamento" - ci hanno detto le bombe, da quella di piazza Fontana a quella degli Uffizi. "Niente cambiamento" - ci hanno detto, in senso solo apparentemente opposto, gli assassini mirati, compreso quello di Moro. “Niente cambiamento” ci ha detto la bomba fatta esplodere da mano mafiosa nel freddo delle stradine e chiassi senza mai sole, fra piazza Signoria e l'Arno, a Firenze, in via Lambertesca, via dei Georgofili, chiasso Baroncelli, chiasso del Buco..., la notte fra il 26 il 27 maggio 1993.



“Da allora sono passati diciotto anni, i responsabili materiali sono stati consegnati alla giustizia, ma la volontà di fare luce sulle ombre che ancora permangono resta intatta”, è scritto nel depliant che annuncia le numerose iniziative per commemorare la strage di Firenze.



E’ carente però in queste commemorazioni il collegamento fra la strage fiorentina e le altre che hanno insanguinato l’Italia e il mondo. E soprattutto il legame fra lo stragismo e l’attuale baratro economico-politico in cui stiamo precipitando.



Il golpismo stragista italiano così come  il golpismo militare sanguinario latinoamericano sono parte di un'unica strategia: creare in tutto il mondo le migliori condizioni per la nuova affermazione del neoliberismo mercantile. Vita, libertà e mercato s'identificato per la cultura neoliberista. La cultura della solidarietà e dei diritti sociali, come diritti umani universali inalienabili, in quanto ostacola il libero svilupparsi del mercato è un gravissimo attentato alla vita e alla libertà. La centralità del lavoro è una bestemmia e lo stato sociale è la cura pietosa che può incancrenire la piaga. E' talmente decisiva l'affermazione del libero mercato a livello planetario che tutti i mezzi sono leciti per il nobile scopo.



Claudio Annunziata, pubblico ministero che ha istruito a Bologna la prima fase delle indagini di alcuni processi in materia di stragi, scrive nella Prefazione al libro "Il terrorismo e le sue maschere" curato dall'Associazione dei familiari delle vittime per stragi (Ed. Pentragon, Bologna 1996): "Chi ha organizzato ed eseguito le stragi ha nel proprio patrimonio ideologico un odio profondo verso il genere umano, verso i suoi sentimenti di solidarietà, verso la sua disponibilità a confrontarsi con qualsiasi libera espressione del pensiero e a pervenire a una scelta politica attraverso il ricorso agli istituti democratici".



Golpismo, violenza stragista, repressione istituzionale dei movimenti di socialità dal basso hanno insanguinato il mondo, incatenato la società intera costringendola in un clima oppressivo di paura, per consolidare e assicurare le scelte politiche moderate o involutive. Tale strategia ha raggiunto in gran parte il suo scopo ed è in agguato in ogni piega della società e della politica. Per riaccendere la speranza di un vero cambiamento politico, economico e culturale abbiamo bisogno di luce.



 



 



Per Repubblica Firenze



27 maggio 2011



Enzo Mazzi



venerdì 20 maggio 2011

Elezioni e relatività della politica


Questa carica emotiva di sapore quasi apocalittico con cui si è indotti ancora una volta a vivere la competizione elettorale coinvolge con una tale pesantezza che si rischia di perdere il senso della relatività della politica. Conviene forse dedicarvi qualche riflessione.



Mi viene di paragonare le elezioni, così come vengono vissute, a un "buco nero siderale" che ingoia energia, senso della vita, ricchezza di rapporti, e crea il vuoto di reale partecipazione democratica. Perché insinua e diffonde nella convivenza civile il veleno mortifero della cultura della contrapposizione. Non per nulla le consultazioni elettorali usano un codice espressivo spietatamente binario, sì/no, bianco/nero, di qua/di là, vinti/vincitori. E questo dover tagliare col coltello è impietoso per chi ama la complessità dell’esistenza sia personale che sociale e su tale complessità fonda il senso della politica.

C’è in vista una reale alternativa alle elezioni? Ritengo di no. Ce le dovremo tenere ancora per molto. Ma la società civile dei diritti di tutti e della solidarietà, il mondo dell'associazionismo di base, l'area del volontariato, dell'autonomia e della responsabilità, è confermata nella sua convinzione che il mondo della politica, sempre più lontano dalla vita, deve tornare a intrecciarsi con i sentieri della trasformazione dal basso della società intera e delle singole coscienze.

E’ una nuova cultura che deve svilupparsi insieme all’incedere delle trasformazioni strutturali in modo da guidare i processi del cambiamento invece di esserne dominati. E per questo serve la conoscenza, la razionalità, la fiducia, la collaborazione e non invece la paura che è sempre più il condimento delle competizioni elettorali e lo strumento per attirare consensi. Strumentalizzare e fomentare a scopo di potere e di dominio lo sconcerto e anche la paura del parto sociale che sta avvenendo nel grembo fecondo della realtà attuale è una forma grave di criminalità politica. E purtroppo è proprio questo che sta avvenendo. Di fronte a questa mobilità planetaria si alimenta la paura del diverso che attenta alla nostra identità, la paura dell’immigrazione che viene a rubarci lavoro, benessere, tranquillità, la paura del terrorismo che incendia il mondo. Di fronte a conquiste scientifiche e tecnologiche che penetrano nel sacrario più intimo della vita, si enfatizzano in modo esasperato i pericoli in campo genetico e riproduttivo, si colpevolizza la responsabilità della donna nel campo riproduttivo fino ad accusarla di assassinio non solo per l’aborto ma per lo stesso uso della pillola abortiva. Di fronte a prese di coscienza e scoperte nel campo della psiche che rivelano profondità e pluralità di modi di essere finora ignorati, che impongono l’affermazione di diritti negati di parità della donna, che aprono orizzonti di dignità per le persone dall’orientamento sessuale finora represso, si demonizzano nuovi modi di impostare i rapporti umani come attentati alla natura.

E via di questo passo.

Un grande compito di formazione culturale sta davanti alla politica e alla società civile e una grande alleanza s’impone fra istituzioni, organizzazioni sociali e movimenti per guarire dalla paura e ritrovare fiducia. La delega democratica usata come sedativo addormenta il senso critico e consente al cosiddetto berlusconismo di covare sotto la cenere. La partecipazione critica della società, possibile solo se la politica fa un passo indietro e si allea di nuovo con la vita, è essenziale per non trasformare l’elezione in un affidamento irresponsabile che esorcizza la paura ma non la guarisce.



la repubblica Firenze pag. 1


19 maggio 2011

                                      Enzo Mazzi

 

domenica 15 maggio 2011

Colline di Bellosguardo




Comunità dell’Isolotto - Firenze, domenica 15 maggio 2011



Costituzione e tutela del paesaggio



riflessioni di Carlo, Claudia, Gisella, Luisella, Maurizio



con l’intervento di Mario Bencivenni e Tommaso Grassi


  Il caso di Via Arnoldi sulla Collina di Bellosguardo a Firenze è esemplare: una zona con precisi vincoli paesaggistici nella quale si è già arrivati all’ultimo piano di un complesso residenziale di decine di appartamenti. Come è possibile? E noi cosa possiamo fare?L’Italia è il paese che ha bellezze paesaggistiche e artistiche straordinarie e che ha posto la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico tra i valori fondanti della propria Carta Costituzionale. Eppure, come documenta Salvatore Settis, sono innumerevoli gli attacchi a questo patrimonio, attacchi da parte dei poteri del cemento, complici amministratori ignari, quando non conniventi. Eppure ci sono anche persone e amministratori che difendono la Costituzione, le leggi, il buon senso. 



 



           



Indice



Premessa. 1



1. Letture dalla Bibbia e dal Vangelo. 1



2. Paesaggio e Costituzione. 3



3. Ricostruzione della vicenda di Via Arnoldi (Colline di Bellosguardo)6



4. Un’altra riflessione. 11



 Premessa



            Continuiamo il percorso iniziato qualche mese fa utilizzando come traccia per le nostre riflessioni alcuni degli articoli della Costituzione; oggi il tema è quello del paesaggio e, più in generale, del rapporto fra l’uomo e la natura : nonostante la sensibilità nei confronti dei temi ambientali sia cresciuta progressivamente dopo gli anni del boom economico e della crescita più o meno selvaggia (scarichi industriali incontrollati, edificazioni senza criterio né rispetto, senso di dominio nei confronti della natura) , ancora dobbiamo registrare un gran numero di comportamenti illeciti e insensibili.



L’idea di dominio dell’uomo su tutto il creato continua a permeare molte attività umane, mentre a nostro parere dovrebbe sempre più farsi spazio il concetto di protezione e salvaguardia.



 



 






1. Letture dalla Bibbia e dal Vangelo




La creazione – Genesi: In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. […]



E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e abbia cura [domini] sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra". Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro:










Siate fecondi e moltiplicatevi,



riempite la terra;



[soggiogatela e dominate] proteggetela e abbiatene cura



sui pesci del mare



e sugli uccelli del cielo



e su ogni essere vivente,



che striscia sulla terra"







Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden affinché lo coltivasse e lo custodisse.



 






Abbiamo scelto questa lettura perché sappiamo che fin dai tempi antichi c’è stata un’interpretazione infelice di questo testo che portava all’idea che l’uomo potesse ‘dominare’ la natura. Ma da sempre c’è anche un filone della teologia che spiega che l'uomo è parte del creato ed è chiamato ad amare, proteggere e custodire la natura, le risorse naturali, ogni essere vivente. Oggi raccontiamo di persone che vogliono devastare le colline come per es. la collina di Bellosguardo e di persone che le considerano un bene di tutti da custodire e preservare.



 



Davide e Golia - dal libro del profeta Samuele



La storia biblica di Davide e Golia è la storia di uno scontro tra due popoli in guerra, da un lato gli Ebrei guidato dal re Saul e dall’altro i Filistei che annoverano tra le loro fila Golia un guerriero fortissimo e armato fino ai denti, che terrorizza tutti. La forza fisica di Golia è descritta così:



 



Dall'accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo. Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle. L'asta della sua lancia era come un subbio di tessitori e la lama dell'asta pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero. (Samuele, 17, 4- 7):



 



Per quaranta giorni, Golia sfida l’esercito di Israele, chiedendo che mandino un uomo a battersi con lui. E’ la prepotenza di chi si sente forte e provoca; e che è descritta così:



 



Egli si fermò davanti alle schiere d'Israele e gridò loro: "Perché siete usciti e vi siete schierati a battaglia? Non sono io Filisteo e voi servi di Saul? Scegliete un uomo tra di voi che scenda contro di me. Se sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri schiavi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterò, sarete voi nostri schiavi e sarete soggetti a noi". Il Filisteo aggiungeva: "Io ho lanciato oggi una sfida alle schiere d'Israele. Datemi un uomo e combatteremo insieme". Saul e tutto Israele udirono le parole del Filisteo; ne rimasero colpiti ed ebbero grande paura. (Samuele, 17, 8-11):



 



I soldati ebrei non vogliono accettare la sfida di Golia, sono realisti e si defilano. Ma un giorno Davide, un ragazzo, che fino a quel momento era stato un semplice pastore, chiede al re Saul di potersi battere contro Golia. Ha il coraggio, l’ardore e pure l’incoscienza dei giovani:



Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d'animo a causa di Golia. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a batterti con lui: tu sei un ragazzo e costui è un soldato fin dalla sua giovinezza». Ma Davide disse a Saul: «Il tuo servo custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Se si rivoltava contro di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo uccidevo. Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le schiere del Dio vivente». Davide aggiunse: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo».



Saul rispose a Davide: «Ebbene và e il Signore sia con te». (Samuele, 17, 32-37).



 



Allora il re Saul dà a Davide la sua stessa armatura ma Davide, fatti pochi passi, si rende conto di non potersi muovere agilmente; se la toglie e si avvia così com’è verso il campo di battaglia, armato solo di un bastone di pastore, della sua fionda e di 5 pietre lisce. Poi il testo racconta come Davide, ragiona, prende la mira e lo abbatte con la fionda:



Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse prontamente al luogo del combattimento incontro al Filisteo. Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s'infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e uccise, benché Davide non avesse spada. .. »(Samuele, 17, 48-51).



 






Abbiamo scelto questa lettura, nella quale inaspettatamente e contro ogni previsione un ragazzo vince su un soldato forte e prepotente, perché vogliamo trarre da questo passo forza e incoraggiamento visto che parla di piccoli, disarmati, senza potere che possono farcela contro i poteri forti e i prepotenti, mettendo insieme determinazione, unità, coraggio, intelligenza, caparbietà, fiducia.



 



 



 



 



Dal Vangelo di Matteo e di Marco



 



“Non accumulate tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove i ladri scassinano e rubano; accumulate invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano e dove i ladri non scassinano e non rubano. Perché là dove è il tuo tesoro sarà anche il tuo cuore.”



                                                                                                                       [Matteo, 6, 19-21]



 



“Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse :”Tutte queste cose io ti darò, se prostrandoti mi adorerai”. Ma Gesù gli rispose :”Vattene, satana! Sta scritto : adora il Signore Dio tuo e solo a lui rendi culto”



                                                                                                                       [Matteo, 4, 8-10]



«Bene ha profetato Isaìadi voi, ipocriti, come sta scritto:"Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».



Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».



                                                                                                                       [Marco, 7, 1-8]



 



 






2. Paesaggio e Costituzione




 



L’articolo 9 della Costituzione italiana. l’Assemblea Costituente varando la Costituzione Italiana ha deciso di consacrare al più alto grado possibile,  la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico inserendo questa tutela fra i 12 principi fondamentali (articoli 1-12). L’articolo 9 della Costituzione Italiana infatti recita:



“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.



Questo articolo nel 2003 è stato definito dall’allora Presidente Carlo Azelio Ciampi come “l’articolo più originale della nostra Costituzione che ha espresso come principio giuridico quello che è scolpito nella coscienza di ogni italiano..”.



Questo principio è poi ancorato ad altri valori contenuti nella prima parte della nostra Costituzione: lo sviluppo della persona umana, i principi di libertà e uguaglianza dei cittadini, i diritti inviolabili dell’uomo. La Costituzione collegando il principio di tutela del paesaggio con un altro importante diritto dell’individuo e della collettività, ossia il diritto alla salute, di fatto delinea e  sostanza il principio della “tutela dell’ambiente”, anche se la parola ambiente, di origine anglosassone nella Costituzione non compare mai.



Inoltre è interessante ricordare che l’Italia è stata il primo paese del mondo ad inserire la tutela del paesaggio nella propria Carta Costituzionale tra i propri principi fondamentali; e dopo di lei, in Europa, solo Malta e Portogallo. Questa impostazione giuridica sancita dalla nostra Costituzione, nella seconda metà del ‘900 ha di fatto ispirato la cultura giuridica del resto del mondo.



 



I precedenti legislativi fino alla Costituzione. Quanto sancito dalla Costituzione è il frutto di una maturazione culturale e di acquisizioni giuridiche di vari secoli. La produzione di norme e di leggi relative alla tutela del patrimonio storico e artistico e del paesaggio, pur prendendo importanti spunti da riflessioni del ‘700 e ‘800, risale ai primi del ‘900. E’ infatti nei primi anni del secolo scorso che il Parlamento Italiano riesce a far approvare leggi di tutela che in passato non erano mai arrivate alla fine del percorso legislativo, perché ritenute “incostituzionali” dato che limitavano il diritto di proprietà privata dei singoli cittadini.



Ecco in sintesi i precedenti legislativi dello Stato Italiano, antecedenti alla Costituzione:



1902 – Legger n.185 del 12 giugno 1902: sulla “Conservazione dei monumenti e degli oggetti di antichità e d’arte”. Nb: in questa legge non si parla ancora di paesaggio.



1907 – Legge n.386: viene istituito un servizio di tutela nazionale collegato al Ministero della Pubblica Istruzione e basato su Sovrintendenze distribuite su tutto il territorio nazionale.



1909 – Legge n.364: è una legge importante che riunifica e razionalizza i principi e cerca di dare risposta ai problemi della legge precedente. Insieme al suo Regolamento attuativo è il testo legislativo di base fino alle leggi Bottai. In questa legge si parla ancora di beni in senso artistico e storico, ma va ricordato che nella prima stesura vi era un articolo, che purtroppo non fu approvato, che prevedeva tra le cose da tutelare anche “i giardini, foreste, paesaggio, acque e tutti quei luoghi ed oggetti naturali”. Per rimediare a questa lacuna poi si dovettero varare altre leggi ad hoc.



1922 – Legge n.778: è una legge “per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico”. Grazie anche all’azione del Ministro Benedetto Croce questa è la prima legge che si occupa anche del paesaggio anche se con un’accezione più estetica che naturalistica.



1939- 1942 – Leggi Bottai: nel 1939 alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia si procede al riordino della materia con alcune leggi proposte da Bottai che sono poi diventate fondamentali per molti anni successivi:









  • la legge 1089 definisce la tutela del patrimonio storico artistico e archeologico del paese;






  • la legge 1467 è specificatamente dedicata al paesaggio,






  • infine legge del 1942 riguarda l’urbanistica.






Queste leggi, che a causa della guerra furono solo in parte applicate, erano delle ottime leggi e sono state e rimangono tuttora l’ossatura fondamentale dei nostro sistema giuridico e del sistema statale in materia di tutela dei beni culturali e del paesaggio, e sono confluite nel Testo Unico dei Beni Culturali del 1999 e nel Codice dei Beni culturali e del paesaggio del 2004 oggi vigenti.



 



I lavori dell’Assemblea Costituente. Abbiamo già detto che la Repubblica Italiana è stato il primo stato al mondo a porre nella propria Costituzione la tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, scelta che fu molto dibattuta e contrastata a livello di Assemblea Costituente.



L’intento di mettere insieme la tutela del paesaggio con quella del patrimonio storico e artistico, fu chiaro fin dal primo momento, mentre la congiunzione con la promozione della cultura e della ricerca avvenne in una seconda istanza e fu proposta con un emendamento da tre deputati, tutti e tre ingegneri, (Firrao, Colonnetti, Nobile), il cui scopo era quello che lo Stato dovesse intervenire in questo settore per generare “incremento di ricchezza” e contribuire “alla rinascita economica” dell’Italia.



Il dibattito nell’Assemblea Costituente del 22 dicembre 1947 fu molto acceso e riguardava il fatto che alcuni ritenevano che “i temi del paesaggio, della ricerca scientifica e della sperimentazione tecnica” non dovessero avere un carattere costituzionale. Determinanti invece per l’approvazione dell’art. 9 furono Concetto Marchesi e Aldo Moro che sostennero che quell’articolo non solo non era né superfluo, né fuori luogo, ma anzi dovesse essere posto tra i principi fondamentali della Costituzione per affermare e definire chiaramente il ruolo dello Stato rispetto alle Regioni.



Preoccupante, a questo proposito, e in contraddizione con l’art. 9, è la riforma del Titolo V della Costituzione (art. 116-117-118), di cui abbiamo già parlato in un’altra Assemblea, che devolve alle Regioni (materia concorrente con lo Stato) la tutela del patrimonio culturale che da storia e identità su cui si fonda il nostro Paese, rischia di diventare materia frammentata, frutto di conflitti e compromessi politici. Non solo, ma vengono affidati alle Regioni anche “il governo del territorio” e “la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”, senza il minimo tentativo di definire dove finisce il territorio e dove comincia l’ambiente o il paesaggio .



Cero è che, nonostante la Riforma del Titolo V abbia modificato alcuni elementi di non poco conto, emerge chiaramente e con forza una concezione del paesaggio, inserito nell’ambiente, come bene materiale da tutelare e non come concetto o valore astratto da valorizzare.



 



Il Paesaggio “grande malato” d’Italia. Questo paesaggio, bene materiale da tutelare, nella realtà è stato depredato, consumato, sconvolto e oggi è un grande “malato” e sarebbe da curare con sollecitudine e attenzione.



Riportiamo alcuni dati ISTAT che fanno veramente impressione.



- Tra il 1990 e il 2005 la superficie agricola in Italia si è ridotta di 3 milioni e 663 mila ettari, un’area più vasta del Lazio e dell’Abruzzo messi insieme. Il record lo tiene la Liguria (contrazione del 45,55%), seguita dalla Calabria (26,13%), Emilia-Romagna e Sicilia (22%), Toscana (17,7%).



- Non tutto questo territorio sottratto all’agricoltura è stato cementificato, anche se le superfici urbanizzate sono in continua crescita e si è modificata la tipologia degli insediamenti che si addensano sempre di più nell’area ai piedi delle montagne della Lombardia e del Veneto, nelle zone litoranee della Liguria (che primeggia anche per il moltiplicarsi dei porti turistici che portano l’invasione del cemento dei moli, delle spiagge, delle infrastrutture, delle strade, dei parcheggi, dei garage..), della Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia e Calabria ( che, nel giugno 2009, ha registrato 5210 abusi edilizi nei 700 chilometri di coste, uno ogni 135 metri, anche all’interno di Aree Marine Protette,  di Siti di interesse Comunitario, in zone a protezione speciale, incluse aree archeologiche).



- Urbanizzazione che si concentra in modo selvaggio ai bordi delle città grandi e piccole, basti pensare all’asse Roma-Napoli che sembra un’unica grande conurbazione.



- Dati non chiari, non precisi, non definiti, basti pensare che in base ad un’indagine condotta mediante analisi di fotografie aeree (Decreto Legge 262/2006 del Governo Prodi), l’Agenzia del Territorio ha individuato 1 milione e mezzo di “ immobili fantasma”, sconosciuti al             Catasto, a cui si aggiungono i 4 milioni di abusi edilizi dichiarati nei vari condoni negli             ultimi 50 anni (circa 200 abusi al giorno). Manca un tentativo organico di costruire una visione d’insieme del “nostro paesaggio”, manca una raccolta sistematica dei dati da portare alla conoscenza e alla riflessione dei politici, degli amministratori, ma anche dei semplici cittadini che restano disorientati e scoraggiati, per cui l’invasione del cemento sembra una sorta di ineluttabile calamità, sottratta ad ogni controllo umano.



 



Scrive Salvatore Settis (“Paesaggio- Costituzione- Cemento”, Einaudi, testo dal quale abbiamo ricavato queste informazioni):



Ci sentiamo assediati e soffocati, ma se ci vien voglia di difenderci, non sappiamo da dove cominciare. Neppure sappiamo chi è l’interlocutore a cui rivolgere le nostre proteste: il nostro Comune? La Provincia? La Regione? O i rappresentanti dello  Stato, ministri e sottosegretari, prefetti, soprintendenti, funzionari? O dovremmo ricorrere alla Magistratura? O imprecare contro i costruttori, i progettisti, gli agenti immobiliari?. Non sarebbe meglio rassegnarsi e vedere nel cemento dilagante che divora il paesaggio, una necessità, un fattore di progresso e di benessere?



Difficile orientarsi, eppure è assolutamente indispensabile. Solo una diffusa consapevolezza dei cittadini non-addetti ai lavori può innescare un processo di presa di coscienza delle conseguenze di lungo periodo di questa foga cieca e distruttrice. Solo imparando a muoversi nel labirinto delle norme, dei dati, delle informazioni potremo giudicare in prima persona che cosa, di quanto ci accade intorno, è giusto o inevitabile e che cosa è invece il frutto di cinica speculazione che per il vantaggio di pochi devasta il bene di tutti. Sta di fatto che, ogni giorno, sotto gli occhi di milioni di cittadini, poche centinaia di speculatori senza scrupoli distruggono il paesaggio italiano. In alcune regioni (specialmente al sud, ma non solo, si è andato radicando un diffuso abusivismo che offende il paesaggio e la storia ignorando le norme e eludendo i controlli. In altre regioni (specialmente al nord, ma non solo) i delitti contro il paesaggio si consumano non ignorando le regole, ma modificandole o interpretandole con mille artifizi..



Nell’uno e nell’altro caso le violenze contro il paesaggio finiscono con l’avere esiti identici. Identici, nell’un caso e nell’altro, sono anche i presupposti: intrico normativo, inerzia o connivenza delle istituzioni, complicità di amministratori e politici, l’inerme scoramento del cittadino incredulo e sconfitto….



Avrà ragione Michael Braun (giornalista) di scrivere su “Internazionale” del14 marzo 2004, che “l’Italia è il Paese in cui gli scandali non sono fatti, ma opinioni?””.



 










3. Ricostruzione della vicenda di Via Arnoldi (Colline di Bellosguardo)




 



1. Gli antefatti: come nasce l’intervento di via Arnoldi e perché non è stato mai realizzato fino al giugno 2010.



 









  • 2 novembre 2005: il Comune di Firenze [in pieno regime Quadra nda] rilascia  alla Soc. Le Quinte il permesso a costruire n.370/05 relativamente all’insediamento di Via Arnoldi inserito nel programma dei “20.000 abitazioni in affitto”.  Si tratta di un programma nazionale la cui gestione viene affidata alle Regioni e da queste ai Comuni. Il programma è rivolto a favorire la realizzazione di abitazioni in affitto calmierato (cioè con uno sconto sull’equivalente prezzo di affitto di mercato) in cambio non solo di agevolazioni di tipo fiscale e sulle opere di urbanizzazione, ma anche con una consistente quota di finanziamento dei costi di realizzazione ( per capire l’entità del finanziamento ve ricordato che la ditta che sta costruendo gli appartamenti in Via Arnoldi, che ha realizzato un altro intervento analogo anche in Via di Scandicci, per un totale di 43 appartamenti in affitto avrebbe ricevuto dalla Regione Toscana  1.232.300,25 euro; ma come se questo non bastasse la società in questione ha richiesto ed ottenuto di realizzare in via Arnoldi anche 23 in vendita a prezzi di mercato. Quasi tutti gli interventi di questo Programma attuato a Firenze presenta queste caratteristiche per cui alla fine la superficie totale delle abitazioni in vendita a prezzi di mercato(mq. 28.213) supera quella delle abitazioni in affitto (mq.25.663). Per questo in un quaderno realizzato dai Comitati dei Cittadini di Firenze e intitolato “Lo scambio ineguale. Ricchezza privata e povertà pubblica nel ‘Programma 20.000 abitazioni in affitto a Firenze”  questo programma è stato definito una delle più importanti speculazioni private realizzata con danaro pubblico).  A questo programma potevano partecipare anche privati proponendo però interventi che nelle normative di indirizzo dovevano interessare zone urbane di dismissione o degradate.






- 01 giugno 2006 :Con comunicazione  prot. 20898 del 01.06.06  della soc. Le Quinte si comunica che i lavori cominciano a quella data [ ma in realtà non sono mai cominciati in quanto non si è mai andati oltre l’attività preparatoria allo scavo della fossa delle fondamenta.



- In data 26.06.206 si sospendono i lavori adducendo ostruzione dei cittadini. In realtà si sospende i lavori perché non ha titolo autorizzativo a passare su via Arnoldi, via privata e di uso esclusivamente privato, e in seguito anche perché alcuni residenti hanno presentato ricorso contro le concessioni al TAR Toscana, ricorso comunicato alla Direzione edilizia in data 11.11.2005. Prova di quanto sopra è che i lavori non riprendono neppure quando il TAR rigetta la richiesta di sospensiva avanzata dai ricorrenti.



- 27 novembre 2006: sentenza del Tar Toscana ( n.6045/2006) che accoglie il ricorso dei cittadini e annulla  gli atti autorizzativi  che consentivano l’edificazione e quindi il cantiere di Via Arnoldi è l’unico dei 9 contemplati dal piano dei “20.000 appartamenti” a non essere né iniziato né completato [ se fosse davvero iniziato perché l’impresa non ha chiesto l’anticipo dei fondi previsto dal bando  all’inizio dei lavori?].



- 27 ottobre 2009: il Consiglio di Stato annulla la sentenza del TAR Toscano e dà ragione alla Soc. Le Quinte che è la prima ricorrente. Tutto questo avviene proprio in coincidenza dell’uscita sulla stampa dell’indagine della Procura della Repubblica di Firenze denominata “Mani sulla Città” e degli arresti domiciliari dell’Arch. Bartoloni, progettista fra l’altro di Via Arnoldi, del Consigliere Comunale Formigli, già socio dello studio Quadra, e responsabile prima della Commissione Urbanistica comunale, poi capogruppo del PD nel Consiglio Comunale.  All’epoca della sentenza  del Consiglio di Stato tutti gli altri interventi erano stati liquidati e terminati.



- Nel 2010 la soc. Le Quinte è ritornata alla carica asserendo la sua legittimità a riprendere i lavori “interrotti”( ma erano mai iniziati?): il 21 aprile 2010 ( prot.n. 20840/2010 pratica n.1990/2010) presenta una variante in corso d’opera all’originario permesso a costruire n.370 del 2005, che al di là di leggerissime modifiche in realtà cerca di mascherare un vero problema per la ripresa dei lavori. La concessione paesaggistica della soprintendenza rilasciata il 25 agosto2005, in data 25 agosto 2010 sarebbe scaduta e doveva essere rinnovata. Anche senza che la nuova pratica sia perfezionata,  i lavori ricominciano veramente in modo sollecito  a  fine giugno.



 







2. Le vicende che hanno portato alla citazione per danni ai consiglieri Grassi e Bencivenni.



 



Aprile  2010.



a) Controllando nel sito ufficiale del Comune apprendiamo che esistono le seguenti pratiche edilizie che fanno pensare ad una possibile ripresa dei lavori da parte dei Giudici Le Quinte nel cantiere di Via Arnoldi:



- pratica edilizia 3068/2006 "variante al permesso di costruire"



- pratica edilizia 1990/2010 "programma alloggi in affitto" / 21/4/2010 richiesta autorizzazione paesaggistica.



_________



b) Controllando poi nel sito della soc. Giudici (www.giudicicostruzioni.it) troviamo



fra i progetti presentati in corso di realizzazione anche quello di via Arnoldi con la seguente descrizione:



Moderno complesso residenziale perfettamente inserito nel panorama circostante alle pendici della collina di Bellosguardo.



L'intervento prevede la realizzazione di 25 unità immobiliari con tipologie, mono, bilocali, 3 - 4- 5 vani con logge e/o giardini privati.



Possibilità box auto, posti auto coperti e cantine di varie metrature.



L'edificio rispetta le nuove normative in materia di risparmio energetico
.”







Per questi motivi a fine aprile 20010 abbiamo Come comitati cittadini area fiorentina diffuso un nostro notiziario dal titolo “ Aprile 2010 :Cambiano i Sindaci e le Giunte / Continua  l’assalto al parco della Collina Sud /Lo scandaloso caso di Via Arnoldi (Soffiano-Bellosguardo)” in cui si denuncia il rischio cementificazione della collina con la ripresa di questo cantiere.



 



Maggio  2010.



7 maggio : i Consiglieri Tommaso Grassi e Mario Bencivenni consultano la pratica edilizia 21.4.2010 prot. 20840 avente ad oggetto “programma alloggi in affitto” ubicato in via Arnoldi Quartiere 4 intestata a Lorenzo Giudici – Le Quinte Spa , da cui apprendono fra l’altro appreso che alla stessa pratica è collegata richiesta di autorizzazione paesaggistica. Dopo aver fatto copia degli atti che ci sono stati studiati a fondo, preparano interrogazioni in Consiglio Comunale e in Consiglio di Quartiere su questioni della praticaritenute non chiare.



 



Inoltre come Comitati dei cittadini e associazioni ambientaliste (Italia Nostra) ci siamo attivati anche per scrivere alla Soprintendenza  una lettera in cui la invitavamo a non concedere il nuovo nulla osta paesaggistico.(lettera datata 24 maggio 2010 consegnata il 31 maggio).



 



giugno 2010.



- 10 giugno viene inviata per e-mail una nota dal geom. Stefano Quadri all’assessore Massimo Mattei e all’ing. Parenti con i quali un gruppo di cittadini di via Arnoldi si era incontrato per illustrare il caso di Via Arnoldi e ai quali erano stati richiesti elementi per poter intervenire sul cantiere che nel frattempo era stato riaperto.



- 30 giugno: si comincia a gettare il massetto delle fondamenta  e questo ci porta ad intervenire preso le autorità Comunali per chiarire come stiano le cose e bloccare il cantiere in attesa  di una risposta sulla legittimità e il completamento dell’iter autorizzativo della pratica edilizia.



 



luglio 2010.



Su segnalazione di un residente(sic!) intervengono i carabinieri del Nucleo Beni Culturali per verificare resti di muratura ben visibili anche ad occhio nudo nella parete est dello scavo delle fondamenta del cantiere. A seguito del referto dei Carabinieri interviene la Soprintendenza Archeologica che con propri addetti esegue dei saggi che rimettono in luce testimonianze( cisterne e pozzo) forse di epoca romana: nonostante questi ritrovamenti silenzio assoluto da parte del Comune e la colata di cemento continua mentre gli archeologi procedono nel disseppellimento dei resti del lato est del cantiere.



Dopo questi primi saggi a partire dal 5 settembre 2010 il cantiere è stato nuovamente sospeso per procedere a ulteriori scavi che nel corso di una campagna durata circa due mesi hanno portato al rinvenimento di resti di una Villa Romana, di un pozzo post medievale e a tracce di un insediamento preistorico del Medio Bronzo. 



 



In data 2 luglio i consiglieri Grassi e Bencivenni con rappresentanti  del comitato di via Arnoldi  (geom. Stefano Quadri e ing. Paolo Foresti) hanno tenuto la conferenza stampa in Palazzo Vecchio per denunciare la ripresa dei lavori nel cantiere di via Arnoldi in presenza di ancora numerose questioni autorizzative non chiarite. (A seguito dell’eco avuto sulla stampa delle cose dette in questa conferenza, la Società le Quinte ha citato successivamente i due consiglieri per danni.)



 



3 luglio :Interrogazione presentata dal Consigliere comunale  Tommaso Grassi: l’interrogazione a tutt’oggi ha ancora solo parziali risposte che non chiariscano affatto la sostanza dei problemi evidenziati sotto il profilo edilzio/urbanistico,e paesaggistico.



 



8 luglio: il Consiglio di Quartiere 4 su proposta del consigliere Bencivenni approva all’unanimità una mozione in cui in attesa di chiarimenti sull’iter autorizzativo del cantiere che si è ripreso, si chiede al Sindaco di intervenire per sospendere il cantiere.



[ A questa mozione il Dirigente all’Urbanistica Dott. Palladino  ha risposto in data 2 settembre con lettera nella quale oltre che a dire che tutto è in regola, riferisce di una richiesta della Direzione patrimonio del 13 luglio nella quale si chiede alla Regione  di “riattivare” le procedure di finanziamento, che quindi fino a quella data non era più previsto].



 



Agosto 2010



31 agosto: lettera della Giudici in cui annuncia sospensione dei lavori nel cantiere  a partire dal 5 settembre per campagna di scavi da parte della Soprintendenza Archeologica ( campagna di scavi che bloccherà il cantiere fino al 21 novembre).



31. agosto: lettera del Dirigente dell’edilizia privata del comune di Firenze arch. Cocchi con la quale si chiede all’impresa se ha titolo autorizzativo a passare sulla via Arnoldi, via  privata e di uso privato, unico accesso da Via di Soffiano all’area del cantiere, (Lettera n.45878/01/2010 del 31 agosto , oggetto: Permesso a costruire 370/05(B.4099/05). Via Arnoldi – Comunicazione ai sensi degli art. 7-8-9-10- L. 241/90, nella quale si dice “ Con riferimento all’atto abilitante di cui all’oggetto si invitano le SS.VV.  a fornire documentazione atta a comprovare il titolo di utilizzo, anche al fine del passaggio di veicoli e mezzi di cantiere, dell’area di proprietà privata denominata Via Arnoldi.   Detta documentazione dovrà essere trasmessa entro e non oltre 20 giorni dal ricevimento della presente, trascorso infruttuosamente detto periodo questo comune provvederà alla temporanea inibizione dell’attività edificatoria fino a quando non venga definitivamente accertata la titolarità di cui sopra.” 



 



Settembre 2010



Mentre nessuna risposta delle autorità competenti chiarisce le domande più volte esposte circa  gli aspetti sollevati ( legittimità della prima concessione edilizia, autorizzazione paesaggistica, non disponibilità della proprietà dell’area ad accedere a Via di Soffiano per la viabilità e per le opere di urbanizzazione primaria e sottoservizi, finanziamento regionale dell’intervento) in data 18 settembre viene comunicata ai consiglieri Grassi e Bencivenni una citazione da parte della Soc. Le Quinte  per danni dovuti a diffamazione a mezzo stampa, danni quantificati in 200.000 euro.



 



Ottobre 2010



18 ottobre: Autorizzazione paesaggistica n.155/10 concessa dal Comune di Firenze,  pratica n.1990/2010  del 18 ottobre 2010  firmata dal Dirigente Servizio Edilizia Privata arch. Marcello Cocchi [ questa autorizzazione come il parere della Commissione Comunale del Paesaggio disattendono, anzi ignorano quanto prescritto nel PIT adottato nel 2009 come Piano Paesaggistico della Regione Toscana.



 



 



Novembre 2010



2 novembre. Invio da parte di Mario Bencivenni di un esposto al Garante della comunicazione per la partecipazione  nel governo del territorio della Regione Toscana, Prof. Massimo Morisi in si chiede se la recente autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune di Firenze per l’intervento di via Arnoldi non sia in contrasto con quanto stabilito dal PIT/Piano paesaggistico 2009 della Regione Toscana. Dopo un incontro effettuato col ricorrente in data 10 novembre il Garante ritiene fondato l’esposto e avvia un approfondimento da parte del suo ufficio.



22 novembre: nonostante nessuno dei quesiti sollevati sia stato chiarito definitivamente la ditta riprende i lavori  che  salvo lievi interruzioni sono poi  proseguiti, e procedono alacremente.



29 novembre: viene  sfondata la fogna privata del geometra Quadri ed immessa manichetta per svuotare cantiere. Chiamata polizia municipale



 



Dicembre 2010



03 dicembre: la società Le Quinte presentata pratica 5687/2010 per ulteriore  variante alla pratica 4099/2005.



22 dicembre: il caso di via Arnoldi finisce in Parlamento con un’ interrogazione dell’on. Bucchino alla Camera – atto 4/06269, col quale si chiede conto al Ministro dei Beni Culturali di quanto si sta realizzando nella collina di Bellosguardo a Firenze  (Interrogazione ancora oggi senza risposta).



 



Gennaio 2011



12 gennaio: Il Garante del Territorio conclude la sua istruttoria sul caso di Via Arnoldi con una relazione di 11 pagine inviata a tutte le autorità competenti,  e in primis al Sindaco di Firenze. In questa relazione circostanziata, non solo si avvalora la questione relativa all’autorizzazione paesaggistica sollevata nell’esposto ma si individuano ben altri cinque rilievi relativi a importanti questioni sia edilizie che procedurali sulle quali chiede sia fatta chiarezza.



19 gennaio: altra interrogazione su Via arnoldi presentata in Senato dal sen Amato (atto 4-04391).



 



Marzo 2011



2 marzo: viene inviata al Garante del territorio da parte del consigliere Bencivenni a integrazione del precedente esposto un  parere formulato su richiesta dei cittadini  dall’avvocato Renato Salimbeni sula questione autorizzazione paesaggistica. In questo parere suffragato da riferimenti normativi e giurisprudenziali, si dice espressamente che tutto ciò che  si è realizzato a partire dal 6 settembre 2010 nel nantiere di via Arnoldi, cioè dopo la scadenza dell’autorizzazione paesaggistica del 2005, è da considerarsi “abusivo e non sanabile”.



7 marzo viene convocata una Commissione urbanistica del Comune di Firenze nella quale si sarebbero dovute dare le risposte ai rilievi sollevati dalla Relazione del garante del Territorio, invece questa seduta il Garante è invitato ad illustrare nuovamente quanto detto nella sua relazione di gennaio, per le risposte si aggiorna la commissione ad altra seduta..



 



Aprile 2011



4 aprile: nuova seduta della Commissione urbanistica durante la quale ancora una volta non si chiariscono le questioni sollevate dal Garante del territorio e si rimanda ad una nuova seduta dopo nuovi accertamenti da fare. Intanto su questa questione il consigliere Grassi chiede alla Commissione di esprimersi su una richiesta di sospensione dei lavori in via Arnoldi da portare in Consiglio Comunale.



13 aprile . nuova riunione  della Commissione Urbanistica dove di nuovo compare soltanto un annunciato parere legale sulla questione dell’autorizzazione paesaggistica che risulta in realtà un parere espresso dalla Commissione edilizia del Comune presieduta dal Dirigente Cocchi ( responsabile della pratica edilizia di via Arnoldi) che in tre righe e senza nessun riferimento legislativo o giurisprudenziale dice che l’autorizzazione paesaggistica del 2005 è ancora valida.



 



Maggio 2011



2 maggio: Nuova seduta della Commissione  urbanistica con all’ordine del giorno l’espressione di parere sulla sospensione dei cantieri: non viene discussa e viene rinviata al 9 maggio, ma anche in questa nuova seduta si ha un ennesimo rinvio al  23 maggio!



6 maggio: mentre i lavori di costruzione dei 46 appartamenti procedono speditamente e sono arrivati ormai all’ultimo piano, con altre richieste di varianti in corso d’opera e altre incongruenze accertate dall’ufficio comunale circa la parte pubblica del progetto (giardino e viabilità di accesso) Le Quinte Spa denunciano alla Procura della Repubblica tutti i condomini dell’edificio di via di Soffiano 57/c ( Quadri, Foresti e altri) per aver impedito l’accesso alla loro fognatura!



 



 



10 aprile 2011



 



 



Ci sembra a questo punto perfettamente calzante un altro brano dal Vangelo di Giovanni:



 



“Gesù disse : <<sono venuto in questo mondo perché si operi un giudizio.



Affinché quelli che non vedono aprano gli occhi e quelli che vedono diventino ciechi.>>



Uditolo, alcuni Farisei gli domandarono :<<Siamo forse ciechi anche noi?>>



Gesù rispose :<<Se foste ciechi non avreste colpa, invece voi dite :-noi vediamo- e quindi il vostro peccato rimane.>>”



                                                                                                          



 4. Un’altra riflessione







 



«Poi non fu convertito in legge dalla stessa maggioranza - segnalano le due associazioni ambientaliste in una nota - analoghe proposte sono state successivamente avanzate da parlamentari campani mediante emendamenti al cosiddetto Milleproroghe sia del 2010 che del 2011». Le commissioni parlamentari dichiararono inammissibili quegli emendamenti. I precedenti citati partivano tutti dal presupposto di «sospendere temporaneamente le demolizioni di case destinate a prima abitazione in attesa di una completa ricognizione della situazione di fatto e di diritto sottostante». In realtà, segnalano le due sigle, «non c'è nessuna esigenza di compiere una ricognizione della situazione di fatto e di diritto sottostante quando sussiste già una sentenza penale passata in giudicato di condanna alla demolizione dell'abuso edilizio.



Legambiente ci ricorda che il business del cemento ha prodotto in Campania 60.000 case abusive in 10 anni e se lo spartiscono 64 clan camorristici. In 20 anni - dal 1991 a oggi – sette amministrazioni comunali su 10 sono state sciolte per infiltrazione mafiosa e per ragioni di abusivismo edilizio. Lo dice l'ultimo rapporto Ecomafie dell'associazione sul cemento illegale e sull'abusivismo in Campania.



 



 



Bibliografia di riferimento:



Salvatore Settis, Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l'ambiente contro il degrado civile. Einaudi, 2010



Gian Antonio Stella, Sergio Rizzo, Vandali. L’assalto alle bellezze d’Italia, Rizzoli, 2011