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giovedì 5 agosto 2010

L’ora alternativa è un diritto

L’ora alternativa è un diritto, e ogni scuola è obbligata a garantirla. È quanto ha stabilito il Tribunale di Padova, accogliendo il reclamo presentato dai genitori di una bambina frequentante una scuola primaria statale della città veneta. Mentre ai suoi compagni era impartito l’insegnamento della religione cattolica, l’alunna era stata costretta prima a rimanere in classe, poi a trasferirsi in classi parallele, senza che l’istituto provvedesse ad attivare le lezioni alternative richieste.
Secondo il tribunale, la loro attivazione costituisce invece un obbligo, e la scuola ha pertanto praticato nei confronti della bambina una doppia discriminazione, «nell’esercizio del diritto all’istruzione e alla libertà religiosa». Per questo «comportamento discriminatorio illegittimo» l’istituto e il ministero dell’istruzione sono stati condannati anche al pagamento della somma di 1.500 euro.
«Dopo quello sul crocifisso, è un altro importante risultato ottenuto dall’UAAR, che ha sostenuto tecnicamente ed economicamente il ricorso», commenta Raffaele Carcano, segretario dell’associazione: «spiace solo che, per rendere veramente laico questo paese e per vedere riconosciuto un diritto fondamentale, sia stato necessario ancora una volta rivolgersi alla giustizia».

Comunicato stampa UAAR

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