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martedì 21 giugno 2011

Chiesa tiranna in libero Stato

LA CHIESA E L'ESTREMA UNZIONE DI CAVOUR - DI CORRADO AUGIAS

da: la Repubblica di domenica 19 giugno 2011

Signor Augias, un successo le celebrazioni dei 150 anni dell'unità d'Italia, segno di risveglio della coscienza identitaria. L'evento, fra l'altro, ha offerto l'occasione per riscoprire la storia del nostro Risorgimento. Che la Chiesa abbia osteggiato il processo è risaputo, ma che fosse arrivata adusare i sacramenti scomunicando i protagonisti del Risorgimento sfuggiva ai più. Pochi sapevano che si arrivò a negare l'estrema unzione a Cavour morente, reo di essere stato la mente politicamente più lucida di quel movimento. Eppure quel sacramento costituisce per tradizione, in un paese cattolico, un estremo atto di carità per i credenti e i non credenti. I sacerdoti, infatti, la somministrano senza indagare sulla fede del morente. Ma a Cavour, pur cattolico, fu ufficialmente negata.

Un pietoso frate, Padre Giacomo, ebbe il coraggio di violare il divieto. Ma la pagò cara, la sua vita ne fu sconvolta. L'ira del papa lo fulminò. Convocato a Roma dal sant'Uffizio, duramente biasimato da Pio IX in persona, fu punito con la sospensione "a divinis" e privato dei relativi emolumenti. Morì in estrema povertà.

Fa piacere constatare oggi che la Chiesa, da nemica, sia divenuta convinta sostenitrice e baluardo dell'Unità d'Italia.

Ezio Pelino - pelinoezio@tiscali.it

Risponde Corrado Augias

Baso la mia risposta sulle informazioni che gentilmente mi ha fornito il dottor Nerio Nesi che presiede Ia Fondazione Cavour. Il conte di Cavour alcuni mesi prima della sua precoce morte (nemmeno 51 anni!), chiamò il frate Giacomo Marocco, parroco della Madonna degli Angeli e suo amico, per chiedergli, quando fosse venuto il momento, di concedergli l'assoluzione senza richiesta di ritrattazione. Gli disse più o meno: frate, perché i miei bravi elettori non pensino di aver sostenuto un senza-dio, vi prego, quando sarà venuto il momento di darmi gli estremi sacramenti. Sia chiaro che nulla rinnego della mia politica ma vorrei morire in pace con Dio.

La nipote Giuseppina Alfieri di Sostegno quando fu chiaro che il povero conte era in agonia andò a chiamare il frate che mantenne il suo impegno. La leggenda vuole che Cavour prima di spirare abbia ripetuto le famose parole «Frate, Frate ricorda, libera Chiesa in libero Stato».

Qualche settimana dopo la morte di Cavour il generoso frate venne convocato a Roma dove, su ordine diretto di papa Pio IX, venne punito con la sospensione "a divinis", che nel linguaggio ecclesiastico significa non poter più amministrare i sacramenti né dire messa. Gli venne anche tolta la parrocchia compreso il beneficio economico che ne derivava.

Solo con la morte di Pio IX (1878) e I'ascesa al trono del successore Leone XIII, fra' Giacomo, colpevole di troppa generosità, riebbe il suo posto. Potendone godere poco poiché poco dopo il poveretto morì.



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Commento.

Se fa piacere che la Chiesa, come afferma Ezio Pelino nella sua lettera ad Augias, “sia divenuta sostenitrice e baluardo dell’Unità d’Italia” (forse perché “il vento” sta cambiando?), non altrettanto si può dire per quanto concerne la sua mancanza di carità nei confronti di coloro, credenti o non credenti, che non si attengono alle sue “leggi”. Ieri Cavour, oggi Piergiorgio Welby. Prima ancora Giordano Bruno, Savonarola, Galileo Galilei, ecc. ecc. ecc. A dimostrazione riporto qui sotto un elenco di alcune sanzioni comminate dalla Chiesa ai cattolici che in politica hanno seguito la loro coscienza anziché gli ordini (o interessi?) della Chiesa.

Giampietro Sestini

1874 - NON EXPEDIT

Formula latina (non conviene) con cui la Santa Sede il 10 settembre 1874 fece espresso divieto ai cattolici italiani di partecipare alle elezioni per il primo Parlamento dell'Italia unita e in generale alla vita politica dello Stato.

1948 - SCOMUNICATO CHI VOTA "FRONTE POPOLARE"

Il decreto del Santo Uffizio

(dal manifesto pubblico della curia di Piacenza per le elezioni politiche del 18 aprile 1948)

E’ peccato grave

1 ° - Iscriversi al Partito Comunista.

2° - Favorirlo in qualsiasi modo, specie col voto.

3° - Leggere la stampa comunista.

4° - Propagare la stampa comunista.

Quindi non si può ricevere l'assoluzione se non si è pentiti e fermamente disposti a non commetterlo più.

Chi, iscritto o no al Partito Comunista, ne ammette la dottrina marxista, atea e anticristiana e ne fa propaganda, è APOSTATA DALLA FEDE E SCOMUNICATO e non può essere assolto che dalla Santa Sede.

Quanto si è detto per il Partito Comunista deve estendersi agli altri Partiti che fanno causa comune con esso.

Il Signore illumini e conceda ai colpevoli in materia tanto grave, il pieno ravvedimento, poiché è in pericolo la stessa salvezza dell'anima.

2005 – CHI VOTA AL REFERENDUM NON E' CATTOLICO

La Conferenza Episcopale Italiana si è pronunciata all'unanimità contro la partecipazione dei cattolici ai referendum del 12-13 giugno 2005 sulla fecondazione assistita. "L'unica scelta è astenersi. Chi PRETENDE di andare a votare non può dirsi cattolico maturo. Chi vuole essere coerente con la Chiesa NON DEVE partecipare al referendum”.



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