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giovedì 2 ottobre 2008

Una email di Marco

Carissimi,


in uno stato emozionale come da tempo non provavo, vi faccio partecipi del

mio profondo bisogno di esserci ora, di partecipare e di dar vita ad una

prassi più allargata di quella positività, creatività e speranza che il

cerchio della comunità ha tenute vive in me fino ad ora. La visione

mortifera del futuro sembra prevalere e sembra stravincere ma è solo un

illusione; quella visione, tremendamente efficace nell'avvelenare e

distruggere moralmente e fisicamente le esistenze, non è mai stata così

debole. Nel vacillare delle borse a New York, nelle contraddizioni ed

inefficacia dei governi della paura, si intravede un barlume di luce. è ora

il momento di fare. Nella mortifera pratica del solleticare gli istinti più

bassi di un umanità incerta e smarrita, il sistema cerca poche "ore" (non

importa se realmente saranno anni!) di sopravvivenza in più e lo fa qui da

noi indirizzando la frustrazione popolare contro i più deboli, gli immigrati

e tutti i marginalizzati della società, e ora, con gran sproloquio

compiaciuto di Brunetta, Tremonti, Gelmini (dietro la trionfante regia

dell'"Unto")  contro i fannulloni della cosa pubblica. Già, perche la cosa

pubblica è sicuramente spreco ed inefficienza ma è anche qualcosa di più

pericoloso per i mortiferi architetti del nostro futuro: è il Noi, è un

plurale, è quello spirito che chiamò negli anni '60 gli ultimi della

società, la gente dell'Isolotto, a lottare insieme per una scuola e per una

vita più dignitosa, è ciò che si contrappone fortemente all'Io che non

supera l'orizzonte dei propri bisogni più elementari, a quell'orizzonte

entro il quale l'umanità non ha futuro!


Queste cose ce le siamo dette tante volte in quel prezioso e faticoso

esercizio del mantenere in vita il meglio di noi. E' per questo che vi

invito con forza ad attivarvi perché in ciascun vostro ambito possiate

trasmettere la positività di quel NOI che si vuole distruggere con

finanziario e ideologico accanimento. Propongo fatti concreti in cui mettere

il nostro tempo e la nostra energia, perché il nostro punto di vista possa

confluire nel rivolo di speranze e colori che comincia a scorrere e che

potrebbe diventare un fiume.


Il primo è di partecipare alla manifestazione del 13 ottobre prossimo (vedi

volantino allegato) a difesa della scuola pubblica, nello spirito di

potenziare il meglio della scuola pubblica, di ridiscutere profondamente di

una sua riforma sulla base però di una sua funzione che deve rappresentare

degnamente il NOI. Propongo a tutti di organizzarci per esserci magari anche

informa creativa (chi ha idee?).


La seconda proposta è di un gesto simbolico, di quel simbolismo che, come

abbiamo espresso più volte, diviene gesto concreto e denso di contenuti. In

relazione alla scuola, le serate sul 68 con le foto e i ricordi, mi danno lo

spunto di proporre una provocativa tenda sulla Montagnola che congiunga la

storia di allora, la scuola non c'era e andava costruita, con quella di

oggi, la scuola c'è e và difesa. Secondo me è proprio nel luogo effimero e

temporaneo di quella tenda, per parafrasare Michelucci, che possiamo

ritrovare ancora una volta la forza e la speranza del fare.


 Provato dall'emozione ma felice, vi abbraccio


 Marco  (voce e chitarra nelle 3 serate sul 68 all'Isol8)

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